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S

& chemotattiche e vanno a riconoscere ed inglobare i

~ Monociti microrganismi per poi ucciderli nel citoplasma

N.B. Durante un’infezione i neutrofili passano da 4000 a 2000 per mm3 È importante la breve emivita dei leucociti

- perchè potrebbero dare risposta

infiammatoria anche in tessuti circostanti (i

monociti no)

Macrofagi

• Tessuti Derivano dalla differenziazione dei monocti

-

-

- Proteine del complemento Costituiscono il sistema del complemento

> V

Composto da più di 30 proteine

V

Principale sito di sintesi di queste proteine

Fegato > che vengono attivate in sequenza

Difesa contro le infezioni da batteri tramite opsonizzazione, chemiotassi,

attivazione leucociti e lisi

& Unione tra immunità innata e acquisita per la difesa contro gli agenti microbici

Attività del sistema del complemento -

~ Eliminazione dei prodotti immuni ed i prodotti del danno infiammatorio grazie

alla rimozione di immunocomplessi dei tessuti e cellule apoptotiche

Proteine del complemento attivate tramite:

• Via classica: complesso antigene-anticorpo attiva il fattore C1 (proteina di questa via) si attiva una reazione

a cascata che porta alla formazione del MAC (complesso di attacco di membrana) che si inserisce nella

membrana generando un canale transmembranario che altera la funzione della barriera e porta a lisi cellulare

• Via della lectina: microbi che possiedono gruppi terminali di mannosio lectine Ca2+ - dipendenti circolanti

(chiamate collectine) attivazione via si forma anche qui il MAC con successiva lisi cellulare

→ → A

• Via alternativa: attivata da prodotti derivati da microrganismi (endotossina, polisaccaridi, virus, cellule tumorali,

ecc..) in questo caso le proteine sono chiamate fattori

→ Interviene dopo che l’innata ha liberato le citochine e ha presentato gli antigeni ai linfociti T

Immunità acquisita - B: riconoscono l’antigene e si differenziano in plasmacellule che producono gli anticorpi specifici

1 T-helper (presentano proteina CD4+): producono citochine

↑ • Attivano i macrofagi

• Reclutano altre molecole infiammatorie

3 classi di linfociti • Stimolano i linfociti B

~ T-citotossici (presentano poteina CD8+): riconoscono cellule infettate e inducono l’apoptosi

Specificità: riconoscono gli antigeni propri di un microbo

Caratteristiche recettori dei linfociti - Distribuzione: non è clonare perchè i linfociti con diverse specificità esprimono

recettori diversi

Richiamati nelle zone flogogene dei linfonodi tramite il sistema endocrino e linfatico

I linfociti -

~ Tutti i linfociti derivano da cellule staminali nel

Abbiamo linfociti vergini midollo osseo ma maturano in organi linfoidi

V

Cioè non hanno subìto le differenti:

istruzioni antigeniche; Linfociti effettori • Linfociti T: timo

questi maturano in = • Linfociti B: midollo osseo

Cellule della memoria

S I linfociti maturi migrano negli organi linfoidi

periferici (milza, tessuti MALT, linfonodi) dove

attendono di entrare in contatto con l’antigene

I 2 tipi di linfociti utilizzano due recettori specifici differenti:

• Linfociti T sfruttano il recettore TCR: eterodimero

→ L 2 subunità beta

2 subunità alfa

-

Caratterizzate da una zona costante e una variabile

~

Si adatta agli antigeni peptidici

V

Presentati al recettore TCR dai complessi

Quindi i linfociti T riconoscono maggiori di istocompatibilità (MHC) che si

solo antigeni esposti da queste e trovano sulla membrana delle cellule APC

cellule

Il complesso recettoriale del linfocita T presenta, oltre all’eterodimero TCR le subunità CD3 e (zeta) coinvolte nella

ζ

trasduzione del segnale generato dal recettore in seguito alla stimolazione antigenica

Sono presenti inoltre

L -

Proteine CD4 Proteine CD8

V ~

Si legano all’MHC II Si legano all’MHC I

• Linfociti B Sfruttano il recettore BCR

→ ~

La componente che lega l’antigene è costituita

dalla IgM e dalla IgD (espresse in tutti i Inoltre è presente una proteina CD21

linfociti B maturi e vergini) e ad esso sono che è il recettore di una frazione del

-

associati due monomeri che formano un complemento che attiva i linfociti B

eterodimero di proteine Ig e Ig. che

B

&

traducono il segnale generato dalla V

Maturano in plasmacellule

stimolazione antigenica V

Producono anticorpi

Eosinofili Intervengono nelle reazioni allergiche mediate dalle IgE. Sono analizzati

1 per studiare l’eventuale allergia di una sostanza. Si trovano anche nelle infezioni

parassitarie.

Cellule presentanti l’antigene APC Cellule che presentano l’antigene ai linfociti T

S

Altri tipi cellulari Cellule dendritiche Ricche di processi citoplasmatici simili a dendriti. Sono cellule APC

/ - specializzate deputate al riconoscimento, captazione, trasporto e

presentazione degli antigeni microbici

V

Esempi:

• Cellule di Langherans nei tessuti

• Macrofagi circolanti che trasportano gli antigeni ai linfonodi

• APC follicolari presentano l’antigene ai linfociti B

v Mastociti Cellule che legano le IgE e che presentano dei granuli contenenti istamina e

- prostaglandine. Durante una reazione di ipersensibilità si ha il rilascio di tali

mediatori

V Cellule natural killer Cellule di grandi dimensioni ricche di granuli azzurrofili.

