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BENI PUBBLICI

La pubblica amministrazione, per il raggiungimento dei suoi scopi, si avvale non soltanto di soggetti, ma anche di beni (mobili ed immobili): si tratta dei cd. beni pubblici che non è altro il complesso dei beni appartenenti, a qualsiasi titolo, allo Stato o ad un altro ente pubblico e si dividono in beni demaniali e beni patrimoniali indisponibili. I primi devono essere – beni immobili o universalità di mobili e appartenere allo Stato o ad enti pubblici territoriali. Il demanio necessario, di esclusiva proprietà dello stato, è formato dal: - demanio marittimo (porti, spiagge, canali) - demanio idrico (fiumi, laghi, torrenti, acque sorgenti) - demanio militare (fortezze, installazioni missilistiche, aeroporti militari) - le caserme fanno parte del patrimonio indisponibile. Il demanio accidentale o eventuale o anche detto non necessario riveste carattere demaniale solamente se siano in concreto di proprietà dello stato o dienti territoriali. Fanno parte di questo demanio:
  • demanio stradale: vi fanno parte le strade e le relative pertinenze quali aiuole e alberi.
  • Demanio ferroviario: è costituito da tutto il materiale ferroviario di proprietà di enti territoriali. Le ferrovie costruite da privati non fanno parte in quanto costituiscono beni di interesse pubblico, non "beni pubblici".
  • Demanio aeronautico: vi fanno parte gli aeroporti.
  • Acquedotti: vi fanno parte tutti gli acquedotti degli enti territoriali.
  • Demanio culturale: ossia i beni di interesse storico, artistico, archeologico.
I beni che fanno parte del demanio pubblico sono inalienabili (non soggetti trasferibili) e non sono acquistabili per usucapione. I beni patrimoniali dello stato e degli enti pubblici sono tutti beni che non hanno i caratteri della demanialità e si distinguono in beni indisponibili e beni disponibili: i primi sono destinati ad un pubblico servizio (beni pubblici) mentre i secondi possono essere oggetto di compravendita.i secondi hanno carattere strumentale in quanto destinati prevalentemente alla produzione di redditi. Non sono beni pubblici ma solo beni di proprietà di enti pubblici. I beni patrimoniali indisponibili sono: le acque minerali e termali, beni di interesse storico, archeologico, artistico, beni militari non rientranti nel demanio militare ecc, gli edifici destinati a sede degli uffici pubblici.
beni patrimoniali disponibili hanno una funzione di interesse pubblico, hanno un valore economico e sono usati dalla p A. perché producano un reddito. La responsabilità è una situazione giuridica soggettiva sfavorevole, e si divide in:
  • Responsabilità civile quando si ha un illecito civile,
  • Responsabilità penale quando la potestà punitiva dello stato si realizza tramite l’inflizione di una pena (detentiva e/o pecuniaria),
  • Responsabilità amm.va può essere solo civile ed amministrativa, in quanto quella penale è personale,

Dunque può ricadere solo sulle persone fisiche preposte ad uffici o organi della p.a. La responsabilità civile si può definire come il dovere giuridico di risarcire il danno prodotto ad un altro soggetto: Si distingue in:

  • Responsabilità "contrattuale" quando si ha una violazione di un preesistente rapporto obbligatorio,
  • Responsabilità "extracontrattuale" quando si provoca a terzi un danno ingiusto.

Gli elementi della responsabilità civile della PA. Sono quelli comuni ad ogni responsabilità con l'esistenza di una condotta attiva o omissiva e deve avere le seguenti caratteristiche:

