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SESSUALITÀ E MASCHILITÀ

Le donne sono meno libere degli uomini di esprimere, dire e agire il desiderio e la curiosità, perchéa dispetto degli importanti cambiamenti che hanno attraversato il XX secolo e che hanno mutatole culture sessuali del mondo occidentale, la sessualità continua a essere pensata come potenzialeminaccia alla cittadinanza femminile, la quale si gioca ancora oggi sulla reputazione sessuale,benché siano cambiati i criteri distintivi per distinguere le “donne per bene” dalle “donne permale”.

Viceversa, la cittadinanza maschile si gioca sulla sessualità, o meglio sull’esibizione di una potenzasessuale, vera o presunta. Il vero maschio deve mostrare interesse nei confronti della sessualità edeve mostrarsi sessualmente adeguato agli occhi degli altri maschi, specie negli anni giovanili diaddestramento alla virilità. I maschi, attraverso la socializzazione alla sessualità,

imparano moltopresto che per apparire maschi agli occhi degli altri maschi, dovranno continuamente esibire segni di una sessualità attiva, insaziabile, predatoria, anche a costo di risultare molesta o violenta. La socializzazione ai modi bruschi deve cominciare il prima possibile, infatti, attraverso processi di glorificazione del pene del neonato o del piccolo, e rinforzi e sanzioni legate alla dimensione morale, le socializzazioni di genere scoraggiano l'interesse delle bambine nei confronti della sessualità, e promuovono quello dei bambini, i quali devono imparare a mostrare interesse, ma incoraggiando una sessualità maschile costretta a mostrarsi predatoria, genitori e adulti di riferimento di fatto si rendono inconsapevolmente complici di performance virili che possono sfociare nella violenza. GENDERIZZAZIONE RAPPORTATA ALLE SCELTE DI FORMAZIONE FUTURE: La segregazione formativa è una suddivisione sessista, insita nel nostro ordinamento scolastico.che sul lavoro, soprattutto per le figlie. Inoltre, la scuola stessa può contribuire alla segregazione formativa attraverso l'offerta di corsi e materie che riflettono stereotipi di genere. Ad esempio, le scuole tendono ad offrire più corsi di matematica e scienze per gli studenti maschi, mentre le materie umanistiche come letteratura e storia sono spesso associate alle studentesse. La segregazione formativa ha conseguenze negative sia per gli uomini che per le donne. Gli uomini possono essere limitati nelle loro scelte di carriera e possono perdere l'opportunità di sviluppare competenze in settori come l'arte e la letteratura. D'altra parte, le donne possono essere escluse da settori ad alta remunerazione e possono essere soggette a discriminazioni e stereotipi di genere nel mondo del lavoro. Per combattere la segregazione formativa, è necessario promuovere l'uguaglianza di genere nella scuola e nella società. Le scuole devono offrire opportunità e supporto per tutti gli studenti, indipendentemente dal loro genere, e devono sfidare gli stereotipi di genere nelle scelte educative. Inoltre, è importante coinvolgere le famiglie e sensibilizzarle sull'importanza di una scelta formativa basata sulle passioni e le abilità individuali, anziché sul genere. Solo attraverso un'educazione inclusiva e equa possiamo superare la segregazione formativa e promuovere un futuro più giusto e paritario.

Delle figlie che su quella dei figli, incoraggiando ipercorsi universitari. Queste aspettative, interiorizzate dalle ragazze, sono probabilmente tra i fattori che concorrono all'ottenimento di migliori risultati.

Nell'indagine di Biemmi e Leonelli emerge che le ragazze iscritte a ingegneria o informatica sono fortemente motivate, appassionate e mosse da interessi autentici. Le ragazze che operano questa scelta atipica hanno alle spalle rendimenti scolastici molto elevati e un contesto familiare favorevole che sostiene appieno l'opzione non consueta. Le ragazze, perciò, appaiono serene e decise.

Diverso è per i ragazzi, che arrivano alla scelta di professioni di cura attraverso traiettorie più articolate, e che rischiano un maggior biasimo sociale, anche se entrambi, ragazze future ingegnere e i ragazzi futuri maestri, sanno che stanno operando uno sconfinamento e che ciò avrà delle conseguenze. Per esempio, se è lui a trasgredire, magari.

Diventando maestro in un asilonido, la discriminazione è molto spesso solo iniziale, ma una volta superati i timori rispetto all'integrità di genere della persona e ai suoi obiettivi reconditi, l'uomo facilmente sarà messo su un piedistallo, diventando, agli occhi di tutte e di tutti, il migliore. Quando invece a trasgredire è lei, la discriminazione non è solo in ingresso, ma sembra persistere a lungo, o comunque rimanere in agguato, puntando su un progressivo e logorante processo di invalidazione.

LA RICERCA SVOLTA:

È una ricerca svolta nel corso di due anni per il Comune di Genova da parte del progetto STEP: acronimo di Stereotipi Educazione e Pari opportunità; oggetto della ricerca è la riproduzione degli stereotipi di genere nelle scuole dell'infanzia. La ricerca ha coinvolto un gruppo di insegnanti che hanno preso parte a un percorso di formazione sugli stereotipi di genere. All'inizio e alla fine di questo

Per valutare l'efficacia del percorso formativo sono stati utilizzati diversi strumenti di ricerca. Inizialmente è stato somministrato un questionario, creato dall'equipe di valutazione, al fine di raccogliere informazioni sulla percezione degli stereotipi e misurare l'apprendimento prima e dopo il corso di formazione.

