Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 10
Filosofia - Dall'inizio a Parmenide, prima parte Pag. 1 Filosofia - Dall'inizio a Parmenide, prima parte Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 10.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filosofia - Dall'inizio a Parmenide, prima parte Pag. 6
1 su 10
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LA RIFLESSIONE ETICO-POETICA DEI POETI

Le prime forme di poesia e filosofia erano molto legate alle divinità e alla religione.

Infatti i primi poemi (Omerici) trattavano di questi argomenti.

LE DIVERSE CONCEZIONI DELLA FILOSOFIA PRESSO I GRECI

Il filosofo è colui che basa la sua vita sull’arte del pensare, del ragionamento.

Quindi il filosofo non è una persona comune che si affanna nel lavorare, ma è un uomo

distaccato dalla vita stessa dove, al suo tempo, è basato sullo studio, sulla

contemplazione e sul dare dei consigli. Ma in realtà il filosofo svolge un’attività

individuale, quindi ha una visione del mondo contemplativa perché non va a

lavorare, non ha il peso di una famiglia da dover portare avanti. Ma la sua attività è

intellettuale, si serve di un gruppo di seguaci che lo circondano creando una scuola

che trascrivano le sue idee, i suoi scritti. Esso viene anche venerato come se fosse un

dio vivente.

La filosofia comparve in Italia grazie a Pitagora dove creò la sua prima scuola a

Crotone.

In Grecia, il filosofo era il saggio per eccellenza (colui che sa dare i consigli). Ma per

dare i consigli deve essere istruito, che abbia capacità intellettive diverse dagli altri. In

Grecia però non bastava essere sapiente soltanto dal punto di vista intellettuale, ma

anche saper dare dei consigli morali. Per cui il saggio non era soltanto quella figura

che meditava e contemplava, ma che poi era capace di dare consigli per fare

delle leggi che dovessero favorire il benessere del popolo. Ad Atene era nata la

polis quindi c’era bisogno di chi guidasse il popolo affinché ci fosse una maggiore

giustizia e uguaglianza sociale. Ecco perché il filosofo non è soltanto colui che fa

filosofia, ma assume anche il dovere di guidare il popolo, capace di dare degli

insegnamenti morali e di far discutere il popolo sulle leggi politiche ti hanno poi un

riscontro anche sulle leggi morali.

LE SCUOLE FILOSOFICHE GRECHE

Lo studio della filosofia in Grecia assunse la forma di una ricerca associata dal

momento in cui questo tipo di sapere era trasmesso e sviluppato nelle scuole che

erano fondate dai principali pensatori. Fatta eccezione per la scuola pitagorica, tutte

le scuole furono dei centri di ricerca. La ricerca filosofica non chiudeva l'individuo in

se stesso anzi sviluppava una comunicazione con gli altri.

I PERIODI DELLA FILOSOFIA GRECA

Si distinguono in cinque periodi:

• Periodo cosmologico, problema di rintracciare l'unità che garantisce l'ordine

del mondo;

• Periodo antropologico, problema dell’uomo;

• Periodo ontologico, problema dell'essere e dal suo rapporto con l’uomo;

• Periodo etico, problema della condotta dell’uomo;

• Periodo religioso, problema di trovare la strada per il ricongiungimento

dell'uomo con Dio.

LE FONTI PER CONOSCERE LA FILOSOFIA GRECA

Le fonti attraverso le quali conosciamo la filosofia greca sono di due tipi:

• Le opere e i frammenti, di cui solo di Platone ci sono rimaste opere intere;

• Le testimonianze di scrittori posteriori.

Quest’ultime si dividono in:

• Platone e Aristotele;

• I dossografi, cioè gli scrittori che hanno riportato le opinioni dei vari filosofi

Vite e dottrine dei filosofi

Il primo tra i dossografi è Teofrasto e le “ ” dello scrittore

greco Diogene Laerzio.

I PRIMI FILOSOFI

presocratici

Essi sono i che si occupavano della natura e della realtà. Dopo arrivano

presofisti

i che si occupavano sia dell'universo ma iniziano interessarsi anche

dell'uomo. Essi si dividono in scuole e tendenze:

• Fisici ionici, scuola di Mileto;

• Pitagorici, scuola di Pitagora;

• Eraclitei, seguaci di Eraclito;

• Eleati, scuola di Elea;

• Fisici pluralisti.

Essi si concentrano sul problema della realtà. Quindi i temi dominanti della filosofia

presocratica sono quello cosmologico (cosmo) e quello ontologico (essere).

LA SCUOLA DI MILETO

La scuola di Mileto, si sviluppò nella Ionia. Era una civiltà di commercianti che

facevano tanti scambi commerciali e avevano molte relazioni con l’esterno. Quindi

grazie a questi scambi continui hanno creato una nuova cultura, dove emergono

nuove figure di intellettuali (filosofi, tecnici, scienziati). Tra questi si hanno i primi

arché

filosofi che incentrano il proprio pensiero filosofico sull’ (principio della terra).

Infatti essi si dividono in tre tipologie di pensiero:

• Monismo: coloro che identificano l’arché come un’unica sostanza;

• Ilozoismo, coloro che pensano che l’arché sia una sostanza che ha forza e

movimento;

• Panteismo: identificano l’origine del mondo alle divinità.

E tra questi si hanno Talete, Anassimandro e Anassimene.

TALETE

Talete, oltre ad essere un filosofo, era anche un politico, astronomo, matematico e

fisico. arché

Lui identifica l’ sostanza primordiale nell’acqua, che stava al di sotto della terra,

che la sosteneva.

