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COHEN – LE SUBCULTURE DEVIANTI
È l’esponente principale delle subculture devianti. È allievo di Parsons. La sua opera più importante è “Delinquent boys” (1955). Nell’incipit di questo testo, Cohen vuole fare un ritratto della subcultura delinquente che sarà familiare all’assistente sociale. Il suo scopo è offrire una terza prospettiva sulle subculture per uscire da una sorta di conflitto rispetto alle spiegazioni sulla genesi e sulla sottocultura in sé stessa. Infatti, all’epoca andavano in voga le teorie psicogenetiche della delinquenza e le teorie della trasmissione culturale (quest’ultime sono teorie sociologiche sviluppate dalla scuola di Chicago).
Quanto alla letteratura sociologica su babygang e devianza, distinguiamo tre tradizioni:
- Parte dalle riflessioni degli studiosi che afferiscono alla scuola di Chicago che si sviluppa con la teoria dell’etichettamento
- Parte dalle...
Riflessioni sull'anomia di Durkheim e di Merton - Cohen si inserisce in questa prospettiva. Approccio delle opportunità differenziali sviluppato da Cloward e Ohlin. L'influenza di Merton nei lavori di Cohen è evidente nonostante negata da quest'ultimo. Cohen condivide l'idea che anche i giovani cercano un ruolo nell'organizzazione sociale, cioè di conseguire uno status accettato e riconosciuto nella società. Molto presto, già a scuola emerge per i giovani della classe operaia, l'impossibilità di fare propri valori, modelli, stili di vita delle classi privilegiate. Secondo Cohen questi giovani capiscono subito che non saranno mai come i ragazzi che studiano e hanno un lavoro soddisfacente. La tensione strutturale che sta all'origine delle condotte devianti dei ragazzi delinquenti si manifesta quindi sin dall'inizio del percorso scolastico. Questa impossibilità determina nel giovane un senso
di vita alternative e si trovano nuove forme di identità. Tuttavia, è importante sottolineare che le bande giovanili possono facilmente sfociare in comportamenti criminali, poiché la mancanza di opportunità e di mezzi può spingere i giovani verso attività illegali come il furto, lo spaccio di droga o la violenza. Inoltre, Cohen evidenzia come le bande giovanili siano spesso caratterizzate da una gerarchia interna, in cui i membri più anziani o più influenti assumono ruoli di leadership e di controllo sugli altri. Questo può portare a una sorta di spirale discendente, in cui i giovani vengono coinvolti sempre di più in comportamenti devianti e criminali. Per contrastare il fenomeno delle bande giovanili, Cohen suggerisce l'importanza di intervenire a livello sociale, offrendo ai giovani opportunità di crescita e di inserimento nella società. È fondamentale creare programmi di sostegno e di formazione che permettano ai giovani di sviluppare competenze e di trovare alternative positive alla vita di strada. In conclusione, il concetto di frustrazione di status proposto da Cohen ci aiuta a comprendere le dinamiche che portano alla formazione delle bande giovanili. Tuttavia, è importante considerare che ogni contesto sociale è diverso e richiede interventi specifici per contrastare questo fenomeno e offrire ai giovani opportunità di crescita e di inclusione sociale.degli appartenenti al gruppo. Nella banda si ridicolizza chi vuole imitare gli stili di vita dei giovani per bene. Si crea così una subcultura delle bande i cui valori sono costituiti dal ribaltamento di quelli della cultura dominante. Si pongono nuove norme, nuovi criteri per definire gli status. Alla fine, questa subcultura si istituzionalizza. Per cui la soluzione differenziale si trasferisce da un giovane all'altro e da una generazione all'altra (si rincontra la teoria della trasmissione culturale).
Questo testo termina con una domanda: che cosa può la società americana per ridurre la delinquenza giovanile? Cohen suggerisce di cambiare l'orizzonte normativo in modo da consentire anche ai giovani della classe operaia di competere ed entrare nella società. Perché non si interessa delle donne e dei giovani delle classi agiate? Per quanto riguarda le donne, non puntavano alla ricchezza ma a essere buone mogli, madri infatti Cohen fa riferimento
alla devianza sessuale. Per quanto riguarda i giovani della classe agiata, le loro condotte non portavano alla frustrazione e quindi alle bande.
CLOWARD E OHLIN – LE OPPORTUNITÀ DIFFERENZIALI
Danno vita alla teoria delle opportunità differenziali che si pone tra le due tradizioni viste prima. Parlano di un altro binario fatto di opportunità illecite che portano ad accessi altrettanto differenziati e limitati. Non esiste un solo binario per raggiungere le mete di successo, ma ne esiste un altro con accessi strutturati, differenziati.
Parlano quindi di diverse subculture:
- Criminale: presente una struttura stabile tipica di una comunità ben integrata, dedita al furto in cui i minori sono usati sin da piccoli. I giovani hanno la possibilità di apprendere tecniche per le attività criminali da intraprendere una volta adulti.
- Conflittuale: banda disgregata in cui gli adulti esercitano un controllo debole sui giovani, non hanno nemmeno
impresso nella sociologia della devianza successiva, è proprio questa teoria della criminalità dei colletti bianchi. Anche le classi sociali elevate hanno quindi i loro fenomeni devianti tipici. Queste condotte devianti dei colletti bianchi sono inoltre frequentemente di più elevate danno sociale rispetto alla criminalità delle classi inferiori. Inoltre, ricevono un trattamento di maggior favore. Questa questione di autopercezione delle proprie condotte è ripresa da Sutherland quando evidenzia le differenze tra i comportamenti devianti delle classi inferiori e superiori. La persona della classe inferiore si percepisce come un criminale ed è percepito come un criminale anche dalla collettività. La persona della classe superiore invece si percepisce come un giusto cittadino e così è percepito anche dalla comunità.
Matza è un autore difficilmente inquadrabile in quanto è associato ai teorici
Dell'etichettamento e alla scuola di Chicago. Le sueteorie sono state applicate nel campo della violenza maschile contro le donne. Vediamo una critica alle teorie subculturali sul modello di Cohen. È critico nei confronti di questi approcci perché abbiamo una premessa si basa sui valori subculturali opposti da quelli condivisi dalla comunità. Non è convinto da questateorizzazione di una frattura tra mondo deviante e mondo conforme. Dovremmo soffermarci sulle forme di integrazionetra il mondo criminale e quello convenzionale. Perché il mondo deviante porta in superficie valori che attraversano tutta lasocietà. Il comportamento deviante si studia dall'interno, dal punto di vista del soggetto che agisce la devianza. Studiandotali comportamenti, ci si accorge che in realtà non incontriamo una frattura. Più spesso abbiamo una deriva ovvero unmomentaneo allontanamento dall'orizzonte normativo. Le persone violano le
leggi in cui credono, trasgrediscono regoleche condividono e per farlo ricorrono a strategia di neutralizzazione del vincolo normativo. La teoria di Cohen nonspiega i sentimenti di vergogna e paura per la trasgressione e l'ammirazione per gli onesti. Il soggetto devia distaccandosimomentaneamente. Il giovane apprende delle vere e proprie str