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Parigi e Madrid superano il mezzo milione di abitanti

I movimenti migratori

Due tipologie di migrazioni, la prima di natura temporanea; spostamenti stagionai dei

lavoratori, da campagna a città. Il secondo tipo sono le migrazioni permanenti, verso

le Americhe (dopo il 1492), verso l’est Europa (già nel medioevo), ed intraeuropee a

causa delle persecuzioni religiose (es. ugonotti).

L’impatto demografico è contenuto. Le grandi migrazioni sono un fenomeno dell’età

contemporanea.

Rivoluzione demografica

È un processo di lungo periodo che si verifica tra il XVIII secolo e la Prima guerra

mondiale (inizia in Inghilterra per poi allargarsi a tutto il continente europeo), porta ad

una crescita della popolazione senza precedenti, ed è una tendenza che non si è mai

più invertita.

È un aumento che avviene grazie a cambiamenti che interessano il versante della

mortalità e non quello della natalità (che anzi tende poi a contrarsi). Le nascite sono

elevate anche in età preindustriale, ma a partire dal Settecento si registra una

diminuzione della mortalità

Diminuisce la mortalità

Le carestie, infatti, sono meno ricorrenti (miglioramenti nell’agricoltura e progressi nei

trasporti).

La dieta alimentare è più varia (popolazione più robusta e resistente alle malattie)

Presenza di maggior igiene soprattutto nelle città.

Le epidemie hanno effetti meno devastanti (mortalità più bassa)

Progredisce la scienza medica (nel 1796 Edward Jenner mette a punto il vaccino contro

il vaiolo)

La transizione demografica

Ha inizio il processo di transizione demografica, che vede anzitutto la diminuzione

della mortalità che segue una successiva riduzione della natalità, i due movimenti non

avvengono dunque in simultanea, ma in sequenza; nel primo periodo, per effetto di

natalità elevata e mortalità in calo si assiste a un forte incremento demografico,

l’intensità dell’incremento si riduce nella seconda fase, quando la transizione si è

completata.

La transizione demografica è dunque il passaggio da un regime demografico

caratterizzato da alta natalità e alta mortalità, tipico delle società preindustriali, ad un

nuovo regime demografico caratterizzato da bassa natalità e bassa mortalità, tipico

delle società industriali, in alcuni paesi la transizione si è compiuta velocemente, in

altri casi invece è ancora in corso (es africa)

LEZIONE 2 (24/02)

Economia e imprese nell’età preindustriale

In questo periodo il settore dominante è il primario, l’80% delle popolazioni totale

svolge il lavoro del contadino (dipende dalla zona). Nonostante ciò questo non è il

lavoro più dinamico, questo dovuto a due fattori principali, molti contadini lavorano

anche per l’autoconsumo e gli scambi sono legati ai problemi riguardanti i traporti.

Manifattura, commercio e finanza sono settori residuali, ma comunque rappresentano

quelli più dinamici.

Andando ad analizzare i singoli settori:

1. AGRICOLTURA, settore dominante ma con una bassa produttività, fattore che

verrà risolto solo con la rivoluzione industriale, ma che fino a questo momento

rappresenta per la sua centralità un ostacolo allo sviluppo economico mondiale.

Perché la scarsa produttività viene attribuita alla società feudale?

È un sistema caratterizzato dalla logica sanzionatoria verso la gleba con

un’assenza però di

un ‘’premio per la produzione’’ il quale non incentiva sicuramente a produrre di

più, ma al contrario di compiere semplicemente il proprio compito. Inoltre, sono

posti limiti a libertà e iniziativa economica.

Come sono strutturate le piccole imprese agricole?

Piccole imprese a conduzione familiare

 Coltivatore diretto

 Produzione per l’autoconsumo, la quota residua va al mercato

 Scarsa disponibilità per gli investimenti per ricavi limitati

 Difficile indebitarsi poiché l’unica garanzia sono le proprie terre (rischio di

 perdere tutto)

Per quanto riguarda le altre imprese agricole?

Grandi tenute di proprietà della nobiltà e/o clero

 Proprietario (conferisce terre e K) non coincide con il lavoratore (impiega

 forza lavoro)

Due sono le principali tipologie di contratti: contratti di AFFITTO

 (contadino paga canone fisso in denaro o natura) o contratti di

COMPARTECIPAZIONE (contadino paga una quota % predeterminata del

raccolto)

La quota destinata al mercato è maggiore ma non sempre i contratti

 favoriscono la massimizzazione della produttività (nei contratti di affitto

devo pagare il fisso, potrei quindi essere più spronato a produrre ma al

tempo stesso questo è un contratto a tempo, quindi sono meno

incentivato a lavorare).