- Rappresentano il 10-15% dei linfociti circolanti.

Essi lisano direttamente le cellule infettate e trasformate senza

dover essere attivate da una precedente esposizione antigenica

V

Grazie ai marcatori di membrana (CD16 e CD96)

queste cellule l’IgG provocando lisi cellulare delle

A

cellule rivestite da IgG. V

Queste cellule possono anche secernere citochine (INF- ) per

U

chiamare i macrofagi e richiamare molecole mitogene (IL-2 e

IL-15)

V Sono una componente del sistema dei fagociti mononucleati formati

Macrofagi

! da cellule come monociti del sangue e macrofagi tissutali

Passaggio da cellule staminali a macrofago tissutal è regolato da

fattori di crescita e di differenziamento, da citochine, da molecole di

adesione e interazioni cellulari (prodotti microbici che si legano ai

TLR)

2

Toll-like receptors

Locaizzati in diversi organi:

• Nel fegato Cellule di Kupffer

• Milza e linfonodi Istociti dei seni

• Polmoni Macrofagi alveolari

• SNC Microglia

C’è una stretta correlazione tra macrofagi e linfociti

~

I due tipi cellulari

Presentano gli antigeni I linfociti T producono citochine (come l’interferone )

1 U

-

possono collaborare per

ai linfoiti T e che richiamano ulteriori macrofagi

bloccare l’infiammazione

producono citochine V

V Si tratta di un sistema di amplificazione della risposta

Stimolano la risposta immunitaria

delle cellule T Proinfiammatoria

Altre molecole essenziali nella regolazione del sistema immunitario citochine

→ ↑

V Antinfiammatoria

Funzione S Protattica

-

Interleuchine: intermediari della comunicazione tra leucocti

-

Tra queste troviamo Chemochine: citochine che esplicano un’attività di richiamo chimico di leucociti

- Citochine per immunità naturale mediatori dell’infiammazione

↑ Citochine per immunità acquisita stimolano la proliferazione e maturazione dei

Le citochine si dividono in →

S linfociti in cellule effettrici

~ Citochine mitogene stimolano l’espressione e la duplicazione linfocitaria nel linfonodo

V

Importanti per il richiamo dei linfociti nella zona infiammata Queste strutture

S

Organi linfoidi centrali midollo osseo e timo

→ sono importanti

- perchè

V

Avviene la maturazione dei linfociti T e B

Tessuti sistema immunitario garantiscono

l’interazione tra

l’antigene APC e

- Organi linfoidi periferici tessuti MALT (milza e linfonodi)

→ linfociti

V

Importanti perchè si trovano a

contatto diretto con l’esterno

trovandosi, ad esempio, nell’intestino

Ammasso nodulare di tessuto linfoide diffuso in tutto l’organismo

Linfonodi - Zona corticale troviamo i follicoli

Suddivisi in

- Zona midollare

-

In questo sistema si verifica un ricircolo linfocitario in quanto i linfociti T vengono richiamati nel linfonodo negli

strati più profondi grazie alle chemochine, per poi entrare in contatto con l’antigene, maturare e migrare, tramite

un flusso, verso le aree flogogene. ~

Antigeni vengono portati nel linfonodo da cellule dendritiche che lo hanno legato nei tessuti epiteliali periferici

N.B. L’attraversamento dell’endotelio vascolare è possibile grazie all’espressione di fattori di adesione; senza essi, i

linfociti non saprebbero dove andare e attaccherebbero le cellule endoteliali.

Nell’immunità acquisita Presentazione antigene avviene grazie al complesso maggiore di istocompatibilità

- V

Raccoglie sulla

membrana frammenti

degli antigeni da

presentare ai linfociti T

V

Presenta regione cromosomica (loci) si trovano i geni codificanti per MHC specifici per un dato antigene

→ → V

MHC I garantisce il legame con la proteina CD8

→ V

Propria del linfocita T

citotossico

MHC II garantisce il legame con la proteina CD4

→ V

Propria del linfocita T

helper

Sviluppo risposta linfocitaria la risposta acquisita si ha a tappe

→ L -

1) presentazione e riconoscimento 2) attivazione dei linfociti

dell’antigene che termina con il antigene-specifici

trasporto del carico antigenico nei

linfonodi dove verrà processato,

coniugato alle molecole MHC, ed

esposto sulla membrana cellulare

Dopo che nei linfonodi ci sono stati il ricircolo linfocitario, la maturazione dei linfociti grazie alla presentazione

dell’antigene legato al MHC della cellula APC e la proliferazione e formazione delle cellule della memoria, si nota

che i linfociti T attivati si suddividono in più classi.

3 tipi di linfociti T-helper (CD4):

• Th1 Produce INF- e ha un ruolo nell’attivazione dei macrofagi e nella stimolazione dell’IgG. Attacca i microbi

→ y

intracellulari e può causare patologie autoimmuni e infiammazioni croniche.

• Th2 Produce IL-4 e IL-5. Ha un ruolo nella stimolazione delle IgE e nell’attivazione dei mastociti ed eosinofili.

Attacca i parassiti e può causare allergie.

• Th17 Produce IL-17, IL-22 e chemochin

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
69 pagine
SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LALULI2001 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Patologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Albertini Maria Cristina.