M
semimassimale.
L’equazione Michaelis-Menten, che descrive la cinetica enzimatica, afferma che la velocità iniziale
Vo—>
La K è un indicatore dell’affinità dell’enzima ai substrati. Ipotizziamo che un enzima catalizzi la
M
reazione di fosforilazione di glucosio a glucosio 6-fosfato. Tuttavia, l’esochinasi può anche
catalizzare la reazione di fosforilazione del fruttosio in fruttosio 6-fosfato. Se andiamo a vedere la
cinetica e disegniamo il grafico, notiamo che la K nel caso del fruttosio è più alta e ciò significa
M
che è necessaria una maggiore concentrazione di fruttosio per far lavorare lo stesso enzima alla
velocità semi-massimale. Quindi, possiamo dire che l’esochinasi ha una maggiore affinità per il
glucosio rispetto al fruttosio, ecco perché la K viene indicata come una misura di affinità.
M
Regolazione dell’attività enzimatica
Esiste una regolazione a breve termine, ovvero:
• Controllo a livello di substrato(concentrazione di substrato e inibizione da prodotto). Un
esempio di inibizione da prodotto è quando per esempio la reazione successiva alla prima
reazione della glicolisi è inibita e, quindi, il glucosio 6-fosfato tenderà ad accumularsi. A
questo punto, per evitare ciò, il glucosio 6-fosfato inibisce la sua stessa formazione. In tal
caso, viene inibita l’esochinasi e ciò determina anche un accumulo di glucosio, il quale se si
accumula esce dalla cellula. Quindi, se la cellula non ha bisogno di ATP va ad inibire la
glicolisi in modo tale che il glucosio non entri proprio.
• Interazione con ligandi(regolazione allosterica, per cui c’è un sito diverso dal sito attivo in
cui si vanno a legare delle molecole che vanno ad aumentare o inibire l’affinità dell’enzima
per il substrato).
• Modifica covalente(fosforilazione e proteolisi).
Poi abbiamo anche la regolazione a lungo termine, ossia:
• Induzione. In tutte le cellule ci sono enzimi costitutivi(sempre presenti) ed enzimi
inducibili, che in risposta a specifici segnali inducono la trascrizione(sintesi degli RNA
messaggeri complementari al filamento del DNA) e la traduzione(sintesi delle proteine a
lievblo dei ribosomi a partire dall’RNA messaggero).
• Repressione(viene inibita la trascrizione e la traduzione).
• Turnover, grazie al quale tutte le proteine vengono sintetizzate e demolite di continuo per
evitare che si accumulino molecole proteiche danneggiate e non più funzionanti.
Un esempio di regolazione allosterica da parte di un effettore negativo è l’inibizione retroattiva(o
feedback) di una via metabolica. In particolare, se una determinata via metabolica genera un
prodotto che non è più necessario alla cellula, quel prodotto va ad inibire la prima tappa del
processo in modo che il processo non avvenga. In più, possiamo avere anche l’inibizione da
prodotto(quella che abbiamo visto prima).
Gli enzimi allosterici:
• Sono sempre proteine oligomeriche, ossia costituite da più catene polipeptidiche che
possono essere alcune catalitiche(che intervengono nel processo catalitico) e altre con
ruolo regolatorio(dove si vanno a legare i modulatori allosterici).
• Vengono regolati mediante il legame reversibile di un modulatore allosterico in un sito
diverso dal sito attivo. L’ATP per esempio è un modulatore allosterico negativo dell’enzima
che trasforma il fruttosio 6-fosfato in fruttosio 1,6-bisfosfato.
• Le proprietà sono influenzate da cambiamenti conformazionali e principalmente viene
variata la Km(se aumenta la Km diminuisce l’affinità, se la Km diminuisce aumenta
l’affinità).
• Generalmente catalizzano reazioni irreversibili.
• La loro cinetica è come quella dell’emoglobina(cioè sigmoide, in quanto gli enzimi
allosterici hanno più siti attivi, come per esempio l’emoglobina, in cui la cinetica sigmoide è
data dalle 4 subunitá ciascuna avente un sito di legame per l’ossigeno).
Disegniamo un grafico(in basso) in cui abbiamo sull’asse delle ordinate la velocità delle reazione,
mentre sull’asse delle ascisse la concentrazione di substrato. Qui abbiamo un analogo della K ,
M
ossia K , ovvero la concentrazione di substrato alla quale l’enzima lavora alla velocità
0.5
semimassimale.
Se si lega un modulatore allosterico negativo la K aumenta(per cui ci vorrà più substrato per
0.5
arrivare a quella velocità), mentre se ho un modulatore allosterico positivo la K diminuisce(con
0.5
minore quantità di substrato si arriva alla stessa velocità).
Regolazione covalente
Abbiamo due condizioni, ossia buona alimentazione(fino a due ore dal pasto, per cui in circolo c’è
glucosio e l’ormone insulina) e digiuno(lontano dai pasti, in cui diminuisce la concentrazione di
glucosio e in circolo c’è il glucagone).
Il glucagone e l’insulina sono ormoni peptidici(non possono entrare nelle cellule), per cui si legano
a dei recettori.
