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IL MERCATO DEL LAVORO
Nel mercato abbiamo domanda e offerta, chi richiede e chi offre lavoro.
L’offerta racchiude i potenziali dipendenti ovvero tutti i potenziali lavoratori ma
nello specifico quelli attivi (essere disponibili a lavorare). Tutti quelli che
lavorano o quelli disposti (cercano attivamente lavoro).
Noi abbiamo un problema enorme di inattività chi non cerca lavoro (poca
proattività) in particolare tra le donne.
Anche le modalità di misurazione dei dati è importante: anche i dati sono frutto
di una costruzione sociale. Questo elemento risulta essenziale in quanto per la
comparazione è necessario che i dati o siano simili e nel caso non lo siano deve
essere operata un’armonizzazione.
Molti sociologi definiscono impropria l’espressione mercato del lavoro in quanto
non è comparabile ai mercati tradizionali, manca la merce (lavoratori) e manca
il prezzo in quanto nel mercato tradizionale equilibra domanda e offerta che
rende il mercato simmetrico mentre nel mercato del lavoro questo non è
possibile (il lavoratore è in una posizione di subordinazione).
Possono essere poste condizioni di lavoro che dal punto di vista razionale di
equilibrazione non hanno senso.
nel mercato normale si ambisce ad una massimizzazione del profitto, del lato
dell’utilità economica. Nel mercato del lavoro questo non è necessariamente
vero es. prestigio, soddisfazione. Anche l’imprenditore potrebbe non
perseguirla es. eccettuare di guadagnare un po’ di meno per proporre
condizioni migliori.
Il lavoratore mette in gioco tutte le sue competenze e risorse, non si scambiano
solo le capacità personale ma tutti gli aspetti che lo caratterizzano. Es. perchè
a partità di competenze e curriculum io assumo una persona piuttosto che
l’altra. Es. presenza o meno di impegni familiari. Anche qualcuno di. Simile a
livello valoriale. Anche le informazioni sui social possono diventare una proxy
delle mie concezioni valoriali. Inserire una persona molto lontana dai valori
organizzativi può comportare difficoltà in un’impresa: per posizioni elevate si
fanno prove anche per quanto riguarda la predisposizione a leadership,
comunicazione ecc.
Le variabili demografiche sono importanti.
Importantissimo il capitale sociale: es. contesto familiare, chi ti ha segnalato,
quali altre esperienze e contatti hai acquisito (università private che riescono a
rendere gli studenti più occupabili per questo motivo).
Importanza dei legami deboli di granovetter.
es. Vengo da una famiglia di medici quindi sono stato socializzato a quella vita,
ai passaggi richiesti ecc (socializzazione primaria verso un determinato ruolo).
Granovetter modifica questa idea per cui non sono solo i legami forti come
quelli familiari a fare la differenza, essi sono colmi di interdipendenze.
I criteri seguiti dalle imprese hanno anche una serie di aspettative su quanto il
lavoratore è disposto ad accettare quella condizione: previsione del consenso.
Se uno ha carichi familiari e meno probabile che voglia contestarmi e quindi
rischiare di perdere il lavoro. È difficile accettare un lavoratore qualificato
perchè ha un più forte potere contrattuale e quindi non vorrà accettare tutte le
condizioni che mi vengono proposte.
Il rapporto asimmetrico tra imprese e lavoratori viene modulato dalle istituzioni
che devono fornire una dimensione normativa. Non sempre le istituzioni
riescono es. platform workers. La domanda è sempre più fluida e flessibile
rispetto all’offerta, la regolamentazione in parte la limita. Es. la
somministrazione di lavoro è molto più auspicabile per l’offerta piuttosto che
per la domanda.
Le determinanti (perchè accetto) dell’offerta:
- le aspirazioni professionali, anche cultura del lavoro (status sociale),
Per le donne la prima occupazione è il way out per la ricerca di un’autonomia,
questo ci dice tanto anche alla socializzazione di autonomia. Questi stereotipi
influenzano anche le etiche del lavoro
- capacità di mobilitare relazioni forti o deboli
- Ruolo del welfare e della famiglia. Ci danno istituti che facilitano il
passaggio tra lavori. Noi abbiamo obblighi familiari che vanno anche oltre
alla famiglia nucleare. il sistema è basato su solidarietà Inter familiari.
- vincoli dovuti a responsabilità lavorative o extra. Es. essere impiegato nel
volontariato dovrebbe essere considerato come parte del mercato del
lavoro in quanto è comunque funzionale al mantenimento di un
determinato sistema sociale.
welfare dell’investimento sociale: lavorare menon per lavorare tutti e investire
nel volontariato ecc. Soprattutto per le persone anziane risulta sempre più
importante la costruzione di reti.
Le determinanti della domanda
- Tipo di posizionamento competitivo: nella pubblica amministrazione la
domanda è rimasta molto tradizionale: regole fisse, statiche, non si
collocano in modo competitivo.
Marianna mazzuccato: le pubbliche amministrazioni si sono svuotate di
competenze, sono rimasti i burocrati weberiani. Infatti progressivamente ha
esternalizzati i processi dove si necessitava di competenze
tecniche/specialistiche. In questi anni la PA ha esternalizzato moltissime
competenze soprattutto in sanità, in generali affidati a compagnie di
consulenze esterne e quindi sono state svuotate di competenze.
