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TECNICHE PRODUTTIVE E FUNZIONE DI PRODUZIONE
RT Y P= •Ovviamente dividendo i ricavi per la quantità prodotta si ha il prezzo della singola unità del bene che per definizione è, ,il RICAVO MEDIO UNITARIO rme( ). rme RT YP P= = = y yIl RICAVO MARGINALE rma è il ricavo ottenuto in virtù della vendita di un unità aggiuntiva di prodotto cioè( ) ’ ,→VARIAZIONE RICAVO TOTALE e VARIAZIONE del PRODOTTOrapporto tra :rma ∆RT= ∆yLa differenza tra RICAVI e COSTI rappresenta il PROFITTO (π )RT CT– = πOvviamente nel caso in cui i costi superino i ricavi l impresa è in perdita, ’ .TECNICHE PRODUTTIVE E FUNZIONE DI PRODUZIONEUna tecnica produttiva è EFFICIENTE o PARETO EFFICIENTE quando considerati i livelli di conoscenza e quelli delle–tecnologie non esiste nessun altra tecnica che consenta a parità di input utilizzati una quantità maggiore di output, ( ) .Una tecnica è EFFICIENTE quando non esiste un altra tecnica che
Permetta di ottenere la stessa quantità di output con una quantità minore di input senza che debba crescere la quantità utilizzata di qualche altro input.
RELAZIONE FUNZIONALE
Su questa base possiamo indicare una tra:
- INPUT
- OUTPUT
- PRODOTTI IMPIEGATI
Vale a dire che la quantità di output prodotta dipende dalla quantità dei singoli input utilizzati e dalle peculiari combinazioni dei fattori produttivi adottate.
ALFRED MARSHALL fa una distinzione tra:
BREVE PERIODO
È quella dimensione temporale in cui l'impianto dell'impresa non cambia. In tale periodo la situazione dell'impresa è il risultato di decisioni di investimento prese in precedenza e non può essere modificata con nuovi investimenti. Ciò che può mutare sono i livelli di produzione consentiti da un più intenso grado di utilizzazione degli impianti aumentando.
o diminuendo l'impiego dei fattori variabili, ’ . La sua funzione è: PT f(T, L, K) = ( , , ) Il K con il trattino sopra indica che non varia la quantità del fattore capitale utilizzato mentre possono variare T e L. LUNGO PERIODO si intende quella dimensione temporale in cui possono essere realizzati nuovi investimenti e in cui può variare conseguentemente la stessa dimensione dell'impianto’ . La funzione di produzione del lungo periodo è uguale a quella generale: PT f(T, L, K) = ( , , ) Tutti i fattori produttivi risultano variabili perché dipendono da decisioni di investimento che devono essere ancora realizzate. FUNZIONE DI PRODUZIONE DI BREVE PERIODO Supponiamo che oltre al capitale K sia fissa anche la terra T, ( ), ( ): PT f(T, L, K) = ( , , ) Che può essere semplificata PT f(L) → l'output dipende dalle variazioni del fattore lavoro= ( ) ’ In tal modo si può apprezzare il fatto che al crescere della quantità del fattoreIl lavoro utilizzato aumenta la quantità di output prodotta. Si intende per PRODOTTO MEDIO (pme) di un fattore, nel nostro caso il LAVORO, il rapporto tra l'OUTPUT ottenuto e la quantità del fattore in questione complessivamente impiegata. pme PT = L
Per PRODOTTO MARGINALE di un fattore, nel nostro caso il LAVORO, si intende il rapporto tra la VARIAZIONE del PRODOTTO TOTALE e la VARIAZIONE del FATTORE. 20pma ∆PT = ∆L
Il prodotto marginale del lavoro ha un andamento prima CRESCENTE e poi DECRESCENTE. Quali sono le ragioni di questo fenomeno? In un primo tratto, quando la quantità di lavoro applicata all'impianto è relativamente scarsa rispetto alle dimensioni date dell'impianto, i lavoratori non possono dividersi adeguatamente il lavoro tra loro e debbono svolgere tutte le operazioni possibili. È chiaro allora che aggiungendo quantità ulteriori di lavoro, l'incremento di prodotto che si ottiene è maggiore.
