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Malattie Endemiche

Le malattie endemiche sono invece costantemente presenti in una determinata area

geografica. Un esempio di malattia endemica è la malaria in alcune zone tropicali. Anche in

Italia esistono malattie endemiche che, pur non essendo particolarmente gravi, sono sempre

presenti nelle statistiche sanitarie.

Malattie Epidemiche e Pandemiche

Se una malattia si diffonde rapidamente in una popolazione, si parla di epidemia. Un

esempio storico è l’epidemia di influenza spagnola del 1918. Se l’epidemia si diffonde su

scala globale, coinvolgendo più paesi o continenti, si parla di pandemia. Il recente caso del

COVID-19 è un chiaro esempio di pandemia.

Le malattie infettive e la loro presenza costante

Ogni anno si registrano un certo numero di casi di malattie come il morbillo, l’epatite di tipo

A, B o C e molte altre. Queste patologie sono definite malattie endemiche, ovvero malattie

che sono costantemente presenti in una determinata area geografica o in una popolazione,

sebbene con un numero relativamente stabile e limitato di casi. Tuttavia, in alcune

circostanze, si può verificare un aumento improvviso e significativo del numero di casi di una

malattia. Questo fenomeno prende il nome di epidemia.

Che cos’è un’epidemia?

Il concetto di epidemia è spesso frainteso e associato esclusivamente a un numero

straordinariamente elevato di casi. In realtà, non è la quantità assoluta di persone malate a

determinare la presenza di un’epidemia, ma piuttosto l’aumento anomalo dei casi in un

determinato contesto. Per esempio, immaginiamo una famiglia di cinque persone: se tre di

loro si ammalano contemporaneamente di una stessa malattia, si può parlare di un’epidemia

a livello familiare. Allo stesso modo, in una comunità di cinquanta persone, se cinque o dieci

individui contraggono la stessa malattia in un breve lasso di tempo, si può parlare di

un’epidemia anche se il numero complessivo di casi è limitato. Se, invece, parliamo di

un’intera popolazione cittadina o nazionale, il numero di casi necessario per definire

un’epidemia sarà molto più alto. Il concetto chiave, quindi, è il contesto: l’epidemia si verifica

quando i casi di una malattia superano significativamente il numero atteso in una

determinata area o comunità.

Tipologie di epidemie

Le epidemie possono manifestarsi in due principali forme:

1.​ Epidemie a carattere esplosivo: Questo tipo di epidemia è tipicamente associato al

consumo di alimenti contaminati o all’esposizione a un agente patogeno in un breve

periodo di tempo. Un classico esempio è un’intossicazione alimentare di gruppo: se

più persone consumano lo stesso alimento contaminato, è probabile che sviluppino i

sintomi nello stesso momento, spesso con disturbi gastrointestinali acuti.

2.​ Epidemie a macchia d’olio: Questo tipo di epidemia si diffonde gradualmente da un

individuo all’altro, come avviene per l’influenza. In passato, ci sono stati anni in cui

intere scuole e uffici si svuotavano perché la maggior parte delle persone si

ammalava contemporaneamente. L’influenza stagionale, ad esempio, si propaga con

un andamento progressivo e continuo, colpendo un numero sempre maggiore di

persone in un arco di tempo più lungo rispetto alle epidemie esplosive.

La pandemia: un’epidemia su scala globale

Quando un’epidemia si espande fino a coinvolgere intere nazioni e, successivamente, si

diffonde in più continenti, si parla di pandemia. Questo è il caso del COVID-19, che ha

colpito praticamente ogni angolo del pianeta, causando milioni di infezioni e mettendo sotto

pressione i sistemi sanitari di tutto il mondo. La globalizzazione e l’intensificazione dei

trasporti internazionali hanno reso più facile la diffusione delle malattie infettive. Oggi, nel

giro di poche ore, una persona infetta può viaggiare da un continente all’altro e trasmettere

un agente patogeno in regioni dove non era precedentemente presente. Questo fenomeno

aumenta il rischio che nuove epidemie possano trasformarsi rapidamente in pandemie.

L’importanza della prevenzione e della sorveglianza sanitaria

Molti credono che le malattie infettive siano ormai sotto controllo grazie ai progressi della

medicina e della scienza. Tuttavia, la realtà è più complessa: nuove infezioni possono

emergere in qualsiasi momento, e malattie che sembravano scomparse possono riapparire.

Le cause di queste ricomparse possono essere molteplici:

●​ Mobilità globale: come già detto, gli spostamenti internazionali facilitano la

diffusione delle infezioni.

●​ Cambiamenti climatici: l’alterazione degli ecosistemi può favorire la proliferazione

di vettori di malattie (come zanzare o roditori).

●​ Resistenza agli antibiotici: l’uso improprio di antibiotici ha portato alla selezione di

batteri resistenti, rendendo alcune infezioni più difficili da trattare.

●​ Riduzione della copertura vaccinali: il calo delle vaccinazioni in alcune aree ha

portato al ritorno di malattie che erano quasi eradicate, come il morbillo.

Per contrastare il rischio di epidemie e pandemie, è fondamentale investire nella

sorveglianza sanitaria, nella ricerca medica e nelle misure di prevenzione, come la

vaccinazione e le corrette pratiche igieniche.

