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NON LUOGO
Cosa si intende per non luogo?
Questo concetto di non luogo viene definito da Marc Augé. Egli definisce i non luoghi
identificando più in opposizione ai luoghi. I non luoghi:
non sono storici. Abbiamo fatto l’esempio dei CD che vengono costruiti nelle città
● mediterranee e che non hanno una continuità con il processo di territorializzazione
che ha definito quelle città. Molte volte questo aspetto si percepisce dallo skyline,
ad un certo punto abbiamo una frattura: l’inserimento all’interno dello skyline di un
elemento che sembra essere inserito senza continuità rispetto al profilo di una
città. Non sono storici quindi non hanno una radice storica, ma derivano da un
processo up-down: ad un certo punto il governo o gli enti decidono di dotare città
dei c.d. per concentrare le funzioni più importanti come quella amministrativa,
giudiziaria, economica ecc.
non è identitario. Considerando l’esempio dei CD dobbiamo ricordare che, se
● pensiamo alle città in cui c’è stata questa forma di capitalismo più spinto il CD è
espressione della loro identità, mentre in altri contesti non è espressione di
un’identità.
significati non consolidati. Il CD non è un elemento della città che è stato fatto
● proprio dalla comunità: i significati che vengono attribuiti non sono significati forti,
non vissuto come una parte verso la quale sviluppare un senso di appartenenza. Il
motivo è che questo senso di appartenenza non si sviluppa quando un elemento
viene inserito senza avere radici nella comunità locale, senza far parte della storia
di questa comunità.
luoghi legati al movimento, alla circolazione, al trasporto, alla grande distribuzione
● commerciale. Luoghi in cui c’è una grande quantità di persone, ma all’interno di
questi luoghi non si sviluppano delle relazioni stabili. Esempio: Aeroporti, centri
commerciali, centri direzionali. Si tratta quindi di luoghi che al loro interno hanno
una grande quantità di persone che non sviluppano relaziono stabili e consolidate,
cioè persone che non vivono in quei luoghi che a differenza di quartieri sono luoghi
di passaggio.
Questa visione però nel tempo si sta modificando in quanto ad un certo punto è
subentrata una nuova interpretazione dei non luoghi.
Secondo alcuni i non luoghi sono proprio l'espressione della globalizzazione e quindi sono
espressione di una tendenza della nostra società che porta all’uniformità delle strutture,
dei modi di vivere, dei costumi ecc…
Quindi secondo alcuni non bisogna essere così negativi nei confronti di queste forme del
territorio perché in fondo non sono altro che l’espressione del processo di globalizzazione
e la post-modernità è l’epoca della globalizzazione, del villaggio globale per cui anche
questi elementi vanno considerati come elementi degni di attenzione e in qualche modo
studiati non in una prospettiva così manichea, negativa.
I non luoghi sono elementi non radicati nel contesto: rispondo a forme sempre uguali.
Esempio sono i centri commerciali che presentano tutte strutture simili; quindi, non c’è un
radicamento al contesto. Altri esempi sono i CD, gli aeroporti, le stazioni ferroviarie o i
moderni quartieri residenziali che sono uguali dovunque ci troviamo: si tratta di forme che
non sono espressione di un’identità locale. Un elemento che li contraddistingue oltre ad
essere spesso architetture omologhe è che per la loro costruzione abbiamo l’uso di
materiali che non sono legati al territorio. Cosa vuol dire questo? Esempio: le dimore
storiche di un’area vulcanica sono realizzate da pietra vulcanica, mentre se andiamo in
una zona calcarea le strade sono fatte di calcare. Da questi esempi comprendiamo che
la pietra locale viene considerata un elemento importante per la costruzione del centro.
Tutto questo discorso quando parliamo di non luoghi viene a cadere: non c 'è
connessione tra la matrice litologica, quindi i materiali che possono essere usati per la
costruzione dei centri e questi non-luoghi.
Altro esempio è Napoli: nel centro storico il materiale usato per l'edificio storico è il tufo.
abbiamo una rispondenza tra il centro storico nel suo aspetto formale e quella che è la
pietra del contesto territoriale.
Altro esempio: a Lecce la pietra leccese ha delle caratteristiche proprie. Anche nei centri
Vesuviani abbiamo un’altra tipologia di materiale.
Quindi c’è sempre una rispondenza tra il substrato fisico e le forme antropiche, ma nei
non luoghi questa corrispondenza non c’è più: non solo omologazione di forme, ma
anche omologazione di stili e di materiali. Questo determina un processo di uniformità che
è espressione, da un punto di vista territoriale, della globalizzazione.
Come abbiamo detto però il fenomeno della globalizzazione ci appartiene, la nostra
epoca è quella del villaggio globale e quindi anche queste forme (non luoghi) fanno
parte della nostra identità e del nostro modo di essere.
Esempi di non luoghi
Quartieri che rimandano all’omologazione territoriale: non c’è legame con il
● territorio di afferenza.
