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Fonti classiche e contemporanee
Guicciardini costruisce il suo metodo storico attingendo sia alla tradizione latina
sia a documenti coevi. Tra i modelli classici, la lezione di Tacito e Sallustio è
fondamentale: egli apprezza in particolare la loro analiticità e realismo (ad
ritratto psicologico
esempio l’uso del e della materia morale), come del resto
testimonia la struttura tacitiana del proemio. Pressoché palpabile è la presenza
De oratore
di Cicerone: nel suo archivio privato è stato trovato un passo del
che Guicciardini aveva trascritto. Quel passo (II 15,63-64) teorizza proprio
l’ordine cronologico degli eventi e l’importanza di spiegare cause e costumi
umani – premesse che Guicciardini segue in toto. La critica ha notato che molti
aspetti del proemio di Guicciardini (eventi memorabili, grande instabilità delle
cose, «mare concitato da’ venti») riecheggiano direttamente Tacito e Sallustio
secondo le categorie di Woodman (cf. annali di Annibale, poemi di Catilina). In
altri termini, Guicciardini fa proprio un erudito impianto classicheggiante: cita,
epigrafa, paragona a Roma antica, e dedica particolare attenzione alle orazioni
(anche fittizie) come nelle opere di Sallustio.
Sul versante delle fonti coeve, l’autore utilizza massicciamente documenti
archivistici, relazioni diplomatiche e testimonianze orali della sua cerchia:
integra le sue memorie personali (“Ricordi”) con materiali dei propri archivi
privati e familiari, nonché con le carte degli archivi cittadini di Firenze e di
Roma. Questo approccio «di ampio uso delle fonti documentarie» è novità per
l’epoca: Guicciardini lavora come un moderno investigatore, controllando date
e fatti tramite documenti autentici anziché basarsi solo sulla tradizione
narrativa o sui classici. Tra le fonti narrative, usa anche cronache precedenti e
Discorsi Istorie fiorentine)
le stesse opere di Machiavelli (es. e come
contrappunto critico, ma talvolta con fredde correzioni. Nonostante l’affinità
con le idee di Machiavelli (critica al clero, realismo politico), Guicciardini si
attiene rigidamente alle evidenze del momento. In sintesi, il rigore nell’uso
delle fonti (antiche e contemporanee) è uno dei tratti salienti: ne deriva uno
stile di storiografia “moderna”, come già osserva la critica.
Metodo storiografico e confronto con Umanesimo e Machiavelli