Anteprima
Vedrai una selezione di 18 pagine su 85
Appunti pedagogia Pag. 1 Appunti pedagogia Pag. 2
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti pedagogia Pag. 6
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti pedagogia Pag. 11
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti pedagogia Pag. 16
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti pedagogia Pag. 21
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti pedagogia Pag. 26
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti pedagogia Pag. 31
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti pedagogia Pag. 36
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti pedagogia Pag. 41
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti pedagogia Pag. 46
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti pedagogia Pag. 51
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti pedagogia Pag. 56
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti pedagogia Pag. 61
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti pedagogia Pag. 66
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti pedagogia Pag. 71
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti pedagogia Pag. 76
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti pedagogia Pag. 81
1 su 85
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ACCENTRATORE

Questo paragrafo analizza come la scuola italiana sotto il regime fascista (1922-1943)

fosse strutturata per servire gli interessi del regime autoritario, utilizzando il sistema

educativo come strumento fondamentale di controllo ideologico e politico. La scuola

fascista, infatti, non si limitava a formare cittadini in grado di svolgere un lavoro

produttivo, ma mirava a forgiare una generazione di fedeli al regime, pronti ad

abbracciare l’ideologia fascista e a partecipare attivamente alla vita politica e

militare del paese.

Il modello autoritario e centralizzato

1. Centralizzazione del sistema educativo:

Sotto il fascismo, il sistema educativo italiano divenne fortemente centralizzato e

monolitico, con il governo che assunse un controllo diretto e autoritario sulla scuola.

Il Ministro della Pubblica Istruzione, in questo caso Giovanni Gentile, che giocò un

ruolo fondamentale nel rinnovamento della scuola fascista, impose un sistema rigido e

uniforme, controllato dal partito fascista.

• Le scuole furono organizzate in modo che l’insegnamento fosse uniforme in

tutta Italia, con lo Stato che determinava non solo il curriculum scolastico, ma anche i

metodi di insegnamento. Ogni aspetto della vita scolastica doveva riflettere la

prospettiva fascista, dal contenuto delle lezioni alle attività extracurriculari, come

l’educazione fisica, che enfatizzava il culto del corpo e la preparazione fisica per il

servizio militare.

2. Il ruolo di Giovanni Gentile e la “Riforma Gentile”:

Il filosofo Giovanni Gentile fu l’architetto principale della riforma scolastica fascista,

che cercava di unificare e omogeneizzare il sistema educativo. La sua riforma,

approvata nel 1923, creò un sistema educativo centralizzato e autoritario che esaltava

il ruolo dello Stato come principale veicolo di educazione. La scuola doveva non solo

educare, ma anche trasmettere i valori fascisti di disciplina, fedeltà al regime e

rispetto per l’autorità.

• La scuola divenne, così, un campo in cui i giovani venivano preparati a diventare

cittadini conformisti, con una forte centralizzazione del potere e la sottomissione

al regime.

La propaganda fascista nella scuola

3. Indottrinamento ideologico:

Una delle caratteristiche principali della scuola fascista fu l’indottrinamento

ideologico. Gli insegnanti venivano obbligati a insegnare l’ideologia fascista, e gli

studenti erano incoraggiati a emulare il modello del “cittadino fascista”.

• I manuali scolastici furono scritti per trasmettere i valori del fascismo,

glorificando il regime, l’imperialismo e la dittatura di Mussolini, con una forte

enfasi sul nazionalismo e sul culto del Duce.

• L’insegnamento della storia venne fortemente revisionato per riscrivere gli

eventi in chiave fascista, enfatizzando i miti del fascismo e del grande Impero

Romano, cercando di costruire una continuità storica tra l’antica Roma e il regime

fascista.

4. Le organizzazioni giovanili fasciste:

Al di fuori delle aule, il fascismo promuoveva la creazione di organizzazioni giovanili,

come il Balilla (per i ragazzi) e le Piccole Italiane (per le ragazze), che miravano a

formare i giovani nella mentalità fascista attraverso attività fisiche, militari e

culturali. Queste organizzazioni erano strettamente legate alla scuola e avevano lo

scopo di educare i giovani alla disciplina, alla fedeltà al regime e al servizio dello

Stato.

• Le attività del Balilla e delle Piccole Italiane venivano spesso integrate nel

programma scolastico, facendo sì che i giovani si sentissero parte del progetto

nazionale fascista fin da piccoli.

L’esclusione delle influenze esterne e la disciplina totale

5. Il controllo su libri e insegnamenti:

Durante il fascismo, il controllo sugli insegnanti, sui materiali didattici e sulle

letture fu stretto. I professori dovevano essere fascisti convinti, e chi non lo era

veniva rimosso dai posti di lavoro. I libri di testo venivano approvati dallo Stato, e

solo quelli che rispettavano la visione fascista della realtà venivano utilizzati.

• Le ideologie non fasciste venivano vietate, e chiunque cercasse di diffondere

idee contrarie al regime veniva perseguitato. Così, la scuola divenne un luogo dove la

libertà di pensiero era limitata e dove il pensiero unico fascista dominava.

6. La scuola come strumento di preparazione militare:

L’educazione fisica e la preparazione militare erano centrali nel curriculum scolastico

fascista, in quanto l’addestramento fisico dei giovani doveva essere un passaggio

fondamentale per la loro successiva carriera militare. La scuola, quindi, non si

limitava a formare intellettualmente i giovani, ma li preparava a diventare soldati

pronti a rispondere all’appello della Patria.

• Le esercitazioni fisiche e le attività sportive venivano utilizzate come

strumento per inculcare un forte sentimento di appartenenza alla nazione e per

rafforzare la disciplina e la subordinazione all’autorità.

