GM)
Alcune domande guida per l’analisi e la diagnosi della macrostruttura…
Differenziazione divisionale a)È prevalente un’attenzione alle tecnicalità delle diverse
attività svolte all’interno dell’azienda o è prevalente un’attenzione ai risultati di tali
attività (prodotti, servizi, mercati, territori, politiche, ecc.)? b) In che misura sono
presenti sottounità cui sono affidate le attività dell’ambito operativo individuate in
base a clienti/destinatari/mercati/settori/aree geografiche di riferimento? c) In che
misura sono presenti sottounità cui sono affidate le attività dell’ambito operativo
in base
individuate in base ai prodotti, servizi, progetti, commesse dell’azienda? ->
delle risposte è possibile posizionare l’assetto organizzativo sull’asse orizzontale
nella figura.
Specializzazione funzionale a) In che misura sono presenti sottounità cui sono affidate
le attività dell’ambito operativo individuate in base alle tecnicalità o alle competenze
delle risorse umane? b) Vi è una particolare attenzione alla specificazione delle
funzioni delle unità con una forte separazione delle posizioni responsabili in base alle
diverse competenze tecnico professionali? c) In che misura l’azienda ha chiaramente
esplicitato le differenze nei ruoli tecnico professionali assegnati nelle varie sottounità?
in base delle risposte è possibile posizionare l’assetto organizzativo sull’asse
->
verticale nella figura.
LEZIONE 5 (13/03)
Prendiamo ora in considerazione l’altro elemento che compone il terzo step ovvero le
relazioni esterne poiché sono l’alternativa alla produzione interna sia per quanto
riguarda le attività primarie che di supporto. Le varie attività devono (o possono)
essere eseguite all’interno dell’azienda o acquisite all’esterno e per questo è
necessario eventualmente attivare meccanismi di coordinamenti appropriati e diversi
a seconda se facciamo riferimento a attività interne o esterne. Queste scelte vengono
adottate in base al livello di disaggregazione e contesto di ecosistema (possibilità che
più soggetti contribuiscano a realizzazione di un prodotto, tanto più sarà spinta la
divisione del lavoro e tanto più i confini lavorativi saranno poco visibili).
Le relazioni che l’azienda stringe verso interno e esterno vengono definiti accordi
(Stabiliscono le aspettative reciproche di azione; definiscono, tra i soggetti coinvolti,
chi deve fare cosa e quando) e inoltre questi possono avere diversi gradi di
formalizzazione (contratto o informale o …). Gli accordi interni sono quelli che
definiscono la parte declinativa dei contratti già stipulati a maglie larghe (sono
incompleti), mentre gli accordi esterni possono essere di acquisizione di attività, beni
ecc. oppure di coinvolgimento di personale (somministrazione per esempio).
Definire il numero e il tipo di accordi significa entrare nel merito della programmazione
organizzativa, gli accordi infatti facilitano la scomposizione delle attività e il loro
successivo raggruppamento (per definire obblighi e standard da seguire per ridurre
l’incertezza). Inoltre, questi accordi influenzano i processi di information processing e
(numero accordi di esternalizzazione
incidono sui confini il quale cresce in base a
quanto l’azienda ha bisogno di soggetti esterni per raggiungere lo standard ottimo per
numero di accordi relativi a personale).
il business in cui opera E
Quindi, perché si stipulano accordi?
Per rafforzare la capacità di essere efficienti e quindi laddove la scelta di ricorrere a
soggetti esterni favorisce la rapidità.
Per rafforzare l’efficacia andando a far riferimento a soggetti molto professionali di
cui magari non è possibile disporre continuamente.
Solitamente però questa strategia comporta anche una maggior onerosità
Assetto a ISOLA, aziende con bassa permeabilità bassa fertilizzazione, i
perimetri sono molto rigidi e chiari (tipico di joint venture e consorzi). Pochi sono
gli accordi stipulati e quei pochi vanno a creare una nuova ‘’isola’’
= la joint venture può essere definita come «la creazione di una nuova
organizzazione formalmente indipendente da quelle che l’hanno
generata, sebbene queste ultime avranno su di essa un certo controllo».
= con consorzio intendiamo «un’associazione che svolge attività per
conto delle aziende che lo vanno a creare, con un assetto solido e
formalizzato».