ANASSIMANDRO

arché apeiron

L’ , Anassimandro, lo individua nell’ , una sostanza informe (non ha

una caratterizzazione) da cui tutto nasce e tutto deve tornare alla fine del suo ciclo.

Troviamo le leggi contrastanti (caldo - freddo, secco - umido) che pian piano vanno a

formare l’essere e appena una cosa nasce è già stabilita la durata e la morte quindi il

ritorno all’aperion. Per esempio nel ciclo della vita si nasce, si cresce e si muore.

Quindi questo ciclo è già stabilito, ogni trasformazione deve per forza cessare.

Anassimandro, da questa sostanza infinita, ha ipotizzato che ci fosse un mondo che si

creava e finiva ma non uno alla volta, anche molti contemporaneamente.

arché

Mentre Talete identifica l’ nell’acqua, lui lo identifica quindi in una sostanza

(apeiron)

informe che ha una propria forza e, se separata, genera infiniti mondi

per un ciclo continuo.

Lui la terra la vede ciclica che volteggia nel mezzo nel mondo e che non può

essere sostenuta da nulla.

Inoltre pensa che gli uomini non siano nati per mano divina, bensì all’interno dei

pesci. Essi li nutrivano e una volta diventati autonomi li buttavano dall’acqua e sono

diventati esseri terresti. Loro seguivano la teoria della reincarnazione: si sono

reincarnati nei pesci perché da solo non sarebbe stato in grado di crescere, di vivere.

ANASSIMENE

Anassimene identifica come Talete la sostanza primordiale in un’unica sostanza cioè

l’aria, perché secondo lui, grazie alla rarefazione (l’aria diventava fuoco) e alla

condensazione (l’aria diventava vento, nuvole, acqua, terra e rocce), tramite l’aria si

è creato tutto ciò che caratterizza il mondo. Allo stesso tempo affermava anche

l’ipotesi di Anassimandro pensando che ci fosse questo continuo ciclo di mondi che si

susseguivano uno dopo l’altro o contemporaneamente.

PITAGORA E I PITAGORICI

Pitagora, matematico e filosofo, costruì la sua scuola a Crotone. Non abbiamo dei

veri e propri scritti filosofici, ma l’unica dottrina filosofica fu metempsicosi,

trasmigrazione delle anime (anima si trasmigra in un’altro corpo) e vedeva il corpo

come la prigione dell’anima che si può liberare solo grazie alla filosofia.

LA NASCITA DELLA MATEMATICA

I pitagorici cominciano a trattare la matematica come una scienza, elaborandone gli

elementi fondamentali. Quindi Pitagora attraverso la pratica arrivava alla teoria.

Però tutto ciò che loro enunciavano doveva passare attraverso la dimostrazione.

La tesi pitagorica fondamentale è che la sostanza di tutte le cose è il numero,

cioè alla base della vita vi è il numero (tutto è numero). Quindi Talete tutto è acqua,

Anassimene tutto attraverso il movimento dell’aria, mentre per Pitagora il principio di

tutte le cose è il numero.

Il numero viene concepito come un insieme di unità e l’unità è concepita come

identica al punto geometrico. Per esempio Pitagora, con il 10 (numero perfetto), ha

costruito un triangolo equilatero (figura perfetta).

Quindi l’aritmetica e la geometria hanno un asso in comune di lettura, attraverso i

numeri possiamo rappresentare una figura geometrica. Quindi esse vengo

considerate identiche, c’è un corrispettivo tra il numero e la figura geometrica. C’è

una reciprocità tra l’aritmetica e la geometria.

L’idea che sta alla base del principio pitagorico secondo cui le cose sono fatte di

numeri è un ordine misurabile del mondo. Quindi tutto il mondo è numero, quindi

può essere rappresentato secondo un ordine geometrico e che quindi tutto ciò che è

numero può essere trasformato in un sistema geometrico che può essere misurabile

ed esprimibile.

Attraverso il numero è possibile spiegare le cose più complesse, complicate della

nostra esperienza.

Alla base del suono, della musica c’è la matematica come successione

sistematica numerica delle note per creare una melodia. Se non si segue quella

successione, automaticamente non si fa musica bensì note stonate. Si parla di musica

quando si segue perfettamente la scansione dello spartito con le note.

Rappresentano l’armonia del mondo attraverso la musica e quindi unificare togliendo

le discordanze del mondo. La musica unisce, rallegra quindi come armonia del corpo

e dell’anima.

Per i pitagorici la musica non è solo un suono dell’orecchio, ma è armonia del

cosmo, del creato dove si muove creando una melodia. Quindi anche il muoversi dei

pianeti. Il ritmo è scansionato attraverso una scansione numerica, quindi nulla è

fatto a caso e si può dimostrare attraverso una dimostrazione matematica. Quindi il

numero non è solo alla base della vita ma anche del cosmo.

La grandezza straordinaria dei pitagorici è il mondo che è riconducibile al numero.

L’OPPOSIZIONE COSMICA TRA IL LIMITE E L’ILLIMITATO

Se la sostanza delle cose e il numero, le opposizioni sono riconducibili

dall’opposizione tra i numeri (pari e dispari). I pitagorici mettono alla base della

vita il numero e si basano sulla differenza tra pari e dispari. Però questa differenza non

è soltanto vista nell’ambito scientifico del numero, ma anche nella realtà stessa, tutta

la realtà è basata su una serie di contrapposizioni tra i numeri. Il pari è

un’entità illimitata, mentre il dispari è un’entità limitata.

I pitagorici associavano l'illimitato all'indeterminato o al incompleto e

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
10 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulyrag05 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Basilicata o del prof Longhitano Sergio.