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13 PARLAMI DEI COMBUSTIBILI FOSSILI

I combustibili fossili sono fonti di energia non rinnovabili che si sono formate in milioni di anni a

partire da materiale organico morto, sottoposto a pressione e calore sotto terra. I principali sono

il carbone, il petrolio e il gas naturale.

Per molto tempo, questi combustibili hanno costituito la base energetica della civiltà

industriale, soprattutto durante la Seconda e Terza rivoluzione industriale. Hanno permesso uno

sviluppo economico rapidissimo, alimentando fabbriche, trasporti e intere città.

Tuttavia, la loro abbondanza e il loro basso costo hanno portato a un consumo intensivo, senza

considerare le conseguenze ambientali. Infatti, la combustione dei fossili è oggi una delle

principali cause dell’inquinamento atmosferico e del riscaldamento globale, in quanto rilascia

enormi quantità di CO₂ (anidride carbonica) nell’atmosfera.

Inoltre, si tratta di risorse finite: una volta esaurite, non possono rigenerarsi in tempi utili per

l’uomo. Questo rende urgente una transizione energetica verso fonti rinnovabili, come il solare

e l’eolico, più sostenibili e meno dannose per l’ambiente.

Infine, i combustibili fossili hanno un forte valore geopolitico: i Paesi che ne possiedono in grandi

quantità esercitano spesso un forte potere a livello mondiale, influenzando politiche economiche

e relazioni internazionali.

14 PARLAMI DELL’ENERGIA NUCLEARE

L’energia nucleare è una forma di energia prodotta attraverso la fissione dell’atomo, in

particolare dell’uranio, un metallo radioattivo. Durante questo processo, l’atomo viene “rotto” e

rilascia una grande quantità di energia sotto forma di calore, che viene poi trasformato in

elettricità.

Dal punto di vista economico, il nucleare è molto efficiente: con piccole quantità di uranio si

può produrre grande energia, e in modo continuo, senza dipendere dal sole o dal vento. Inoltre,

non emette CO₂ durante la produzione, quindi non contribuisce direttamente al cambiamento

climatico, a differenza dei combustibili fossili.

Tuttavia, questa fonte presenta problemi ambientali e di sicurezza molto seri. I principali rischi

sono: • la gestione delle scorie radioattive, che restano pericolose per migliaia di

anni;

• la possibilità di incidenti gravi, come quelli avvenuti a Chernobyl (1986) e

Fukushima (2011), che hanno avuto conseguenze disastrose per la salute umana e

l’ambiente;

• il rischio che venga usata per fini militari.

Per questi motivi, l’energia nucleare è molto dibattuta: alcuni Paesi continuano a

investirci, altri (come l’Italia) l’hanno abbandonata dopo referendum popolari.

15 PARLANI DELLE RISORSE ENERGETICHE RINNOVABILI

Le risorse energetiche rinnovabili sono fonti di energia che non si

esauriscono durante il loro utilizzo e consumo, ma si rigenerano.

Le principali sono: EOLICA, SOLARE TERMICA, FOTOVOLTAICA,

BIOMASSA, PRODUZIONE DI BIOCARBURANTI, IDROELETTRICA,

GEOTERMICA.

L’energia eolica converte l’energia cinetica del vento in energia

utilizzabile per produrre energia elettrica. Per fare ciò si usano le wind-

farm e gli impianti eolici offshore. Tale tipologia di energia è cresciuta

molto negli ultimi anni.

L’energia solare termica è ottenuta dalla conversione termica delle

radiazioni solari. È una realtà vantaggiosa e copre circa il 70% del

fabbisogno di acqua calda di una famiglia. È possibile realizzare impianti

a grande scala: le centrali solari a concentrazione.

L’energia fotovoltaica converte le radiazioni solari direttamente in

energia elettrica. I raggi di sole vengono catturati dalle celle

fotovoltaiche che trasformano l’energia luminosa in energia elettrica. La

produzione di energia fotovoltaica rappresenta il 2% della quota

mondiale; la Cina in particolare è passata da una quota mondiale del

10% nel 2012 al 55% nel 2017. L’Italia è il quinto Paese per capacità

installata. I limiti di questa tipologia derivano dai costi elevati che stanno

però diminuendo.

L’energia biomassa sfrutta le piante, in particolare le radiazioni solari

vengono assorbite dalle foglie delle piante, l’energia luminosa diventa

energia chimica che, oltre ad eliminare anidride carbonica dall’atmosfera

per trasformarla in ossigeno, può essere usata per produrre energia.

Produzione di biocarburanti la materia vegetale può essere

convertita chimicamente per produrre biodiesel (può sostituire il diesel di

origine petrolifera) bioetanolo (combustibile liquido raffinato ad elevato

contenuto energetico) e gas metano. La produzione di biocarburanti è

aumentata con l’aumento del prezzo del petrolio.

L’energia idroelettrica converte l’energia cinetica dei flussi d’acqua in

energia elettrica; non inquina aria o acqua. Nel caso di dighe si hanno

conseguenza: a monte dello sbarramento si passa da un ambiente ad

acque correnti a uno ad acque ferme, provocando ricadute

sull’ecosistema; a valle dello sbarramento bisogna garantire una portata

minima adeguata per garantire all’ecosistema naturale lo svolgimento

dei processi biologici e fisici.

