Nonostante le continue proposte per cercare accordi pacifici, le lotte sembrano non giungere mai al
termine.
La religione ufficiale è l’Islam, ma fra quelle minori troviamo anche l’ebraismo, il cristianesimo e la
religione musulmana – sunnita.
La condizione della donna è drastica: molte sono le donne detenute e sottoposte a maltrattamenti
come molestie sessuali, isolamento, perquisizione delle celle e confisca dei beni, violenza fisica.
Il turismo nei territori palestinesi coinvolge in particolar modo:
Gerusalemme est (il cui accesso è sotto il controllo dello Stato di Israele)
Cisgiordania (nella quale la maggior parte del movimento dei turisti è sotto il controllo di
Israele)
Striscia di Gaza (anche se dal 2005 non vi è più praticamente flusso turistico a causa del
continuo conflitto militare via terra e aria, e del blocco marittimo imposto dal governo
d’Israele.)
Posti visitati sono: la Basilica della Natività che segna il luogo di nascita di Gesù; il campo dei
pastori, dove è stata annunciata ai pastori la nascita di Gesù; piazza della mangiatoia.
STORIA
Il termine “Palestina” fu introdotto nel 135 d.C. dall’ Imperatore Adriano, che sostituì l’antica
denominazione del territorio “Provincia Judaea” con quella di “Provincia Syria Palaestina”; questo
toponimo è derivato dall’uso greco del nome del popolo dei Filistei, che storicamente si scontrarono a
lungo con gli Israeliti sul territorio. Già Erodoto utilizzava questa denominazione riguardo l’area della
costa mediterranea abitata dai Filistei, e talvolta per indicare la terra che dalla costa arrivava alla Valle
del Giordano
La realtà attuale vede la Palestina storica divisa tra le entità politiche dello stato di Israele che occupa
quella fascia di territorio delimitata dal mar Mediterraneo ad ovest, dal deserto Siro-Arabico ad est,
dalla valle fra il Libano e dall’Hermon a nord e dal deserto del Negheva sud e le terre confinanti sono
quelle del Libano, della Siria, della Cisgiordania, della Giordania, del golfo di Akaba e della Striscia di
Gaza.
I Territori palestinesi comprendono invece le zone occupate da Israele prima del 1967, Gerusalemme
est, la striscia di Gaza e alcune aree della Cisgiordania, tra cui le città di Gerico, Hebron, Nablus e
Betlemme, equivalenti a circa la metà di quel territorio.
Le acque del Giordano sono sfruttate per l'irrigazione dagli israeliani, sebbene solo la parte del suo
corso superiore appartenga loro di diritto, così come i giordani si servono dell’acqua dello Yarmuk, suo
importante affluente, riducendo e mettendo a rischio così la disponibilità idrica e la produzione
agricola dei territori palestinesi, nonché l'apporto idrico al Mar Morto, così necessario per
contrastarne l'evaporazione. La gestione del bacino del Giordano costituisce dunque uno fra i punti
critici nei rapporti tra Israele e ANP.
STORIA DEL TERRITORIO
La parte più vasta e fertile è occupata dalla Cisgiordania, prevalentemente collinare, che supera di
poco i mille metri d'altezza nel Monte Nabi Yunis (1.030 m.) e che comprende le città più importanti.
In essa sono individuabili tre zone morfologiche a cui corrispondono approssimativamente da nord a
sud le regioni di Galilea, Samaria e Giudea:
La Galilea si presenta montagnosa e ricca di acqua, con al centro due grandi e fertili pianure: la
pianura di Esdrelon o di Izreel, dominata dal monte Tabor (detto anche monte Hermon) , e la
pianura del Saron; le città più importanti sono Haifa, Nazareth, Zefàt, Cana, Akko (l’antica
Tolemaide). Si estende dal versante settentrionale del monte Hermon a nord, fino a tutta la
piana di Yzre’el,; a ovest e a est è limitata rispettivamente dal Mediterraneo insieme alla catena
del Carmelo e dalla depressione del Giordano. È questa un’area lunga circa 100 Km e larga 50,
che viene solitamente suddivisa in Alta e Bassa Galilea secondo una linea ideale che unisce
Akko con Safed .
La Samaria, collinosa e ricoperta da ulivi e alberi da fusto, si trova tra la Galilea a nord e la
Giudea a sud e le sue città principali sono Sichem, Samaria e Sebaste. Secondo l’Antico
Testamento era stata assegnata alle tribù di Efraim e Manasse, figli di Giuseppe
La Giudea, montagnosa ed in parte desertica, nella quale si pratica prevalentemente la
• pastorizia e le cui città più importanti sono Gerusalemme, Hebron, Betlemme, Bersabea. È
questa la regione che, secondo l’Antico Testamento, fu assegnata a Giuda dalla divisione del
regno di Salomone. La sua importanza crebbe quando la sua capitale Gerusalemme diventò
sede del tempio, nel quale era custodia l’Arca dell’Alleanza. A sud-est la Giudea termina con il
deserto di Giuda e a sud-ovest con il deserto del Neghev, che occupa una superficie di circa
12.000 km², pari al 60% circa dello stato di Israele, ed è delimitato a ovest dal confine israelo-
egiziano e dalla striscia di Gaza, a nord dalla linea Gaza-En Gedi, sulle sponde del mar Morto e a
est dalla valle dell'Arava che si estende fino al mar Rosso e alle città di Eilat (la biblica Ezion
Géber ) sul lato israeliano e Aqaba su quello giordano. La fascia costiera sul Mediterraneo si
presenta infine pianeggiante, sostanzialmente rettilinea e priva di porti naturali. Fa eccezione il
promontorio del Carmelo con i due porti naturali di Haifa e di Akko. Qui Erode il Grande fece
costruire nel I sec. a.C. il porto artificiale di Cesarea (prima chiamata Torre di Stratone). Questa
regione, oggi territorio israeliano con l’eccezione della Striscia di Gaza, è caratterizzata da un
clima mediterraneo, che diventa temperato o arido nella fascia collinare e montagnosa interna
adatta alla coltivazione della vite, dell’ulivo e dei fichi; a sud del Mar Morto si estende l’area
desertica del Negev.
