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L’EUCARESTIA:
L’eucarestia va oltre la nostra comprensione (mistero della fede) e ci salva (sacrificio
di Cristo); la celebrazione eucaristica è un passo verso l’incontro di Gesù.
Abbiamo testimonianze di apostoli che hanno assistito allo spezzare del pane
(contenuto nel rito eucaristico) e il calice di vino (deve avere carattere sacrificale e
non sfociare nell’idolatria).
Il rito eucaristico fu creato da Gesù durante l’ultima cena di questo abbiamo due
liturgie differenti quella palestinese (una benedizione e un inno, sangue per “molti”,
evidenzia il sacrificio sinaitico) e quella antiochena (ringrazia sul pane, corpo e sangue
“per voi”, evidenzia di fare ciò in memoria di me).
L’eucarestia secondo Paolo è un sacrificio di alleanza e chi ve ne partecipa diventa un
corpo solo (insieme a tutti i cristiani) mangiando e bevendo stesso pane e vino; il
singolo diventa una cosa sola con cristo (qualcosa di interiore); secondo Giovanni so
deve dare risalto al pane in sé più che al gesto, secondo lui l’eucarestia è la causa
della vita eterna per questo è difficile da comprendere per dall’uomo mondano.
APPROFONDIMENTI TEOLOGICI:
il dono dell’eucarestia è un dono divino proporzionato alla grandezza del donatore il
cui sacrificio (è eterno e in quanto tale può essere captato da qualsiasi comunità) può
essere paragonato al sacrificio della chiesa (offriamo facendo memoria).
La transustanziazione la conversione della materia (pane e vino=corpo e sangue) non
deve stupire il signore è stato in grado di creare cielo e terra.
IRRADIAMENTI EUCARISTICI SULLA VICENDA UMANA:
Primo sguardo: primo dono che ci si aspetta (atto d’amore)l’umanità ha la credenza
che sia tutto merito dell’uomo non si apprezza invece ciò che ci viene dato; secondo
dono che ci si aspetta (nostalgia dell’obbedienza) un Dio a cui obbedire; terzo dono
(logica dei segni) attraverso cui l’uomo può riscoprire il proprio ambiente.
Secondo sguardo: memoria, alleanza e tensione escatologica sono tre contenuti
dell’eucarestia; i cristiani devono ricordare la persona di Cristo mentre gli ebrei le sue
azioni, il sacrificio che esso ha fatto è stato un patto con Dio per la costituzione della
nazione santa (la chiesa) questo patto ci obbliga a rispettare i 10 comandamenti.
Filastrocche e canarini
PRIMA PARTE: gli inni di Sant’Ambrogio conversazione con Biffi
Egli ha dato vita all’innologia Cristiana pur essendo un uomo amministrativo, nato a
Roma Cristo risolve il suo interesse lirico e affettivo; Cristo è seme di tutta la realtà
non si aggiunge ad una già costruita (visione cristica). Con Sant’Ambrogio la fede
diventa canto (egli è il più musicale nella chiesa).
Immagine più poetica delle sue liriche è il crepuscolo (dove c’è luce c’è Dio).
SECONDA PARTE: Dante e la divina commedia
Egli viene accostato da Biffi a San Tommaso e San Bonaventura; viene spinto verso la
lirica dall’innamoramento di Beatrice (modello di amor cortese); Dante è un poeta
difficile (parole da contestualizzare e una lingua influenzata dalla cultura), la teologia
pur essendo presente nei sui canti(inferno, paradiso e purgatorio) non è la sua
professione.
Nell’inferno vi sono punizioni fisiche (artificio poetico dovuto alle sue esperienze di vita
si diverte infatti a mettere i propri oppositori politici) che guardate dal lato della
teologia si rischia di cadere nel fisicismo.
Egli inizia con la poesia volgare (cambierà con Beatrice), prova ad entrare in politica,
studia filosofia e teologia, viene esiliato (a causa della sconfitta politica della sua
alleanza, senza esilio la Commedia non esisterebbe), nei suoi racconti il viaggio è una
costante iniziando dall’inferno per arrivare poi alla contemplazione di Dio (segue le
orme di Boezio influenzato da San Tommaso e San Bonaventura).
Dante ha grande stima della Chiesa (anche se non si fa problemi nell’inserire il Papa
all’inferno, egli era molto risentito del fatto che il vangelo fosse stato manipolato e ciò
causò il suo esilio) e scrive un viaggio illustrando il viaggio nei tre regni tenendo conto
degli insegnamenti del vangelo.
Tema di San Francesco: si manifesta quando riceve e stigmate, assume la povertà per
conformarsi a Cristo per operare un percorso spirituale, francesco è immagine di
Cristo.
TERZA PARTE: Don Camillo e Peppone
Guareschi mirava a colpire al cuore la realtà con figure create dalla gente (Camillo e
Peppone) dando loro una voce con un umorismo sincero e brutale; le sue storie erano
semplici senza cadere nel banale (parlano di Dio senza parlarne) per parlare alla gente
umile non istruita ma volenterosa di leggere.
Egli trascorse un periodo nei campi di concentramento in cui scoprì il proprio bene
interno strappando un sorriso leggendo i propri racconti, una spinta divina arrivata
dalla fede senza cui si sarebbe lasciato andare.
Il suo obbiettivo era utilizzare il dono di Dio per unire si rifiuta quindi di pubblicare testi
contro i fascisti.
Don Camillo: Guareschi prova a fargli salvare tutti i personaggi ma pur passando dalla
strada del pentimento un personaggio è redente se riconosce di aver fatto del male
non con buonismo di fondo. Don Camillo è aperto mentalmente e sa che bisogna
salvare ogni persona smarrita con qualsiasi mezzo; il suo personaggio è ispirato a più
preti insieme.
Peppone: a causa di questo personaggio ispirato ad un vecchio socialista riformista
(aveva creato molti posti di lavoro) crea problemi per Guareschi con il partito
comunista che lo scomunica nel 49’(Guareschi smette di scrivere).
Giacomone: personaggio che muore per scaldare il Crocifisso per spacciarsi da
pellegrino e vivere di elemosina.
In Guareschi è presente la mediazione del sacerdote fra uomo e Dio; la sua opre più
profonda è “diaro clandestino”