Le strategie di prevenzione: la profilassi

La profilassi è l’insieme delle misure adottate per prevenire la diffusione delle malattie

infettive. Esistono diverse forme di profilassi:

Profilassi diretta

●​ Si basa su interventi che mirano a bloccare la trasmissione dell’agente infettivo,

come l’isolamento dei malati e la quarantena dei soggetti esposti.

●​ Comprende la vaccinazione, che stimola il sistema immunitario a sviluppare una

protezione contro specifiche infezioni.

●​ Include l’uso di farmaci preventivi, come la profilassi antibiotica per chi è stato

esposto a un batterio pericoloso.

Profilassi indiretta

●​ Riguarda tutte le misure volte a ridurre il rischio di esposizione agli agenti patogeni.

Tra queste vi sono il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, il controllo

della qualità dell’acqua e degli alimenti e la lotta ai vettori di malattie (zanzare, topi,

ecc.).

●​ Comprende campagne di educazione sanitaria per sensibilizzare la popolazione sulle

pratiche di prevenzione, come il lavaggio delle mani e l’uso corretto delle mascherine

in caso di epidemie respiratorie.

Il ruolo della cooperazione internazionale nella gestione delle epidemie

Dato che le malattie infettive non conoscono confini, la collaborazione tra i diversi paesi è

essenziale per contenere le epidemie e prevenire nuove pandemie. Organizzazioni come

l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) coordinano gli sforzi globali per monitorare la

diffusione delle malattie e sviluppare strategie di intervento rapide ed efficaci. Inoltre, i medici

e i ricercatori di tutto il mondo devono essere costantemente aggiornati sulle malattie

emergenti, anche quelle che normalmente non si manifestano nei loro paesi. Questo perché

un’infezione rara in un luogo può diventare una minaccia globale se non viene riconosciuta e

contenuta tempestivamente.

La mente umana e la conoscenza della verità

La mente umana è naturalmente spinta a comprendere e conoscere la verità. Tuttavia, la

conoscenza non si esaurisce nella semplice acquisizione di informazioni: esiste qualcosa di

più profondo, un’esigenza innata di andare oltre ciò che appare, di analizzare, indagare e

interpretare. Questo vale per tutti i campi del sapere, compresa l’epidemiologia, che ha un

ruolo fondamentale nella tutela della salute pubblica.

L’importanza dell’epidemiologia

L’epidemiologia è essenziale per un motivo molto semplice: solo conoscendo le modalità di

diffusione delle malattie infettive possiamo capire come difenderci e prevenirle. Qualcuno

potrebbe obiettare che, quando è scoppiata la pandemia di Covid-19, non si sapeva come

prevenirla. In realtà, le conoscenze sulle malattie infettive erano già consolidate: si sapeva,

ad esempio, che le malattie a diffusione aerea sono tra le più difficili da contenere. Di fronte

a un’epidemia di questo tipo, l’unica vera arma, a condizione che sia efficace, è la

vaccinazione. Tuttavia, sviluppare un vaccino non è un processo immediato. Non esiste uno

scienziato che, da un giorno all’altro, scopre una formula risolutiva. Al contrario, la ricerca

scientifica segue procedure rigorose che richiedono anni di sperimentazione, studi clinici e

valutazioni dettagliate. Questo vale per i farmaci in generale e, ovviamente, anche per i

vaccini.

Le incertezze e gli errori nella gestione della pandemia

Quando il vaccino contro il Covid-19 non era ancora disponibile, come si poteva ridurre il

contagio? La risposta era semplice: adottando misure di prevenzione, come l’uso delle

mascherine. In ambito sanitario, ad esempio nelle sale operatorie, le mascherine sono da

sempre utilizzate per prevenire la trasmissione di agenti patogeni dal personale medico ai

pazienti. Se si fosse data maggiore priorità alla distribuzione di mascherine adeguate fin

dall’inizio, probabilmente si sarebbero potuti limitare i danni. Purtroppo, ci sono stati ritardi e

difficoltà nella produzione e nella distribuzione, oltre alla diffusione di dispositivi non conformi

agli standard di sicurezza. Un altro errore è stato quello di sottovalutare il ruolo degli

asintomatici nella trasmissione del virus. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, all’inizio

della pandemia, aveva dichiarato che i soggetti asintomatici non erano contagiosi. Tuttavia,

col tempo si è scoperto che anche chi non presentava sintomi poteva diffondere il virus.

Inoltre, le scelte organizzative sono state discutibili: in molti casi i medici di base non

potevano visitare i pazienti a domicilio, lasciandoli in una sorta di “vigile attesa” che, in alcuni

casi, si è trasformata in un’attesa della morte. Pur riconoscendo la complessità della

situazione, alcuni errori potevano essere evitati. Molti medici hanno semplicemente seguito

le direttive dall’alto senza metterle in discussione, accettando protocolli che, col senno di poi,

si sono rivelati problematici.

La profilassi delle malattie infettive

La prevenzione delle malattie infettive si basa su un insieme di norme e misure atte a

proteggere la popolazione dal contagio. L’obiettivo principale è impedire la penetrazione e la

diffusione di microrganismi patogeni. La profilassi si divide in tre categorie principali:

1.​ Profilassi diretta: comprende le misure che agiscono direttamente sulla fonte

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Publisher
A.A. 2017-2018
11 pagine
SSD Scienze mediche MED/42 Igiene generale e applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ar.janna_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Igiene e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Calabria o del prof Amelio Mario.