INDIRETTA:
condizionare l’alimentazione, l’accesso alle cure… costituendo pertanto una variabile intercorrente
Sinergismo
È l’interazione tra gli effetti di due o più presunti fattori causali, tale che l’effetto combinato è chiaramente superiore alla somma degli effetti singoli.
Ad esempio:
Quando una persona è esposta sia all’asbesto sia al fumo di sigaretta, il rischio di tumore al polmone è maggiore di quanto ci si aspetterebbe sulla base della somma dei
rischi osservati quando ciascun fattore agisce da solo.
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Criteri di casualità di Hill (1964)
Sequenza temporale La causa deve precedere l’evento (estrogeni e Ca endometrio)
Forza dell'associazione Quanto maggiore è il rischio relativo tanto più probabile è la relazione di causa -effetto.
La differenza è ampia.
Relazione dose-risposta Maggiore è l’intensità dell’esposizione al fattore e maggiore è l’effetto
Plausibilità biologica e coerenza con le conoscenze L’associazione ha senso sulla base delle conoscenze attuali (ulcera ed H.Pylori; Calvizia e
esistenti coronaropatia)
Dimostrazione di una relazione casuale
Esempio di dose-risposta
Analisi della relazione temporale:
→ Per le malattie croniche , a causa del periodo di latenza variabile tra l’esposizione al fattore di rischio e l’insorgenza delle malattie che essi provocano, la relazione
temporale può essere mascherata
• Quando è iniziata l'aterosclerosi?
• Quando è diventata cancerosa la prima cellula bronchiale
• Quando ha cominciato ad aumentare la pressione arteriosa?
• Quando la dieta ha cominciato a diventare poco sana?
Criteri di casualità Postulati di Henle-Koch (1843-1910)
Validi per le malattie infettive, prevedono che l'agente sospetto di una determinata malattia:
Dev'essere presente in tutti i casi di quella malattia (necessario)
- Non deve essere presente in caso di altre malattie né in individui sani (specifico)
- Deve essere isolato da tutti i casi della malattia in esame
- Deve crescere in cultura pura in vitro
- Deve riprodurre la malattia quando introdotto in ospiti suscettibili
- Deve essere re-isolato dall'ospite sperimentalmente infettato
- ERRORI DEGLI STUDI EPIDEMIOLOGICI
Relazione tra associazione statistica e relazione causale
a. associazione statistica è anche relazione causale (risultato corretto dello studio)
b. associazione statistica non è una relazione causale (errore di tipo α, falsi positivi)
c. assenza di associazione statistica in presenza di relazione causale ( errore di tipo β, falsi negativi)
d. assenza di associazione statistica e di relazione causale (risultato corretto dello studio
Tipologie di errori EPIDEMIOLOGIA Pagina 5
Tipologie di errori
→ Errori casuali (Random): producono risultati o troppo alti o troppo bassi. Può ridurre la possibilità di trovare un'associazione ma generalmente non "distorce i
risultati"
→ Errori sistematici (bias): producono una distorsione del risultato che tende ad andare in una specifica direzione.
Bias di selezione
Il campione selezionato non è rappresentativo della popolazione generale;
- Si verifica una notevole quota di non partecipazione dei soggetti selezionati;
- Si verifica una notevole perdita dei soggetti durante il follow-up;
- I gruppi dei partecipanti allo studio non sono confrontabili.
-
→ Bias Berksoniano
Se la condizione morbosa dei controlli è correlata positivamente al fattore di rischio sotto osservazione, avremo una sottostima della forza di associazione tra il fattore
di rischio e la malattia, viceversa se la condizione è correlata negativamente al fattore di rischio ne risulterà una sovrastima.
Esempio:
Indagine sul rapporto tra consumo di alcol e un particolare tipo di cancro
- Casi: reclutati al centro di alcologia
- Controlli: in ortopedia
- BIAS: gli “incidenti” sono spesso correlati al consumo di alcol; si potrà avere in questi soggetti un consumo più elevato di alcol rispetto alla popolazione generale.
-
→ Bias del lavoratore sano
L’effetto è stato “scoperto” in medicina del lavoro, comparando una popolazione di lavoratori a contatto con prodotti potenzialmente tossici con la popolazione
generale i lavoratori risultano più sani della popolazione generale.
Bias di informazione
Rappresenta una distorsione dovuta ad un errore di misurazione o mis-classificazione dei soggetti rispetto ad uno o più fattori in esame.
Bassa sensibilità e/o specificità dei criteri diagnostici utilizzati per classificare i sani e i malati
- Inaccurata modalità di accertamento dello stato di esposizione (interviste, questionari..)
- Ricordo diverso dell’esposizione dei malati rispetto ai sani (recall bias) (negli studi caso-controllo)
- Diverso atteggiamento dello sperimentatore nel rilevare lo stato di malattia in esposti e non esposti (studi di coorte)
-
Bias di confondimento
La variabile di confondimento è quel fattore che confonde l’associazione tra due fenomeni, generando una associazione statistica che non è una relazione causale, e che
per tale motivo viene definita relazione spuria. DEFINIRE CASO E CRITERIO
Definizione di caso e criteri diagnostici: definire l'oggetto della misurazione
La definizione di caso potrebbe apparire semplice.
