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APPROCCIO MAIEUTICO
➔ La maieutica è l’arte del porre domande per aiutare la persona a trovare autonomamente le
risposte utili alle loro esigenze (invece che impartire conoscenze in modo passio, si tirano fuori dalla
→utile
persona stessa tramite domande) per sviluppare atteggiamento critico
➔ Alla base di ciò deve chiaramente esserci volontà e impegno da parte dell’educando, valore che in
parte deve esserci a priori, in parte deve essere trasmesso
Il PEDAGOGISTA è un educatore che possiede le competenze critiche e riflessive per progettare e gestire
un ambiente educativo facilitante per lo sviluppo dei valori umani. (grande responsabilità)
CARATTERISTICHE
- Etica e apprendimento (l’educazione richiede dall’individuo un atteggiamento etico di impegno e
responsabilità)
- Campo di gioco: il campo di gioco va continuamente rimodellato e modificato in base alle nuove
esigenze e scoperte. Bisogna trovare soluzioni aperte, non definitive.
- Riflessività: significa assumere un atteggiamento critico, di messa in discussione, e valutare tanti punti
di vista. Diventa poi metà riflessività quando la riflessione si sposta sul sé, viene interiorizzata.
- Teoria e prassi: vanno in sincro; c’è bisogno di appoggiarsi a modelli teorici, ma si deve avere un risvolto
pratico nella vita delle persone, trovare soluzioni ad hoc per i problemi.
COSA BISOGNEREBBE FARE
- Confronto serrato su temi e argomenti da trattare a lezione (spesso alcuni temi vengono dati per
scontati...)
- Incrementare spazi di riflessione collettiva
- Intervenire sulla motivazione al conoscere, allenare la curiosità
- Mettere in crisi modelli educativi obsoleti e trovarne di nuovi
- Creare progetti per facilitare la relazione tra pari (sia a scuola che fuori, es tutoraggio)
MORIN – 7 SAPERI PER L’EDUCAZIONE DEL FUTURO
L’idea di fondo è quella di infondere nei ragazzi un sentimento di appartenenza globale, unico, di
cittadinanza terrestre. L’educazione deve basarsi sulla relianza (= tutto ciò che unisce e promuove il bene
comune)
Finalità: relazione società-individui (democratica) + umanità come comunità planetaria
I 7 saperi sono:
1. CECITA’ DELLA CONOSCENZA (ERRORE E ILLUSIONE): “conoscere la conoscenza”. Ogni conoscenza
comporta il rischio di incorrere nell’errore e nell’illusione; l’educazione deve affrontare questo tema.
L’errore e l’illusione sono difficili da riconoscere; l’educazione deve spiegare che la nostra
percezione del mondo non è perfetta, ma è il frutto della traduzione del linguaggio/pensiero, e in
quanto tale rischia di essere imprecisa o sbagliata. (es: intelligenza intrinsecamente collegata
→
all’affettività, è impossibile escludere le emozioni dai processi conoscitivi proiettiamo
paure/speranze nel mondo e spesso ci illudiamo)
2. PRINCIPI DI UNA CONOSCENZA PERTINENTE: bisogna sempre considerare le singole parti in
→
relazione al tutto, e avere un’ottica transdisciplinare solo così si potranno cogliere i problemi
globali.
3. INSEGNARE LA CONDIZIONE UMANA: bisogna insegnare tutto ciò che riguarda l’uomo, quindi la
→
sua natura biologia, sociale, culturale, storica ... questo è alla base della cittadinanza globale,
perché ci fa capire la nostra somiglianza agli altri
4. CITTADINANZA TERRESTRE: bisogna spiegare la storia del mondo, dei popoli, evidenziando i conflitti
e trasmettendo la necessità di creare un fronte unito fra uomini.
5. AFFRONTARE LE INCERTEZZE: i rischi e le incertezze vanno accolti, affrontati e sfruttati per produrre
nuove possibilità. (Lo sviluppo delle scienze ci ha esposto a tantissime incertezze, bisogna imparare
ad affrontarle e ad accettarle)
6. INSEGNARE LA COMPRENSIONE: partendo dall’insegnamento dell’incomprensione
7. ETICA DEL GENERE UMANO: l’individuo ha una triplice condizione (individuo, membro della
→
società, membro della specie umana) vanno trasmesse e potenziate tutte e tre
PIGMALIONE IN CLASSE
il termine deriva dal mito greco di Ovidio (Pigmalione crea una statua perfetta, se ne innamora e lei prende
vita).
Ad oggi con effetto pigmalione si intende l’autorealizzazione delle aspettative (proprie e degli altri)
→l’idea che un insegnante si fa degli alunni è determinante nella riuscita dei progressi di questi ultimi; in
modo implicito le aspettative vengono trasmesse e influenzano i processi di apprendimento.
Fu essenziale lo studio di ROBERT ROSHENTAL e LEONORE JACOBSON nella Oak School (USA): verificarono
il fenomeno, e anche i fattori che aumentavano/diminuivano tali effetti.
➔ Ad inizio anno dissero agli insegnanti di aver fatto un test intellettivo agli alunni (in realtà no); e
→
individuarono gli alunni più promettenti (in realtà presi a caso) dopo un po’ di mesi questi ragazzi
avevano raggiunto un miglioramento nettamente superiore agli altri.
➔ →
Spiegazione del fenomeno Roshental individua 4 modalità principali con cui il prof trasmette le
sue aspettative agli alunni più promettenti
1) atmosfera “più calda”
2) + feedback e quindi > motivazione
3) insegnano di più e in modo migliore
4) permettono loro di rispondere di più e di fare più domande
+ linguaggio del corpo, tono di voce ...