Spesso queste imprese non sono orientate al profitto ma alla rendita

 (devo ricavare quello che mi serve per vivere), questo cambierà con la

rivoluzione agraria con la nascita di nuove classi imprenditoriali orientate

al profitto. 4 sottosettori

2. MANIFATTURA, possiamo suddividerla in coesistenti al tempo:

Artigianato, attività diffusa nelle città da maestri artigiani, piccoli

 imprenditori proprietari di materie prime e strumenti di lavoro o corporazioni

(resisteranno fino al 700) ovvero associazioni di persone che nella stessa

località svolgono la stessa professione, sono riconosciute a livello politico e

anche per questo devono sottostare a norme quali ad esempio:

Barriere all’entrata e regole d’ammissione

 Concorrenza tra artigiani

 Tutela del sapere professionale e della qualità dei prodotti

 Mutuo soccorso

Industria a domicilio, si sviluppano nelle campagne e si dedicano per lo più

 all’ambito tessile (con 3 fasi principali: fila, tessitura, tinta). Si tratta di un

settore che prevede una riorganizzazione della filiera produttiva condotta dal

‘’mercante imprenditore’’ (proprietario materie prime e strumenti di lavoro).

Con l’obiettivo di massimizzare i ricavi il mercante imprenditore affida il

lavoro non all’artigiano in città (costano troppo), ma al contadino di

campagna al quale fornice materie prime e strumenti e lo paga a cottimo il

tutto per ridurre il costo del lavoro (stessa logica delle multinazionali

odierne). Questo meccanismo è stato chiamato ‘’proto-industria’’.

Industria capitalistica, c’ è un vero e proprio imprenditore che concentra

 tutto il ciclo produttivo in un unico luogo e opera in settori che richiedono

grosse disponibilità di capitali, diventerà col tempo sempre meno residuale.

Produzione domestica, attività di realizzazione di beni (prodotti tessili,

 attrezzi agricoli…) volta esclusivamente all’autoconsumo.

3. COMMERCIO, Come detto in precedenza i trasporti rappresentano un problema

per il commercio agricolo e manifatturiero, un fattore rilevante è rappresentato

dalla cattiva condizione delle vie di comunicazione terrestri (lenti, faticosi e

costosi) e proprio per questo sono utilizzate sono per beni di prima necessità e

di lusso. Per questi motivi le vie d’acqua sono, quando disponibili, preferite

soprattutto per quanto riguarda i trasporti internazionali. Nonostante ciò, anche

per queste diversi sono i rischi (lentezza, costo, fallimento).

mercante’’

La figura di spicco per il commercio è il ‘’ il quale cambio anche la

propria strategia di movimento, da questo periodo divenne una figura

sedentaria nel senso che si limitava a organizzare gli scambi rimanendo stabile

in un luogo. Due potevano essere le possibili strategie per il mercante: operare

in solitaria o aderire a società ramificate di mercanti-banchieri (hanno filiali in

giro per il mondo gestite da soci in affari che comunicano fra loro per

organizzare gli scambi) o avvalersi di agenti/commissionari anche distanti.

(esempio aziende DATINI).

Grazie a cosa è stato possibile questo sviluppo del commercio?

Fattori istituzionali (=regole del gioco), sistema feudale e dimensione

 religiosa secondo alcuni studiosi sono tra le più rilevanti. L’istituzione più

rilevante è però rappresentata dalla ‘’moneta’’ ovvero una merce

particolare con un valore intrinseco. I problemi che questa rappresenta

sono ad esempio un’offerta di moneta anelastica (dipende da produzioni

minerario e quantità di moneta estera). numeri arabi

Nuovi strumenti commerciali, si diffonde l’utilizzo di

 contabilità

(processo lento e con tempi diversi a seconda del luogo), della

in partita doppia, lettera di cambio

della (permette di regolare posizioni di

credito/debito tra mercanti diversi senza la necessità di spostare denaro,

inizialmente sfruttato solo per trasferimento di fondi in seguito divenne

uno strumento di credito), di strumenti assicurativi (per ridurre/ripartire il

rischio di trasporto a fronte del pagamento di un premio all’assicuratore).

Diverse sono le tipologie di impresa:

INDIVIDUALE, il titolare è il soggetto a cui spettano decisioni e controllo, non si

 distiguono impresa e imprenditore, anche per questo i patrimoni non sono

separati.

SOCIETÀ, necessità di collaborare finanziariamente e operativamente oppure se

 si ritiene preferibile suddividere il lavoro. Alcune sotto tipologie:

Fraterna, basata sulla logica del consorzio domestico (ambiente

 familiare) inizialmente aveva spirito solidaristico in seguito sarà

esclusivamente volta al profitto, inoltre non vi è una netta separazione

tra patrimonio personale e aziendale

Compagnia di negozio, aggrega soggetti anche estranei il che

 comporta il codificare l’ordinamento interno (compiti, risorse investite,

partecipazione degli utili), inoltre c’è una netta separazione tra il

patrimonio personale dei soci con quello aziendale, ma, nonostante

ciò, rimane una responsabilità illimitata dei soci.

La commenda di mare, stipulata tra un capitalista (mette capitale) e

 un capitano di mare (si occupa di investire quel capitale in merci da

rivendere oltremare, 2/3 del profitto va al capitalista e 1/3 al capitano

di mare. Alla fine del viaggio si scioglie la commenda, questo lascia il

dubbio se si tratti di società o associazione in partecipazione

La società in accomandita riunisce due o più soci (possono essere

 accomandatari =apportano lavoro oppure accomandanti = apportano

capitale) in un'unica azienda.

La società anonima, capitale è diviso in azioni e per questo i soci<

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Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiappojr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia Economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Di Fabio Clario.
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