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Gottfried Wilhelm Leibniz, filosofo tedesco, rappresenta uno dei
protagonisti più autorevoli della storia moderna. Le sue opere hanno
lasciato una traccia molto profonda nella storia della cultura e della
scienza occidentale.
Nato a Lipsia nel 1646 e morto ad Hannover nel 1716, benché abbia
avuto una formazione di tipo umanistico si laurea con una tesi sulla
metafisica.
Nel 1676 assunse la carica di bibliotecario presso la corte di
Giovanni Federico duca di Hannover, di cui divenne consigliere. In
questa veste fece ricerche per avviare iniziative a carattere storico -
filologico che gli consentivano, uniti alle sue competenze giuridiche,
applicazioni pratiche in ambito diplomatico e politico: alla fine del
Seicento infatti si definisce l'assetto dell'Europa politica moderna e
il suo fine era di dimostrare l’unità storico-culturale della nazione
tedesca.
Ma tra i suoi interessi e progetti c'era anche quello di realizzare una
vera e propria concordia a livello europeo.
Ed è nei suoi interessi scientifici, come logica e matematica e con la
sua partecipazione alla vita pubblica che espresse la sua
concezione utopistica del mondo: le conoscenze scientifiche
dovevano per lui costituire il patrimonio comune per il progresso
della società civile, e tutti i popoli dovevano collaborare per far
progredire il mondo.
É significativo in questo senso il fatto che Leibniz si impegni a
creare una prima calcolatrice meccanica che presenta nel 1673 all'
Accademia delle Scienze Royal Society di Londra , e una seconda
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che utilizza il sistema numerico binario, base della moderna
programmazione elettronica, attraverso lo studio dei 64 esagrammi
del millenario testo cinese I Ching anche chiamato Il libro dei
Mutamenti. Questi esagrammi rappresentano per lui uno strumento
per l'elaborazione di simboli e di concetti, e Leibniz vedrà in essi
una sequenza significativa di cui renderà ragione in Explication de
l’arithmétique binaire nel 1705.
Ebbe inoltre un’accesa controversia con Isaac Newton sulla priorità
dell’invenzione del calcolo infinitesimale , che in seguito permise di
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1 . Fondata nel 1660 e il cui motto era “Nullius in verba” che ricorda la determinazione dei fondatori nello stabilire i fatti
secondo il metodo sperimentale e nel procedere della scienza in modo oggettivo, ignorando l'influenza della politica o
della religione.
2 . La controversia assunse caratteri molto aspri soprattutto a causa della rivalità e della lotta per il predominio culturale,
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risolvere molti problemi scientifici e matematici irrisolti.
Anche il suo interesse per la civiltà cinese deve essere inquadrato
nell'ottica della sua concezione della conoscenza e dello studio.
É l'idea universalistica del sapere.
Nel dibattito scaturito in Europa alla fine del Seicento portato dalla
“Querelle des Rites” la partecipazione di Leibniz è un apporto
prezioso.
Infatti questo dibattito gioca un ruolo molto importante
nell'evoluzione delle idee perché tocca presupposti teologici,
filosofici e politici in un momento molto complesso: sta avvenendo
un passaggio epocale verso l'età dell'illuminismo e il problema della
Cina sarà solo uno dei tanti di questa trasformazione, ma
estremamente importante.
Il pensiero che Leibniz ci fornisce con i suoi scritti e in particolare
con la Prefazione alla Novissima Sinica, raccolta di lettere e di
articoli da lui pubblicati nel 1697, è un grande contributo per una
nostra più profonda conoscenza del dibattito perché sappiamo che
nella formazione del suo pensiero filosofico l'attenzione per la Cina
risale alla sua età giovanile.
Ancor prima del 1670 infatti egli era in diretto contatto con alcuni
missionari dell'Ordine della Compagnia di Gesù, autori di opere sulla
Cina come per esempio Gottlieb Spizel, che scrisse il De re literaria
Sinensium (pubblicato nel 1660) e Athanasius Kircher, autore di
China Illustrata (del 1667).
Aveva inoltre letto la prima traduzione del Confucius Sinarum
Philosophus, i Canoni Confuciani, ad opera di Philippe Couplet,
pubblicata a Parigi nel 1687.
Nel 1689, durante il suo soggiorno romano, Leibniz aveva
conosciuto il padre gesuita Grimaldi, che era stato missionario in
Cina e con il quale aveva iniziato uno scambio epistolare, così
come quello molto importante con Joachim Bouvet, costituito da
una quindicina di lettere scritte tra il 1697 e il 1707 )
I missionari della Compagnia di Gesù erano arrivati in estremo
Oriente a seguito dei Portoghesi, che in poco tempo avevano
conquistato postazioni strategiche come Goa (1510) Malacca
(1511) Colombo (1518) e infine Macao (1557) nei pressi di Canton.
Uno degli aspetti che ebbe importanza duratura della presenza
portoghese fu proprio l'opera di evangelizzazione, voluta dai
regnanti portoghesi in accordo con il Papa .
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politico ed economico tra Inghilterra e Francia (Leibniz risiedé in Francia e rimase sempre in contatto con l’ambiente
culturale parigino)
3 . Quest'accordo era stato ratificato con bolle papali nel 1452, 1455, 1466, e rese pubbliche nella cattedrale di Lisbona.
