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Def di INSIEME: un insieme è una collezione di oggetti.
✏ come A descrivono gli universi: ∅ per elencazione: A = {3,9,6,9}
per proprietà: l'insieme è univocamente caratterizzato da certe proprietà dei suoi elementi: A = {numeri dispari}
Def: diciamo che B ⊂ A contenuto in A. B ⊆ A ∀b ∈ B⇒b ∈ A
A è uguale a B ⇒A ⊆ B e B ⊆ A
Fra A e B
A ⊆ B ⇒ A ⇒B = A=B
Noto a qsc : contenuto proprio (tre faccette)
contenuto sentence
Def di INSIEME VUOTO: definiamo insieme vuoto l'unico insieme che non contiene alcun elemento e lo denotiamo con ∅
UNIONE: x ∈ A⋃B ↔ x∈A e x∈ B
INTERSEZIONE: x ∈ A⋂B↔ x∈ A e x ∈ B
DIFFERENZA: x ∈ A\B ↔ x ∈ A e x∉ B
COMPLEMENTARE: si definiscono B⊆ A, B = A \B
PRODOTTO CARTESIANO: A × B formata delle copie ordinate (a,b) con a ∈ A e b ∈ B
Def di CARDINALITÀ: sia A un insieme finito. Chiamiamo il numero dei suoi elementi la cardinalità di A
Oss: A, B insiemi finiti: 1(A), B: 1 (A⋃B)
Def di INSIEME DELLE PARTI: l'insieme delle parti di A è ' 1 insieme
Oss: 9(A) = 2n
PRINCIPIO D'INDUZIONE
Sia P un'enumerazione dei dipendenti del paramenteo n∈ N. Assumiamo che: i poster
- I passo base: P0 sia vera, cioè Pm vera per m = 0
- 2o passo induttivo: ∀n ∈N oi 9a che, se Pm è vera, allora anche Pm+1 è vero
allora Pm è vero ∀n∈ N
- ieoi: Pm è vero 6∈ N
- finshima ∈ K N
- passo base: P0 vera, cioè per m = K
- passo induttivo: se tale che Pm è vero, anche Pm+1 è vero
Principi d'induzione verificati:
- k = m(m+1) / 2 ∀m ∈ N
- k2 = (m2(m+1)2)/4 ∀m ∈ N
- am = a(m-1) + ... + a0 = (am-1)/(a-1) ∀m ∈ N
- 2m-1 = (2(m-1)-1) + (2(m-2)-1) + ... + (20-1) ∀m > 0
- bm = 1 ∀m = 0
- m! ≥ 2m ∀m ≥ 4
- 6m ≥ 4m + 5m ∀m ∈ N
Disequazioni di Bernoulli:
- (1+x)m ≥ 1 + mx ∀m ∈ N, x > -1
Passo base: m = 0
Passo induttivo: (1+x)m+1 = (1+x)m(1+x) = (1+mx)(1+x)
ipotesi: (1+x)m ≥ 1 + mx
(1+mx)(1+x) ≥ (1+mx)(1+x)
(1+mx)2 ≥ 1 + (m+1)x + mx2
Osserviamo che m ∉ R, x ≥0, quindi mx≥0
- ∀ numero e = 1 + (m+1)x
mx ≥ e ⟹ e ⟹ e ⟹1+(m+1)x
e = e + 1 + (m+1)x
m2+mx+1+(m+1)x ≥ 1+(m+1)x
Abbiamo quindi le seguenti diseguaglianze:
(1+x)m+1 = (1+x)(1+mx) ≥ ...+(m+1)x
Abbiamo ottenuto la tesi
Dim
Unicità dei min e max. Sia A=[a;b] allora ∃m=max A; ∃m=min A. Assumiamo per assurdo che esista minA=m.
m ∈ A ∀ a ∈ R
Vogliamo provare che ∃ c ∈ A t.c. c < mCosì facendo otteniamo la contraddizione cercata. Dietro tanto m∈A,c∈m≤x. Applichiamo l’assioma di continuità ai seguenti insiemi:
{z ∈ t e z ∈ m} = a. si ha che ∀ c ∈ R t.c.
