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CAPITOLO 8: IL CICLO DI DIREZIONE DELL’IMPRESA E IL
PROCESSO ORGANIZZATIVO
La gestione dell’impresa si svolge in conformità delle strategie complessive e
funzionali, e chi dirige compete la responsabilità dell’efficienza nell’impiego del
fattore umano, dei mezzi finanziari, e delle competenze tecnologiche e
commerciali.
Dirigere significa partecipare attivamente alle scelte strategiche, prendere
decisioni, condurre o valutare.
Ogni attività va:
- Programmata, stabilendo in anticipo gli obiettivi da raggiungere, le decisioni
e le risorse da impiegare
- Organizzata, individuando chi e con quali responsabilità dovrà curarne la
realizzazione
- Guidata, fornendo le direttive e motivando gli organi operativi
- Controllata, valutando i risultati raggiunti rispetto a quelli programmati
CICLO DI DIREZIONE:
Il controllo conclude il processo e, al contempo, avvia un nuovo ciclo di
direzione, infatti si avrà una continuità del ciclo.
Il ciclo è informativo, perché il controllo produce informazioni, la
programmazione richiede i dati relativi all’esterno, la conduzione trasferisce
informazioni da chi dirige a chi esegue e, infine, chi esegue deve trasmettere i
risultati della propria attività agli organi di controllo.
FUNZIONE ORGANIZZATIVA: organizzare significa ordinare un sistema in
parti interdipendenti e correlate, ciascuna avente una specifica funzione
rispetto al complesso. Le parti sono gli organi dell’impresa e l’organizzazione
disciplina i compiti, i poteri e le responsabilità assunte.
Ha lo scopo di definire:
- Centri decisionali
- Autorità e responsabilità
- Relazioni formali
- Procedure di decisione, di informazione e di esecuzione
I problemi sono inquadrai secondo un duplice profilo:
- Aspetto strutturale (statico), ordinamento di compiti e responsabilità
- Aspetto comportamentale (dinamico), rapporti interpersonali di
collaborazione e di conflitto
SCELTE ORGANIZZATIVE: prima delle varie scelte, bisogna definire gli
obiettivi da raggiungere. Gli elementi fondamentali di riferimento sono:
- Natura e modalità di realizzazione dell’attività aziendale
- Investimento organizzativo
- Risorse umane disponibili nel mercato
MODELLI DI STRUTTURA ORGANIZZATIVA:
- Struttura semplice, accentramento del governo aziendale in una sola
persona o in un ristretto gruppo di persone, si basa sul rapporto interpersonale
- Struttura formale, stabilisce l’assetto delle funzioni, dei poteri e delle
responsabilità all’interno dell’impresa
Si divide in:
STRUTTURA FUNZIONALE, dividendo la gestione in funzioni, quindi ci sono
tante funzioni per quante sono le aree di responsabilità da affidare a manager
dotati di competenze specifiche.
Le funzioni si caratterizzano in base a 4 criteri:
- Universalità, presenti in tutti i sistemi dello stesso tipo
- Essenzialità, rispetto alle finalità primarie del sistema
- Possibilità di suddivisione per linee gerarchiche
- Impossibilità di aggregazione con altre funzioni
STRUTTURA DIVISIONALE, frazionamento dell’impresa in più parti, stimola la
competitività tra le varie unità divisionali e accresce il livello di specializzazione
sul piano operativo.
Il criterio generale è decentrare le funzioni che possono ritrarre maggiori
benefìci e accentrare quelle che richiedono un elevato coordinamento sul piano
aziendale.
L’obiettivo è ottimizzare la gestione superando le barriere funzionali, così da
velocizzare i comportamenti gestionali in un ambiente in rapido mutamento.
ORGANIZZAZIONE A RETE: instaurazione di relazioni strette tra più parti
dell’impresa al fine di conferire velocità, flessibilità ed efficienza all’operatività
aziendale.
Tende a favorire l’innovatività con lo sfruttamento di un doppio criterio di
specializzazione di tipo permanente o temporaneo.
Si ha soltanto in imprese caratterizzate da un tasso elevato di innovatività dei
prodotti.
ORGANIZZAZIONE PER PROGETTO: all’interno di questa vengono costituiti
gruppi di lavoro incaricati di elaborare e attuare determinati progetti.
Per i compiti importanti si nomina un capo progetto assistito da un team di
specialisti.
ORGANIZZAZIONE PER MATRICE: interconnessione tra campi di
responsabilità orizzontali e campi di specializzazione verticali.
il controllo direttivo consiste nel definire le dimensioni del gruppo che può
essere guidato da un unico dirigente.
Il funzionamento del sistema impresa richiede la definizione di procedure, le
quali stabiliscono norme di comportamento per la soluzione dei problemi:
- Operative, disciplinano lo svolgimento di attività ripetitive
- Di controllo, dirette a seguire gli andamenti di gestione
- Di informazione, alimentano i flussi di conoscenza all’interno
dell’organizzazione
- Decisionali, definiscono i ruoli rivestiti nell’assunzione delle decisioni
CAPITOLO 9: LA PROGRAMMAZIONE DELLA GESTIONE
Ha un ruolo centrale nel processo di direzione aziendale perché regola il corso
futuro della gestione.
