Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LR LR LR LR
Confronto fra equilibrio di lungo e di breve periodo – Un equilibrio di lungo periodo è anche un equilibrio di breve periodo: ciascuna impresa operante nel mercato
produce la quantità in corrispondenza della quale il prezzo è uguale al suo costo marginale e nessuna potrebbe ottenere un profitto maggiore cessando
l’attività. Tuttavia non è vero che ogni equilibrio di breve periodo è anche un equilibrio di lungo periodo, se le imprese ottengono un profitto economico o subiscono
perdite economiche; perché via sia equilibrio nel lungo periodo, il numero delle imprese operanti in un’industria a costi costanti deve essere tale che ciascuna
di esse ottenga un profitto economico pari a zero. Inoltre, se il prezzo di mercato è alto, i produttori otterranno profitti elevati e nuove imprese saranno
attirate verso l’industria; analogamente, un prezzo di mercato basso comporta profitto ridotti o perdite, che serviranno ad allontanare risorse dalle industrie
in cui non servono più. Infine, nel breve periodo, il prezzo deve essere uguale al costo marginale e superiore al costo medio; nel lungo periodo, prezzo, costo marginale e costo
medio coincidono, dato che il profitto economico è nullo. Breve periodo Lungo periodo
Regola del prodotto marginale: P = MC P = MC
SR LR
a meno che non decidano di cessare l’attività, le
imprese dovrebbero produrre la quantità che
soddisfa tale condizione
Regola per la cessazione dell’attività: P ≥ AC P ≥ AC
SR LR
le imprese dovrebbero smettere di produrre, se
questa condizione non è soddisfatta
Condizione per l’ingresso di nuove imprese: – P ≤ valore minimo del AC LR
finché non si verifica la seguente condizione,
nuove imprese continueranno a entrare nel
mercato
Le tre condizioni per l’equilibrio di lungo periodo implicano che MC = P – AC
LR LR
9.1.5 I prezzi dei fattori e i costi dell’industria
In un mercato perfettamente concorrenziale ogni singolo venditore non fa il
prezzo del suo prodotto, ma sono collettivamente i produttori a determinare il
prezzo; la curva di domanda dell’impresa è parallela all’asse orizzontale, mentre
la curva di domanda dell’industria è decrescente.
Anche se la decisione di ogni singola impresa riguardo alla quantità del fattore da
acquistare non influisce in misura percettibile sul prezzo, è possibile che un
aumento della quantità del fattore domandata complessivamente dall’industria ne
faccia salire il prezzo. Allora si può analizzare l’offerta di lungo periodo quando
i prezzi degli input salgono con l’aumentare del volume di produzione dell’industria. Man mano che aumenta il volume di produzione dell’industria,
aumenta anche la quantità di input utilizzata complessivamente dalle imprese che ne fanno parte. Se questo aumento della quantità utilizzata fa salire i prezzi
degli input, le curve di costo delle singole imprese (MC e AC) si sposteranno verso l’alto. Quindi, per indurre le imprese ad accrescere il volume di
produzione, il prezzo di mercato del loro prodotto dovrà aumentare; per questo motivo la curva di offerta di mercato di lungo periodo è crescente. Una
curva di offerta di breve periodo è crescente quando ogni singola impresa deve sostenere costi marginali crescenti, indotti dal prodotto marginale decrescente
del fattore variabile. Quindi è possibile che una curva di offerta di breve periodo sia crescente anche se i prezzi degli input rimangono costanti. Viceversa, quando le
imprese sono tutte uguali e i prezzi degli input rimangono costanti, la curva di offerta di lungo periodo è piatta. Man mano che cresce la quantità di input
domandata complessivamente da tutti i produttori presenti in un’industria, i prezzi degli input aumentano e le singole imprese vedono salire i loro costi di
produzione (curva di offerta di mercato crescente). Poiché il costo medio di lungo periodo cresce con l’aumentare del volume di produzione
dell’industria, si parla di industria a costi crescenti.
Trovando il punto di intersezione fra la curva di offerta e la curva di domanda di
mercato, il prezzo e la quantità di equilibrio di lungo periodo sono p e X .
1 1
Poiché la curva di offerta di mercato di lungo periodo è crescente, il prezzo
pagato ai venditori per il loro prodotto è superiore all’altezza della curva di
offerta per tutte le unità vendute eccetto l’ultima. La superficie compresa tra la
curva di offerta e il prezzo di mercato (superficie colorata, grafico B) rappresenta il
surplus del produttore, ovvero la differenza tra il prezzo che egli effettivamente
percepisce e quello minimo che richiederebbe per fornire il bene. Se il venditore
del bene è un’impresa, la rendita del produttore è il suo profitto.
Le imprese che operano in quest’industria ottengono un profitto economico pari a zero. Infatti, man mano che aumenta il volume di produzione
dell’industria, aumentano anche i prezzi degli input. In corrispondenza del volume di produzione di equilibrio, X , i prezzi dei fattori sono a un livello tale
1
che il valore minimo del costo medio di lungo periodo è esattamente pari al valore di equilibrio del ricavo medio, p (grafico A). Se le imprese appartenenti
1
all’industria non ottengono un profitto economico, allora, il surplus del produttore (grafico B) va ai venditori dell’input. Visto che il prezzo dell’input sale
man mano che aumenta la quantità che ne viene acquistata da quest’industria, anche la curva di offerta di mercato dell’input deve essere crescente.
