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PIL, Economia e Popolazione: Divergenza

Da questo momento in avanti, l'economia e la popolazione seguono strade divergenti. Fino alla prima guerra mondiale, la crescita economica di un paese era più o meno correlata alla quantità di lavoratori disponibili. Tuttavia, l'industria sta diventando sempre meno dipendente dalla forza lavoro e sempre più meccanizzata. Il fordismo si diffonde ovunque e le logiche di automazione si estendono in ogni settore. Non si tratta più solo di quanti lavoratori ci sono e lavorano, ma anche della qualità del lavoro svolto. Questo spiega l'aspetto più importante di questo periodo.

In questo periodo, la Germania ha un grande successo, mentre la Gran Bretagna subisce un grande insuccesso. Non solo viene superata dalla Germania, ma anche dalla Francia, e si avvicina pericolosamente all'Italia. È evidente che i fattori di sviluppo stanno cambiando.

Un altro caso molto importante e rilevante è quello della Svizzera.

la sua insularità è infatti molto evidente. L'Europa quindi converge, si nota di nuovo quel processo di convergenza visto sul finire dell'800. Istituzioni, abitudini, cultura, economia.. tutto viene convogliato verso un modello unico e ciò non è un caso= vi è fondamentalmente una volontà di costruire un modello europeo diverso e separato rispetto ad altri. In particolare i due modelli principali sono: - Quello degli USA - Quello dell'unione sovietica Ciò che aumenta, e quindi l'elemento che trascina la crescita, in Italia non sono tanto la produzione o l'occupazione che non è così strabiliante; l'Italia ha in realtà un vantaggio importante in quanto è la prima tra i paesi europei in produttività per addetto (ha una grande capacità di essere efficace nella produzione= riduzione di sprechi, tempi morti, buon uso della terra nei campi. In generale i fattori dellaproduzione aumentano proporzionalmente di più rispetto ad altri paesi). Il settore terziario comincia ad essere enormemente esteso e tutto ciò contribuisce all'aumento della produttività. In Italia viene definito come miracolo economico, ma in generale questo periodo viene definito come la Golden age (l'Europa cresce molto di più rispetto a molti altri continenti= l'Europa comincia ad essere il traino dell'economia mondiale). Occorre comprendere da cosa sia stata causata e dove ritrovare una regola aurea per spiegare tutto ciò: In Europa arriva il piano Marshall che non sono soldi ma risorse. In Europa arriva la ricerca esasperata di ogni possibile fonte di efficacia produttivistica (per esportare negli USA era necessario essere più produttivi degli Stati Uniti). In Europa viene quindi presa la scelta di perseguire tutte le possibili fonti di produttività, come il lavoro femminile= che è immediatamente una.

Risorsa di produzione di produttività enorme

Vi sono poi diverse interpretazioni per comprendere per quale motivo sia successo tutto ciò; visono 3 scuole di pensiero:

  1. Chi sostiene la continuità = un gruppo di persone dicono che essenzialmente nel dopoguerra vengono utilizzati meglio fattori che esistevano già prima = il problema è utilizzare meglio ciò che si ha:
    • Maddison: tutto sarebbe nato da un brusco aumento del tasso degli investimenti rispetto al PIL, e questi investimenti avrebbero sviluppato oltre lo standard produzione e produttività.
    • Kindleberger: la crescita deriverebbe da una rinnovata elasticità nell'offerta di forza-lavoro, relativamente a basso prezzo. Questo avrebbe favorito i profitti che, reinvestiti nelle imprese, avrebbero sostenuto la crescita delle imprese e del mercato. Il lavoro si sposta in settori in cui viene utilizzato meglio (la popolazione è la stessa però in questo caso il
riutilizzo efficace ed efficiente della popolazione porta alla Golden age) Lamfalussy: la Golden Age sarebbe stata generata da un aumento senza precedenti delle esportazioni, che a loro volta avrebbero generato profitti, reinvestiti sotto forma di investimenti per la crescita. Tra le due guerre il mercato mondiale era infatti stato bloccato non soltanto dalla crisi ma anche da una serie di misure protezioniste e ciò ha portato ad una catastrofe nei mercati internazionali e ad una serie di misure competitivamente nazionaliste che hanno bloccato l'import-export; chi voleva entrare negli accordi di Bretton Woods però avrebbe dovuto abbassare le misure protezioniste e quindi di fatto l'esplosione delle esportazioni è la chiave di questa differenza nel secondo dopoguerra (le merci sono sempre quelle, ma possono essere scambiate = può svilupparsi la spirale virtuosa della crescita condivisa). 2. Chi sostiene la tesi delle nuove risorse (tesi delladiscontinuità= si pensa che quello cheè successo durante la Golden age sia collegato a qualcosa di nuovo, si pensa cheappaiano degli elementi del tutto nuovi)ü Boltho: i governi avrebbero avuto successo nel dirigere le aspettative dei soggettieconomici verso l'ottimismo e la crescita, creando un ambiente (anche istituzionale)più favorevole alla crescita rispetto al periodo infrabellico (i governi creano questarealtà nuova che sostiene uno sviluppo di tipo nuovo).ü Olson: la guerra avrebbe posto fine al sostegno di cui avevano goduto alcunecoalizioni di soggetti economici interessate a creare meccanismi perversi nellaredistribuzione dei capitali. Il perverso (ed inefficiente secondo lui) legame tragrande industria e Stato esistente dall'età dell'Imperialismo si sarebbe sciolto,liberando risorse ed aprendo mercati in maniera più efficiente. Olson pensa infattiche l’emersione della grande impresa e le grandi banche

E assicurazioni avessero portato ad un collegamento abbastanza stretto tra mondo politico e vertici del mondo economico. Questo nuovo atteggiamento della politica che è diventata politica di massa e che quindi non può più essere influenzata, diventa il nuovo ambiente in cui gli stati non si occupano solo di alcune imprese di punta, ma si occupano dell'economia come un insieme completo ed organico (si occupano dell'economia dei cittadini, non di quella delle grandi imprese).