-⁄3 z {z ∈ a} ⊆ c ∈ A ∀ a ≥ 1 ∈ A = a ≥ m ∈ min A
Def
A ⊆ R, A ≠ ∅ A è : SUPERIORENTE LIMITATA se A ammette maggiorantiINTERIORENTE LIMITATA se A ammette min. ∃=2 maggioranti
LIMITATO se A ammette minoranti ∃=2 maggioranti
Def di ESTREMO SUPERIORE
Sia A ⊆ R, A ≠ ∅
- supA = +∞ 2 , ∀ M, ∃ a ∈ A, t.c. a > M t.c. A, cioè non esistono maggioranti e quindi A non è superioramente limitato
- supA = L ∉ A superioramente limitato∃ L = min{y ∈ R: A ⊆ ∀ a ∈ A}
Def di ESTREMO INFERIORE
Sia A ⊆ R, A ≠ ∅
- infA = -∞ 2 . ⊆ limer ∃ a ∈ A t.c. a > M, t.c. A, cioè non esistono minoranti e quindi A non è superioramente limitator = min{∈mer: mea ⧰ ∀ a ∈ A}
Che l’unico α ∈ A
Teo
Sia A ⊆ R, A ≠ ∅, allora esistono unici infA e supA
Dim
Se A non è superioramente limitato allora sup-pre
- Assumiamo che sia superiormente limitato, allora B: - ∑ N E R: 1° maggiorante di A. // ≠ min{
- Assumiamo che zaoEB ∀ c ∈ B, per l’assioma di continuità ∀ l ∈ R t.c.
- {z < a < ∈ b. c = BsoB, lCB = lCB
Quindi per definizione supA = l = minUB
Oss: Dato S⊆A, T⊆B. Calcoliamo esplicitamente (g◦f)(S).
g(S) = {g(a): a∈S} g(T) = {g(b): b∈T}
(g◦f)(S) = {g◦f(a): a∈S} = {f(g(a)): a∈S} = {g(b): b∈a: a∈S}
Def di identità: ovvero A e B insiemi non vuoti. Chiamiamo identità di A la funzione Ida: A→A
Oss.:
- A→B ammette inversa ⇔ ∃g: B→A t.c. f◦g = Idb, g◦f = Ida
- se fj: A→B ammette inversa e fj: B→C ammette inversa. Allora fj: B→C ammette inversa
Quindi abbiamo che se f ammette inversa ⇔ f◦g(a) = Ida(a) ∀a∈A
Oss.: fissiamo a∈R, a > 0. definiamo ga(x) = x + a. Sia f: R→R. Ha senso considerare:
- ga◦f=af◦fa
- gaa◦ f = f◦fa =f(x) + a => trasla verso ↑
- ha (ga = ga (f(x)) = f(x) - a => trasla verso ↓
- Studia del grafico fa
- ka (f◦ga = f(x + a)) => trasla verso ←
- ka (f◦ga) = f(x - a)) => trasla verso →
Vioto che l1 < l2 = >> t.c.
( r1, ), r1 - ), ( l1, l1 + ) ∩ ( r2, r2 - ), ( l2, l2 + ) = ∅
l1, l2 , r1, r2
Sia m = max ( m0, M ( ) ). Allora ∀ m ≥ m0 si ha:
am ∈ ( r1 - , l1 + ) per 1
am ∈ ( r2 - , l2 + ) per 2 con =
am ∈ ( r1, l1 + ) ∩ ( r2, l2 + ) ∀ m ≥ m0 →
=> Abbiamo ottenuto una contraddizione
Teo della PERMANENZA DEL SEGNO: Sia an una successione
◘ se an → a0 → allora ∃ n0 ∈ t.c. ∀ n ≥ n0, an > 0
◘ se an → a0 &rightarrowfill;
Comunque scegliamo un qualsiasi altro n, an = 0
PRO. sia on una successione debolmente crescente. Allora
alimsup am = sup{ an ∈ 3 }opure m ∈ : am ≤ lm : am k
→ PRO sia on una successione debolmente decrescente. Allora
aliminf am = inf{ am ∈ 3 }
Dim: ◘ Supponiamo che an sia debolmente crescente: an < am+1 ∀ n∈ Exisono due casi:
sup = 0
sublue = ∀m ∈ 5
∀∈ N5 t.c. = = nmgr
MONOTONIA DI UNA SUCCESSIONE:
- an è strettamente crescente se an < am+1
- an è debolmente crescente se an ≤ am+1
- an è strettamente decrescente se an > am+1
- an è debolmente decrescente se an ≥ am+1