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Le guerre balcaniche
La vigilia della Prima Guerra Mondiale fu anche caratterizzata da una serie di eventi bellici che ebbero però un risvolto più
locale, come per esempio la guerra tra Italia e Impero Ottomano per il possesso della Cirenaica tra il 1911 e il 1912, oppure le
guerre Balcaniche che si svilupparono tra il 1912 e il 1913. Queste guerre balcaniche ebbero come esito quello di cancellare il
dominio ottomano nei Balcani, esasperando al contempo il conflitto fra Austria-Ungheria e Serbia per il controllo della Regione.
Nel 1912, Serbia, Montenegro, Bulgaria e Grecia, unite nella Lega Balcanica, con l'appoggio della Russia, comincino a muoversi
contro l'Impero Ottomano per conquistare la Macedonia. Nell'ottobre del 1912 ebbe inizio la guerra, e un mese dopo le truppe
bulgare occupavano i territori della Tracia mentre le truppe serbe e greche occupavano quasi tutta la Macedonia. A dicembre ci
fu l'armistizio e un tentativo fallito di accordo. A gennaio la guerra ricominciò.
Al termine della prima guerra balcanica, abbiamo la Pace di Londra il 30 maggio 1913. questa pace sancisce la piena vittoria di
greci, serbi, montenegrini e bulgari sulla Turchia. Per effetto dell'accordo, la Macedonia viene spartita tra Bulgaria, Grecia e
Serbia. La Bulgaria ottiene anche la Tracia, conquistando così un accesso sull'Egeo. Il trattato di Londra fu firmato, in sostanza,
per affrontare gli adeguamenti territoriali derivanti dalla conclusione della prima guerra balcanica.
Nel 1913, abbiamo una seconda guerra balcanica, che contrappone Serbia, Montenegro e Grecia, affiancati da rumeni e turchi,
alla Bulgaria, appoggiata dall'Austria). La seconda guerra balcanica scoppia per disaccordi tra Serbia e Bulgaria sulla spartizione
della Macedonia. Termina con la disfatta dei bulgari. Con la pace di Bucarest nell'agosto 1913, la Tracia torna alla Turchia e gran
parte della Macedonia è spartita tra Serbia e Grecia. Questo trattato è stato un accordo negoziato dai rappresentanti di
Bulgaria, Romania, Grecia, Serbia e Montenegro per porre fine alla seconda guerra balcanica. Il trattato modificava quello
precedente stipulato a Londra.
Le guerre balcaniche lasciano una situazione potenzialmente esplosiva. L'impero ottomano, grande sconfitto di questa guerra,
conserva solo parte della Tracia con Adrianopoli e Istanbul. 3
La guerra di Corea
È importante fare una premessa. Durante l'800, dopo una sanguinosa guerra civile, prevalse all'interno del Giappone la dinastia
Meiji, sotto la guida dell'imperatore Meiji Tennò, che avviò il paese verso una forte industrializzazione, raffermando l'identità
giapponese e la sua indipendenza rispetto alle altre potenze europee. Nonostante la conquista di alcune isole, il Giappone era
ancora considerato una potenza di secondo rango.
Nel 1894 abbiamo lo scoppio della guerra per il controllo della Corea. Il Giappone prevalse sulla Cina, e nell'aprile 1895 viene
firmata la pace. La Cina rinunciava a ogni influenza in Corea, oltre a Formosa (oggi Taiwan) e alcune isole. Le potenze europee
però non volevano indebolire troppo la Cina, per cui rinforzarono la mano sul Giappone, perchè le restituisse dei territori.
Al termine della Seconda Guerra Mondiale, la Corea risultava divisa in due lungo il 38esimo parallelo. La Corea del Nord, la
repubblica democratica di Corea, era rientrata nell'orbita sovietica e quella del Sud, la repubblica di Corea, in quella
statunitense. Nel 1950, la Corea del Nord invase quella del Sud. Fu subito evidente che dietro l'offensiva della Corea del Nord ci
fosse la mano di Mosca. Gli Stat Uniti, sopresi dall'offensiva, richiamarono il generale Mac Arthur, che era stato anche
governatore del Giappone all'indomani della conclusione del conflitto e che aveva acconsentito alla ricostruzione democratica
del Giappone.
Nell'ottobre del 1950, le truppe americane, appoggiate dalle truppe sudcoreane, liberarono il territorio del sud della Corea, e
oltrepassarono il meridiano che scandiva la divisione tra le due parti, invadendo il Nord della Corea. Quando ci fu l'invasione,
intervennero i cinesi cominciando a supportare insieme ai sovietici l'esercito nordcoreano. Questo conflitto continuò per un
altro anno e favorì l'armistizio di Keasong nel 1951, che lasciò la linea confinaria tra i due paesi al 38esimo parallelo.
L'aggressività militare sovietica nella guerra del nord Corea alimentò un fortissimo anticomunismo nel campo occidentale. Il
rilancio delle tematiche anticomuniste negli USA portò alla nascita del maccartismo. Questa guerra determinò una delle fasi più
acute della Guerra Fredda, con il rischio di un conflitto globale e il possibile utilizzo di bombe nucleari.
