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LEGGE DELLA BUONA CONTINUAZIONE O DELLA CONTINUITÀ
Una serie di elementi posti uno di seguito all’altro, vengono uniti informe in base alla loro continuità di direzione. Anche se i pallini sono posti alla stessa distanza noi siamo portati a vedere la continuazione, una linea continua da A - B e, piuttosto che A - C. La mente percepisce una figura unitaria anche quando questa non esiste nella realtà. In questo design, la linea verde costringe la mente a percepire lo scarto della matita come un elemento continuo, regalando la percezione di un albero di Natale.
LEGGE DESTINO O MOVIMENTO COMUNE
Gli elementi che si muovono nella stessa direzione vengono percepiti come appartenenti alla stessa figura, rispetto a quella che c’è dietro, la linea dietro fa parte di qualcos’altro perché non va nella stessa direzione. In questo esempio percepiamo tre colonne verticali e una sola linea obliqua che gli passa dietro. Mentre in realtà si tratta di...
elementi spezzati che percepiamo come unici tra loro.
LEGGE DELLA PREGNANZA O DELLA FORMA BUONA
Messo a confronto con due o più possibili interpretazioni della forma di un oggetto, il sistema visivo tende a scegliere l'interpretazione più semplice e probabile (es. figure fittizie).
Nella prima percepiamo un rettangolo grande con uno all'interno, invece di vederci dei cerchi colorati e alcuni anche tagliati. Nella seconda vediamo un triangolo invece dei cerchi tagliati.
I dati vengono organizzati e interpretati nella maniera più semplice e più coerente possibile.
I gestaltisti si sono occupati anche dell'aspetto: FIGURA E SFONDO
Questa immagine è stata creata dallo psicologo della Gestalt Edgar Rubin. È interessante notare come in assenza di indizi forti rispetto a quale debba essere considerata la figura e quale lo sfondo, l'immagine risulta ambigua (possiamo vedere una cosa rispetto a un'altra) e bistabile (non è
un’immagine stabile, come se si alternassero tra di loro),ovvero, se si fissa la figura, la percezione tende ad alternarsi di momento in momento da una all’altra immagine. Noi invertiamo quello che è lo sfondo e quello che è l’oggetto, per esempio per vedere i volti immaginiamo che lo sfondo sia arancione e il contrario per vedere il vaso. Oltre a formulare i principi di organizzazione percettiva visti, gli psicologi della Gestalt e in particolare Edgar Rubin (1915) richiamano l’attenzione sulla nostra tendenza, automatica, a separare qualsiasi scena visiva in figura (l’oggetto che attrae la nostra attenzione) e sfondo (il campo su cui risalta la figura). Nell’osservare una scena visiva, noi tendiamo automaticamente a separare figura e sfondo. Il nostro cervello deve prendere la decisione di cosa vedere, di quale considerare come sfondo o no, fissiamo qual è lo sfondo e qual è la figura e lo possiamo cambiare. In questo caso, per esempio,noi tendiamo a percepire un vaso su uno sfondo bianco. Perché non due volti su uno sfondo arancione? Il nostro sistema percettivo "ha preso una decisione" rispetto a ciò che conta come figura e ciò che conta come sfondo. Questa decisione cambia letteralmente il modo di vedere la scena ed è anch'essa governata da precise regole gestaltiche. Come l'organizzazione percettiva, anche la segregazione figura-sfondo segue principi che gli psicologi della Gestalt cercano di descrivere. Secondo Rubin (1915) l'articolazione figura-sfondo è un processo universale e costante "Non c'è figura senza sfondo e viceversa". Alla base di questo processo ci sono vari fattori che influenzano la mia percezione: - inclusione: diventa figura la regione inclusa (fig. a, diventa figura della macchia nera, invece della griglia con un buco) - convessità: diventa figura l'area con i convessi (fig. b) - area relativa: diventafigura la regione di area- minore (fig. c)orientamento: diventa figura la regione con gli- assi orientati secondo le direzioni dello spazio(fig. d)
In questa immagine possiamo vedere una giovane donna di profilo e un’anziana dove l’orecchio corrisponde all’occhio e la collana della donna come la bocca della anziana. L’immagine è ambigua proprio perché, seguendo i principi gestaltici, le caratteristiche dell’immagine possono essere raggruppate in due diversi modi, si fa fatica a distinguere un’unica immagine. 45 In assenza di “indizi forti”, quindi di un’immagine molto chiara, presenti nello stimolo che ci permettano di discriminare tra figura e sfondo, possiamo avere delle configurazioni percettive instabili (figure reversibili o ambigue).
