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La teoria delle monadi di Leibniz
SEMPLICI, SENZA FINISESTRE QUINDI CHIUSE IN SE STESSE, INDIVISINBILI. Ogni monade è dotata di CAPACITÀ RAPPRESENTATIVA cioè ogni monade si rappresenta un punto di vista del mondo. Tale attività avviene mediante 2 gradi di conoscenza:
- APPERCEZIONE: "la coscienza interna o conoscenza" = percezione consapevole, chiara e distinta della coscienza interna;
- PERCEZIONE: "lo stato interiore della monade che si rappresenta le cose esterne" = le monadi percepiscono in modo oscuro e confuso le cose esterne.
In base al grado di chiarezza e distinzione delle loro rappresentazioni le monadi si distinguono in 3 tipi principali:
- PRIVE DI COSCIENZA (elementi inorganici)
- ANIMALI (memoria)
- SPIRITI SPIRITUALI (uomo) (elementi organici)
Per Leibniz gli animali e gli uomini sono dotati da una MONADE DOMINATE = ANIMA o ENTELECHIA (Aristotele) che permette di svolgere le varie attività. Inoltre esiste una MONADE SUPREMA cioè DIO. Dio è una
monadeperfetta se non fosse le monadi sarebbero uguali a lui.Abbiamo detto che le mandi si rappresentano un infinita varietà di punti divista dell'universo e di Dio. Perciò Leibniz si trova nella necessità diaffermare che nell'universo tutto è al proprio posto in modo armonico cosìafferma l'esistenza di un'armonia prestabilita voluta da Dio quando creòil mondo. Grazie a questa armonia vi è un accordo perfetto tra gli eventiche accadono in ciascuna monade e quelli che accadono nelle altre.DIO = OROLOGIAIO che ha armonizzato le monadiLeibniz vuole conferire al ragionamento filosofico il rigore proprio delragionamento matematico. Secondo lui, 2 sono i tipi di la verità:1. VERITÀ DI RAGIONE che si fonda sui principi di noncontraddizione e di identità (il cui predicato è già contenuto nelsogg. = il triangolo ha la somma dei suoi lati = a 180°). Questa è unaverità
1. VERITÀ DI RAGIONE che sono necessarie e il cui contrario non è possibile.
2. VERITÀ DI FATTO che sono contingenti cioè il loro contrario è possibile e fanno riferimento alla realtà. Queste verità si basano sul principio di ragion sufficiente, secondo cui tutto ciò che accade ha una ragione perché sia così e non altrimenti (ogni fenomeno ha una causa). Il principio di ragion sufficiente è identificato con Dio perché se ogni fenomeno ha una causa questa causa dovrà avere una sua causa e così via. Così Leibniz, per uscire da questo circolo vizioso, si ritrova di fronte alla necessità di identificare il principio di ragion sufficiente con Dio che ha in sé tutte le cause e quindi è l'unico causa di tutto.
LA MONADOLOGIA DI LEIBNIZ
La Monadologia (1714) è l'opera in cui Leibniz espone il suo sistema filosofico. Qui Leibniz sancisce la sua dottrina dell'armonia.
universale,prestabilita da Dio.
1. TEORIA DELLA SOSTANZA SEMPLICE (PAG 61)
a. Definizione e deduzione della monade (parag. Da 1 a 7)
Che cos'è la monade (parag. 1-2-3)? La monade è un "centro di forza", una sostanza semplice. In quanto tale, non ha parti, e dove non ci sono parti non c'è estensione. Le monadi costituiscono gli elementi ultimi (non ulteriormente divisibili) della realtà; non essendo formate di parti, non possono estinguersi naturalmente, perché in loro non può avvenire un processo di disgregazione.
La monade può nascere o estinguersi naturalmente (parag. 4-5-6)? Allo stesso modo, non possono essersi costituite a seguito di un sviluppo naturale, in quanto non possono derivare dalla composizione delle parti: esse sono state create da Dio, e soltanto Dio le può annientare.
Può la monade essere alterata nella sua interiorità (parag. 7)? Le monadi sono prive di "finestre" e dunque non
possono essere alterate da altre creature, non essendovi modo di agire direttamente sulla loro interiorità. Nelle cose composte i mutamenti derivano da trasformazione, incremento o decremento degli elementi, i quali possono subire l'azione causale degli oggetti esterni.
Il principio degli indiscernibili e le qualità della monade: percezione e appetizione (parag. Da 8 a 17)
Le monadi sono differenti le une dalle altre (parag. 9-10)? Nelle monadi tutto è già compreso fin dall'origine e non è ammessa alcuna alterazione. Ciascuna monade, poi, è differente dall'altra per le proprie qualità, in un'infinita gamma di variazioni.
Qual è il principio interno che opera il mutamento delle monadi (parag. 11-15)? Il movimento e il cambiamento delle monadi dipendono unicamente da un principio interno. Infatti, le monadi si rappresentano l'universo (o, meglio, una prospettiva di esso) mediante le "percezioni", che sono
immagini interne (anche se sbiadite e inconsce).
passaggio da una percezione all'altra, denominato "appetizione", è anch'esso dovuto a un principio interiore.