3. La new growth theory

Riprende un concetto di Moses Abramovitz, "social capabilities for growth", applicandolo al secondo dopoguerra. La crescita sarebbe da collegare ad investimenti in capitale fisico e capitale umano, e soprattutto quest'ultimo sarebbe responsabile della eccezionale crescita nella produttività (è inutile distinguere la crescita del PIL da altri elementi in quanto sono tutte facce del medesimo prisma; viene anche indicato come la crescita debba

esserecondivisa e non individuale). Questa nuova concezione avviene soltanto con il secondo dopoguerra e quindi anche lui sta dalla parte delle novità, ma con questa accezione particolare e con queste caratteristiche particolari.

In un periodo delimitato (1950-1973) si sarebbero combinati gli effetti di tre processi: convergenza, sviluppo trainato dal capitale umano ed efficienza istituzionale orientata alla crescita (non c'è crescita economica se non vi è ottimismo e se non vi sono delle istituzioni efficienti). Tre elementi avrebbero quindi favorito il "catching-up" tra Europa e USA: un ampio divario tecnologico, competenze sociali sottoutilizzate e condizioni favorevoli alla rapida realizzazione del potenziale inespresso.

Il PIL per abitante cresce in questo periodo in maniera significativa e trasversale tra i diversi paesi europei. Questa crescita consente di cogliere inoltre nuove opportunità: nasce la chimica del petrolio e anche vecchie

utilizzando strategie di adattamento e innovazione. L'evoluzione tecnologica e l'apertura verso nuovi mercati internazionali permettono alle produzioni europee di competere con successo a livello globale. In questo contesto, l'Italia e la Spagna emergono come due paesi che riescono a sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla trasformazione strutturale dell'economia. Entrambi i paesi riescono a modernizzare le proprie industrie e a creare nuovi impianti all'avanguardia tecnologica. L'Italia, in particolare, si distingue per la sua capacità di costruire industrie nuove anziché limitarsi a revisionare quelle esistenti. Questo approccio innovativo consente all'Italia di fare un salto in avanti rispetto agli altri paesi europei, che devono affrontare la sfida di adattare le loro industrie tradizionali a un contesto più moderno. Grazie a queste strategie di adattamento e innovazione, l'Europa riesce a riconquistare spazi sui mercati mondiali e globali. La produzione europea diventa competitiva e in grado di soddisfare le esigenze dei consumatori a livello internazionale. Questo successo è il risultato di una combinazione di fattori, tra cui l'evoluzione tecnologica, l'apertura verso nuovi mercati e la capacità di adattarsi ai cambiamenti strutturali dell'economia.conquesto tipo di sviluppo (il sud Europa era quello che stava relativamente peggio).Il modello europeo non fa soltanto soldi ma anche qualità della vita (il numero di ore lavoratescende= si è più ricchi, più istruiti e più in salute).L’unificazione più che economica dell’EuropaLa progressiva costituzione di una organizzazione economica propriamente europea,sovranazionale ed autoregolamentata, è proceduta a sbalzi, per prove ed errori, spessoanteponendo obiettivi politici ai risultati economici (come nel caso del recente allargamentoad Est), oppure all'inverso perseguendo obiettivi economici che però hanno danneggiato lacoesione politica (come nel ripetuto caso della difesa delle industrie nazionali).Obiettivo: ricostruire la particolare fisionomia dell'Unione Europea come attore economico suigeneris, ed i principali effetti delle sue politiche economicheDate fondamentaliv 1942: il “Rapporto

“Beveridge”v 1944: Education Actv 1957: il Trattato di Romav 1973: allargamento dell'Unionev 1992: Trattato di Maastricht

Si creano coperture via via più ampie per questo processo di unificazione europea e di simmetria,uguaglianza tra i diversi stati d’Europa.

L’inizio di questa Unione europea è in Gran Bretagna, che voleva rafforzare il fronte interno econvincere gli inglesi che valesse la pena di sforzarsi al massimo possibile per la guerra in quantola vittoria avrebbe sicuramente portato ad un mondo migliore (diventa complicato però durante laseconda guerra mondiale porre tali promesse alla popolazione0 vi è la necessità di qualcosa dinuovo= nasce una commissione).

Tale commissione è la commissione Beveridge, si vogliono dare delle prospettive di miglioramentodella vita dei britannici che siano però credibili. Viene posto uno studio dettagliato di come possafunzionare meglio la società= giustifica la nascita

del welfare state. Si tratta di trovare una via d'uscita da una situazione tremenda.

Dettagli
A.A. 2022-2023
81 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giacomo1234566 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Mellinato Giulio.