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Dante a Beatrice) come un segno della futura morte di Beatrice.
● Profezia post eventum di DANTE: tecnica narrativa di predizione di eventi futuri, i
quali però sono già accaduti—> Beatrice morì nel 1290, mentre Dante ambienta la
sua opera nel 1283.
● Oggettività delle sensazioni: Guido dice che ciò che vede non è frutto della
soggettività, ma è legato a ciò che appare ai sensi: “Vedeste secondo quello che
appare”.
● Vede il massimo godimento e la massima felicità come qualcosa che si può
provare solo se si è sottomessi alla signoria di Amore, un tema condiviso con
Dante, che parlava dei “Fedeli d’Amore”.
● Signoria di Amore: Come Dante, anche Guido riconosce l’idea che Amore è un
potere che domina tutto, e che colui che è stato “oggetto del signore forte” ha
sperimentato l’amore nella sua forma più elevata.
● Amore come assenza di dolore: Cavalcanti descrive Amore come una condizione
che vive in un luogo dove non c’è dolore, al contrario del mondo terreno.
● Rappresenta Amore come una figura che domina la mente e si inserisce nel
pensiero e nella razionalità, che Guido identifica come il luogo della giustizia—>
AMORE E RAZIONALITÀ STANNO INSIEME (quando comunemente ai giorni d’oggi
si pensarebbe che amore faccia perdere la ragione)
● Amore nel sonno: Guido immagina Amore come una presenza che arriva nel
sonno con una dolcezza tale da superare la veglia. Questo richiama la visione di
Dante, che spesso descrive incontri con Amore attraverso sogni o visioni.
● Interpretazione del gesto di Amore: (Amore che dà da mangiare a Beatrice il cuore
di Dante) Secondo Guido, questo atto simboleggia il fatto che Beatrice stava per
morire, e per questo Amore era triste. È una visione più cupa e pessimista rispetto a
quella di Dante.
● Rima “cor-cor”: Guido risponde con una rima per le rime a Dante, utilizzando il
termine “cor” in modo simile a Dante, creando una ripetizione tra le due poesie.
● Amore se ne va al risveglio di Dante
Temi centrali nella poesia di Cavalcanti
● Morte di Beatrice: Nel 1283, quando Dante scrive, non c’è alcun segno che Beatrice
stia per morire, ma Cavalcanti sembra già mettere l’accento sulla morte.
● Si potrebbe ipotizzare che Cavalcanti abbia scritto la poesia dopo la morte di
Beatrice (nel 1290), quando era chiaro che la sua visione potesse essere riletta alla
luce della tragedia.
● Profezia post eventum: Dante, nella sua finzione poetica, fa finta di prevedere eventi
futuri (come la morte di Beatrice), ma in realtà scrive con la consapevolezza che
Beatrice è già morta. Questo è un esempio di profezia post eventum, ovvero la
creazione di una previsione a posteriori per aumentare l’impatto della narrazione.
● Tema della morte nella poetica di Cavalcanti: Cavalcanti ha un’ossessione per il
tema della morte, presente in molte delle sue opere. Questo potrebbe spiegare
perché, anche in questa risposta a Dante, enfatizzi il tema della morte. L’ipotesi
potrebbe essere che Cavalcanti, sempre immerso nei suoi pensieri sulla morte,
prevedesse o sospettasse la tragica fine di Beatrice, e per questo vi ponesse
attenzione anche in questa poesia.
● Questa poesia segna l’inizio dell’amicizia tra Dante e Cavalcanti.
● La loro relazione non fu solo poetica, ma anche umana, con un profondo legame
spirituale e intellettuale, basato sulla poesia d’amore e la visione dell’Amore come
forza trascendente.
Risposta di Cino da Pistoia alla poesia di Dante
● Contesto temporale e autore: La datazione della risposta di Cino da Pistoia è
incerta. Se fosse stata scritta nel 1283, Dante avrebbe avuto solo 13 anni, quindi è
improbabile che fosse già attivo in modo significativo nel circolo poetico.
● Esistono ipotesi secondo cui la poesia potrebbe essere stata scritta in realtà da
Terino da Castel Fiorentino o, altrimenti, Cino potrebbe averla composta più avanti
nel tempo.
● Risposta per le rime: Come era consuetudine, Cino risponde rima per rima alla
poesia di Dante, mantenendo la struttura e i temi dell’opera originale, una pratica
tipica dello scambio poetico tra gli stilnovisti.
Analisi
● Istinto naturale di dichiararsi: Cino sottolinea che è un istinto naturale per ogni
uomo innamorato voler dichiarare il proprio amore alla donna amata. Questo impulso
a rendere noto il proprio sentimento è comune tra gli innamorati.
● La visione di Dante, in cui Amore offre il suo cuore a Beatrice, viene interpretata da
Cino come il desiderio di far conoscere l’amore a Beatrice.
● Interpretazione della cardiofagia: il gesto rappresenta la volontà di Dante di rivelare
il suo amore a Beatrice, facendo sì che anche lei prenda coscienza del
sentimento ≠ Cavalcanti, che, interpreta la scena come un presagio di morte: Amore
dà il cuore a Beatrice perché lei è destinata a morire presto.
● La donna “addormentata”: Cino riprende la visione di Dante dicendo che la donna
amata (Beatrice) era stata a lungo addormentata in un drappo e si trovava in uno
stato di indifferenza e inconsapevolezza—> Questa metafora si riferisce al fatto che
Beatrice, fino a quel momento, non aveva ancora provato amore per Dante o non ne
era cosciente.