Fosforilazione(implica l’intervento di proteine con attività chinasica—> chinasi)—> L’interazione
glucagone-recettore attiva le proteine G, che una volta attivate, attivano un enzima chiamato
adenilato ciclasi. Questo enzima prende l’ATP e catalizza la trasformazione di ATP in AMP ciclico, il
quale attiva un enzima chiamato proteina chinasi AMP ciclico-dipendente. Tale enzima, in
presenza di ATP, fa sì che specifici enzimi vengano fosforilati, cioè catalizza una reazione in cui
specifici enzimi interagiscono con l’ATP e vengono fosforilati(reazione irreversibile).
Defosforilazione(implica l’intervento di proteine con attività fosfatasica—> fosfatasi)—>
L’insulina, invece, interagisce col suo recettore e va ad attivare l’enzima che fosfatasi va a
defosforilare specifici enzimi coinvolti nella reazione, cioè con l’intervento dell’acqua va ad
allontanare un gruppo fosfato. Quindi, si tratta reazioni entrambe irreversibili, ma vengono
catalizzate da enzimi che riescono a rendere i processi reversibili.
Tuttavia, la fosforilazione non significa attivazione e la defosforilazione non significa inibizione, per
cui ci saranno enzimi attivi defosforilati ed enzimi inattivi fosforilati.
A lievello epatico avviene la glicogenosintesi e la glicogenolisi—> La glicogenosintesi si ha in
condizioni di buona alimentazione, in cui in circolo ce l’insulina e deve essere prodotto glicogeno;
quindi, l’enzima glicogenosintasi è nella forma defosforilata attiva perché c’è l’insulina che va a
defosforilare l’enzima. Invece, la glicogenolisi è inibita e l’enzima coinvolto, definito
glicogenofosforilasi, è nella forma defosforilata inattiva. Nel caso del digiuno(in cui c’è il
glucagone), invece, ci saranno solo enzimi fosforilati.
Regolazione enzimatica mediante proteolisi(rottura di legami peptidici)
La digestione delle proteine riguarda la rottura dei legami peptidici, in quanto quando le proteine
vengono ingerite un primo accenno di digestione avviene nello stomaco, in cui il pH acido fa sì che
la struttura terziaria delle proteine venga denaturata ad opera della pepsina.
Poi nel lume intestinale(duodeno) avviene la digestione vera e propria ad opera di enzimi
proteolitici prodotti nel pancreas nella forma inattiva(perché altrimenti l’enzima attaccherebbe le
proteine del pancreas). Queste proteine inattive si chiamano zimogeni perché sono proteine
enzimatiche a cui vengono tolti dei piccoli peptidi e un esempio è il tripsinogeno, ossia una
proteina attivata con l’allontanamento dei un peptide di soli 6 amminoacidi dall’estremita N-
terminale; ciò, quindi, attiva il tripsinogeno che diventa tripsina, la quale ha un’attività
autocatalitica, cioè agisce su se stessa(più tripsina viene prodotta più velocemente il tripsinogeno
viene trasformato in tripsina). Tuttavia, il processo è irreversibile.
Regolazione mediante compartimentazione
Nelle cellule eucariotiche abbiamo una notevole compartimentazione, la quale è anche un livello
di regolazione. Nei mitocondri avviene il ciclo di Krebs, l’ossidazione degli acidi grassi e la
decarbossilazione del piruvato, nel citosol si verifica la glicolisi e la sintesi degli acidi grassi, nel
nucleo avviene la sintesi di DNA e di RNA e, infine, nei lisosomi si verifica la degradazione di
biomolecole complesse.
La bioenergetica
Il metabolismo e bioenergetica sono alla base della biochimica.
La glicolisi è un processo che avviene nel citosol e serve principalmente a produrre energia/ATP.
La via metabolica corrisponde ad una serie di reazioni enzimatiche dove il prodotto della prima
reazione diventa il substrato della seconda e così via. Esistono dei metabolismi lineari(come la
glicolisi, in cui si parte da una molecola di glucosio e si producono due molecole di piruvato) e dei
metabolismi ciclici(come il ciclo di Krebs).
La via metabolica che avviene spontaneamente è un processo esoergonico(es. glicolisi), cioè
produce energia(deltaG<0), per cui la sintesi del glucosio è un processo endoergonico(è un
processo che non avverrebbe spontaneamente, ma per farlo avvenire forniamo energia, in cui
deltaG>0).
Le molecole prodotte in una via metabolica sono detti metaboliti o intermedi metabolici, ognuno
dei quali viene prodotto in reazioni catalizzate da enzimi.
Ogni via metabolica possiede un enzima regolatorio, ossia quell’enzima che decide in base alle
condizioni cellulari se quel metabolismo deve procedere o deve fermarsi; in altre parole,
regolando l’attività dell’enzima che catalizza una delle prime reazioni della via metabolica, in
genere la più lenta, è possibile controllare la velocità di un’intera via metabolica.
Il metabolismo è l’insieme delle reazioni chimiche catalizzate da enzimi che avvengono nella
cellula di un organismo e si distingue in catabolismo(degradazione dei nutrienti introdotti o delle
riserve energetiche cellulari per poter produrre energia) e anabolismo(da prodotti semplici si
producono molecole complesse fornendo energia), ossia processi opposti, ma subordinati perché
se non avviene uno non avviene neanche l’altro. Il processo anabolico così com’è non potrebbe
avvenire se non fornissimo energia. Per esempio, la glicolisi è un processo catabolico, mentre la
sintesi degli acidi grassi è una via anabolica. Tuttavia, è importante ricordare che queste attività
cellulari vengono modulate in relazione alle disponibilità energetiche.
Noi organismi chemioeterotrofi partiamo dai
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