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DIRITTO ROMANO
Il diritto romano fu comune per tutta l'Europa per un grande periodo. Le sue categorie sono: persone, cose, azioni processuali. Le cose si dividono in diritti reali (diritti di una cosa), diritti personali (diritti verso una persona), diritti personali di natura reale (che si divide in: diritto di famiglia e diritto delle successioni).
Per Kant, e poi per tutta la tradizione moderna, la persona è l'uomo, che è un soggetto giuridico dotato di diritti personalissimi inviolabili, se vengono violati si viola la sua integrità morale.
SAVIGNY CRITICA SCUOLA FILOSOFICA
Savigny scrisse un'introduzione di una rivista in cui parlava della scuola storica (di cui faceva parte) e della scuola astorica (che sarebbe la scuola filosofica). La definisce così per far capire che la sua scuola storica è più importante, perché l'altra parlava solo di cose inutili come "diritto naturale" (importante nel 600 e ormai superato), filosofia e...
buonsenso(espressione poco importante)”(astorica per affermare che manchi la storia).
THIBAUT CRITICA A SAVIGNY
THIBAUT: critica Savigny affermando che la sua scuola non gli va bene che venga definita come astorica, perché non hanno mai disprezzato la storia, ma preferirebbe come scuola storico-filosofica (da qua poi deriva il nome scuola filosofica) e l’altra scuola meramente storica.
SCUOLA FILOSOFICA ZACHARIA, THIBAUT, HEISE
SCUOLA FILOSOFICA: scuola creata da giuristi, ne facevano parte:
- ZACHARIA (nel 1795 scrisse il trattato “sulla trattazione scientifica del diritto romano privato” in cui afferma che bisogna trattare in modo scientifico il diritto romano per ricondurlo ai suoi di principi generali)
- THIBAUT (nel 1803 scrisse il trattato “sistema del diritto delle pandette” che veniva usato da lui a lezione. Le pandette sono il digesto del corpus iuris, quindi la raccolta di tutto il sapere dei giuristi romani. Thibaut in questo suo trattato afferma che
Il dover trattare in modo scientifico, come ha detto Zacharia, doveva essere fatto attraverso un sistema, cosa che rimase importante per tutto l'800), 3. HEISE (nel 1807 scrisse il trattato "lineamenti di un sistema di diritto civile comune ad uso delle lezioni sulle pandette". Quindi entrambi hanno fatto riferimento alle pandette, Thibaut limitandosi a interpretare il diritto romano, Heise invece, a lezione attraverso le pandette, cerca di costruire un sistema di diritto civile nuovo che potrebbe essere il diritto civile di una nuova codificazione della Germania. Il sistema elaborato da Heise si divideva in: parte generale, diritti reali, rapporti di obbligazione, diritti di famiglia, diritto delle successioni → questa ripartizione venne ripresa poi nel 900 nel codice civile tedesco).
Questi autori che si collegano all'idea di sistema si erano ispirati a Leibniz che diceva che "il diritto si identifica con un sistema di proposizioni giuridiche dotate di"
verità", l'influenza di Leibniz è così forte da arrivare fino a Savigny che parlò di sistema inteso diversamente rispetto all'idea che avevano avuto quelli della scuola filosofica. DIFFERENZA DELLE SCUOLE TRA LA CODIFICAZIONE DIFFERENZE TRA LE DUE SCUOLE: le due scuole insistevano entrambe sia sull'idea di sistema e sia su quella della storia, la cosa che le divide è l'idea della codificazione della Germania. Infatti la scuola storica non voleva una codificazione, mentre la scuola filosofica si. METAFISICA DEI COSTUMI SCIENZA GIURIDICA KANT METAFISICA DEI COSTUMI KANT: a fine '700 interviene Kant dicendo che la dottrina giuridica è l'insieme delle leggi per le quali è possibile una legislazione esterna che riguarda il diritto (quella interna la morale) (noi non siamo molto d'accordo con questa affermazione perché l'insieme delle leggi deve essere il codice, che poi viene interpretato con la prassi).La dottrina del diritto distingue tra diritto positivo e diritto naturale. Afferma che se la legislazione esterna è reale, cioè esiste concretamente in uno stato, allora parliamo di diritto positivo, e lo studioso di esso è il "giureconsulto" (giurista che da consigli agli esecutori del diritto). Invece il "giurisperito" è colui che non ha solo la conoscenza generale ma anche gli aspetti di applicazione, quindi la applica, e dal momento in cui viene applicata diventa giurisprudenza (quando il giudice la applica). Kant afferma che senza tutte queste caratteristiche affermate sopra abbiamo la scienza giuridica (diritto naturale), di cui si occupano i filosofi, che è indipendente dall'attività dei giuristi. Invece del diritto positivo si occupano i giuristi (questa cosa che disse fu molto offensiva per i giuristi). Quindi per Kant la conoscenza empirica del diritto è il diritto positivo e ce l'hanno i giuristi, mentre la conoscenza a priori del diritto è il diritto naturale e ce l'hanno i filosofi.
L'hanno i filosofi. Kant poi afferma che i giuristi sono senza cervello perché si occupano solo di diritto positivo. Per lui i giuristi possono solo far conoscere ciò che vale in un certo luogo e in un certo tempo (diritto positivo), i filosofi possono anche dire se la situazione/legge fosse giusta o sbagliata. Es. schiavitù → se però il giurista abbandona i principi empirici può sottoporsi all'attività del filosofo, occupandosi del problema.
