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La pena
La pena prima doveva essere volta quasi alla vendetta, invece, tutta l'area illuminista andando contro le regole precedenti, partono con la legittimità della legge, ovvero che bisognava scrivere che cosa era previsto perché le persone che commettevano reati dovevano essere a conoscenza di quali fossero i comportamenti scorretti e le conseguenze per fare il calcolo costi-benefici. La pena doveva essere deterrente, ovvero doveva impedire nuovi reati e la deterrenza poteva essere:
- Speciale: Quella che si ha nei confronti del soggetto che ha già commesso il reato, che conoscendone le conseguenze non ne commetterà un altro.
- Generale: Conoscendo le conseguenze delle azioni negative, il pubblico sarà disincentivato nel commetterne altre.
L'INFANZIA E ISTITUI PER MINORI:
Nel periodo della scuola classica vi è un inizio delle istituzioni dedicate specificamente ai minori, perché iniziano a venire considerati come una categoria.
più precisa. È proprio in questo periodo che inizia a formarsi un sentimento di infanzia soprattutto nelle classi più elevate, vista come un momento di assoluta innocenza. Qui nascono, inoltre, le prime due infanzie:- Borghese: formata dalle classi superiori e medie.
- Proletaria: era considerata di una moralità presunta, formata da classi subalterne a cui ancora non viene data molto importanza, con soggetti visti nella loro ormai corruzione.
- I collegi: Per forgiare i ragazzi delle famiglie borghesi, per istruirli alla loro posizione sociale.
- Le case di lavoro: Che contenevano quella gioventù proletaria, per instradare i ragazzi verso il mondo del lavoro.
Nascere i primi istituti per minori che si differenziavano dal trattamento riservato invece agli adulti. In questa fase è molto importante il ruolo della filantropia, poche erano quindi le istituzioni pubbliche. L'artigiano Franci fu il primo che istituì una casa per minori raccogliendo tutti i vagabondi, dando loro un ricovero e del lavoro; poi questa cosa si formalizzerà e diventerà l'ospedale San Filippo Neri, che raccoglie oltre ai vagabondi anche i figli discoli delle famiglie importanti. L'ospedale prevedeva delle celle dove venivano di solito messi i poveri indisciplinati e ingestibili, ma a scopo di punizione venivano anche usate per i ricchi. Un altro istituto importante fu quello di San Michele, che oltre a questi indesiderati aveva soprattutto minori inviati dai tribunali per evitare che scontassero la pena nel carcere degli adulti. A partire dall'unità d'Italia di iniziano sempre più a sviluppare due tipologie
Di case di custodia:
- Case di custodia governative: Prevedevano anche degli stabilimenti pubblici di lavoro, per minori che avevano commesso reati penali.
- Case di custodia private: I vari istituti che accoglievano minori indisciplinati o raramente che venivano dal penale.
Una forma più organizzata si inizia ad avere con il regolamento carcerario del 1877, che toglie le case di custodia governative penali e cerca di renderle meno punitive e più educative. Infatti, si prevede che affianco alla figura del direttore, si aggiunga la figura dell'istitutore o del censore di carattere più educativo. In realtà questa parte del regolamento però non fu mai applicata.
LA SCUOLA POSITIVA:
A cavallo del 900 la scienza fornisce le basi per una nuova concezione dell'individuo, che non è più inteso come autodeterminato, ma è soggetto a numerose costrizioni sociali e individuali. Nello stesso periodo inizia ad essere in voga il Darwinismo sociale.
Che ammoniva l'opinione pubblica sulla degenerazione della razza con regressioni che potevano portare ad una distruzione della sua purezza. Vi è l'introduzione di metodi statistici e empirici anche nel mondo del diritto e del delitto. Quindi si passa ad una metodologia basata sulla tassonomizzazione sia di dati relativi alla società sia di dati relativi al soggetto umano. Vi è uno spostamento di interesse all'individuo, al soggetto criminale e non più all'atto.