Assetto OUTSOURCER, azienda alto grado di permeabilità dei confini e basso
grado di contaminazione delle conoscenze, essa quindi va a acquisire beni e
servizi dall’esterno per la realizzazione di un prodotto finito (assetto più
comune). La decisione principale in questo caso riguarda proprio se
esternalizzare o meno la produzione, regia e coordinamento diventano due
capacità fondamentali da gestire per l’impresa. I contratti di outsourcing
presentano dei rischi (dovuti alla possibilità che le aspettative non vengano
rispettate) che possono essere ridotti curando le specifiche delle caratteristiche
dei lavori, beni e servizi oggetto dello scambio e preferire relazioni di medio-
lungo termine. (caso BOEING [top] e LEGO [flop])
Assetto COLLABORATIVE COMMUNITY, azienda con basso grado di permeabilità
dei confini aziendali e alto ricorso a personale esterno, c’è forte condivisione di
conoscenze ma al tempo stesso una stipulazione di accordi limitata. Le
condizioni preliminari per un assetto del genere sono: un clima da squadra,
delle risorse umane con elevate esperienze e competenze, una reputazione sul
mercato quale partner affidabile e di successo. Decido di scambiare determinate
conoscenze con altre imprese per un certo periodo con l’obiettivo di esaltare la
qualità delle risorse umane. (caso BLADE. ORG)
Assetto a CONFEDERAZIONE, azienda con elevatissimo grado di contaminazione
delle conoscenze e alto livello di permeabilità dei confini, tipico di questi assetti
è lo stipulare ‘’alleanze strategiche’’ o ‘’partnership’’ (porta vantaggi a
reciproci). Assetto molto utilizzato nelle grandi opere dove spesso troviamo
grandi imprese collaborare per raggiungere grandi obiettivi (caso AEROPORTO
HONG KONG).
Alcune domande guida per l’analisi e la diagnosi delle relazioni esterne…
L’analisi del grado di apertura dei confini 1. Quale è la tipologia e la rilevanza di
accordi esterni messi in atto per l’approvvigionamento di beni e servizi? 2. Quale è la
tipologia e la rilevanza di accordi esterni messi in atto con consulenti esterni? 3. Quale
è la tipologia e la rilevanza di accordi esterni messi in atto per acquisire personale a
tempo, con contratti stagionali o con contratti in somministrazione o con partite IVA?
L’analisi del grado di contaminazione delle conoscenze 1. Quale è la tipologia e la
rilevanza di accordi esterni messi in atto per sviluppare innovazioni nei prodotti e nei
servizi erogati dall’azienda? 2. Quale è la tipologia e la rilevanza del ricorso ad accordi
esterni messi in atto per svolgere progetti e commesse? 3. Quale è la tipologia e la
rilevanza di accordi esterni messi in atto per sviluppare innovazioni nei processi
operativi (produttivi, commerciali, amministrativi, ecc.)?
‘’Smart working’’
Parlando di abbiamo diverse definizioni…
a. Una prima definizione lo definisce come un metodo più efficace per tutti di
lavorare
b. In seguito, la definizione gira intorno alla domanda ‘’dove lavoro meglio? Dove
ho le condizioni migliori?’’
Ad oggi con SW intendiamo genericamente il ‘’lavorare non in ufficio’’. Le questioni
centrali per questo ambito riguarda sia la tecnologia (necessaria la sua evoluzione e il
rapporto tra questa e il lavoratore) sia la progettazione organizzativa (cos’è
telelavorabile, come va svolto lo SW per certo lavoro, come controllo lo SW).
In Italia centrale per lo SW è l’art.19 della legge 81/2017 nel quale viene definito come
«l’accordo individua altresì i tempi di riposo del lavoratore, nonché le misure tecniche
ed organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle
strumentazioni tecnologiche di lavoro».
L’introduzione dello SW porta ad una progettazione organizzativa molto attenta, La
tecnologia che cambia induce un cambiamento nel contenuto del lavoro e nelle
competenze. Inoltre, È un cambiamento che va preparato a tutti i livelli: vertice (con
un preciso commitment), capi diretti (con supporto a gestire collaboratori che non
vedono e controllano) lavoratori (perché imparino a lavorare per obiettivi, a usare
tools). Gli effetti dell’introduzione di SW in azienda sono controversi:
Ore di lavoro PIU’ lunghe e più POROSE, ma MINORI tempi di spostamento, PIU’
discrezionalità per organizzarsi
Migliore WLB, MA più interferenza
Maggiore intensità di lavoro, MA più discrezionalità nei tempi di lavoro per
compensarla
Più stress per gli high mobile (quelli che tendono ad avere un operato più
dinamico)
La legge 81/2017 è riuscita a tutelare due bisogni fondamentale per i lavoratori ovvero
la produttività (per le aziende che godono di +Efficienza, Riduzione costi,
+Innovazione, +Qualità) e la conciliazione (per le persone che godono di
Soddisfazione e +Motivazione).
La sfida per le imprese riguarda il livello tecnologico per quanto riguarda la
digitalizzazione e le competenze digitali dei lavoratori, quello organizzativo vista la
necessità di rivisitare i processi lavorativi (ecc.) e quello culturale ovvero come si
relazionano le imprese.
LEZIONE 6 (20/03) risorse umane,
Un ulteriore elemento contenuto nello step 4 sono le definite dalla
maggior parte dei manager in azienda come la risorsa fondamentale per le imprese in
tutti i compiti indipendentemente dalla loro rilevanza. Spesso, infatti, anche i soggetti
con un ruolo apparentemente ‘’di livello di più basso’’ potrebbero essere quelli con cui
il cliente si interfaccia e di conseguenza quelli che influenzano anche parzialmente le
scelte del cliente stesso. Con risorse umane intendiamo rappresentare il concetto di
risorsa economica (colui che realizza il business) che si porta dietro tutte le specificità
della persona in questione. Il passaggio del concetto da forza lavoro a risorsa umana è
anche legato al fatto che sempre più le imprese sono legate
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