Si può spiegare la percezione in termini meccanicistici (parag. 17)? Se provassimo a entrare in una grande macchina, la cui struttura sia "pensante" e "percipiente", potremmo trovare soltanto "pezzi che si spingono vicendevolmente", ma nulla che possa rendere ragione di una percezione o di un pensiero. Leibniz ne deduce che l'attività rappresentativa può appartenere unicamente a quelle sostanze "semplici" che possiedono una natura unitaria e organica, non scomponibile come la materia inerte delle macchine.
c. Le 3 specie di monadi: entelechie, anime e spiriti (parag. Da 18 a 30)
- le entelechie, ovvero le monadi più primitive, quelle che percepiscono tutto in modo inconsapevole (esempio le piante).
- le anime, ovvero le monadi degli
esseri animati, in special modo gli animali, che possono utilizzare la memoria e percepiscono in modo più preciso.- gli spiriti, ovvero le anime degli esseri umani, che, oltre ad avere delle percezioni consapevoli ed a servirsi della memoria, possiedono la nozione di sé e la conoscenza delle verità necessarie, di quelle matematiche e del principio di non contraddizione.
2. LA CONOSCENZA SPIRITUALE E IL SUO ELEVARSI A DIO (PAG 73)
a. I 2 principi conoscitivi fondamentali: non-contraddizione e ragione sufficiente (parag. 32-32)
Su quali principi sono fondati i nostri ragionamenti (parag. 31-32)?
Leibniz, analizzando i ragionamenti umani, afferma che essi si fondano su due tipi di principi: quello di (non) contraddizione e quello di ragione sufficiente. Il primo è il principio fondamentale della logica, nel cui ambito consente di stabilire con necessità ciò che è vero (cioè che non implica contraddizione) e ciò che è falso (cioè
che implicacontraddizione). Il secondo è invece un principio in base al quale nella realtà non può verificarsi nulla che non abbia una ragione sufficiente a giustificare il fatto che sia così e non altrimenti, anche se tale ragione il più delle volte risulta oscura agli uomini.
b. Le verità razionali in generale (parag. Da 33 a 35)
Quali sono i 2 tipi di verità (parag. 33-34-35-36)? Dai due principi appena esposti derivano due tipi di verità: le verità di ragione, che sono necessarie ("il loro opposto è impossibile") e riguardano campo della matematica e della logica, e le verità di fatto, che sono contingenti ("il loro opposto è possibile") e riguardano il mondo reale. Ora, è possibile individuare la ragione di una verità necessaria grazie al procedimento di analisi, che permette di scomporre i concetti più complessi in quelli elementari non ulteriormente semplificabili.
Le verità di fatto, invece, non possono essere dedotte con necessità, e tuttavia presentano una "ragione sufficiente" a spiegarle e a giustificarne l'esistenza. Le verità fattuali e la dimostrazione a posteriori dell'esistenza di Dio (parag. Da 36 a 42) Leibniz deduce l'esistenza di Dio ricorrendo al principio di ragione sufficiente. Tutte le cose, infatti, sono contingenti, non avendo nulla in sé che renda necessaria la loro esistenza. La loro ragione deve essere cercata al di là di esse e precisamente in qualcosa di necessario ed eterno. Tale causa prima, all'origine della serie infinita degli esseri contingenti, è Dio. Dio è assolutamente perfetto, infatti la perfezione è la grandezza esatta della realtà positiva, colta a prescindere dai limiti delle cose infinite. Dove c'è Dio non ci sono limiti, perciò la perfezione è infinita. Le perfezioni delle creature derivano da Dio.invece le loro imperfezioni derivano dalla loro natura (appunto limitata).
d. Le verità eterne e la dimostrazione a priori dell'esistenza di Dio (parag. Da 43 a 46)
L'argomentazione avanzata è analoga alla precedente, dato che le verità di ragione sono essenze possibili aventi la tendenza alla realizzazione, non possiedono in sé la spiegazione della loro possibilità. Si deve allora giungere ad una verità eterna che possiede in sé la ragione della sua possibilità radicale.
3. DIO E L'ARMONIA UNIVERSALE PRESTABILITA (PAG 81)
a. La creazione dell'universo secondo il principio di convenienza (parag. Da 47 a 55)
Qual è la sostanza semplice originaria (parag. 47- 51-52)? Dio, monade suprema, ha creato tutte le monadi e le ha dotate di qualità e perfezioni in proporzione alla loro capacità ricettiva; egli, infatti, non poteva creare monadi perfette in tutto, altrimenti le avrebbe rese identiche a se
stesso. L'universo comprende dunque una gerarchia decrescente di perfezioni. È Dio l'essere in cui e grazie a cui le monadi comunicano: egli, creando ogni monade, ha presenti tutte le altre, e quindi le adatta reciprocamente. Ogni monade è attiva in quanto Dio ha tenuto conto di essa creando le altre, è passiva in quanto Dio ha tenuto conto delle altre creando lei. Qual è la ragione sufficiente della scelta di Dio (parag. 53-54-55)? Tra gli infiniti universi possibili che erano nella sua mente, Dio ha voluto il nostro, e lo ha fatto non per una scelta arbitraria, ma per una "ragione sufficiente", la quale risiede nella ricerca del "meglio" corrispondente al massimo grado di perfezione compatibile con la creazione. Dio ha scelto il meglio in base alla sua saggezza e bontà, e lo ha realizzato grazie alla sua potenza. b. Le creature come specchi vi