  • La condotta può consistere tanto in una azione quanto in una omissione,
  • Occorre che sia stata compiuta da una autorità amministrativa nell'esercizio delle sue funzioni amministrative,
  • Deve essere antigiuridica a seguito di una violazione di norme giuridiche,
  • Riferibilità del fatto.
all'amministrazione quindi un'esplicazione dell'attività dell'ente nel conseguimento dei fini istituzionali, • imputabilità (dolo o colpa), • nesso di causalità che senza di esso l'evento non si sarebbe verificato. La responsabilità precontrattuale implica di evitare di stipulare contratti invalidi o inefficaci secondo i principi dei doveri di buona fede nelle trattative e nella formazione del contratto. I dipendenti pubblici, qualora arrechino un danno patrimoniale alla propria amministrazione o ad un altro ente pubblico, possono incorrere in quelle particolari tipologie di responsabilità definite amministrativa e contabile. Su tali responsabilità giudica la Corte dei conti. Erariale è il danno prodotto alle finanze dello stato conseguenza diretta e immediata di una condotta dolosa o gravemente colposa. Il danno erariale consiste in un impoverimento del patrimonio che l'Erario (lo Stato) abbia.sofferto per la condotta illecita del pubblico dipendente e può avere come oggetto un danno emergente, ossia una perdita per una cosa distrutta o perduta, una spesa sostenuta o un'entrata non acquisita oppure un lucro cessante, ossia un mancato guadagno. Il danno erariale si distingue in diretto se è cagionato direttamente, dal soggetto responsabile all'amministrazione pubblica o indiretto che consiste nelle somme che l'amministrazione ha corrisposto al terzo a titolo di risarcimento del danno commesso dal dipendente o dall'amministratore. Il danno erariale è un danno pubblico. La responsabilità è personale, e limitata ai soli casi di dolo e colpa grave. Si ha dolo quando vi è una volontà cosciente del soggetto di provocare con la sua condotta un determinato evento. Si ha condotta gravemente colposa quando non si ha la precisa intenzione di arrecare un determinato danno, ma questo avviene per negligenza, grave imperizia o.

grave imprudenza.Nel caso di deliberazioni di organi collegiali, la responsabilità si imputa esclusivamente a coloro che hanno espresso voto favorevole. La responsabilità non si estende ai titolari degli organi che in buona fede li abbiano approvati.se ii fatto dannoso è causato da più persone, la Corte dei conti condanna ciascuno per la parte che vi ha preso.Il danno all'immagine della pubblica amministrazione si ha come conseguenza di una condotta che abbia causato la reiterata violazione di doveri di servizio e un discredito per l'amministrazione.Il danno da disservizio è conseguenza di una condotta illecita del dipendente al corretto funzionamento dell'apparato pubblico. Esso si può concretizzare con un mancato conseguimento in fatti di produttività, contabilità mancante o contraffatta, mancato conseguimento del buon andamento dell'azione pubblica, dispendio di risorse umane e di mezzi strumentali pubblici.

La responsabilità solidale dell'amministrazione e del funzionario è quella in cui incorrono due o più soggetti tenuti ad una medesima prestazione con conseguente danno nei confronti del cittadino. Viene meno la responsabilità dell'amministrazione allorché il danno deriva da comportamento posto in essere da funzionari o impiegati al di fuori di ogni manifestazione di attività amministrativa. L'impiegato è responsabile verso i terzi per i danni arrecati solo se ha agito con dolo o colpa grave e in caso di colpa lieve o lievissima risponde solo la pA. La giustizia amministrativa è un complesso di istituti atte a di tutelare il cittadino nei confronti della pubblica amministrazione di tutte le lesioni di diritti soggettivi ed interessi legittimi anche se derivanti da atti e comportamenti della p A. Attualmente la giustizia amministrativa è organizzata secondo il sistema della doppia giurisdizione:

l’autorità Giudiziaria Ordinaria (A.G.0.) (Giudice di pace – Tribunali – Corti d’Appello – Corte diCassazione) è competente a decidere delle violazioni di diritti soggettivi, con il potere didisapplicare (cioè non applicare) l’atto amministrativo che risulti illegittimo e di dichiararne laillegittimità; • l’Autorità Giudiziaria Amministrativa (A.G.A.) (T.A.R. – Consiglio di Stato) è competente a giudicaredelle violazioni degli interessi legittimi e ad annullare gli atti amministrativi illegittimi, • i conflitti di giurisdizione tra A.G.0. e A.G.A. sono attribuiti alle Sezioni Unite della corte diCassazione. Un altro istituto di tutela amministrativa è il ricorso amministrativo che non necessita dell’intervento dialcun giudice per essere realizzato. La legge 1199 del 1971 disciplina il ricorso gerarchico, ricorso inopposizione e ricorso al Presidente della Repubblica. La tutela