La curva di offerta di mercato può anche essere decrescente. Una situazione di
questo tipo viene a crearsi quando, nella produzione di qualche input, utilizzato
dall’industria si ottengono economie di scala sufficiente a fare diminuire il prezzo
dell’input all’aumentare della quantità acquistata dall’industria (S decrescente). Poiché
LR
in questi caso il costo medio di produzione scende all’aumentare della quantità offerta
complessivamente sul mercato, si parla di industria a costi decrescenti.
9.2 Le applicazioni del modello concorrenziale
Una delle applicazioni del modello concorrenziale è quella di aiutare a capire come i mercati reagiscano alle variazioni delle condizioni economiche.
9.2.1 Gli effetti delle imposte
Le imposte sul valore aggiunto in genere vengono calcolate sotto forma di percentuale. Attualmente la percentuale è del 22% per quasi tutti i beni.
Un’imposta di questo tipo viene detta imposta ad valorem, in quanto il suo ammontare dipende dal valore delle merci scambiate. In altri casi, invece, le
imposte sono riscosse come somma fissa su ogni unità del bene. Un’imposta di questo tipo è detta accisa, o imposta sulla quantità (es: accisa su benzina o su
alcolici). L’incidenza di diritto di un’imposta stabilisce chi è legalmente tenuto a pagarla (l’incidenza di diritto, per l’imposta sugli alcolici, ricade sui
venditori). Ma per capire chi realmente la paghi, bisogna determinare la sua incidenza di fatto, cioè la variazione nella distribuzione del reddito
conseguente all’introduzione dell’imposta. In effetti, l’incidenza di fatto di un’imposta può essere totalmente diversa dalla sua incidenza di diritto, a causa del
processo di traslazione d’imposta.
Si supponga che, in assenza di imposte, il mercato degli alcolici sia concorrenziale e che le curve di offerta e di domanda di mercato si intersechino nel punto
e , in corrispondenza del quale il prezzo e la quantità di equilibrio sono p e X . Si ipotizzi che venga introdotta un’accisa sugli alcolici di t euro al litro e che
1 1 1
la sua incidenza di diritto sia sui venditori. L’appartenenza del punto a alla curva di offerta S implica che il prezzo debba essere almeno pari a p , per indurre
a
le imprese a offrire X litri di alcol. Dopo l’introduzione dell’accisa, il prezzo netto che i venditori devono ottenere per offrire sul mercato X litri di alcol è
a a
sempre p ; tuttavia, affinché le imprese percepiscano questo prezzo netto, i consumatori
a
devono pagare l’alcol p + t euro al litro.
a
Ripetendo lo stesso ragionamento per ciascun volume di produzione, si nota che
l’introduzione di un’accisa a carica dei venditori fa sì che, per i consumatori, la curva di offerta di
mercato si sposti verso l’alto in misura pari all’ammontare dell’imposta (t euro al litro). La curva
di offerta di mercato, così com’è percepita dai consumatori, è S’ e, naturalmente, dal
punto di vista dei venditori, la curva di offerta rimane S poiché ciò che a loro interessa è
il ricavo unitario che effettivamente ottengono. Stabilito l’andamento della curva di offerta di mercato dopo l’introduzione
dell’imposta, è possibile determinare la quantità di alcol di equilibrio, quando questo bene è gravato dall’accisa. La quantità di equilibrio dopo l’introduzione
dell’imposta è X , cioè il volume di produzione corrispondente al punto e , in cui si intersecano le curve di domanda e di offerta. Per quanto riguarda la
2 2
determinazione del prezzo di equilibrio, si noti che in presenza di un’imposta i prezzi corrispondenti al punto di equilibrio sono due: quello che pagano gli
acquirenti e quello che pagano i venditori. Il primo corrisponde all’intersezione fra la curva di domanda e la curva di offerta percepita (p2); confrontando
con il precedente prezzo di equilibrio (p1) si vede che per i consumatori il prezzo di un litro di alcol aumenta, e quindi una parte dell’onere fiscale ricade su
di loro, nonostante la legge preveda che siano i venditori a versare l’imposta. Ma parte dell’onere fiscale ricade anche sui venditori, in quanto, mentre il
prezzo loro che ricevono dagli acquirenti aumenta, il prezzo al netto dell’imposta scende da p1 a p2-t euro. Pertanto, l’incidenza di fatto di un’imposta può essere
molto diversa dall’incidenza di diritto. Si supponga ora che la legislazione tributaria sia modificata e che spetti agli
acquirenti il compito di versare l’imposta. Si consideri la curva di domanda di mercato
iniziale e su di essa il punto g: la curva di domanda indica che p è il prezzo
g
unitario massimo che gli acquirenti sono disposti a pagare per consumare X liti
g
di alcol. Ciò vale indipendentemente dal fatto che l’alcol sia gravato da
un’imposta o no. Se i consumatori tengono conto del fatto che devono pagare
un’accisa di t euro per ogni litro di alcol acquistato, il prezzo massimo che
saranno disposti a versare ai venditori per consumare X litri di alcol scenderà a p –t euro al litro. Quindi, D n