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STORIA DELL’ARCHITETTURA
LEZIONE 4
01/03/24
In Francia, il Neoclassicismo si sviluppa, a partire dal 1799, per una ragione pratica. Qual è questa
ragione?
Questo porta a scegliere una serie di tipologie mutuate dalla classicità romana.
ARCO DI TRIONFO
Gli archi di trionfo vengono introdotti da Augusto. Erano utilizzati come indicazione, un segno
importante della conquista del potere. Nel caso di Parigi è l’ingresso alla città, realizzato da Chalgrin
Abbiamo un primo progetto più complesso con semicolonne che viene un po’ ridimensionato, di fatto
quando viene realizzato viene semplificato con quattro pilastri angolari. Ha un fornice principale in
inziale.
La ripresa della classicità viene introdotta da alcuni architetti, i quali realizzarono, ad esempio
l’interno di Huvè, nella parte esterna abbiamo la ripresa del tempio classico. Con il fregio, ilò timpano
e delle erampe di accesso, abbiamo una grecita nella parte esterna e l’interno riprende il tema delle
terme romane.
È tramite i due architetti di Napoleone, Charles Percier e P.F. Fontaine che si raggiunge l’apice dello
stile neoclassico in Francia.
Il casteòòop di Malmaison richiama il castello rinascimentale francese. Mentre negli arredi interni
vengono ripresi i gusti neoclassici. La scoperta della cromia porta ad avere all’interno dei colori molto
accesi, ad esempio il “rosso pompeiano”
Sia gli arredi che le decorazioni prendono la scanalatura delle colonne, i fregi, le decorazioni degli
edifici ecc.
Questi architetti sono anche artefici dei primi interventi urbanistici di Parigi, che si hanno nei primi
anni dell’800, ovvero l’apertura del rettilineo Rue di Rivoli (1803) Serviva ad unire le due sedi imperiali:
Il Louvre e le Tuileries (Magnifica serie di appartamenti (distrutti nel 1870))
J.H. Hittor è una figura di architetto archeologo, lui durante i suoi viaggi in Grecia, individua su alcune
colonne delle tracce di colore, di intonaco colorato, introduce la cromia dell’architettura classica.
Egli diceva che l’architettura classica non aveva il colore del marmo come noi la conosciamo oggi ma
avesse tutto il rivestimento con colori molto spesso accesi, questa tesi viene immediatamente
approvata come veritiera in Europa, vedremo co0me altre situazioni attestano la veridicità di quanto
J.H. Hittor affermava. Ad ulteriore dimostrazione di questa rivendicazione della conoscenza
dell’architettura classica, traspone questa conoscenza in un edificio progettato da lui con elementi
colorati, realizza a Parigi tra il n1830 e il 1846 la Chiesa di Ste Vincent de Paul, la più grande chiesa
basilicale del tempo
Interni su due ordini di colonne, colonne di ordine ionico.
o Tetto a capriate lignee
o Esuberanza cromatica: colonne color albicocca
o Capriate rosse e blu
o Superfici dorate. [Qui viene chiamato in causa il Duomo di Monreale, questo presentava dei
o mosaici fortemente caratterizzati dal colore.]
All’esterno è preceduta da un portico con frontone e due torri laterali retrostanti
Il contesto accresce grandiosità dell’edificio
o Dal 1846 le pareti del portico furono rivestite con pannelli dipinti con storie bibliche con colori
o smaltati che sono stati rimossi nel 1863
La Francia e importante anche per una funzionalità che legge le età moderna o che inizia timidamente
a leggere le infrastrutture, come ad esempio le stazioni ferroviarie. Le prime che vengono realizzate
hanno una parte funzionale, l’arrivo dei treni, i binari, la
copertura, certamente strutture e intelaiature di carattere
metallico.
Esternamente si riprende la colonna binata Michelangiolesca,
l’arco centrale. L’ aspetto esterno classico ma all’interno non
corrisponde la classicità, l’interno è caratterizzato dalla
modernità, i due aspetti non si scontrano ma cercano
un’intermediazione.
Il secondo architetto che cerca una soluzione di questo tipo è H. Labrouste, al quale viene
commissionata la biblioteca Sainte Genevieve, nel 1838, terminata nel 1850. Una configurazione
che guarda alla storia dell’architettura e del progetto.
È una biblioteca che grazie a soluzioni tecniche e innovative, cioè
l’eliminazione delle pareti interne sostituite da pilastrini in ghisa,
permette di avere uno spazio libero, non diviso da murature interne
portanti, più adatto per una biblioteca. I pilastrini sostengono questi
due archi sempre in ghisa che costituiscono l’innovazi9one principale,
una spazialità interna completamente aperta.
Labrouste utilizza per altre parti funzionali, una serie di elementi
aggiornati, per dare uno spazio rinnovato.
Realizza anche un altro spazio per la biblioteca Nazionale di Parigi, a
lui vengono commissionati i magazzini (1853), strutture interamente in
ghisa.
Alla fine, dell’800, il barocco viene ripreso dal Neoclassicismo. Perché si ritorna al barocco? Perché
nella seconda metà dell’800, Il teatro riflette la società Parigina, che in quel periodo era la più
importante in ambito artistico e architettonico.
Charles Garnier chiude il Neoclassicismo con la realizzazione del teatro,
L’Opèra di Garnier iniziata nel 1862 e concluso nel 1875, presenta colonna
binata in facciata, fregi e archivolti decorati.
L’Opèra di Garnier si inserisce nelle operazioni di modifica del contesto della
città.
