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RUMORE
-rumore nel cinema: essenziale→la prima funzione è quella di definire e rendere credibile la
rappresentazione di un determinato ambiente
-Jaques Tati→ uno dei maestri dell’uso espressivo del rumore→es. “Playtime”: Hulot, il protagonista
del film, è un personaggio strettamente legato alla tradizione del
grande cinema comico e di quello muto. Hulot non parla e il suo
rapporto con la realtà che lo circonda è fondato sull’incapacità di
adeguarsi ad essa, di saperne rispettare le regole e i modelli di
comportamento. Come i personaggi di Chaplin o Keaton, Hulot si
ritrova a vivere ai margini della società di cui è parte. Il mondo di
Hulot è quello della Francia degli anni dell’arricchimento, della
modernità a tutti i costi e, spesso, dell’idiozia. L’immagine che Tati
dà in Playtime di questa società contemporanea è, soprattutto, un’“immagine sonora”. È una società
del rumore in cui il nostro silenzioso eroe non può che trovarsi profondamente a disagio.
film in sostanza ci fa sentire quel che sente Hulot ma ci fa vedere di più, dando così vita a
↳Il
un’intrigante relazione di partecipazione e distacco fra personaggio e spettatore
-il film che maggiormente contribuì al successo del sistema multicanale Dolby Stereo: Star Wars, con
l’introduzione dei canali surround = una sorta di muro del suono che si trova alle spalle dello
spettatore, e dei subwoofer, che coi loro effetti di bassa frequenza danno vita a quelle vibrazioni di
forte intensità che sono ormai quasi uno stereotipo sonoro di molto cinema d’azione
- L’originale Dolby Stereo si evolve così, attraverso diverse tappe intermedie→Dolby Digital Surround
Ex (Ex= Extended), e si trova costretto a competere con altri sistemi altrettanto evoluti, come il DTS
(Digital Theatre System) e l’SDDS
-il DTS→non diffonde il suono sulla banda sonora della pellicola, bensì tramite dei CD, poi
sincronizzati alla macchina da proiezione
-quando le casse acustiche erano sistemate solo dietro lo schermo, la fonte del suono e delle
immagini proveniva da uno stesso punto, muovendosi in una stessa direzione. Oggi, invece, le
immagini continuano ad essere davanti allo spettatore, ma il suono lo avvolge e coinvolge
l’evoluzione del suono multicanale e digitale ha favorito, e accentuato, quel bagno di sensazioni che è
il tratto più caratterizzante del cosiddetto cinema postmoderno
-Jullier ha parlato di «film concerto», soprattutto per il prevalere della dimensione sonora su quella
visiva, dove una colonna sonora avvolge lo spettatore occupando tutte le frequenze
-l reparto suono della troupe cinematografica costituito da:
- Il fonico di presa diretta→presente sul set con indosso le cuffie per ascoltare ciò che registra,
è il responsabile delle riprese sonore
- chi lo aiuta è il microfonista→responsabile della collocazione dei microfoni sul set, alcuni dei
quali posizionati alla sommità di un’asta (boom), e della risoluzione di varie problematiche,
dalla microfonazione degli attori alla collaborazione con tutti gli altri reparti alla messa in
opera del set up microfonico
- le tracce audio provenienti dai singoli microfoni presenti sul set, separate una dall’altra,
vengono generalmente incise su registratori multitraccia→varie sorgenti sonore sono
premixate dal tecnico del suono o fonico di presa diretta e trasferite direttamente sulle
camere, che dispongono generalmente di due o più canali audio
- Il fonico di missaggio deve ibridare i suoni presi sul set, quelli che vengono ritenuti adatti alla
confezione finale del film, quelli realizzati in sala di doppiaggio e quelli prodotti dai rumoristi
- sound designer →progetta, controlla e dirige tutto l’impianto sonoro del film, come un direttore
d’orchestra
-cinema muto, dovendo fare a meno della musica sincronizzata, dei rumori e dei dialoghi, era portato
ad enfatizzare sentimenti e situazioni con gesti, mimica e movimenti che oggi paiono
esagerati→l’assenza di rumori obbligava poi a girare piani e dettagli che dovevano “far immaginare” il
suono che si stava producendo
Giappone c’era il benshi = il narratore dei film muti nato dalla tradizione legata alla narrazione e al
↳in
teatro, che si posizionava a lato della sala e interpretava le voci di tutti i personaggi e della voce
narrante
tempi del muto, lo spettacolo cinematografico era anche integrato da un accompagnamento
↳ai
musicale eseguito in sala
-sincronizzata stabilmente e definitivamente alle immagini, la colonna sonora divenne finalmente a
pieno titolo una componente dell’opera→primo film sonorizzato della storia del cinema fu proiettato l’8
agosto 1926, quando i fratelli Warner presentarono al mondo Don Giovanni e Lucrezia Borgia, di Alan
Crosland
-la tecnologia del sonoro abbia trasformato il linguaggio cinematografico in modo profondo→la nascita
del cinema come spettacolo realmente audiovisivo finì però per stimolare la ricerca e la scoperta di
nuove interazioni tra l’immagine e la dimensione del sonor
-anni 70/80: ci fu un ritorno al sonoro registrato su traccia ottica e quasi esclusivamente su pellicola
da 35 mm secondo i canoni del rivoluzionario Dolby Stereo
primo film ad inaugurare il sistema Dolby Stereo (A): “A star is born”
↳
Capitolo 5: ANALISI DEL FILM
-prime analisi del film della seconda metà degli anni 70: profondamente influenzate dai modelli dello
strutturalismo ma si sono subito aperte anche ad altri campi e discipline, teorie e metodologie
-oggetto primario del proprio lavoro il testo filmico
-primo segno distintivo dell’analisi è la sua aderenza→essere aderenti al testo filmico = analisi attenta
al funzionamento significante del film→analizzare un film è innanzitutto porsi e porre delle domande,
chiedersi che cosa di quel film si vuole cercare e interrogare poi il testo a questo riguardo
del film è fatta di metodo e rigore da una parte e di creatività e fantasia dall’altra
↳l’analisi
-l’analisi del frammento deve attenersi ad almeno 2 regole fondamentali: il frammento deve essere
nettamente delimitato e caratterizzato da una certa consistenza e coerenza, a testimonianza della sua
organizzazione interna
STRUMENTI E CRITERI
-l’analisi non può fondarsi su una semplice visione del film preso in esame, sono necessarie sempre
più visioni
-bisogna avere la possibilità di usare il film come si potrebbe fare con un romanzo→interrompere la
visione, fermarsi su un’immagine, avanzare fotogramma per fotogramma, ritornare indietro, saltare in
avanti, vedere e rivedere, ecc.
