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Il dialetto policentrico e nonmonocentrico

Aquello del dialetto è policentrico e nonmonocentrico, ossia che trae la sua origine e caratteristiche da più di una posizione storica; come la lingua è in continuo contatto con ciò che la circonda. La lingua rappresenta un centro importante economico, politico e sociale, e dunque le minoranze tendono ad adeguarsi alla maggioranza centri di riferimento per omologarsi e capirsi a vicenda.

Che cos'è la comunicazione? "Comunicare" significa "mettere in comune", ossia creare uno spazio condiviso. Esistono tre tipi di comunicazione:

  1. Comunicazione in senso stretto, che prevede un emittente (quello che parla o scrive) e un ricevente intenzionali;
  2. Passaggio di informazione, che prevede un emittente non intenzionale (es. un giornalista, un scrittore) e un ricevente interpretante. Il passaggio di informazione è importante per la divulgazione, che sia scientifica o di intrattenimento. Questo processo è più lento.
e ci si può riflettere di più, ma non avendo un pubblico direttamente davanti può essere difficile azzeccare il tipo di ricevente;3. formulazione di inferenze (nessun emittente e interpretante al posto del ricevente), ossia un'interpretazione di un messaggio involontario tramite situazioni non verbali (body language, vedere se fuori c'è il sole). Comunicare è una questione di segnali, che siano volontari o no, che aiutano la trasmissione di un certo messaggio. I segnali possono essere di qualsiasi tipo: passaggio di feromoni, parole, versi, linguaggio del corpo, messaggi scritti, pubblicità, ecc. Anche gli animali comunicano attraverso messaggi vocali (latrati, fischi, cinguettii, ecc.) e fisici (coda del pavone, scodinzolio del cane), e sono capaci di apprendere dei codici attraverso degli stimoli dati dall'esterno. La comunicazione naturale è quella che realizziamo tramite la voce e il linguaggio del corpo (verbale e non verbale),mentre quella artificiale è realizzata tramite codici alternativi (scrittura, comunicazione tramite la tecnologia, ma anche codice della strada, ecc.). I segni possono essere organizzati su una scala di valore in base alla loro motivazione che va da più naturale (non intenzionale) a più convenzionale (intenzionale): 1. indici e sintomi, caratterizzati da rapporto causa > effetto (nuvole scure > sta per piovere); 2. segnali, motivati naturalmente e intenzionali (danza delle api, abbassare lo sguardo); 3. icone, rappresentazioni intenzionali e motivate analogicamente (basate su similarità di forma, riproduzioni, mappe, fotografie e quadri). Per esempio, per quanto riguarda i quadri, creare un'icona perfetta di un sovrano accentuando le sue caratteristiche migliori e, in opposizione, le caricature; 4. simboli, motivati culturalmente e intenzionali (abito nero = lutto, come ci si veste e come si portano i capelli in base alla cultura); 5.

segni, non motivati e intenzionali (sistema grafico, lingua dei segni, semaforo = fermati/vai). Il codice è l'insieme di corrispondenze, fissate per convenzione, tra l'insieme manifestante (qualcuno) e l'insieme manifestato (qualcun'altro).

come avviene la comunicazione intenzionale

ricevente

source receiver

emittente interferenze messagemessage

contenuto contenutonoise receivingtransmitting orecchie, cervellovoce, proiettore, channel devicedevicemicrofono canale vocale/auditivo

Le prìà deàa lingua

Sebbene le lingue presentino molte differenze, ci sono alcune peculiarità che le accomunano.

biplanarità

Riguarda il dominio del lessico e dà l'idea di cosa facciamo quando associamo un suono al suo significato.

La parte sensoriale che associo alla parola, ossia la sua controparte detta o scritta (es. gatto), si chiama significante; il significato è il concetto che associamo al significante, ed è prettamente culturale (es.

gatto - animale domestico, cibo, dio egizio).

Il significato col suo significante è detto segno linguistico, ossia quell'elemento complesso composto da due parti che è portatore di aspettative nella comunicazione.

Nella maggior parte dei casi il segno deve avere un referente nella realtà esterna, più o meno standardizzato dipendentemente dalla concretezza del segno.

Il referente concreto può essere utilizzato con significati alternativi (es. gatto vero, espressione "gatta morta"); nella realtà esterna può avere un significato metaforico oltre che quello concreto.

Per codice si intende l'insieme di corrispondenze, fissatesi per convenzione, fra l'insieme manifestante e l'insieme manifestato che fornisce le regole di interpretazione dei segni.

Tutti i sistemi di comunicazione sono codici.

L'arbitrarietà consiste nel fatto che non

c'è nessun legame naturalmente motivato trasignificante e significato di un segno. Ad esempio, il significante "gatto" non ha nulla a che fare, di per sé, con l'animale a cui si riferisce; i rapporti tra significante e significato sono posti per convenzione, e dunque arbitrari.

Se i segni linguistici non fossero arbitrari, le parole delle diverse lingue per riferirsi a determinati oggetti dovrebbero essere tutte molto simili (es. "gatto" si direbbe in modo simile in tutte le lingue, e il fatto che ogni tanto succede dipende dalla parentela linguistica del codice).