L’elemento più importante del teatro non è la facciata ma il vestibolo.
La sala è uno dei punti meno riusciti, con lo spettacolo la sala perde evidenza
Garnier tratta con massima perizia tutti gli elementi, da quelli funzionali alla massa, ritmo, struttura.
NEOCLASSICO IN ITALIA
La situazione in Italia è più complessa, soprattutto dal punto di vista politico, l’Italia viene unificata nel
1861, non completamente perché il Veneto e Roma vennero aggiunte più tardi. Prima del 1870 si parla
di stati preunitari.
In aria lombarda si utilizzava il braccio Milanese, in Toscana il braccio Toscano, in Campania la canna
Napoletana, nel Lazio il piede romano ecc. Il fatto che ci fossero diverse unità di misura ci dice che
cerano modi diversi di fare architettura. L’ambito lombardo era tato interessato da un a serie di
conquiste importanti.
Nel 1713 finisce la fase spagnola e inizia il controllo austriaco del
territorio Lombardo fino al 1796, fino al 19814 dominio francese e
poi ritorna il dominio austriaco fino al 1859.
Nella prima fase austriaca abbiamo degli importanti contributi. Il
primo che governa è Carlo VI d’Austria governa dal 1711 al 1740,
egli introduce i Catasti.
Carlo VI decide di configurare il territorio in base alle
o destinazioni d’uso solo per iscritto, con Maria Teresa
D’Austria, si ha una corrispondenza sul terreno di Milano, ogni
particella corrisponde ad un pezzo di terreno che corrisponde
ad una tassa.
Su questa mappa Maria Teresa d’Austria con i diversi colori individua le diverse funzioni,
destinazioni d’uso.
La seconda questione che scardina la fase austriaca è la laicità dello stato, l’impero austriaco è
o profondamente laico; quindi, decide di sottrarre tutti i beni ecclesiastici e quindi tutte le proprietà
ecclesiastiche diventano di proprietà dello stato. Tutte le chiese, conventi ecc. diventavano luoghi
civili per funzioni di uno stato laico (scuole, manifatture ecc.)
Durante il primo periodo austriaco, figura dominante è Giuseppe Piermarini (1734-1808), egli lavora
con Vanvitelli alla reggia di Caserta. Nel momento in cui viene invitato Vanvitelli in Lombardia, lo segue
anche Piermarini e diventa architetto di stato. La figura di Piermarini diventa importantissima, non è
solo un architetto di stato ma tutto ciò che cambia in Lombardia deve avere l’autorizzazione di
Piermarini, deve avere il controllo dio tutti gli edifici della Lombardia.
Che cosa realizza Piermarini?
Si forma in Umbria, lavora a Roma, realizza il Palazzo per il principe Alberico Barbiano di Belgiojoso,
a Milano, tra il 1774 e il 1781. Introduce il Neoclassicismo in Lombardia. Il primo progetto viene fatto
nel 1770-1772. Non ha nessuna caratteristica dell’età barocca ma un prospetto rettilineo. Come
abbiamo visto nella facciata est del Louvre, abbiamo una parte spoglia, una di lesene addossate alla
parete, tracciato centrale che definisce l’asse di simmetria, ogni elemento è isolato dagli altri, ecc.
Definito classico in quanto raggiunge perfezione formale con la semplicità costruttiva.
Le sue dimensioni sono enormi, la sua dimensione diventa una componente assolutamente
interessante, un palazzo con queste dimensioni è una novità per il contesto lombardo.
Piermarini realizza anche il Palazzo Ducale che poi diventa Reale, scelto come sede del potere della
corte austriaca.
Realizza anche la villa Reale, a Monza, che ha avuto tante modifiche, per tanto di Piermarini è
rimasta la cappella e la tipologia con il corpo reale e l’estensione delle braccia che riprendono la
reggia di Versailles.
SCALA DI MILANO
Il teatro in Francia è il luogo di rappresentazione della ricchezza della società del tempo.
A Milano cera la volontà della creazione del teatro, viene realizzato il teatro emblema della ricchezza
della corte austriaca e cittadina. Diventa un modello tipologico sia per il prospetto, che viene emulato
da una serie di altre cittadine che guardano il teatro alla Scala come emblema dei teatri (Mantova,
Crema ecc.)
Perché possiamo parlare di edificio Neoclassico?
Elementi Classici:
PARTE INFERIORE: Bugnato con archi che richiamano alla classicità e a Palladio con le sue ville,
certamente una componente classica romana e Palladiana
PARTE SUPERIORE: Colonne binate, in aggetto nel corpo principiale, e paraste nelle parte angolate, di
sostegno e strutturali.
L’elemento più caratterizzante è il doppio timpano:
Sono due timpani che rimandano ai prospetti delle
chiese palladiane. (Rimanda alla chiesa di San
Francesco)
Fino al 1905 non cera nessuna piazza della scala, era
uno scorcio, poi Luca Beltrami completa il palazzo
marino e apre tutta la piazza. Ecco perché questa
piazza non è così estesa, perciò è concettualmente
molto diversa dall’Opèra di Garnier.
Ferro di cavallo, in modo tale che ci sia un’acustica molto buona.
L. Canonica è un allievo di Piermarini, che realizza l’Arena in
Parco Sempione di L. Canonica:
Forma ellittica, ripresa dal Colosseo, anfiteatro Flavio, è una
ripresa politica.
Leopoldo Pollack è un allievo di Piermarini, realizza la sede Suburbana di Milano, ovvero Villa
Belgioso poi Reale.
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