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La memoria esplicita e implicita

La memoria può essere suddivisa in due tipi principali: la memoria esplicita e la memoria implicita. La memoria esplicita riguarda le conoscenze che sono memorizzate consapevolmente, mentre la memoria implicita riguarda le conoscenze apprese in precedenza che sono in grado di facilitare un compito senza esserne consapevoli.

I compiti classici utilizzati per valutare la memoria esplicita sono il richiamo e il riconoscimento. Nel richiamo, il soggetto deve richiamare il maggior numero possibile di elementi da una lista memorizzata, seguendo un ordine prestabilito (richiamo seriale), in qualsiasi ordine vengano ricordati (richiamo libero) o in base ad altri elementi della lista (richiamo guidato). Nel riconoscimento, invece, il soggetto deve riconoscere gli elementi presentati in precedenza tra una serie di elementi nuovi.

Un compito utilizzato per valutare la memoria esplicita in maniera indiretta è il completamento. Dopo la presentazione di una lista di elementi, al soggetto viene chiesto di completare uno stimolo.

La memorizzazione delle informazioni avviene in tre stadi: la codifica, l'immagazzinamento e la rievocazione.

La codifica è il primo e fondamentale stadio della memorizzazione, in cui l'informazione viene decifrata. Fallimenti in questo stadio determinano un fallimento nella memorizzazione e potrebbero impedire successivamente la rievocazione.

L'immagazzinamento avviene dopo la codifica e consiste nella creazione di una traccia mnemonica. La traccia mnemonica, se registrata nella memoria a lungo termine, è potenzialmente permanente e può essere rievocata spontaneamente o tramite la presentazione di un indizio.

In alcuni casi si evidenzia una perdita di memoria che si definisce amnesia. L'amnesia può presentarsi dopo un danno o un deterioramento cerebrale oppure in condizioni non patologiche, come nel caso dell'amnesia può compromettere specificamente la rievocazione di eventi passati (retrograda) o la capacità di memorizzare nuove informazioni (anterograda).

In base alla specificità dei sintomi, è possibile intuire se specifiche

Le funzioni della memoria fanno riferimento alla stessa struttura cerebrale o se al contrario utilizzano strutture separate, ed imostrare l'esistenza di strutture mnestiche ipotizzate.

La memoria sensoriale: Uno stimolo lascia una prima brevissima traccia nella modalità sensoriale in cui viene presentato. Esistono dati empirici che evidenziano l'esistenza di questi magazzini sensoriali a brevissima durata; i magazzini di memoria sensoriale più studiati sono la memoria ecoica e la memoria iconica.

La memoria ecoica: La memoria ecoica si può definire come l'immagazzinamento delle proprietà acustiche del suono (Neisser, 1967). In accordo con Cowan (1984), esistono due forme separate di memoria ecoica: una breve che si estende fino a 300 ms e una più lunga, che ritiene informazioni uditive per una durata nell'ordine dei secondi. Secondo l'Autore la persistenza della sensazione uditiva e il limite integrazione temporale degli stimoli.

uditivi rap- presentano due tipi di evidenza diretta dell'esistenza della memoria ecoica a breve termine. In uno studio condotto da Miller (1948) i partecipanti ascoltavano un rumore bianco continuo, intervallato da pause di silenzio o di rumore attenuato di durata variabile. I partecipanti avevano il compito di aggiustare il volume del rumore nelle pause, fino a non poter più distinguere tali pause da quelle di silenzio. I risultati mostrano che il livello minimo a cui il rumore veniva percepito nelle pause era inversamente proporzionale alla durata; a una durata più lunga di 300ms tale soglia smetteva di variare. La prospettiva teorica del doppio magazzino per la memoria ecoica interpreta questo risultato come dovuto alla traccia lasciata dal suono prima di questo intervallo. Cowen spiega che l'integrazione tra due stimoli presentati in due tempi diversi necessita che l'informazione riguardante il primo stimolo sia ritenuta fino all'arrivo del secondo stimolo.bianco è un segnale acustico casuale la cui ampiezza è fissa all'interno di una certa banda di frequenza del secondo stimolo. In linea con tale assunzione, la finestra temporale entro la quale avviene l'integrazione dovrebbe indicare il limite di ritenzione e, dunque, il limite del magazzino di memoria ecoica a breve termine. La memoria iconica: Il magazzino sensoriale dedicato alla modalità visiva è la memoria iconica. Il numero di lettere che in media un osservatore riesce a riportare dopo la brevissima presentazione di un display è stato chiamato memoria immediata (Miller, 1956). Partendo dalla considerazione che in questo genere di esperimenti molti osservatori riferiscono di vedere più di quanto riescano a ricordare, G. Sperling (1960) ha ipotizzato l'esistenza di una memoria sensoriale a capacità superiore di quella evidenziata con il compito di riporto globale. In una serie di esperimenti facenti parte della sua tesi di dottorato,Sperling (1960) ha valutato questa ipotesi con la tecnica del riportoparziale. All'osservatore era presentato uno stimolo, come negli esperimenti menzionati precedentemente, ma questa volta gli è richiesto di riferirne solo una parte, normalmente, una sola riga da una matrice di lettere. Un tono (alto, medio o basso) indicava all'osservatore quale riga avrebbe dovuto riportare. Il tono era presentato solo dopo la scomparsa delle lettere, cosicché l'osservatore non potesse utilizzarlo strategicamente per focalizzare la propria attenzione solo su quel gruppo di lettere, ma fosse invece costretto a tentare di ricordare tutta la matrice. In tali condizioni, la prestazione dei partecipanti era quasi perfetta, suggerendo che il numero di lettere registrate nel magazzino sensoriale era ben più alto di quello immaginato fino a quel momento e comprendeva potenzialmente tutto il display. Il vantaggio, tuttavia, scompariva dopo appena una frazione di secondo.La memoria a breve termine (MBT) è un sistema a capacità limitata. Esistono, infatti, dei limiti alla quantità di informazione che siamo in grado di immagazzinare e, spesso, questa varia da persona a persona. Tale limite dipende dalla memoria sensoriale, che determina la quantità di informazione che si è in grado di processare, ma può essere reso più efficiente raggruppando l'informazione in pezzi. Per memorizzare una serie di cifre efficientemente, ad esempio 12345678, l'informazione si può organizzare più efficacemente raggruppando le cifre a due a due, come ad esempio 12 34 56 78. L'informazione contenuta nella MBT decade con una velocità nell'ordine dei secondi ed è stimata essere intorno a 712 elementi (vedi Miller, 1956), nonostante lo span di MBT vari tra gli individui e in base al tipo di memoria.