Viceversa, se i segni linguistici non fossero arbitrari, parole simili in diverse lingue avrebbero lo stesso significato, quando nella realtà non è così ("bello" in italiano, "bell" in inglese, "bellum" in latino).

Seguendo lo schema del triangolo semiotico, possiamo distinguere 4 tipi di arbitrarietà.

1. è

arbitrario il legame tra segno nel suo complesso e referente: non c'è alcun legame naturale e concreto, di derivazione l'uno dall'altro, fra un elemento della realtà esterna e il segno a cui questo è eventualmente associato (es. la parola "sedia" in sé non ha un legame con l'oggetto nella vita reale);

è arbitrario il rapporto fra significante e significato: non c'è legame tra il suono della sequenza di lettere "sedia" e il concetto che gli associamo;

è arbitrario il rapporto tra forma e sostanza del significato: ogni lingua ritaglia un certo spazio di significato distinguendo e rendendo pertinenti una o più unità (es. in tedesco i verbi "gehen" e "fahren" hanno due significati distinti, mentre in italiano si condensano nel verbo "andare");

è arbitrario il rapporto fra forma e sostanza del significante: ogni lingua organizza

secondo propri criteri la scelta dei suoni pertinenti, distinguendo in una certa maniera le entità rilevanti della materia fonica (es. in olandese le parole "zon" e "zoon" hanno una sostanza diversa dipendentemente dalla forma della parola). Ai limiti dell'arbitrarietà? - Onomatopee: riproducono iconicamente un suono che rimanda ad un oggetto (es. tintinnio, rimbombo, sussurrare). Sebbene presentino un aspetto più o meno iconico, differiscono spesso da lingua a lingua. - Ideofoni: sono suoni che riproducono iconicamente un significato (zac, boom, bau-bau). L'ideofono è un elemento morfologico che può essere indipendente o legato ad altre parole, che rinforza il significato della parola alla quale lo si associa. - Iconismo nella formologia: in molte lingue, ad esempio, quando bisogna indicare il plurale di un oggetto si tende ad allungare la parola. Si rappresenta quindi in maniera iconica l'idea di una pluralità di.

elementi (es. kind - kinder, child - children).

doppia articolazione

La doppia articolazione è la proprietà che caratterizza la lingua fra i sistemi di comunicazione naturale, e che consiste nella proprietà del significante di segmentarsi, articolarsi a due livelli diversi.

Abbiamo il primo livello, in cui il significante è scomposto in pezzi più piccoli che sono, però, ancora portatori di significato. Ad esempio "tavol-o" ha un primo pezzo che porta il significato di elemento d'arredo tavol- e il secondo –o che ci dice che si tratta di un solo elemento, quindi è singolare, e maschile.

Le unità minime di prima articolazione sono i morfemi, a loro volta scomponibili in pezzi più piccoli, non dotati di significato, i fonemi, le unità minime di seconda articolazione.

Dal potere delle unità di primo e secondo livello di ricombinarsi e di costruire a partire da un numero finito di elementi un numero

ma sottolinea che la forma orale del linguaggio è fondamentale e precede l'uso scritto. La fonicità del linguaggio verbale umano è anche prioritaria dal punto di vista psicologico, poiché i bambini imparano a parlare prima di imparare a scrivere. La capacità di produrre e comprendere suoni vocali è innata nell'uomo e si sviluppa fin dalla nascita. Infine, la fonicità è prioritaria anche dal punto di vista comunicativo, poiché la comunicazione orale permette una maggiore immediatezza e interazione tra gli individui. La pronuncia, l'intonazione e altri elementi vocali contribuiscono a trasmettere significati e emozioni che possono essere difficili da esprimere solo attraverso il canale visivo. La trasponibilità di mezzo nel linguaggio permette quindi la comunicazione sia attraverso il parlato che attraverso il scritto, ma è importante riconoscere che la forma orale ha una priorità e una centralità nel linguaggio verbale umano.

Perché volendo ogni lingua esclusivamente orale potrebbe essere anche scritta (quelle che non la hanno è perché non ne hanno mai avuto l'esigenza); ontogenetico, poiché ogni individuo umano impara prima (in maniera naturale e spontanea) a parlare, e solo successivamente (mediante un addestramento specifico) a scrivere; filogenetico, poiché durante il corso della storia la scrittura si è sviluppata molto dopo il parlare. Mentre le prime attestazioni giunteci di una forma scritta di lingua risalgono a non più di 5000 anni avanti Cristo, le origini del linguaggio risalgono probabilmente al tempo degli ominidi.

L'uso della lingua parlata, inoltre, presenta anche una serie di vantaggi rispetto allo scritto:

  1. Può essere utilizzata in qualunque circostanza ambientale, anche in presenza di ostacoli fra emittente e ricevente, e pure a distanza;
  2. Non ostacola altre attività, quindi si può usare in concomitanza.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
9 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gr3taa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trieste o del prof Micheli Ilaria.