CRITICA METAFISICA DEI COSTUMI molti non accettarono quello che disse Kant: Zacharia ("la scienza è scienza giuridica nella misura in cui si occupa del diritto che l'uomo ha virtù di un atto arbitrario"). Per Zacharia il diritto si identifica con il diritto positivo che si occupa della scienza giuridica, e secondo lui essa deve essere svolta dai giuristi.), Thibaut ("la scienza è scienza giuridica nella misura in cui sistematizza il diritto legislativo").
Afferma che la scienza giuridica si occupa del diritto positivo, cioè del diritto legislativo), Kohlschutter (“la scienza è scienza giuridica nella misura in cui si occupa di ciò che storicamente è il diritto, e dunque si occupa del diritto positivo”. Per la prima volta compare il riferimento alla storicità del diritto, e afferma che il diritto positivo è un diritto storico), Hugo (“la scienza giuridica è scienza del diritto positivo, ma il diritto positivo non si identifica con la legge”. Afferma che la scienza giuridica è scienza del diritto positivo, ma il diritto positivo non si identifica con la legge ma con la scienza giuridica). HUGO DIRITTO POSITIVO HUGO: scrisse un trattato (1798): “manuale del diritto naturale inteso come una filosofia del diritto positivo ed in particolare del diritto privato” → qui quindi si parla di diritto naturale come una filosofia che riguarda il diritto diritto positivo
(il primo che introduce la filosofia del diritto fu Hegel). Capiamo quindi che il diritto naturale viene ridotto a diritto positivo, quindi più che essere un manuale di diritto naturale è un manuale di diritto positivo. Hugo, nonostante sia precursore della scuola storica, parla di "conoscenza razionale per mezzo di concetti" perché ha ancora un pensiero ancorato alle idee del 700 (ragione) → la conoscenza razionale di cui parla ha a che fare con il diritto positivo già esistente, e attraverso i concetti si chiarisce questo diritto già esistente. In più gli interessa ciò che può essere di diritto. La filosofia del diritto/scienza giuridica quindi non è più parte della filosofia ma del diritto, che deve essere diritto positivo, e se ne occupano i giuristi. Infine afferma che se si vuole uno stato basato sulla tirannia, allora bisogna tenere l'idea che superiore ad ogni cosa ci sia la legge, se invece si vuole
Avere qualcosa di diverso il diritto deve essere liberamente accettato dal popolo e bisogna accettare che non possa occuparsi di tutto con le leggi espresse, e quindi il diritto positivo si deve identificare con la scienza giuridica, quindi bisogna porre al centro l'attività dei giuristi della scienza giuridica.
CODIFICAZIONE THIBAUT SCUOLA FILOSOFICA
THIBAUT NELLA CODIFICAZIONE: spiega la sua posizione in un pamphlet "la necessità di un diritto civile per la Germania" dice che secondo lui era il momento giusto per creare un codice unico per la Germania (perché viveva a Heidelberg), Savigny era contro a questa idea perché (lui viveva dalla parte di Berlino) un codice dalla sua parte territoriale era stato appena creato (codice prussiano) e quindi non trovava un senso al doverne creare un altro. Thibaut argomenta la sua tesi affermando che non aveva senso avere due tipi di diritto, perché se ci fossero state delle contrattazioni con una persona
Che non vive dalla mia parte non si saprebbe quale diritto utilizzare. Anche se le due zone studiassero i diritti reciproci resterebbe il problema che il diritto è incompleto e quindi comunque si farebbe riferimento a un diritto straniero (diritto romano) (comunque Thibaut non vuole l'unificazione geografica ma solo un'unificazione riguardante il codice).
CODIFICAZIONE/DIRITTO SAVIGNY SCUOLA STORICA
SAVIGNY NELLA CODIFICAZIONE (1814): scrisse "la vocazione del nostro tempo per la legislazione e la giurisprudenza". Savigny ha un'impronta romantica nel diritto (che sta alla base della scuola storica) perché nell'800 il periodo è quello del romanticismo, esso cambia completamente mentalità del popolo e diventano centrali i fenomeni irrazionali (sentimenti).
Nel romanticismo si affermava che non andava più bene parlare di diritto universalmente vincolante, perché ogni stato deve mirare all'identificazione nei propri valori/costumi/consuetudini.
Savigny afferma che dovunque noi troviamo una storia documentata, il diritto è il primo elemento fondamentale del popolo come la lingua, i costumi. Le caratteristiche di un popolo se le osserviamo dall'esterno ci sembrano un qualcosa di separato, però per quel popolo sono un qualcosa di spontaneo. Ciò che mette insieme le caratteristiche di un popolo (lingua, costumi) è la comune convinzione, il popolo viene tenuto insieme dal sentimento di necessità interiore. Dalla visione di Savigny viene esclusa la volontà del legislatore, il diritto deve nascere da un sentimento di necessità interiore, quindi il diritto deve nascere dal popolo. Infine quindi non c'è più spazio per un diritto unico, il diritto non deve essere una costruzione artificiale della ragione, ma un prodotto della storia che si sviluppa come tutti i fenomeni sociali (lingua, costumi) "diritto come organismo vivente che si evolve nel tempo".Savigny il diritto vive nella spontaneità naturale e questo è un problema, perché non può essere così in una società