Informazione da ritenere (lettere, numeri, immagini, configurazioni spaziali etc.). Uno dei modelli più influenti per spiegare il funzionamento della memoria è stato proposto inizialmente da Waugh e Norman (1965) ma reso celebre da Atkinson e Shiffrin (1968). Il modello modale (Waugh e Norman, 1965; Atkinson e Shiffrin, 1968) ipotizza che l'informazione proveniente dall'esterno entri nel magazzino a breve termine, che controlla il flusso in ingresso e in uscita dalla MLT. La distinzione tra magazzino a breve termine e magazzino a lungo termine era in grado di rendere conto di dati empirici che mostrano la rapida perdita di informazione nella condizione in cui venga impedito il ripasso (Peterson e Peterson, 1959). Robinson e Brown (1926) sono stati tra i primi a mostrare l'effetto della posizione seriale; cioè, che in un compito di richiamo gli elementi iniziali (primacy) e finali (recency) di una lista precedente appresa vengono ricordati meglio di quelli centrali.

Il modello modale spiega l'effetto di primacy come un riflesso della memoria a lungo termine: tramite strategie di ripasso, infatti, è possibile che i primi elementi della lista abbiano il tempo di essere immagazzinati nella memoria a lungo termine. L'effetto di recency, d'altra parte, rifletterebbe il funzionamento della memoria a breve termine poiché il tempo trascorso tra la memorizzazione e la rievocazione sarebbe sufficientemente breve da consentire il richiamo degli ultimi elementi della lista. Gli elementi presentati nelle posizioni intermedie verrebbero dimenticati poiché non ancora spostati nella memoria a lungo termine e sovrascritti nella memoria a breve termine dagli ultimi elementi presentati. Un'ipotesi alternativa suggerisce che l'effetto di posizione seriale possa essere spiegato immaginando una sequenza spazio-temporale in cui gli elementi iniziali e finali siano maggiormente distinguibili (Murdock, 1960). La codifica: Moltospesso il concetto di memoria a breve termine viene erroneamente identificato con quello di codifica (Crowder, 1993). La codifica si riferisce al livello iniziale di elaborazione che porta alla rappresentazione dell'informazione in memoria. Craik e Lockhart (1972) hanno proposto che l'informazione può essere elaborata a diversi livelli, dunque può essere più o meno profondamente elaborata. In un esperimento, Craik e Tulving (1975) hanno presentato ad alcuni partecipanti una serie di parole. Dopo ogni parola, i partecipanti dovevano indicare se la parola era stampata in maiuscolo o minuscolo (caso), se faceva rima con un'altra parola (suono) oppure se poteva essere inserita in una specifica frase. Questi tre compiti avevano lo scopo di indurre differenti livelli di elaborazione della parola. Successivamente veniva chiesto ai partecipanti di riconoscere, all'interno di una lista, le parole che erano state presentate precedentemente. Le parole per cui venivaindicato il caso venivano ricordate più spesso di quelle per cui era indicato il suono, che a loro volta venivano ricordate meglio di quelle che erano inserite in una frase. Tale risultato sarebbe a favore dell'ipotesi dei differenti livelli di processamento e indicano che l'informazione è ricordata meglio quando viene elaborata più profondamente. La memoria di lavoro: Il concetto di memoria di lavoro è stato proposto inizialmente da Miller, Galanter e Pribram (1960) e poi adottato da Baddeley e Hitch (1974) per enfatizzare la natura multimodale della MBT e distinguere il proprio modello da quelli precedenti che vedevano la MBT come un magazzino unitario. In accordo con il modello originale di Baddeley e Hitch (1974), la memoria di lavoro può essere suddivisa in almeno tre componenti: il taccuino visuospaziale utile per il mantenimento di informazioni relative alle proprietà visive e spaziali degli oggetti, un ciclo fonologico deputato.

almantenimento delle informazioni verbali, e un esecutivo centrale preposto al controlloattenzionale e al coordinamento, mani

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
10 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara-carbone di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Guglielmo Marconi di Roma o del prof De Bartolo Paola.