Inoltre, sono stati condotti due focus group, uno all'inizio e uno alla fine del percorso formativo. Questi focus group hanno coinvolto bambine e bambini provenienti dalle scuole selezionate. Durante la ricerca, sono state utilizzate tecniche come l'osservazione, il disegno e l'intervista attraverso stimoli.

Le due scuole selezionate per la ricerca etnografica sono state scelte perché rappresentano due realtà sociali molto diverse. Una scuola si trova in un quartiere popolare, caratterizzato da un'alta percentuale di migrazione e disagio sociale. L'altra scuola, invece, si trova in un quartiere misto.

composto prevalentemente da persone appartenenti alla piccola borghesia e aquello che viene attualmente definito ceto medio; tale scelta è stata improntata, secondo la prospettiva intersezionale, a considerare la classe sociale come variabile rilevante nel processo di ridimensionamento.

I FOCUS GROUP:

Sono una risorsa preziosa per documentare le complesse e mutevoli dinamiche attraverso cui si formano le opinioni, si elaborano e si applicano le norme e i significati propri del gruppo. La loro peculiarità consiste nell'interazione tra i soggetti che permette di far emergere una concatenazione di opinioni e di pensieri non necessariamente consapevoli o già strutturati. Dalla dinamica di gruppo possono risultare nuovi punti di vista e prospettive non valutate a priori; il grande vantaggio dell'interazione, infatti, è quello di riprodurre in modo più realistico il processo che presiede alla formazione delle opinioni.

Il primo focus è stato

improntato a una modalità esplorativa e poco direttiva, e ha avuto la funzione di comprendere la percezione e la consapevolezza delle insegnanti riguardo ai loro stereotipi. In questo caso si è deciso di partire da uno stimolo scritto per diversi motivi: lo stimolo scritto ha la funzione di rompere il ghiaccio, tutti hanno la stessa possibilità di partecipare e non ci si condiziona reciprocamente. È stato quindi chiesto alle partecipanti di scrivere almeno tre associazioni associate a "maschile" e "femminile"; ognuna, poi, doveva essere scritta su un post-it diverso, in modo da poter procedere alla sistematizzazione per gruppi omogenei sulla lavagna di carta. In generale, si può affermare che, inizialmente, gli atteggiamenti e le opinioni delle partecipanti si siano riferite soprattutto alle proprie esperienze di coppia o familiari, interpretando la mascolinità in termini di difetti, mancanze del partner, e accostando la

femminilità ai pregipersonali. In seguito, la discussione è scivolata sulle bambine e i bambini, a partire dalla loro esperienza professionale.

Il secondo focus group ha avuto la funzione di valutare l’efficacia del percorso effettuato e lo sviluppo di una qualche forma di competenza di decostruzione e consapevolezza degli stereotipi di genere. In generale, si ritiene che il percorso abbia portato a un notevole accrescimento della consapevolezza da parte delle insegnanti ma, allo stesso tempo, si è registrato anche un considerevole disagio derivante dalla resistenza che produce in ognuna/o di noi la messa in discussione degli stereotipi di genere.

L’ETNOGRAFIA:

L’etnografia è una pratica che prevede la presenza sul campo al fine di cogliere il dato per scontato, spesso prodotto da una struttura sociale che si produce nelle pratiche e nei discorsi: per questo motivo nell’osservazione è necessario porre attenzione ai dettagli, prendere

sul seriole banalità e osservare la quotidianità fatta di riti e pratiche. Per la ricerca sono state scelte due scuole e, all'interno di ognuna, due classi. Le due scuole appartengono a due quartieri molto differenti: una in una zona periferica di prevalente classe popolare, l'altra in centro con una classe sociale mista ma definibile di ceto medio. Ciascuna ricercatrice ha seguito nel corso di due anni sempre la stessa classe. L'osservazione, infatti, è una tecnica in cui chi fa ricerca si inserisce in modo diretto e per un periodo temporale relativamente lungo in un gruppo sociale perso nel suo ambiente naturale, instaurando un rapporto di interazione personale con i componenti del gruppo, con l'obiettivo di descriverne le azioni e di comprenderne le motivazioni, mediante un approccio empatico. L'osservazione prevede diversi momenti consequenziali che si possono così riassumere: - Prima fase: è l'osservazione descrittiva,

Una descrizione ampia del contesto che si vuole osservare, nella quale la ricchezza di particolari viene sacrificata a vantaggio di una visione d'insieme.

Seconda fase: è l'osservazione focalizzata, una descrizione più specifica e dettagliata, che si basa sulla scelta di chi conduce l'etnografia di approfondire un particolare tema.

Terza fase: è l'osservazione strutturata, realizzata quando diviene necessario rilevare la frequenza dei comportamenti, magari anche per poi analizzare i risultati ricorrendo a procedure statistiche. Per operare in questa terza fase è necessario costruire una griglia di osservazione, frutto del confronto tra i prodotti delle prime due fasi e la letteratura teorica di riferimento.

Per fare una buona etnografia occorre prendere appunti in modo metodico e continuativo, generalmente gli etnografi scrivono anche un diario di ricerca, contenente appunti, promemoria e soprattutto note di campo. Nello scrivere le note

etnografiche è fondamentale preservare l'avariazione linguistica. Per questo è necessario non ridurre la variabilità linguistica e trascrivere fedelmente le parole usate dagli
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A.A. 2021-2022
55 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marty.v00 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dell'infanzia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Stagi Luisa.