poiché è, 'in questa situazione il prodotto marginale è crescente possibile organizzare meglio il lavoro:.Proseguendo in questo modo si arriva però a un punto in cui i vantaggi di produttività ottenibili si esauriscono,
.Continuando a far lavorare un numero crescente di lavoratori sullo stesso impianto il lavoro non è più scarso ma al,
,Quindicontrario lo diventa l'impianto perché il processo produttivo non può essere più organizzato nel modo migliore,
' .da questo punto in poi l'incremento di prodotto dovuto a dosi successive di lavoro è decrescente ovvero il prodotto,
,marginale assume pendenza negativa. È possibile quindi rappresentare il prodotto marginale come una curva a U rovesciata prima crescente e poi " " ,decrescente. CURVA PRODOTTO MARGINALEGrafico pag6.1. 142Il prodotto marginale cresce quando aumenta la QUANTITÁ di LAVORO utilizzata nel tratto che vada a L mentre nel ’,tratto a destra di L ulteriori quantità di lavoro fanno crescere il prodotto totale ad un tasso decrescente’. CURVA PRODOTTO TOTALE Grafico pag6.2. 142 M quantità di lavoro del=punto L’’Il punto sulla curva del prodotto totale corrispondente alla quantità del lavoro L corrispondente al PUNTO di MASSIMO’del PRODOTTO MARGINALE è detto PUNTO DI FLESSO perché segna il cambiamento della curvatura da convessa a concavaverso il basso. Punto interessante sulla curva del prodotto totale è il PUNTO M corrispondente alla quantità di lavoro L Come si, ’’.noterà in questo punto la retta tangente alla curva del prodotto totale passa per l origine degli assi, ’ .La pendenza di una retta che partendo dall origine degli assi incontra in un punto la CURVA del PRODOTTO TOTALE, ’ ,rappresenta il PRODOTTO MEDIO. RICORDA la pendenza di una retta che passa per l origine degli assi.è data dal rapporto tra VARIABILE MISURATA sulla ASCISSE e VARIABILE MISURATA sulle ORDINATE. Nella figura quindi è data dal rapporto tra ML prodotto totale e OL quantità di lavoro. Ne deriva che il pme PT è uguale a LM prodotto medio. È facile osservare che nel punto il pme PT è il più alto possibile. Infatti la retta che parte dall'origine degli assi e interseca la curva PT in qualsiasi punto a destra o a sinistra di M' deve essere meno ripida rispetto a quella tangente alla curva PT. Di conseguenza, aumentando la quantità di lavoro finché rimaniamo a (6.3, 143), la curva del prodotto medio cresce a destra di L e decresce a sinistra di L. Anche la curva del prodotto medio ha un andamento ad U rovesciata. Grafico pag. 6.3, 143. È importante anche una seconda osservazione: la curva del prodotto medio ha il suo punto di massimo in...corrispondenza di L cioè in corrispondenza di una quantità di lavoro di L in relazione alla quale il prodotto marginale raggiunge il suo massimo; la pendenza della retta tangente la curva PT ci indica il suo tasso di variazione cioè il prodotto marginale; ne deriva che il prodotto marginale e il prodotto medio si incontrano in corrispondenza del punto M cioè, quando il prodotto medio raggiunge il suo massimo. Grafico pag6.4. 143L ANDAMENTO DEI COSTI NEL BREVE PERIODO; cma ∆CTCOSTO MARGINALE VARIAZIONE COSTO TOTALE= (: Y VARIAZIONE QUANTIT PRODOTTA)∆ ÁNel breve periodo l unico fattore variabile è il LAVORO. SAGGIO di SALARIO w QUANTITÁ di LAVORO LIl costo del lavoro è dato dal ( ) • ( )cma ∆wL= ∆Y∆LSe dividiamo il numeratore e il denominatore per si ottiene : wcma w= = pma∆Y l ∆Lcosto marginale costante prodotto marginale del lavoroIl è quindi il rapporto tra
una il saggio di salario w e il( ) .Grafico pag6.5. 145 22In corrispondenza del tratto crescente del prodotto marginale il costo marginale decresce, .mettere a confronto grafico pag e pag( 6.1 . 142 6.5 . 145)In corrispondenza del tratto decrescente del prodotto marginale il costo marginale cresce, .mettere a confronto grafico pag e pag( 6.1 . 142 6.5 . 145)curva del costo marginale punto di minimoLa ha un andamento a U e raggiunge il in corrispondenza della“ ”prodotto marginale del lavoro massimizzatoquantità prodotta in rapporto alla quale il è .wSe in pma aumenta la frazione diminuisce ed essendo la frazione il costo marginale quindi decresce, = , .pmawSe pma diminuisce la frazione aumenta ed essendo la frazione il costo marginale quindi cresce, = , .pma COSTI MEDI VARIABILILo stesso ragionamento svolto per i costi marginali può essere ripetuto per i .Infatti per ipotesi i COSTI VARIABILI sono rappresentati da WL dato che abbiamo assunto che solo il
LAVORO è il fattore variabile si può scrivere che: CV wL w w = Y y y / L pme 1
Il costo medio variabile ha un andamento a U esattamente opposto a quello del prodotto medio del lavoro. Il PRODOTTO MARGINALE incontra il PRODOTTO MEDIO nel punto di massimo di quest ultimo. Il COSTO MARGINALE incontra il COSTO MEDIO VARIABILE nel punto di minimo di quest ultimo. Grafico pag6.6. 146 23
Accanto al COSTO MEDIO VARIABILE è disegnato il COSTO MEDIO UNITARIO: cme = cf + cv (costi medi fissi) (costi medi variabili)
La distanza tra la curva del COSTO MEDIO e quella del COSTO MEDIO VARIABILE sarà data dal COSTO MEDIO FISSO. Il costo medio fisso decresce al crescere della quantità prodotta. Dall'altra parte è facile intuire che il perché la spesa si distribuisce su una quantità più grande di prodotto. Ne deriva che la curva del costo medio unitario corre sopra quella del costo medio variabile e ha un
andamento simile. Ma anche che la distanza tra le curve diminuisce quando ci spostiamo verso destra e aumenta la quantità2. L'ANDAMENTO