Programmare: assumere in anticipo un complesso di decisioni sulla gestione
futura. Si basa su un sistema di piani secondo:
- Contenuti
- Ambito gestionale
- Orizzonte temporale
- Analisi
2 tipi fondamentali di piani:
- PIANO STRATEGICO, elemento di riferimento di tutto il sistema, obiettivi di
medio termine
- PIANO OPERATIVO, lungo termine
REQUISITI ESSENZIALI DELLA PROGRAMMAZIONE AZIENDALE:
- Formalizzazione
- integrazione
- Quantificazione
- Pluriennalità
ELEMENTI DI UN PIANO DI GESTIONE:
- Obiettivi
- Politiche
- Attività
- Risorse
L’ottenimento degli obiettivi è subordinato alla possibilità di adottare delle
politiche gestionali e alla disponibilità di determinate risorse.
L’impresa dovrà stabilire gli obiettivi da raggiungere in base alle previsioni del
mercato in cui opera.
Nella programmazione aziendale, il management può privilegiare una
visione di tempo lungo dell’attività, formulare i piani oppure orientare
previsioni e programmi nel tempo breve.
- PROGRAMMAZIONE A BREVE TERMINE: preordinare le operazioni di
gestione secondo gli obiettivi fissati per l’esercizio annuale
- PROGRAMMAZIONE A LUNGO TERMINE: modificare il sistema dei vincoli in
funzione di obiettivi di lungo termine
BUDGET ECONOMICO: conto profitti e perdite anticipato, perché tende a
predeterminare il risultato della futura gestione.
BUDGET FINANZIARIO: considera gli usi e le fonti di capitale.
CAPITOLO 10: IL CONTROLLO DIREZIONALE
La funzione di controllo conclude il ciclo di direzione e,
contemporaneamente con la programmazione, crea le premesse di un nuovo
ciclo di attività.
Il processo di controllo direzionale ha lo scopo di assicurare che le scelte
siano correttamente attuate dagli organi operativi, inoltre serve anche a
valutare la bontà delle decisioni prese e assicurare l’ordinato svolgimento
dell’attività aziendale.
Può svolgersi in 4 momenti:
- Via antecedente, valutare la bontà di certe scelte
- Via concomitante, guidare l’attuazione dei piani formulati
- Via susseguente, valutazione di efficienza ed efficacia della gestione, serve
per decisioni future
- Via prospettica, verificare la bontà delle scelte strategiche e organizzative
CONTROLLO OPERATIVO: ha lo scopo di seguire lo sviluppo della gestione e
di assicurare il rispetto degli obiettivi fissati durante la costruzione dei piani.
Ogni schema di controllo si compone di 4 elementi:
- Determinazione degli obiettivi, possono derivare dalla programmazione,
politiche o azioni operative
- Rilevazione periodica dei risultati, raccolta sistematica ed
un’elaborazione dei dati sulle prestazioni
- Analisi causale degli eventuali scostamenti, fornisce elementi preziosi
sulla genesi delle deviazioni
- Interventi correttivi, verifica la concordanza tra obiettivi e risultati
La funzione di controllo della gestione non si esaurisce nello svolgimento del
controllo operativo, ma si completa con l’attuazione delle valutazioni di
efficienza sulla gestione aziendale:
EFFICIENZA: capacità di rendimento o svolgere una certa funzione; rapporto
tra risultati conseguiti e risorse impiegate.
EFFICACIA: l’azienda raggiunge i suoi obiettivi; rapporto tra obiettivi ottenuti e
quelli che si sarebbero dovuti conseguire.
CONTROLLO DIREZIONALE: non è sufficiente per fornire al management
aziendale gli elementi di guida dell’organizzazione, perché ha 2 limiti:
- Interdipendenza elevata con il sistema di programmazione
- Incapacità a cogliere inefficienze dell’organizzazione
I limiti interni al controllo di gestione, fanno nascere un nuovo tipo di
CONTROLLO STRATEGICO, che ha come obiettivo il controllo globale della
gestione aziendale, così si verificano:
- Congruenza esterna, valuta se il quadro strategico sia coerente con le
tendenze del contesto esterno all’azienda
- Congruenza organizzativa, verifica il rapporto di idoneità tra strategia e
struttura organizzativa
- Efficienza della direzione, verifica dell’idoneità del management
Questo deve permettere di valutare le scelte di lungo tempo conservando la
loro validità, tenendo presente anche che nell’ambiente e nei mercati si
possono presentare fenomeni imprevisti.
Il controllo è strettamente complementare alla funzione di programmazione.
CAPITOLO 11: LA CONDUZIONE DEL PERSONALE E LA
“LEADERSHIP”
CONDUZIONE DEL PERSONALE: uno dei problemi centrali del processo di
direzione. Bisogna dotare l’organismo aziendale delle professionalità
necessarie e assicurarsi che gli individui siano motivati al raggiungimento degli
obiettivi.
È comprensibile che, nel rapporto di scambio tra lavoratore e impresa, si creino
interessi diversi e quindi conflitti, i quali si presentano in 2 momenti:
- Contrattuale, le parti devono disciplinare il loro rapporto sul piano normativo
- Operativo, il rapporto deve essere gestito
FUNZIONE DI CONDUZIONE DEL FATTORE UMANO: ha per obiettivo
l’ottenimento del miglior rendimento e riguarda i problemi di gestione delle
risorse umane presenti in azienda.
3 fasi di sviluppo della disciplina di conduzione aziendale:
- Organizzazione scientifica del lavoro, visione meccanicistica del ruolo
dell’uomo nell’organizzazione
- Scuola delle relazioni umane, l’uomo non è più visto come una macchina
da lavoro ma come un individuo da motivare
- Visione sistemica, risolvere il problema dell’int