LOMBROSO E FERRI: Danno tanta importanza ai fattori biologici ed ereditari nella genesi della delinquenza. Hanno l'idea del delinquente nato e il rifiuto di ogni responsabilità morale del soggetto criminale, cioè non era responsabile proprio perché determinato da numerose costrizioni soprattutto psicologiche individuali e in parte anche sociali. Lombroso oltre all'antropometria effettuava un multistrato di considerazioni, che andavano dalle
particolarità fisiche a quelle caratteriali, che secondo lui erano indice di una potenziale se non sicura criminalità. Oltre ai vari misuratori lui richiama anche le teorie Darwiniste, all'antropologia biologica e alle leggi della biogenetica, in particolare alla legge che vedeva l'evoluzione culturale collegata a differenti stadi, si pensava che l'ontogenesi, ovvero l'evoluzione dell'individuo, ripercorresse la filogenesi, cioè lo sviluppo della specie e di conseguenza è da qui che viene fuori il concetto dell'origine del crimine, ovvero quello che era una regressione a stadi evolutivi precedenti allo stato del selvaggio, del pre-uomo e quindi è proprio qui che si crea la connessione con l'interesse per l'infanzia nella scuola positiva. Nel criminale si vedeva la riproduzione del selvaggio, dell'uomo primitivo per cui l'infanzia era quello che c'era di più vicino al selvaggio. Lo stampoIl concetto del delinquente nato, secondo Lombroso, ha origine in una fossetta occipitale che viene trovata nel cranio e che ha la forma di un piccolo cervelletto non sviluppato, tipico dei feti di 5 mesi. Da qui nasce l'idea che il delinquente abbia bloccato il suo stadio evolutivo e di conseguenza l'interesse per l'infanzia, nei confronti della quale ha una visione malvagia, perché riproduceva quanto più c'era di primitivo nell'uomo e, quindi, quanto più vicino c'era nel criminale e che soltanto crescendo e diventando adulto si normalizzerà anche attraverso l'educazione. Però non tutti subivano questa evoluzione nel crescere, alcuni rimanevano bloccati, ad esempio le donne, che avevano una pessima reputazione; per quanto riguarda tutti gli altri invece rimanevano in un'infanzia prolungata, ovvero la minoranza di delinquenti. L'origine di questo blocco veniva trovata nella famiglia già corrotta e i...
genitori normali potevano essere identificati facilmente attraverso un'anormalità fisica, l'essere già delinquenti o folli o dediti all'alcolismo. Anche gli orfani avevano questo pregiudizio, per la mancata stima nei confronti della famiglia. Ferri la formazione scolastica la vede con un certo scetticismo, perché questa formazione secondo lui per i minori bravi era superflua perché si comportavano già bene, per i minori "normali", poteva avere dei benefici, mentre era ritenuta assolutamente deleteria per i minori delinquenti, perché ne acuiva la malizia e la furbizia. Proprio questa malvagità dei minori sarà il terreno privilegiato per far nascere ulteriori dispositivi di controllo, modellati sulla base della loro malleabilità, stabilita attraverso il concetto di pericolosità sociale, quanto più eri non responsabile, più potevi essere pericoloso. I più pericolosi.dovevano essere internati e resi inoffensivi, i meno pericolosi invece potevano essere trattati anche in modo molto dolce. Si introduce quindi un diverso livello di trattamento del delinquente, in modo individualizzato, che però non ha una certezza ma dipendeva dalla risposta del soggetto. Inoltre, il giudizio della pericolosità sarà un medico a farlo, non il giudice. Per coloro che erano trattabili, c'erano i sostituti penali, ad esempio la libertà vigilata, mentre per quelli non trattabili bisognava difendere la società recludendoli e mettendoli al lavoro. Fondamentalmente le strategie positiviste nei confronti dei giovani delinquenti erano di due tipologie:
- Riguardanti le famiglie: Proteggendo i minori dalla contaminazione possibile che veniva da famiglie inadeguate, cercando di aiutare quelle famiglie particolarmente povere, ma anche quindi un più stretto controllo delle stesse da parte delle istituzioni.
- Determinare il grado di
Pericolosità: Attraverso la costituzione di cartelle antropo-biografiche attraverso cui distinguere i pericolosi. Vi sono una serie di riforme che vanno già dal codice Zanardelli del 1889, che riproduce in parte alcune indicazioni di quello sardo, fino al 1934. Il codice Zanardelli riproduce una classificazione della responsabilità penale sulla base dell'età e del discernimento così com'era nel codice sardo, però differenzia molto di più l'età. Al di sotto dei 9 anni i minori non erano imputabili, ma se avevano commesso un reato punibile con più di un anno, potevano essere internati nelle case di custodia. Per i minori tra i 9 e i 14 anni si applicava il concetto del discernimento, è il medico a stabilire se il minore si è comportato con discernimento, in caso negativo verrà trattato come i minori di 9 anni, in caso positivo invece verrà inserito in istituzioni specifiche, ovvero i.
riformatori.Dai 14 ai 21 anni c'è una modulazione differente della pena, che veniva però comunque scontatanel carcere per adulti. Secondo l'articolo 116 del 1889 dovevano finire in istituti anche i minorinon accompagnati da adulti e quelli che si davano alla mendicità e al vizio (i minori prostituti) e iminori disobbedienti alla volontà paterna.
LE TEORIE STRUTTURAL-FUNZIONALISTE:In generale sono quelle che studiano una società come una totalità di strutture culturali e socialiche sono tra loro interdipendenti e ciascuna delle quali da un suo contributo specifico allariproduzione di una stabilità sociale. Queste teorie nascono intorno agli anni 30 e dominerannofino agli anni 60. Si inseriscono in un periodo in cui vi è già uno stop delle migrazioni a partire dal1924 con un enorme
riduzione del tasso di ricambio della popolazione, ora la popolazione diventa una classe consumatrice da costruire perché è in questo periodo che nasce l'industria della pubblicità e la società dei consumi.