L’energia geotermica è una fonte esauribile, deriva dal vapore e dal

calore estratti dal suolo. C’è un dibattito sul fatto che sia rinnovabile o

no.

La quantità di energia derivabile dalle risorse rinnovabili dipende dalle

qualità geofisiche di un luogo. Ogni territorio ha a disposizione un proprio

potenziale energetico locale.

Altri 3 limiti che frenano le risorse rinnovabili sono: il fatto che hanno

bisogno di ampi spazi, la produzione non è continua (idroelettrica e

biomasse) e il fatto che rimane scoperto il settore dei trasporti.

L’ostacolo maggiore è il loro costo di produzione. L’aumento del prezzo

del petrolio però le rende più competitive.

16 PARLAMI DELLE RISORSE RINNOVABILI (ACQUA, FORESTE)

L’ACQUA è la risorsa vitale per definizione. La vita dipende dall’acqua

che nutre e permea l’intero geosistema. L’acqua salata rappresenta il

96% mentre quella dolce il 4%. I ghiacciai detengono i ¾ delle riserve

mondiali di acqua. A causa delle crescita demografica e dell’espansione

dell’agricoltura e delle industria e delle altre attività economiche, il

consumo di acqua dolce è costantemente aumentato negli ultimi due

secoli. L’acqua è definita “oro blu” perché il consumo pro-capite è

sempre più alto e non tutti hanno accesso a tale risorsa; si parla anche di

“mondo a secco” per questo motivo. Per valutare il fabbisogno idrico si

deve considerare la pressione demografica e il grado di urbanizzazione;

si considera anche che i consumi aumentano mentre la disponibilità di

acqua è la stessa.

L’impronta idrica indica il volume di acqua necessario per produrre beni e

servizi per la popolazione; si divide in due componenti: l’impronta idrica

della produzione e l’impronta idrica dei consumi. L’impronta idrica indica

anche il quantitativo totale di acqua consumato o inquinato per la

realizzazione di un prodotto; è un indice di sostenibilità. Si divide in:

impronta blu (indica il volume di acqua dolce sottratto al ciclo naturale) ,

impronta verde (indica il volume di acqua piovana trasfigurata dalle

piante) e impronta grigia (volume di acqua inquinata per diluire gli

inquinamenti).

Con l’aumento della popolazione è aumentato anche lo stress idrico, che

oggi colpisce anche l’Europa, aumentano così fenomeni come la siccità.

Alcune strategie per aumentare la disponibilità idrica sono: la

desalinizzazione, attingere da acquiferi fossili profondi, rigenerare le

acque reflue.

Il WATER GRABBING è la situazione in cui l’acqua diventa un bene

privato, bisogna quindi pagare un prezzo e questo viola i diritti umani e

sociali.

Le dighe hanno rappresentato una fonte energetica fondamentale perché

sono relativamente costose come impianto e servono a evitare il rischio

di alluvioni.

Una FORESTA è un terreno con una copertura arborea superiore al 10% e

una superficie di oltre 0,5 ettari, in cui gli alberi dovrebbero avere

un’altezza minima di 5 metri nella fase di maturità. Queste offrono dei

servizi ecosistemici essenziali per la nostra vita. Coprono il 31% della

superficie terrestre; tale dato è in calo a causa della deforestazione,

dovuta alla crescente pressione demografica, che richiede un maggiore

bisogno di cibo e quindi più ettari coltivabili, ma anche dal bisogno di

materia prima (legno) per le attività industriali. I danni della

deforestazione sono: l’aumento dell’effetto serra, l’aumento della

desertificazione, l’aumento dell’erosione e delle frane, l’aumento dei

danni agli ecosistemi e quindi anche ai bacini idrici, e la diminuzione

delle risorse per la popolazione locale.

17 PARLAMI DELLE RISORSE MINERARIE

Sono risorse non rinnovabili, si distinguono in: combustibili minerali

(petrolio, carbone e gas), minerali metalliferi (ferro, rame, zinco, ecc.),

minerali non metalliferi (zolfo, argilla, pietra, marmo, sabbia, ecc.). La

nascita dei primi insediamenti industriali è stata favorita dalla

disponibilità di giacimenti minerari, in questi territori si è avviato un

processo di specializzazione produttiva che nel corso del tempo ha dato

vita a delle regioni minerarie specializzate nell’estrazione e

nell’esportazione di queste risorse. L’impatto sul paesaggio è devastante,

così come il problema dello smaltimento dei materiali di scarto (roccia) e

dell’acqua utilizzata per l’estrazione dei metalli. Questo perché la

richiesta di minerali è andata di pari passo con l’industrializzazione; le

grandi imprese minerarie hanno quindi cercato nuove tecnologie per

intensificare l’estrazione abbassando i costi. La localizzazione dei

minerali importanti per l’attività industriale dipende dalla conformazione

geologica della crosta terrestre che varia da regione a regione rendendo

la distribuzione geografica disomogenea, ne deriva una netta

separazione tra luoghi di consumo e luoghi di estrazione.

Il settore minerario globale è caratterizzato da: forte crescita delle

esportazioni, progressiva riduzione del costo di trasporto che ha

permesso di abbandonare i giacimenti minerari delle prime regioni

industriali in esaurimento per investire nei nuovi giacimenti minerari,

estensione a scala globale delle aree di estrazione e miglioramento della

resa dei giacimenti, costo di estrazione, diffusione dell’attività estratti

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/02 Geografia economico-politica

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