Percezione simultanea di entrambe le interpretazioni di una figura ambigua In ogni immagine seguente possiamo vedere un coniglio o un’anatra. Un aspetto interessante delle immagini
ambigue è dato dal fatto che le due interpretazioni non possono essere percepite simultaneamente, o ne vedo una o vedo l’altra. O almeno, così si credeva fino a non molto tempo fa... Percezione visiva ed il raggruppamento possono essere influenzata da processi cognitivi superiori (top down) ad es. attraverso dei indici relazionali “…Ora immagina che l’oca stia per mangiare il coniglio” Con questi indici relazionali riusciamo a vederli entrambi.
PERCEZIONE DELLA PROFONDITÀ (stereoscopia)
Al problema della segmentazione figura-sfondo si lega un altro interessante problema percettivo. Il problema della profondità. In un’immagine bidimensionale, per definizione, la dimensione di profondità è assente. Come fa il cervello ad elaborare, a partire da un’immagine bidimensionale, una rappresentazione tridimensionale? Come vedremo, sfrutta una serie di indici, delle caratteristiche:
- Indizi binoculari (informazioni
Percepiamo qualcosa in una determinata maniera perché siamo abituati a vederla in quel determinato modo, quindi la nostra esperienza influenza la nostra percezione.
Esperimento di Bruner e Goldman con le monete:
Gruppi di bambini poveri e ricchi vengono invitati a stimare le dimensioni di alcune monete e di alcune rondelle di cartone.
Risultati:
- Le monete furono giudicate dai bambini di dimensioni maggiori delle rondelle di cartone.
- Maggiore era il valore della moneta, più la stima scostava dalle reali dimensioni. Più la moneta aveva valore, maggiore la vedevano.
- I bambini più poveri sovrastimavano notevolmente le dimensioni delle monete.
La percezione è condizionata dal valore degli oggetti percepiti. I fattori sociali influenzano la nostra percezione.
La percezione di questi bambini era guidata da altri fattori, come i fattori sociali e soprattutto il significato che io do a quell'oggetto, per i bambini che non hanno nel quotidiano la vista delle monete.
io le vedo più grandi perché si basano anche sul valore che danno loro, per loro assume un significato enorme, sono oggetti desiderabili.
ASPETTATIVE CONTESTUALI
Oltre che dalla conoscenza generale e fattori sociali, le aspettative generali che influenzano la percezione possono inoltre derivare dal contesto, il cosiddetto effetto di aspettativa contestuale.
Nella prima figura le persone tendono a percepire una tastiera anche se in effetti la tastiera non è chiaramente visibile. Nella seconda figura, la tastiera non viene percepita. In ufficio ho l'aspettativa che ci sia la tastiera davanti al computer, io vedo ciò che mi aspetto di vedere.
Non c'è mai una corrispondenza 1 a 1 tra mondo reale e quella che è la mia percezione, questo sia perché guidato da come è costruito lo stimolo, in più ci sono altri processi, cioè quelle top down, le mie aspettative, conoscenze pregresse, il contesto, che incidono fortemente.
sulla mia percezione finale. LE TEORIE COGNITIVISTE I cognitivisti provavano a simulare i vari processi al computer, hanno messo insieme tutti gli studi che sapevano. Per loro la percezione non è un processo unico ma composto almeno da 2 stadi:- Processo primario: organizzazione dell'input sensoriale - In questa fase non interviene la conoscenza; è un processo parallelo e simultaneo, veloce, automatico (processo bottom-up). Come è composto il nostro stimolo, processo dettato dalle leggi bottom-up.
- Processo secondario: riconoscimento di configurazioni, interpretazione, attribuzione del significato (processo top-down).