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Principi dell'abrogazione delle norme giuridiche
- RIGUARDA ESCLUSIVAMENTE FONTI DI PARIGRADO.
- È un criterio naturale (fisiologico→ genera l’abrogazione) dell’ordinamento che risponde all'innovazione dellostesso.
- In caso di contrasto tra norme si deve preferire quella più recente a quella più antica che viene ABROGATA
- Si arriva così a parlare di efficacia: consiste nell’idoneità di un fatto o di un atto a produrre effetti giuridici, cioè acostituire, modificare o estinguere situazioni giuridiche (per esempio è efficace una legge dopo il vacatio legi).
- Affermato questo si arriva oltre ad affermare che suddetta abrogazione ha VALIDITÀ NON RETROATTIVA = ossiadispone effetti solo per il futuro, non è valida per il passato (ex nunc)
- Principio codificato dall’art.11 delle “preleggi”: la legge dispone solo per l’avvenire e per questo non ha effettoretroattivo
L’effetto abrogativo può...
però essere prodotto sotto 3 ipotesi (elencate nell'art 15 delle "Preleggi"):
- Espressa: per dichiarazione del legislatore
- Tacita: fatta quando una fonte si sostituisce in tutto e per tutto a una disciplina prima regolata da altra fonte
- Implicita: poiché la nuova legge regola l'intera materia già regolata dalla legge anteriore
Sono abrogazioni diverse perché:
- La prima è il contenuto di una disposizione (ciò che dice il legislatore erga omnes: vale per tutti) - disposta da legisl
- È il giudice protagonista (il legislatore non si è preoccupato di sostituire vecchie disposizioni con nuove). È il giudice che deve ritenere che prevalga la norma successiva perché questa è la conseguenza di un principio fondamentale, il quale dice di preferire la norma più recente e di considerare la vecchia come abrogata. Le operazioni intellettuali (interpretazione) del giudice valgono solo
dall'abrogazione è la deroga = restringe il campo di azione di una norma. La differenza tra abrogazione e deroga sta nel fatto che la norma abrogata perde efficacia per il futuro, e può riprendere a produrre effetti soltanto nel caso in cui il legislatore emani un ulteriore disposizione che lo prescriva (riviviscenza della norma abrogata); la norma derogata invece non viene "eliminata", non perde la sua efficacia, ma viene esclusivamente limitato il suo campo di applicazione. Simile alla deroga è la sospensione che limita per un certo periodo il campo di azione di una norma. Le leggi sono sempre non retroattive, è possibile però che il giudice si trovi a regolare una fattispecie riconducibile al passato per cui si può riesumare la norma abrogata.
CRITERIO GERARCHICO ANNULLAMENTO
- fonti su livello diverso contrariamente a quello cronologico (lex superior derogat lex inferior)
questo criterio presuppone l'esistenza di un
Rapporto di validità tra le fonti del diritto. Si rifà alla piramide: la Costituzione sta in alto perché sono le fonti più importanti che danno i criteri di validazione rispetto alle fonti che stanno sotto e quelle primarie danno validità alle fonti che stanno sotto. Legge e atti aventi forza di legge rispondono alla costituzione, e le secondarie rispondono alla legge e atti aventi forza di legge (a loro volta conformi alla costituzione). La prevalenza della norma superiore rispetto a quella inferiore si esprime attraverso l'annullamento che è l'effetto di una dichiarazione di illegittimità che un giudice pronuncia nei confronti di una norma. A seguito della dichiarazione di illegittimità, la norma perde la sua validità → come se quella disposizione non fosse mai esistita nell'ordinamento. L'atto invalido è un atto viziato, ed i vizi possono essere di due tipi:
- Vizi formali: riguardano la forma dell'atto,
- Vizi sostanziali: riguardano i contenuti di una disposizione, quindi le norme.
L'ANNULLAMENTO È RETROATTIVO: cancella le disposizioni come se non fossero mai esistite tranne per i rapporti giuridici chiusi (ossia quando non può essere portato avanti da un giudice)
Perché? L'annullamento è il risultato di una patologia dell'ordinamento (non è naturale, fisiologico) contrariamente al criterio cronologico in cui l'abrogazione (aspetto naturale dell'ordinamento che non nasce dall'errore ma dalla necessità) risponde all'esigenza di rinnovare l'ordinamento quando serve.
Retroattivo: gli effetti retroagiscono, è come se non fosse mai esistito e travolge i rapporti giuridici in essere.
