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COME I GOVERNI ITALIANI AFFRONTANO IL PRIMO DOPO GUERRA

Tra il 1917 al 1922

24 ottobre 1917 disfatta di Caporetto—>caduta governo—> primo ministro Orlando

Il governo Orlando dura dal 1917 al giugno 1919, al termine della guerra inizia ad avere disciolta a

causa della conferenza di pace dove il governo non riesce ad ottenere risultati, avvia le trattative per il

trattato di Saint German e le difficoltà incontrate lo faranno cadere e il Sovrano Vittorio Emanuele III

affida il governo provvisorio al socialista Nitti.

A Nitti è affidato l’incarico di indurre nuove elezioni nella primavera del 1919 a sistema proporzionale

(introdotto per la prima volta per garantire maggiore democrazia)

Il partito più votato è quello liberale, non ottiene la maggioranza ma sta iniziando la sua discesa 35% ,

sostenuto per lo più dal nord Italia.

IL secondo aprite votato è il partito socialista (ancora unito)

Il terzo partito sarà il partito popolare Italiano

IL resto dei voti è sparpagliato tra tutti gli altri partiti

In queste elezioni il movimento dei fasci di combattimento non ottenne alcun seggio, Mussolini e i

fascisti diedero quindi vita a una manifestazione in seguito alla quale Mussolini venne incarcerato per

poi essere scarcerato dopo poco tempo per buona condotta.

É un governo molto fragile perché frammentato.

IL sovrano conferma come primo ministro Nitti.

Il governo durerà meno di un anno e causa della sua caduta:

●​ Non riuscì a garantire l’ordine interno a causa delle tensioni sociali dovute al biennio rosso

●​ Non riuscì a far fronte al problema di Fiume che scaturisce dalla firma del trattato di pace di

Saint Germain, in seguito a questa firma Gabriele D’annunzio occuperà con i legionari la città

di Fiume e fonderà la repubblica del Carnaro dichiarando Fiume annessa all'Italia nel

settembre 1919 e durerà per 15 mesi (gennaio 1921) e questi aspetti faranno perdere di

credibilità il governo Italiano portandolo alla caduta

Nel 1920 il nuovo primo ministro è Giovanni Giolitti che risolve la questione di fiume con la firma del

trattato di Rapallo che è dichiarato città libera sotto la tutela della società delle nazioni, la Dalmazia

finisce alla Jugoslavia mentre l’Italia prende l’Istria e si impegna a scacciare D’Annunzio da Fiume

attraverso l’uso dell’esercito (peggior bombardamento nella vigilia di Natale del 1920), fino all’area nei

primi giorni di Gennaio.

Emana la legge sulla sovranità popolare: è solo il parlamento italiano che può prendere accordi e

dichiarare guerra, per evitare una situazione come quella avvenuta con il Patto di Londra.

Affronta il problema dell'occupazione delle fabbriche, il biennio rosso si era radicalizzato e le fabbriche

erano state occupate e creati i soviet, questo fu alimentato dal fatto che i governi non avevano

mantenuto le promesse di Caporetto, Giolitti risponde non intervenendo con la forza ma attua la

strategia del Dialogo sia con i sindacati grattandogli aumento del salario per i lavoratori che con gli

imprenditori garantendogli lo smantellamento delle occupazioni. Grazie a questo atteggiamento nel

arco di otto settimane l’esperienza di occupazione nelle fabbriche fallisce, ma ciò avrà conseguenze

su un punto di vista politico perché la borghesia italiana inizia ad avvicinarsi sempre di più al fascismo

che è in opposizione al socialismo

Si afferma lontano dalle città, in particolar modo nelle periferie agricole, infatti si parla di fascismo

agrario, dove grazie all'uso dei corpi paramilitari si organizza in modo da colpire sia i lavoratori che

scioperano, sia colpire le amministrazioni comunali comuniste in modo di farle cadere come a

Bologna: nel novembre 1920 quando si sta insediando il nuovo sindaco, durante il discorso ai cittadini

ci fu una sparatoria dove morirono delle persone e la colpa fu fatta ricadere sul partito socialista che

non era stato in grado di garantire la sicurezza —> Mussolini connota sempre di più antisocialista.

Modifica anche il suo programma politico, abbandona il programma Sansepolcrista per dagli una

piega di destra, diventerà conservatore, antisocialista ma rimane ancora repubblicano e anticattolico.

Con questo programma si allea con Giolitti per le elezioni del 1921 (Giolitti e mussolini costituiranno

un’unica lista il blocco nazionale).

L’alleanza viene a crearsi in funzione antisocialista, Giolitti era convinto di plasmare Mussolini ai

propri interessi e Mussolini è sicuro di ottenere dei seggi in parlamento.

La campagna elettorale fu caratterizzata dall'uso della violenza.

L’esito delle elezioni premia mussolini, i fascisti occupano 35 seggi nella camera dei deputati

A seguito delle elezioni si costituiscono due governi molto deboli, il governo Bonomi dal luglio 1921 al

febbraio 1922 che non è in grado di affrontare la situazione, durante questo governo Mussolini

cambia il suo programma politico, il movimento dei fasci di combattimento diventa un partito (PNF

partito nazionale fascista), il programma diventa monarchico, cattolico (per ottenere l’appoggio della

borghesia), sostiene una politica economica di tipo liberista che favorisce i grandi industriali, è

marcatamente antitedesco

Nel febbraio 1922 si viene a costituire il debole governo Facta incapace di controllare la scena

italiana per la poca determinazione e la poca coesione all'interno della maggioranza, sulla poca

coesione punta mussolini.