La scuola italiana durante il fascismo - Un modello autoritario e accentratore

Questo paragrafo analizza come la scuola italiana sotto il regime fascista (1922-1943)

fosse strutturata per servire gli interessi del regime autoritario, utilizzando il sistema

educativo come strumento fondamentale di controllo ideologico e politico. La scuola

fascista, infatti, non si limitava a formare cittadini in grado di svolgere un lavoro

produttivo, ma mirava a forgiare una generazione di fedeli al regime, pronti ad

abbracciare l’ideologia fascista e a partecipare attivamente alla vita politica e

militare del paese.

Il modello autoritario e centralizzato

1. Centralizzazione del sistema educativo:

Sotto il fascismo, il sistema educativo italiano divenne fortemente centralizzato e

monolitico, con il governo che assunse un controllo diretto e autoritario sulla scuola.

Il Ministro della Pubblica Istruzione, in questo caso Giovanni Gentile, che giocò un

ruolo fondamentale nel rinnovamento della scuola fascista, impose un sistema rigido e

uniforme, controllato dal partito fascista.

• Le scuole furono organizzate in modo che l’insegnamento fosse uniforme in

tutta Italia, con lo Stato che determinava non solo il curriculum scolastico, ma anche i

metodi di insegnamento. Ogni aspetto della vita scolastica doveva riflettere la

prospettiva fascista, dal contenuto delle lezioni alle attività extracurriculari, come

l’educazione fisica, che enfatizzava il culto del corpo e la preparazione fisica per il

servizio militare.

2. Il ruolo di Giovanni Gentile e la “Riforma Gentile”:

Il filosofo Giovanni Gentile fu l’architetto principale della riforma scolastica fascista,

che cercava di unificare e omogeneizzare il sistema educativo. La sua riforma,

approvata nel 1923, creò un sistema educativo centralizzato e autoritario che esaltava

il ruolo dello Stato come principale veicolo di educazione. La scuola doveva non solo

educare, ma anche trasmettere i valori fascisti di disciplina, fedeltà al regime e

rispetto per l’autorità.

• La scuola divenne, così, un campo in cui i giovani venivano preparati a diventare

cittadini conformisti, con una forte centralizzazione del potere e la sottomissione

al regime.

Benedetto Croce e la reazione alla riforma fascista

3. La posizione di Benedetto Croce:

La riforma Gentile non fu accolta senza resistenze. Benedetto Croce, uno dei più

importanti filosofi e storici italiani del XX secolo, rappresentò uno dei principali

oppositori alla trasformazione della scuola italiana sotto il fascismo. Sebbene Croce

fosse un sostenitore dell’autonomia culturale e della libertà di pensiero, si oppose

fortemente al controllo centralizzato e ideologico imposto dal regime fascista.

• Croce riteneva che il fascismo stesse asservendo la cultura al potere politico e

che la scuola, invece di essere un mezzo per indottrinare i giovani, dovesse essere un

luogo in cui fosse possibile sviluppare un pensiero critico e indipendente. La sua

critica si concentrava sulla repressione delle libertà e sull’uso della scuola per

trasmettere un’ideologia autoritaria e non per promuovere la formazione del

pensiero autonomo.

• La visione di Croce contrastava con quella di Gentile, che considerava

l’educazione come una missione di formazione dell’individuo in chiave autoritaria, in

cui la libertà del pensiero veniva sacrificata sull’altare dell’unità nazionale fascista.

4. Il ruolo di Croce nella difesa dell’autonomia culturale:

Croce, pur non essendo un oppositore diretto al fascismo in tutte le sue forme, si

oppose fermamente alla sua ingerenza nelle questioni culturali e educative. Il

filosofo difendeva l’indipendenza della cultura rispetto al potere politico, che

cercava di strumentalizzarla. Secondo Croce, la scuola non doveva essere un mezzo

per “educare” i giovani alla fedeltà cieca verso il regime, ma doveva essere un luogo di

libera ricerca e di sviluppo del pensiero critico.

• Croce criticava l’idea che la scuola dovesse servire esclusivamente agli interessi

del potere fascista. Per lui, la scuola doveva essere uno spazio di liberazione

intellettuale, e non uno strumento di conformismo ideologico. Questo contrasto con

la visione fascista lo portò a difendere una concezione di cultura liberale, in cui la

scuola fosse il veicolo della libertà di pensiero e della creatività individuale.

La propaganda fascista nella scuola

5. Indottrinamento ideologico:

Una delle caratteristiche principali della scuola fascista fu l’indottrinamento

ideologico. Gli insegnanti venivano obbligati a insegnare l’ideologia fascista, e gli

studenti erano incoraggiati a emulare il modello del “cittadino fascista”.

• I manuali scolastici furono scritti per trasmettere i valori del fascismo,

glorificando il regime, l’imperialismo e la dittatura di Mussolini, con una forte

enfasi sul nazionalismo e sul culto del Duce.

• L’insegnamento della storia venne fortemente revisionato per riscrivere gli

eventi in chiave fascista, enfatizzando i miti del fascismo e del grande Impero

Romano, cercando di costruire una continuità storica tra l’antica Roma e il regime

fascista.

6. Le organizzazioni giovanili fasciste:

Al di fuori delle aule, il fascismo promuoveva la creazione di organizzazioni giovanili,

come il Balilla (per i ragazzi) e le Piccole Italiane (per le ragazze), che miravano a

formare i giovani nella mentalità fascista attraverso attività fisiche, militari e

culturali. Queste organizzazioni erano strettamente legate alla scuola e avevano lo

scopo di educare i giovani alla disciplina, alla fedeltà al regime e al servizio dello

Stato.

• Le attivit&agrav

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
85 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marica2508 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della pedagogia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Nanni Silvia.