- Strategie di reclutamento
- rappresnetazioni condivise di chi sa fare cosa es. per le risorse umane mi
serve di meno il sociologo o lo psicologo rispetto ad un giurista o un
ingegnere gestionale. Si pensa che le soft poi siano facilmente acquisibili.
Quindi risultano molto importanti anche le aspettative del datore di
lavoro verso determinate competenze. Fanno effetto spiazzamento.
Noi abbiamo una discreta incidenza di lavoratori che non riescono a rientrare
nel mercato. In senso stretto, in cerca di prima occupazione, e chi sta.
Continuum occupazione disoccupazione
Le statistiche fotografano condizioni molto statiche ma le condizioni reali sono
molto più dinamiche, le categorie non sono così facilmente applicabili.
Superlavoro: due o più attività es. chi lavora in un’impresa e poi arrotondo: in
teoria si dovrebbe fare con la partita iva ma in pratica posso anche non farlo.
Quindi potrei avere persone che lavorano molto più di quanto dovrebbero e
altre che non la trovano. E qui entra in gioco anche il network che
un’occupazione mi da.
Inattivi
Lezione 11/03/2024
Negli anni 40 la Toyota è il principale produttore giapponese e ha un peso
assolutamente marginale nella produzione di automotive. 2685 vetture
prodotte in 30 anni contro le 7000 prodotte in un solo giorno dalla Ford e un
dipendente assembla due veicoli all’anno. Negli anni 50 e a seguire, viene fuori
un tentativo di avviare un nuovo modello che si consolida negli anni 80 in cui
abbiamo la nascita del modello giapponese, superiore rispetto a quello di
produzione Taylor-fordista.Il modello giapponese prevedeva di produrre gli
stessi volumi con una qualità assolutamente superiore. Da qui la lean
production (produzione snella). Si inizia a produrre sulla base della domanda
concreta dei veicoli. Si ha un cambiamento dalla produzione di massa alla lean
production prima il cliente e poi la produzione, non più il contrario.
Quali sono i principi fondamentali della lean production?
1. Zero stock: non si fa più immagazzinaggio. Just in time (comprare quello
che ti serve per produrre) non più just in case. Sistemi di localizzazione:
localizzare alcune fasi della catena in modo di non fermare
completamente.
2. Zero tempi d’attesa per il cliente: prodotto customizzato. Il tempo
d’attesa è limitato.
3. Zero tempi morti: efficientamento della catena e tempi di assemblaggio
4. Zero difetti: maggiore controllo anche sulla catena di produzione
5. Zero conflitto: identificazione piena con quella che è la fabbrica.
Necessità di immedesimare il lavoratore con quelli che sono gli obiettivi
della fabbrica. Commitment aziendale. Meno questo sarà elevato più sarà
probabile l’insorgenza di conflitti.
6. Zero burocrazia
Possiamo immaginare il fordismo come una versione efficientata e corretta
(lean production) di questo modello. Un altro aspetto del modello giapponese è
la forte rappresentazione delle maestranze. Qui le maestranze sono
responsabili del miglioramento di quei prodotti. Al lavoratore vengono
riconosciute le sue competenze e viene così responsabilizzato. Se nel fordismo
abbiamo un’adesione passiva ad una serie di ordini qui il lavoratore è libero di
proporre suggerimenti relativi a innovazioni o difetti. Per Ford c’è una
sostituzione perfetta tra i lavoratori, nel modello giapponese i lavoratori sono
unici con le proprie competenze. Uno degli elementi di criticità è la mancanza
di autonomia e di delega.
Progresso tecnico e conseguenze sociali
De industrializzazione: progressiva perdita di centralità del reparto
industriale nell’economia (ridimensionamenti, smantellamento aree
industriali, lean production e PMI). Es. alitalia-aeroitalia
Neo- industrializzazione (distretti; reti)
De standardizzazione (lavori, flessibilità, nuovi rischi sociali, precarietà):
se si disgrega ‘impresa si disgregano anche i rapporti di lavoro all’interno
dell’impresa. come viene regolato il lavoro e come il welfare deve
adattarsi alle nuove sfide.
Studi di genere (incremento, disuguaglianze, welfare): riflettere sulle
questioni legate ai sistemi di welfare e alla loro ristrutturazione in
risposta ad una popolazione non più omogenea. Come e dove si
producono le disuguaglianze sul mercato.
Crisi del fordismo
Successo dei movimenti di contestazione: inizia ad essere applicata una
regolamentazione del mercato del lavoro che può avere la sua
insostenibilità lato impresa. Il miglioramento delle condizioni di lavoro è
funzionale alla solidità dell’impresa. C’è una tensione a garantire
sicurezza nel mercato che nel lungo periodo si sono rivelati insostenibili.
Nuovi metodi di produzione: poter operare una riduzione del costo
unitario di base aumentando il tasso di innovazione tecnologica. Es.
cassiera e casse automatiche.
Concorrenza internazionale
Nuovi comportamenti di consumo
Effetti Specializzazione produttiva e decentramento: abbiamo aree che si
specializzano in alcune produzioni con un forte decentramento. Si
concentrano alcune specializzazioni in alcune aree o settori e il resto
viene decentralizzato.
Innovazione tecnologica e automazione
Nuove metodologie di gestione delle risorse umane
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