-oggi, grazie ai computer e ai lettori DVD e Blu Ray, chiunque può fare l’analisi del film.
-diversi gruppi di strumenti:
1. strumenti descrittivi→es. la sceneggiatura desunta= descrizione delle inquadrature del film
nel suo stato finale.
La sceneggiatura può essere quella dell’intero film ma anche di una sua sola sequenza.
La stesura di una sceneggiatura comporta sempre il ricorso ad alcune indicazioni da cui non
si può prescindere: la numerazione delle inquadrature, il resoconto più o meno dettagliato del
loro contenuto, la trascrizione dei dialoghi
Segmentazione= la suddivisione del film nelle sequenze che lo articolano.
La segmentazione di un film è particolarmente utile in quanto consente di poter avere
sott’occhio lo sviluppo del racconto e di poter così rapidamente collocare ogni momento del
film nella sua giusta sequenza.
Descrizione dell’immagine è selettiva e presuppone un partito preso analitico.
Un ulteriore strumento cui l’analista può ricorrere è quello di tavole, grafici o schemi
2. strumenti citazionali→sono un prelievo dal corpo del film.
Un’unica cautela è necessaria: l’esclusivo ricorso a estratti rischia di dar vita a un’idea del film
come fatto di singoli frammenti, riproduzione di un singolo fotogramma o di più fotogrammi.
La riproduzione di fotogrammi rimane comunque uno strumento di straordinaria importanza
per l’analisi. Essi vanno scelti in base alla loro tipicità: quando cioè sono in grado di rendere
conto al meglio di quell’aspetto dell’inquadratura che vogliamo analizzare
3. strumenti documentari→costituiti da dati fattuali esterni al film, che tuttavia possono essere
utili per l’analisi, o almeno per certi tipi di analisi.
Da una parte abbiamo i dati anteriori alla distribuzione del film (produzione, realizzazione e
lancio), dall’altra troviamo invece le informazioni posteriori alla distribuzione del film
- analizzare un film implica sempre il ricorso a tre diverse operazioni:
● la scomposizione
● l’analisi delle parti
● la ricomposizione
-step dell’analisi:
1. a partire da un’ipotesi preventiva, inizio a dividere il film nelle parti che lo compongono:
episodi narrativi, sequenze, scene, inquadrature e immagini
2. poi analizzo le diverse parti individuate
3. una volta stabilite le costanti di ogni unità, io estendo la mia analisi all’insieme delle unità,
cercando di individuarne costanti, varianti e opposizioni
4. una volta terminata l’analisi delle parti io ricompongo il mio testo a partire dal percorso
compiuto e cercherò di elaborare un modello in grado di darne un’interpretazione
-3 esempi di analisi:
1. L’evidenza ed il codice
es.→”Il grande sonno, Howard Hawks.
Vivian e Marlowe, che dialogano all’interno di un’automobile,
interagiscono fra loro, determinano il procedere della sequenza e
contribuiscono alla caratterizzazione dei personaggi in rapporto a certi
ruoli propri del cinema americano classico.
Segmento diviso in 12 inquadrature→ma lo spettatore ha l’impressione di
un segmento girato quasi in continuità.
L’analisi di Bellour prosegue attraverso l’individuazione dei principali
codici messi in gioco nel segmento in questione, primi 3 codici
appartengono tutti alla sua colonna visiva:
a. la variazione scalare dei piani
b. il movimento o la staticità dell'inquadratura
c. l'angolo di ripresa
I tre altri codici non possono essere considerati specifici del linguaggio cinematografico, in
quanto non sono di suo esclusivo patrimonio:
d. la presenza di uno o due personaggi
e. il parlare o meno di ciascuno di essi durante ogni piano
f. la durata delle inquadrature→più ampio dei precedenti e riguarda gli elementi narrativi, di cui
Bellour decide di isolare semplicemente due battute di dialogo e due azioni.
Successione della inquadrature specifica: 4/1, 2/1, 1/1→si va ad un rest