L’area desertica del Negev comprende la striscia di Gaza che è una stretta fascia costiera senza
• isole, caratterizzata da spiagge sabbiose, pianeggiante e desertica, estesa per circa 45 km con
una superficie di 378 km²; confina a N e a E con Israele, a SO con l'Egitto e a O con il Mar
Mediterraneo.
Le estati palestinesi sono piuttosto calde soprattutto nella parte orientale della Cisgiordania e le
precipitazioni, concentrate nel periodo invernale, sono complessivamente di media-bassa entità. Il
suolo, prevalentemente arido, è fertile sulla costa e nella valle del Giordano.
I paesaggi dell’area, caratterizzata da molteplici elementi geografici intrisi di significati storico-
culturali legati alle narrazioni delle tre religioni, non si presentano omogenei nei loro racconti
identitari, ma frammentati e divisi, senza una soluzione di continuità, a causa dell’attuale situazione
geopolitica derivata dagli Accordi di Oslo II del 1995, che suddividono la Palestina storica tra Territori
Palestinesi (Cisgiordania o West Bank, e Striscia di Gaza) e Stato di Israele.
Tutta la Cisgiordania è delimitata dalla barriera di separazione israeliana, costruita da Israele a partire
dalla primavera del 2002 sotto il nome di “chiusura di sicurezza” (o security fence in inglese), con lo
scopo d'impedire l'intrusione dei terroristi palestinesi nel territorio nazionale. La barriera, il cui
tracciato di 730 km è controverso ed è stato ridisegnato più volte particolarmente a causa di pressioni
internazionali, consiste per tutta la sua lunghezza in un’alternanza di muro e reticolato, con porte
elettroniche. Il muro interrompe la continuità del paesaggio tipico palestinese, stravolgendo l’identità
di questi territori, in quanto non è solo questa barriera fisica, denominata da un lato “muro salva-vita”
e dall’altro “muro della vergogna”, “muro dell'annessione” o “muro dell'apartheid”, a determinare la
divisione, ma tutto quello che questa comporta a livello ideologico e culturale. Se il significato di
frontiera è ambivalente in quanto ricopre i due concetti opposti di insularità, intesa come chiusura
verso tutto quello che proviene dall’esterno, o di gateway, inteso quale luogo in cui convergono e
coesistono più culture, qui il vero senso corrisponde al primo, riguardante la divisione, la mancanza
di dialogo.
Sebbene la sovranità del popolo palestinese su Cisgiordania, Striscia di Gaza e Gerusalemme est sia
riconosciuta dall'ONU, gli Accordi di Oslo tra Israele e OLP escludono Gerusalemme est dal processo di
autonomia dei territori palestinesi occupati gestito dall'Autorità palestinese. Di fatto Gerusalemme Est
è sotto giurisdizione d'Israele, così come gli insediamenti israeliani in Cisgiordania, mentre ampie zone
della stessa e, dal 2005, l'intera Striscia di Gaza sono sotto il controllo dell'Autorità Nazionale
Palestinese.
Dal 2017 il movimento israeliano Peace Now riporta i seguenti dati: in Cisgiordania vi sono 131
insediamenti, dove vivono 385 mila coloni israeliani ebrei e 97 avamposti costruiti senza
l’autorizzazione ufficiale del governo; a Gerusalemme est invece gli insediamenti sono 12, abitati da
200 mila coloni ed infine sulle alture del Golan occupate, sottratte alla Siria, esistono decine di
settlement. Sulla base della Convenzione di Ginevra del 1949 che vieta il trasferimento da parte di una
potenza occupante della propria popolazione nel territorio occupato, tutto questo è illegale, sebbene
Israele sostenga, di fronte alla mancata condivisione della Comunità internazionale, di occupare
legittimamente questo territorio, in conseguenza ad una guerra di difesa e al fatto che nel 1967 la
Cisgiordania non apparteneva ad alcuno stato sovrano.
A dimostrare le difficoltà di dialogo per la pace tra israeliani e palestinesi basti pensare alla Bit 2011, la
Borsa internazionale del turismo che si è svolta a Milano dal 17 al 20 febbraio. Infatti, la promozione
turistica di Israele da una parte e quella dell’Autorità Nazionale Palestinese dall'altra - ovvero
l'immagine di loro stesse volutamente promulgata agli outsider - è stata la spia evidente dello stallo
che esiste oggi nel processo di pace. Tutto è stato accuratamente progettato per divulgare
quell’immagine dei territori voluta dai poteri dominanti. È questo lo “Spazio Concepito” di Le Febvre, il
“Secondo Spazio” di Soja, nel quale tutto è accuratamente programmato, soggettivo, atto ad annullare
quello che è lo “Spazio Vissuto”, il Third Space, dove le minoranze formate dai diversi che hanno la
possibilità, organizzandosi, di sovvertire l’ordine vigente, vengono ignorate, messe a tacere.
Negli stand di Israele e Palestina, situat
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