in sede amministrativa è attuata dalla stessa amministrazione, attraverso procedimento amministrativo, che viene instaurato a seguito di un ricorso dell'interessato al fine di trovare una soluzione alle controversie e di permettere alla P-A. di esprimere le proprie definitive determinazioni sulla controversia, prima che essa, eventualmente, prosegua in sede giurisdizionale.

L'autotutela amministrativa si attua:

  • d'iniziativa della stessa PA;
  • con un procedimento interno della p.A,;
  • senza contraddittorio con gli interessati,
  • la P.A. agisce nel proprio esclusivo interesse.

La tutela amministrativa su ricorso da luogo, invece:

  • ad un procedimento d'iniziativa del ricorrente;
  • ad un procedimento esterno;
  • ad un contenzioso (cioè in contraddittorio con gli interessati).

Il ricorso amministrativo è quella particolare istanza rivolta ad una pubblica amministrazione e diretta a conseguire la tutela di una situazione.

atto della P.A. che si ritiene lesivo di un diritto o di un interesse legittimo. Il ricorso amministrativo è un mezzo di tutela giuridica soggettiva che si suppone lesa da un atto amministrativo o da un comportamento della P.A. Gli elementi essenziali sono: - i soggetti quali persone fisiche o persone giuridiche, - l'interesse. Il ricorso amministrativo può essere proposto solo da chi, ritenendosi danneggiato dall'atto della P.A., abbia interesse all'annullamento di esso. - Termini per il ricorso di 30 giorni per il ricorso gerarchico e di 120 giorni per il ricorso straordinario al presidente della Repubblica dalla notifica del provvedimento; - forma del ricorso. Il ricorso deve essere redatto per iscritto su carta da bollo. Quanto agli elementi il ricorso deve contenere: - l'indicazione dell'autorità cui è diretto, - gli estremi del provvedimento impugnato, - i motivi del ricorso, - la sottoscrizione del ricorrente. L'oggetto del ricorso può essere un atto amministrativo oppure un comportamento della P.A. o un atto della P.A. che si ritiene lesivo di un diritto o di un interesse legittimo.i un atto amministrativo, presentata dalla parte interessata al superiore gerarchico dell'ente che ha emesso l'atto. Tale ricorso ha lo scopo di ottenere la revisione dell'atto stesso, al fine di correggere eventuali errori o illegittimità. Il ricorso gerarchico proprio può essere presentato solo dopo che sia stato presentato il ricorso gerarchico improprio, che consiste nella richiesta di riesame dell'atto amministrativo da parte dell'ente che lo ha emesso. Se il ricorso gerarchico improprio non ha avuto esito positivo, si può procedere con il ricorso gerarchico proprio. Il terzo soggetto coinvolto nel rapporto in questione può essere un cittadino, un'azienda o un'altra amministrazione pubblica. Il ricorso gerarchico proprio permette di far valere i propri diritti e interessi di fronte all'ente amministrativo, chiedendo una revisione dell'atto emesso. È importante sottolineare che il ricorso gerarchico proprio non sospende l'esecuzione dell'atto impugnato, a meno che non sia prevista una specifica disposizione normativa in tal senso. Pertanto, è possibile che l'atto venga attuato anche durante il procedimento di ricorso. In conclusione, il ricorso gerarchico proprio è uno strumento a disposizione dei cittadini e delle aziende per far valere i propri diritti e interessi di fronte all'amministrazione pubblica.
Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
36 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Schala90 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto amministrativo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Bozzao Paola.