QUINDI l'annullamento non opera solo ex nunc ma anche ex tunc (ma limitatamente ai rapporti precedenti o aperti in contrapposizione ai rapporti
esauriti o chiusi i quali non possono più essere dedotti davanti al giudice)X ieri mi ha venduto una casa, abbiamo sottoscritto un contratto (è un rapporto giuridico ancora vivo) ma se viene modificata una leggepotrebbe toccarmi
NB: Se una norma nuova di grado inferiore, contraddice una norma vecchia di grado superiore, non ci potrà essere abrogazione della norma superiore da parte della norma inferiore, ma annullamento di quest’ultima. IL CRITERIO GERARCHICO DUNQUE PREVALE SU QUELLO CRONOLOGICO!!!→CRITERIO DI SPECIALITÀ DEROGA o SOSPENSIONE
- si applica la legge speciale ma permane quella generale. Essa dice che ci sono delle norme speciali che disciplinano determinate fattispecie.
- È contemplata l’ipotesi in cui la norma speciale può essere in contrasto con norme generali che disciplinano per aspetti marginali un ambito particolare.
Esempio:Una norma che vieta la circolazione degli autocarri (derogante /speciale) deroga a
una norma più generale (derogata) che permette la circolazione dei veicoli a motore. La prima fa riferimento ad una classe, gli autocarri, che è inclusa nella classe alla quale fa riferimento la seconda, i veicoli a motore, ed è più specifica di questa. → la normativa speciale andrà a prevalere su quella generale poiché si presuppone che il legislatore quando ha voluto disciplinare in modo specifico una questione l'abbia fatto andando a individuare criteri non derogabili da situazioni di carattere generale.
È l'interprete che risolve l'antinomia con questo criterio che è inter partes → CRITERIO DI COMPETENZA ANNULLAMENTO
NON È UN CRIT. PRESCRITTIVO (=che impone qualcosa, come i 3 precedenti) MA È ESPLICATIVO: serve a spiegare com'è organizzato il sistema delle fonti e non ad indicare all'interprete come risolvere le antinomie.
ci spiega che la gerarchia delle
fonti non basta più a darci il quadro esatto del sistema perché all'interno dello stesso grado gerarchico, vi sono atti che hanno la stessa posizione gerarchica, quindi la stessa forza. Esistono quindi delle suddivisioni non spiegabili in termini di "forza", bensì spiegabili in termini di "competenza". Tale criterio è spesso assunto dalla Corte Costituzionale come criterio che deve guidare i giudici in alcune situazioni, quali i rapporti tra atti normativi statali ed atti normativi regionali, oppure quando ci si trova di fronte al contrasto tra una norma dell'ordinamento italiano ed una dell'ordinamento europeo. Nelle fonti primarie il soggetto competente ad applicarle lo stabilisce la costituzione, nelle fonti secondarie, come i regolamenti, chi le disciplina lo troviamo nella legge. Es: tutto il potere regolamentare del governo è disciplinato dalla legge, quello delle regioni è disciplinato dagli statuti.regionali. Comunque esistono variegate forme di regolamento: in base all'aggettivo che si affianca al termine, infatti, siottiene una fonte diversa. Se, ad esempio, parliamo di regolamento governativo, ci riferiamo a una fontesecondaria; se, al contrario, diciamo regolamento parlamentare, citiamo una fonte primaria).
La legge 400 del 1988 (art. 17) definisce le procedure tramite cui bisogna approvare il regolamento governativo. Tale regolamento, trovando la propria disciplina attraverso una legge, quindi tramite una fonte primaria, costituisce dunque una fonte secondaria. Da ciò si evince che non esiste mai un rapporto diretto tra costituzione e fonti secondarie, poiché esse sono sempre intermediate da una fonte primaria.
Risponde al criterio di competenza anche il seguente istituto: RISERVA DI LEGGE E PRINCIPIO DI LEGALITÀ
Riserva di legge: di solito quando trovo "previsto dalla legge in un articolo" è al 99% una riserva come es art
65 è un istituto giuridico di garanzia previsto dalla costituzione che riserva alla disciplina della legge (e non a fonti secondarie) la disciplina di alcune materie particolari. Quasi tutti i diritti fondamentali e questioni delicate sono affiancati dalla riserva di legge. Ha una funzione di garanzia in quanto vuole assicurare che in materie particolari (come quelle dei diritti fondamentali del cittadino) le decisioni vengano prese dall'organo più rappresentativo del potere sovrano ossia il Parlamento. I nostri costituenti hanno istituito questo istituto soprattutto dopo l'esperienza del fascismo nel quale il governo fascista per affermare il governo autoritario si impadronì della disciplina di molte materie (che deal w/ libertà di espressione, libertà di esercizio politico) grazie alle leggi fascistissime. (iter funzionale per instaurare un sistema liberticida). Si sentì allora la necessità di mettere al riparo le libertà.
fondamentali e regole penali (che hanno a che fare con ambiti sensibili) affidandole esclusivamente alla legge→ può intervenire in quella materia specifica solo ed esclusivamente il parlamento