Non luoghi della circolazione: grandi snodi di traffico, zone di parcheggio,
● aeroporti, stazioni (tutto ciò che riguarda il pendolarismo, la circolazione)
Centri commerciali
●
Una serie di interrogativi:
Quali spazi lascia la geografia culturali ai luoghi della post-modernità? è giusto
● assumere questa visione della geografia culturale secondo cui tutto ciò che è
luogo deve essere analizzato, mentre i non luoghi devono essere considerati come
elementi di disturbo del territorio?
Possiamo ignorare i non luoghi?
● Potrebbero essere espressione della globalizzazione e quindi avere un legame con
● la nostra identità e il nostro genere di vita che è mutato nel tempo?
A questi interrogativi non possiamo dare una risposta perché la geografia postmoderna è
l’ultimo degli orientamenti della geografia e quindi a differenza degli altri orientamenti
che sono già conclusi, hanno un approccio e delle metodologie definite, questa è
ancora oggetto di studi, è un terreno ancora da esplorare.
Quindi è un argomento problematico su cui abbiamo ancora delle perplessità.
SUPERAMENTO DELLA DICOTOMIA LUOGO-NON LUOGO: GLOCAL
Però c’è stato un tentativo di ricomporre questo dualismo, di ricomporre questa
contrapposizione tra luoghi e non luoghi, tra globalizzazione e localismo, tra
omologazione territoriale ecc.
Fino ad ora infatti abbiamo parlato in termini di contrapposizione, ma ad un certo punto
Baumann, antropologo di fama internazionale, ha risolto questa dicotomia attraverso il
termine Glocal: Global + Local. Quindi la dimensione globale, del non luogo e la
dimensione locale, identitaria in realtà nella società odierna non vanno come due
dimensioni contrapposte ma come due dimensioni che di devono e sono integrate: in
una stessa città possiamo avere elementi che ci rimandano ai non luoghi ed elementi
radicati al contesto locale.
È come se la nuova geografia culturale e la geografia postmoderna guardino due facce
della stessa medaglia. Entrambe pongono la loro attenzione verso il locale, verso
l’espressione dell’identità, e verso il patrimonio identitario (esempio tratturi, ciglionamenti
del Vesuvio).
Questa attenzione così forte verso il patrimonio identitario che non c’era 20/30 anni fa
secondo molti deriva da una reazione alla dimensione globale: la dimensione locale si è
andata accentuando e la tendenza a proteggere quelli che sono i segni dell’identità
passata è diventata più forte proprio perché si ha la percezione di un processo di
omologazione che può cancellare questi segni.
Quindi oggi nella nostra percezione questi segni hanno assunto più importanza e più valori
proprio a causa di questo rischio di uniformità territoriale legato alla globalizzazione.
Anche la dimensione locale oggi è più importante e per questo motivo si parla molto
spesso di sviluppo locale, di sistema locale. Il localismo diventa più rilevante, assume più
importanza come reazione al processo di globalizzazione.
Nello stesso tempo la globalizzazione e le reti globali hanno bisogno della dimensione
locale. Perché? Perché la dimensione locale è ricca di tradizioni, di saperi e di diversità e
per questo la rete globale attinge alla dimensione locale ed esporta a tutto il mondo gli
elementi che fanno parte del locale.
Esempio: pensiamo al Poche, è un piatto tipico di una determinata zona. Questo
elemento che fa parte di una tradizione locale viene acquisito ed entra nella rete globale
e nel giro di pochi anni viene conosciuto.
Quindi la rete globale attinge ai sistemi locali e prende quello che può avere poi una
rilevanza internazionale facendo da cassa di risonanza. Per cui il globale ha bisogno del
locale e viceversa. La dimensione locale per espandere il proprio mercato ha bisogno
della dimensione globale. Quindi locale e globale sono più legati di quello che pensiamo
e la contrapposizione di fatto non esiste in quanto la rete globale ha bisogno della
tradizione, delle conoscenze, degli elementi presenti nei sistemi territoriali locali, mentre
questi ultimi per avere uno sviluppo più solido e per espandere il proprio mercato hanno
bisogno della rete globale.
La professoressa ci fornirà alcune pagine sul mille territoriale. Il mille territoriale è la
ricchezza di un territorio che è fatto da patrimonio, della comunità locale, dalle
conoscenze radicate in quel contesto, dalle tradizioni, dagli usi e dai costumi.
Questo mille territoriale che ha a che fare con la dimensione locale viene acquisito, entra
a far parte della rete globale e quindi viene esportato in tutto il mondo. Ma ha una
matrice locale. Quindi il Globale e il Locale sono due dimensioni che tra loro
interagiscono e non sono da considerare in un'ottica di contrapposizione.
Esempio: produzione di alcuni vini italiani che vengono esportati in tutto il mondo. I vini
siciliani prima non avevano mercato ma ora vengono esportati in tutto il mondo. Si tratta
di un mille territoriale, una conoscenza legata al territorio (in questo caso legata
all’ambito agro-territoriale) che viene esportata in tutto il mondo perché entra in una rete
globale.
Altro esempio sono i sassi di Matera se vogliamo rapportarci al patrimonio: si tratta di un
elemento locale che ha delle caratteristiche peculiari che ad un certo punto viene
proiettato e promosso nel