ELOGIO DELLO SCARTO E DELLA RESISTENZA →
L’idea pedagogica deve essere INATTUALE (Non coincidere con le idee prevalenti nel presente) si parla
quindi di SCARTO
Lo SCARTO è la cifra emblematica dell’educare, sollecita il procedere verso traguardi che vanno sempre un
po’ più in là. (si cerca sempre di superare i traguardi raggiunti)
Accezioni dello scarto:
- Scarto tra la riflessione proposta e quella suscitata, e scarto come distanza tra strada indicata e strada
che l’altro decide di prendere (scarto dato dall’individualità di ciascuno)
→
- Scarto tra le aspettative degli insegnanti e i risultati degli alunni scarto da accettare (per evitare
effetto pigmalione) →
- Scarto rispetto al pensiero dominante il carattere utopico delle riflessioni pedagogiche è ciò che
spinge al miglioramento e al superamento dei risultati ottenuti
→
- Consapevolezza metacognitiva come scarto spesso non assumiamo un pensiero critico, anche
perché siamo immersi nel conformismo
→
- Emozioni come scarto dilagante analfabetismo emozionale (sul piano pedagogico occorre allenare
all’emozione) →
- Corpo come scarto scarto tra corpo idealizzato (perfetto, giovane, sano) e corpo reale (vissuto,
vecchio, malato, ferito, imperfetto)
→
- Progettualità come scarto scarto tra la passività del conformismo (spinge ad essere tutti uguali, non
accetta la divergenza e quindi nemmeno le idee innovative, le prese di decisione...) e la progettualità
(fare scelte, prendersi la responsabilità di operare e di produrre cambiamento)
Come mezzo di contrasto allo scarto, c’è il concetto di RESISTENZA
→
- Collaborazione tra studiosi, educatori, insegnanti pensiero critico
- Rafforzamento delle capacità di non lasciarsi sedurre dal conformismo e dai meccanismi di
competitività
- Coerenza e continuità nella quotidianità
- Denuncia all’uso spregiudicato delle parole (vs scarto tra uso comune delle parole e vero significato)
- Resistenza verso la discriminazione, la violenza, ...
- Allontanarsi dalla triade “denaro, potere, successo”
PROBLEMATICISMO RAZIONALISTA – BANFI E BERTIN
La condizione storica in cui ci troviamo è caratterizzata da diverse problematicità (nuove e destabilizzanti); ci
sono state tantissime conquiste importanti, ma allo stesso tempo sono emerse molte contraddizioni e
insufficienze nel delineare una traiettoria precisa di impegno etico e sociale, e c’è inoltre una progressiva
svalutazione del pensiero critico (vedi book block).
➔ Esigenza di un nuovo modello educativo
Da queste esigenze si sviluppa il modello filosofico dell’educazione denominato “problematicismo
razionalista”, rivisitato in chiave pedagogica da Bertin, a partire dalle considerazioni filosofiche di Banfi.
ANTONIO BANFI
Il problematicismo si contrappone all’idealismo, in quanti si basa sull’essere costantemente inattuale. La
prospettiva di Banfi si basa su due assi portanti:
1) teoria della ragione critica e antidogmatica, RAGIONE COME PRINCIPIO METODOLOGICO
2) rivendicazione di un UMANESIMO LIBERO E PROFONDO
GIOVANNI BERTIN Caratteristiche
Applica l’idea di Banfi alla pedagogia. - È un’esigenza, e ha
Tutto parte dal concetto di ESPERIENZA = integrazione (sempre parziale) tra le carattere trascendentale
due polarità “IO” e “MONDO” (dimensione egocentrica ed eterocentrica)→ - L’idea limite è
questa integrazione è l’idea limite a cui si tende. l’integrazione totale della
dimensione egocentrica
È grazie alla problematicità di questa integrazione che è possibile il cambiamento, con quella eterocentrica
perché si tende sempre al superamento dei risultati ottenuti in vista della - Ha struttura porosa (piena
→
massima integrazione possibile per questo la si può considerare forte (ciò che di contraddizioni,
per le altre scienze è un problema, è qui fonte di innovazione) complessità...)
- Antidogmatismo
Problematicismo = messa in discussione di concetti, paradigmi condivisi dai più, - Multilateralità delle
riconoscimento dei problemi presenti in qualsiasi forma si presentino, e direzioni dell’esperienza
individuazione di vie di superamento di tali problemi. educativa (affettiva,
PROBLEMATICA DELL’ESPERIENZA EDUCATIVA: per Bertin il problema sta quindi intellettuale, emotiva,
→
nella formazione della personalità in rapporto a sé stessi e al mondo legge sociale...)
- flessibilità
trascendentale dell’esperienza educativa (idea limite a cui tendere)
Negli anni 80, Bertin e Contini elaborano la TEORIA DELLA PROGETTAZIONE ESISTENZIALE: il protagonismo
del soggetto sta nel campo delle scelte→ quindi, l’obbiettivo è di mantenere le differenze, intese come
diritto del soggetto a non essere parte del pluralismo informe, diritto alla tutela della propria divergenza
OBBIETTIVO FINALE A CUI SI TENDE (utopia) = REALIZZARE SE’ REALIZZANDO L’ALTRO
DIVERSITA’ DIFFERENZA
Caratteristiche biopsicologiche e sociali che non Personale divergenza, DA TUTELARE
abbiamo potuto scegliere.
Bisogna lottare CONRTO il riconoscimento delle
diversità per promuovere il diritto