● Amore allegro e piangente: Cino offre una doppia lettura del comportamento di
Amore—> inizialmente allegro perché finalmente riesce a unire i cuori di Dante e
Beatrice, creando un legame tra loro, ma piange perché ora anche Beatrice inizia a
provare le pene d’amore, soffrendo così come Dante. Prima, essendo
“addormentata”, non aveva provato alcun dolore d’amore, ma ora che ne è
consapevole, ne condivide la sofferenza.
● Reciprocità dell’amore: Cino introduce l’importante concetto di reciprocità d’amore,
implicando che anche la donna amata ha la capacità di provare amore e di vivere gli
stessi sentimenti e sofferenze che prova l’uomo.
● A differenza della visione più statica di Dante e Cavalcanti, Cino suggerisce che
l’amore non è solo un sentimento unilaterale, ma può diventare un’esperienza
condivisa da entrambi gli amanti.
In sintesi, la risposta di Cino da Pistoia offre una visione più ottimista e bilanciata rispetto a
Cavalcanti, introducendo il concetto della reciprocità amorosa e reinterpretando la visione di
Dante come una celebrazione del momento in cui Beatrice inizia a condividere il sentimento
di Dante, pur soffrendone anche lei.
Vita Nuova, Capitolo XVII—> POESIA DELLA LODA
● Introduzione di una “novità” poetica: Dante annuncia l’inizio di una nuova fase nella
sua poesia, una trasformazione che sarà evidente da questo punto in poi nella sua
opera. Si tratta di una novità che riguarda non solo il contenuto ma anche
l’intenzione del poeta.
● L’incontro con le donne: Dante vede un gruppo di donne che conosce e le osserva
per verificare se tra loro c’è Beatrice. Se Beatrice fosse stata presente, Dante non si
sarebbe avvicinato perché sarebbe stato sconvolto dalla sua presenza.
● Le altre donne si accorgono di questo comportamento e gli pongono una domanda:
“Perché guardi questa donna se non riesci a stare alla sua presenza?”. Questa
domanda porta alla rivelazione di ciò che Dante cerca realmente nel suo amore
per Beatrice.
● Funzione delle donne come “generatrici” della riflessione poetica: Le donne, in
questo contesto, svolgono una funzione generativa, attivando il poeta e facendo
emergere la sua consapevolezza. Grazie alla loro domanda, Dante prende coscienza
di ciò che vuole dall’amore per Beatrice.
● Dante non cerca più il saluto di Beatrice: Dante risponde che in passato amava
Beatrice per ottenere il suo saluto, ma ora Beatrice gli ha negato il saluto, e a lui sta
bene così. Dante dichiara che ama Beatrice per ciò che non può essere negato:
il potere di lodarla attraverso le sue parole. Non gli interessa più il suo saluto o la
sua presenza fisica, ma solo parlare di lei e lodarla attraverso la poesia.
● Da questo punto, la poesia di Dante diventa una poesia di lode per Beatrice,
inaugurando lo stile della lode o della “loda”.
Vita Nuova, Capitolo XIX
Canzone “Donne ch’avete intelletto d’amore”:
● Questa canzone si rivolge a un gruppo di donne che possiedono un’esperienza
d’amore (“intelletto d’amore”). Dante conferisce grande significato a questa canzone,
considerandola l’inizio della sua strada poetica matura.
Vita Nuova, Capitolo XX
Sonetto “Amore e ‘l cor gentil sono una cosa”
Diffusione della canzone e domanda sull’amore:
● La canzone “Donne ch’avete intelletto d’amore” si diffonde tra gli amici di Dante, che
poi gli chiedono: “Cos’è Amore?”. Gli amici sperano di ricevere una definizione di
amore dopo aver letto la canzone.
● Per rispondere alla richiesta, Dante compone il sonetto “Amore e ‘l cor gentil sono
una cosa”, ispirandosi agli insegnamenti di Guido Guinizzelli, che aveva affermato
l’inseparabilità tra amore e cuore gentile.
● Dante accetta la visione di Guinizzelli, secondo cui amore e cor gentile sono una
cosa sola. Afferma che l’uno non può esistere senza l’altro, proprio come l’anima
razionale non può esistere senza la ragione: questa è una similitudine filosofica
che rafforza il concetto dell’indissolubilità tra amore e nobiltà d’animo.
● Amore in stato di latenza: Dante spiega che Amore vive in una condizione di
latenza dentro il cuore nobile. Il cuore gentile ha sempre in sé Amore, ma a volte
dorme e a volte si risveglia.
● Ciò che risveglia Amore è il saluto della donna amata, che ha il potere di
trasformare Amore dallo stato potenziale a quello attivo (concetto filosofico del
passaggio da potenza ad atto).
● Processo dell’innamoramento: Il processo inizia con gli occhi dell’uomo, che
ricevono l’immagine della bellezza della donna e la trasmettono al cuore, dove
nasce il desiderio amoroso.
● Donna saggia e valore intellettuale: In questa visione, la donna non è celebrata solo
per la sua bellezza fisica, ma anche per il suo valore intellettuale. La saggezza
della donna quasi coincide con quella del poeta, che ha identificato la
corrispondenza tra Amore e cuore gentile (saggio=Guinizzelli)
● Reciprocità dell’amore: L’ultimo verso del sonet