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Nel 1517 ci fu l'arrivo di missionari francescani a Goa, ma l'impegno
missionario vero e proprio cominciò nel 1542 con l'arrivo dei padri
gesuiti, depositari di un ideale di chiesa militante .
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Le conoscenze sulla Cina di Leibniz venivano dunque tutte
dall'opera divulgativa dei missionari gesuiti, i quali descrivevano la
cultura cinese con la loro visione, filtrata dal loro modo di guardare
quel mondo e quella cultura. Mostrando la filosofia, la religione e la
civiltà cinese come non troppo lontana da quella cattolica,
descrivevano le qualità del popolo cinese sottolineandone
l'elevata moralità, sostenendo che l'insegnamento del
cristianesimo sarebbe stato possibile e avrebbero potuto accettarlo
perché nei loro testi classici c'erano già i segni della Rivelazione. Un
mito della Cina, quindi, ad uso europeo.
Leibniz trasmise all'Europa la conoscenza da lui acquisita tramite
questi testi e questi rapporti culturali, filtrati dai gesuiti con delle
maglie attraverso le quali la loro evangelizzazione potesse passare.
Gli scritti di Leibniz sulla Cina, come il Discorso sulla Teologia
Naturale dei Cinesi pubblicato nel 1716, e la Novissima Sinica
(1697) si collocano da un punto di vista temporale proprio durante l'
apogeo della Cina imperiale, durante il regno cioè di Kang-Xi,
imperatore della dinastia Qing che rimarrà al potere per
cinquantacinque anni, dal 1662 al 1723.
I Qing governavano la Cina dal 1644 e avevano creato un impero
ricco e potente, di lunga stabilità e prosperità, organizzato su una
produzione del commercio diversificata e caratterizzato da pace
interiore ed esteriore. L'impero che gli europei incontrarono fu
dunque una realtà economica in espansione e una società
culturalmente vivace, con basi economiche simili a quelle europee e
non, secondo la mentalità eurocentrica, un Oriente sottosviluppato
e statico.
Il sentimento di aver a che fare, per la prima volta oltreoceano, con
una civiltà comparabile a quella occidentale darà ancor più
risonanza alla “Querelle des Rites” e farà smuovere le coscienze
come quella di Leibniz, prima del divario economico portato
successivamente dalla rivoluzione industriale.
Ma Leibniz a questo proposito non ha dubbi: considera sia l' Europa
che la Cina i due poli della più grande civiltà umana e sostiene che
avrebbero da imparare l'una dall'altra per completarsi a vicenda
poiché l'Europa è superiore nelle discipline speculative, come la
Logica, la Matematica e la Metafisica, ma la Cina è superiore
nell'uso della prassi, con l'Etica e la Politica.
4 . il programma di Ignazio di Loyola venne approvato da Papa Paolo III nel 1540 con la bolla Regimini militantis
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Inoltre vede nell'imperatore Kang-Xi un modello di superiorità etica
e di virtù, rispettoso delle leggi più dei suoi stessi sudditi, umile
nell'apprendere, lungimirante in politica, saggio e prudente perché
desideroso di lasciare ai posteri un'idea di sé stesso edificante.
Una figura antitetica a quella del Principe europeo, che aveva
condiviso con il papato sia il dominio politico sia l'ideale della
cristianità ma allo stesso tempo era pervaso dallo spirito del
machiavellismo. Nonostante infatti saggezza e prudenza fossero
anche i cardini della cultura occidentale per coloro che si
dedicavano all'educazione del principe, per conservare lo Stato il
Principe si sentiva autorizzato a compiere qualsiasi azione anche se
in contrasto con la morale cristiana.
Nel parlare con ammirazione delle qualità del popolo cinese, ovvero
ordine, tranquillità e rispetto, Leibniz fa uno specifico riferimento
alla filosofia occidentale, il Leviatano di Hobbes , pubblicato a
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Londra nel 1651, nel quale si sostiene necessità della monarchia
la
assoluta visto che gli uomini non possiedono un istinto naturale che
li porti alla concordia e sono condannati ad entrare in conflitto gli
uni contro gli altri. Questo riferimento è importante perché ci
mostra il pensiero totalmente contrapposto di Leibniz, che trova
invece qualità morali valide per tutti gli esseri dotati di ragione.
Quando Leibniz cita l'imperatore Kang-Xi, che pur non conoscendo
Platone si mostra capace di recepire la Geometria in cui si possono
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intravvedere verità eterne, è ancora più chiara la sua visione della
virtù, che oscilla tra il platonismo e il cristianesimo.
La conseguenza di questa sua iniziale valutazione della Cina e della
sua importanza per la crescita culturale e spirituale dell'Europa è
sorprendente soprattutto agli occhi dell'Europa cristiana di allora
perché a suo giudizio era auspicabile uno scambio di missionari tra
Cina e Europa. Uno scambio che porti la Teologia della Rivelazione a
loro, e la loro prassi della Teologia Naturale in Europa.
Nel 1710 Leibniz aveva pubblicato i Saggi di Teodicea sulla bontà di
Dio, sulla libertà dell’uomo e sull’origine del male ( il termine
teodicea fu coniato da Leibniz e significa dottrina della
giustificazione di Dio rispetto al male presente da lui creato). In
quest’opera sostiene che “la conoscenza di Dio è implicita in ogni
spirito razionale”.
Per lui infatti esistono la Teologia Naturale, la teologia comune a
5 . Leibniz, all'opposto di Hobbes per il quale tutto deve essere