Nell’ottobre 1922 inizia, tra i fascisti a maturare l’idea di organizzare una marcia su Roma con lo

scopo di ottenere il potere da parte del sovrano Vittorio Emanuele III che trova concretezza nel

secondo congresso del partito fascista alla fine di ottobre a Napoli, il segretario del partito Bianchi

lancia un appello alla mobilitazione generale di tutti i fascisti per opporsi al governo, Facta chiude al

sovrano di poter attivare lo stato d’assedio ma il sovrano rifiuta—> il 28 ottobre le squadre fasciste

arrivano a Roma e occupano i punti strategici della città, a guidare i fascisti c’è un quadrunvirato

Bianchi, De Vecchi, De Bono e Balbo, mentre Mussolini era volutamente a Milano

Mussolini è convocato a Roma da Vittorio Emanuele III e diventa presidente del consiglio e ministro

degli esteri (INIZIO VENTENNIO FASCISTA)

IL VENTENNIO FASCISTA

La fase legalitaria del 1922 al 3 gennaio 1925

La fase dittatoriale dal 3 gennaio 1925 al 1943 nel sud Italia, al 1944 nel centro Italia e al 1945 nel

nord Italia

FASE LEGALITARIA: POLITICA INTERNA

16 novembre 1922 primo discorso di Mussolini alle camere dove presenta il piano operativo del suo

governo, i ministri che ha scelto e ricorda che aveva ottenuto il governo in maniera legalitaria perché

gli è stato affidato dal sovrano e non attraverso un colpo di stato, il discorso sarà molto convincente

tanto che alla camera dei deputati ottenne 306 voti favorevoli, solo 7 astenuti e 116 contrari, al senato

ottenne 196 favorevoli, 0 astenuti e 19 contrari (DISCORSO DEL BIVACCO)

Questa fase si caratterizza da quelli che gli storici, in particolare Renzo de felice, definiscono una

politica del doppio binario:

●​ Da una parte Mussolini punta a un governo di coalizione composto da liberali, conservatori,

popolari e da nazionalisti, un governo dove tramite la tattica del dialogo punta ad avere

sempre la maggioranza. In quest’ittica realizza la fusione del partito fascista con quello

nazionalista,

●​ dall’altra parte avvia una serie di riforme a carattere repressivo: sciolse le amministrazione

comunali socialiste, limitati i poteri dei sindacati per avere l’appoggio della grande borghesia

italiana che inizialmente era contraria, la censura sugli organi di stampa, viene legalizzato lo

squadrismo, e viene a costituirsi la Milizia nazionale della sicurezza nazionale compito

affidato ad Achille Starace che diventerà segretario del partito (Usata fin da subito tanto che

contro gli scioperanti nel dicembre 1922 fu usate la milizia, il caso emblematico fu a Torino),

viene creato il gran consiglio del fascismo un organo con il compito di indirizzare l’azione del

governo

RIFORME

1923 Riforma Gentile (Giovanni Gentile ministro della pubblica istruzione) e filosofo neoidealista →

riforma della scuola che vede la creazione del liceo scientifico ed accedere a tutte le facoltà tranne

che a medicina per cui era obbligatorio il classico. Introduce lo studio della filosofia nei licei,

dell’educazione fisica, il primato della formazione umanistica su quella scientifica, viene creata la

scuola magistrale per formare i maestri e introduce l’esame di stato (due scritti di Italiano e indirizzo e

orla est tutte le materie e sul programma di tutti gli anni) —> pensa a una scuola selettiva

1923 riforma Acerbo (dal deputato che l’ha proposta) è una riforma elettorale emanata volutamente in

visione delle elezione del 1924 che introduce un sistema fortemente maggioritario che prevede il

partito o la colazione e che ottengono la maggioranza (stabilita al 25%) avrebbe ottenuto 2/3 dei seggi

in parlamento.

Sono identificate tale elezione nella primavera del 1924 dove Mussolini si allea con i liberali e con

Vittorio Emanuele Orlando e Salandra creando il listone, che raggiunse il 65% dei voti (la maggior

parte dei fascisti e non dei liberali) .

L’esito venne contestata dal segretario del PSU Giacomo Matteotti, che denuncia le violenze

avvenute nella campagna elettorali, imbrogli nei risultati e per questo motivo fu catturato dalle milizie

ucciso (30 maggio 1924). L’omicidio segna all’intento del Italia una spaccatura: i Parlamentari

socialisti, liberali e popolari lasciano la camera dei deputati per dare via alla secessione del Aventino

su cui diedero vita a un nuovo parlamento perché speravano che mussolini si dimettesse e perché

speravo nell’intervento del sovrano per destituire mussolini, nessuna delle due avvenne nonostante

nel mese di dicembre del 1924 esce un memoriale dove viene assunta la consapevolezza di

Mussolini, il governo non cade e Mussolini con il discorso del 3 gennaio 1925 ottiene nuovamente la

fiducia in parlamento e segna il passaggio alla fase dittatoriale.

La secessione non portò alla caduta di mussolini perché no è organizzato un piano comune, le forze

politiche iniziano a scontrarsi tra di loro e questo giovò a Mussolini

POLITICA INTERNA

obbiettivo accrescere il proprio potere e eliminare progressivamente tutte le libertà, per far questo

verranno varate un corpo di leggi tra il 1925 e il 1926 le leggi fasscistissime, leggi ispirate dal giurista

Alfredo Rocco: alcune di queste legge prevedono l’aatribuzione al capo del governo di legiferare

senza la consultazione del parlamento ma rispondendo esclusivamente al sovrano (am

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

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