Esempio: tumore al polmone
→ Tumori istologicamente confermati
→ Qualsiasi tumore
→ Eventi patologici
→ Persone che hanno almeno un evento patologico
Qualsiasi misurazione di un evento sanitario deve essere accompagnata da una precisa definizione di ciò che si sta misurando
Effetto cambiamento di caso
Studio che si propone di analizzare il cambiamento della sopravvivenza al tumore del polmone (specifica per stadio tumorale):
→ 1266 pazienti con diagnosi nel 1953: stadiazione su base clinica, broncoscopica e TNM
→ 131 pazienti con diagnosi nel 1977: procedure diagnostiche più sofisticate.
Will Rogers phenomenon EPIDEMIOLOGIA Pagina 6
Esempio di definizione di caso
Prevalenza di ridotta fertilità tramite questionario: il risultato dipende dalla definizione che noi utilizziamo.
1. Avete tentato, senza successo, il concepimento per più di un anno?
2. Vi siete rivolti al medico per problemi di fertilità?
3. Vi è stata diagnosticata una ridotta fertilità?
4. Vi siete sottoposti a tecniche di fecondazione assistita? MISURE EPIDEMIOLOGICHE
Epidemiologia: disciplina che studia la frequenza, con la quale un evento di interesse si verifica nella popolazione in studio malattia, morte, trauma..
Numero assoluto di eventi
Rappresenta il più semplice risultato ottenibile dall’osservazione di un fenomeno presente in una popolazione.
È dato da un numero che esprime la frequenza di comparsa di quel fenomeno nel tempo di osservazione.
Utilizzabili per periodi brevi e quando persistono condizioni di stabilità nella popolazione studiata
Esempio:
In una classe di 24 studenti di terza elementare si sono verificati 3 casi di pediculosi
Proporzione
E’ un particolare tipo di rapporto in cui il numeratore è sempre incluso nel denominatore e può essere espresso in percentuale.
Esprime il numero di soggetti che presentano una particolare caratteristica come percentuale di tutti i soggetti che compongono la popolazione.
Il risultato può assumere valori da 0 ad 1, ovvero, se espresso in percentuale da 0% a 100%.
Esempio:
N° Femmine residenti / N° totale residenti *100
- Mortalità = N° morti / N° abitanti
- Morbosità = N° malati / N° abitanti
-
Rapporto
Esprime la relazione tra due quantità indipendenti tra loro.
Una frazione in cui il numeratore non è incluso nel denominatore (potrà assumere valori da 0 a infinito).
La conta dei soggetti non è espressa in riferimento alla popolazione di origine ma in riferimento ad un altro fenomeno
Esempio:
Anziani/giovani
- Maschi/femmine
- Indice di vecchiaia
-
Rapporto delle femmine sui maschi residenti di anni 65+ (Veneto, 1° gennaio 2012): 499.561 : 328.073 = 1,52
Tassi
Esprime il rapporto tra la frequenza (numero) di eventi che accadono in un certo periodo in una popolazione e il numero medio di persone a rischio durante il periodo in
studio.
TASSO =
Solitamente tassi e rischi hanno valori inferiori a 1 quindi si utilizza un costante di moltiplicazione
l tasso è utilizzato per misurare la frequenza di accadimento di nascita, morte o malattia:
Tasso di mortalità (e letalità): calcolato in base al numero decessi
- Tasso di natalità: calcolato in base al numero di nuovi nati
- Tasso di morbosità:
- Incidenza: calcolato in base al numero di nuovi casi di malattia
Prevalenza: calcolato in base al numero di casi presenti di malattia
Attenzione !!!!
Al posto del termine morbosità (dal latino morbus =malattia) si può ritrovare:
Morbilità e Morbidità che sono neologismi dall’inglese «morbidity»
Morbilità: il rapporto percentuale tra il numero di giornate di assenza dal lavoro per malattia e il numero di giornate lavorative previste.
EPIDEMIOLOGIA Pagina 7
Morbilità: il rapporto percentuale tra il numero di giornate di assenza dal lavoro per malattia e il numero di giornate lavorative previste.
Misure di occorrenza (prevalenza ed incidenza) altro neologismo derivato dall’inglese «occurence».
RAPPORTO PROPORZIONE TASSO
↓ ↓ ↓
Quoziente tra due quantità indipendenti Quoziente tra una parte e il tutto Quoziente tra una parte e il tutto che
tiene conto della variabile tempo
↓ ↓
Misure Statiche Misura Dinamica
Incidenza (casi incidenti)
È il rapporto tra i nuovi casi di un evento (malattia, morte, trauma…) in un dato intervallo di tempo ed il totale della popolazione in studio a rischio di sviluppare la
malattia.
È una dallo stato di salute allo stato di malattia, dallo stato di non traumatizzato allo stato di traumatizzato, dallo stato in vita a quello di morte.
TRANSIZIONE
Esempio:
Voglio calcolare le complicanze dei soggetti ricoverati per Covid -19 nell’ospedale di Padova nel trimestre Gen-Marz 2020
Gen-Mar 94 soggetti ricoverati per Covid-19, dei quali:
5 direttamente in terapia intensiva (TI), i restanti nel reparto di malattie infettive
- 12 trasferiti in un secondo momento in TI
-
Sulla base di come viene considerato il denominatore
→ INCIDENZA CUMU
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