Durante il conflitto coreano, la guerra fredda raggiunse uno dei suoi momenti più critici, e sorsero anche gravi contrasti politici
all'interno delle stesse fazioni. Cina e Unione Sovietica entrarono in contrapposizione, ambendo entrambe all'egemonia sul
mondo comunista, mentre i dissidi politici all'interno della dirigenza statunitense culminarono con la destituzione del generale
Mac Arthur, a causa delle sue idee eccessivamente bellicose e dei suoi propositi di usare bombe atomiche contro Cina e Corea.
Possiamo riassumere così il bilancio della guerra di Corea:
→ il numero delle vittime causate dal conflitto è stimato in 2 800 000 tra morti, feriti, dispersi
→ i nordcoreani persero una certa estensione del territorio al termine del conflitto, in quanto la linea di fronte divenne il
nuovo confine
→ nessuno dei due contendenti riuscì a unificare il paese eliminando la presenza dell'altro
→ nei giorni successivi all'attacco nordcoreano, il governo sudcoreano procedette all'esecuzione sommaria di un numero
compreso tra 60 000 e 200 000 di simpatizzanti comunisti, detenuti già prima della guerra
→ il prestigio dell'URSS venne notevolmente intaccato per non essere sceso in campo a favore dei suoi alleati
→ il prestigio cinese invece si affermò notevolmente.
La Guerra di Corea spinse gli USA a intensificare la propria azione ostile verso i paesi comunisti. Nel 1951 fu firmato il trattato di
pace con il Giappone e fu stipulato il Patto di Sicurezza nel Pacifico con Australia e Nuova Zelanda, mentre in Europa si iniziò il
riarmo della Germania a aiuti economici furono concessi alla Spagna e alla Jugoslavia.
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Il mito della vittoria mutilata
Il mito della vittoria mutilata rappresenta una delle narrazioni politiche più significative del primo dopoguerra italiano,
intrecciandosi con il contesto delle aspirazioni territoriali italiane e le dinamiche internazionali seguite alla Prima guerra
mondiale. Alla fine del conflitto, nel 1918, la città di Fiume aveva chiesto l'annessione all’Italia, appellandosi al principio di
nazionalità e al diritto di autodeterminazione sancito nei Quattordici Punti di Wilson. Tuttavia, questa richiesta poneva l’Italia in
una posizione ambigua: da un lato, cercava di ottenere quanto promesso dal Patto di Londra (compresi territori come l’Alto
Adige e alcune zone della Dalmazia, che non rispondevano al principio di nazionalità); dall’altro, rivendicava Fiume sulla base
dello stesso principio.
Questa situazione fu abilmente sfruttata dai rappresentanti sloveni e croati, che convinsero il presidente statunitense Woodrow
Wilson a opporsi alle rivendicazioni italiane su Fiume. La pressione americana e il clima delle trattative di pace portarono al
mancato riconoscimento di Fiume come parte dell’Italia. In segno di protesta, la delegazione italiana abbandonò i lavori della
Conferenza di pace di Parigi nell’aprile del 1919. Nonostante i territori effettivamente ottenuti (come il Trentino-Alto Adige, il
Tirolo meridionale e l’Istria) fossero coerenti con il ruolo dell’Italia nel conflitto, nei circoli politici e nell’opinione pubblica
prevalse l’idea che il paese avesse vinto la guerra ma perso la pace, dando origine al concetto di "vittoria mutilata".
Questo mito, abilmente propagandato da Gabriele D’Annunzio, trovò terreno fertile in un’Italia delusa e instabile, dove la
percezione di essere stati traditi dalle potenze alleate divenne dominante. D’Annunzio, già eroe di guerra e figura carismatica,
decise di agire. Il 12 settembre 1919, organizzò una marcia su Fiume, nota come l’Impresa di Fiume, con l’obiettivo di annetterla
all’Italia con un gesto simbolico e rivoluzionario. Durante il tragitto, persino i soldati del Regio Esercito, inviati per fermare la
spedizione, si unirono all’impresa, dimostrando quanto fosse diffusa e radicata l’insoddisfazione verso i risultati della
Conferenza di pace.
L’Impresa di Fiume fu un evento di grande risonanza politica e culturale, simbolo dell’instabilità del periodo e della forza del
nazionalismo italiano. Sebbene Fiume non fosse immediatamente annessa all’Italia, l’episodio contribuì a consolidare
l’immagine di D’Annunzio come figura eroica e a preparare il terreno per il successivo revisionismo territoriale e politico degli
anni Venti. 5
La triplice alleanza e i successivi rinnovi
Il 20 maggio del 1882 fu firmato il Trattato della Triplice Alleanza, un patto difensivo tra Italia, Germania e Austria.
→ La Triplice Alleanza sarà il risultato della necessità di uscire dall’isolamento diplomatico.
Nel caso in cui l’Italia fosse attaccata dalla Francia, le altre due potenze sarebbero tenute ad intervenire. I tre stati della Triplice
Alleanza si impegnano all’assistenza reciproca in caso di aggressioni esterne da parte di due paesi. Nel caso in cui uno dei
contraenti avesse iniziato una guerra, gli altri due sarebbero rimasti neutrali.
Proprio per uscire dall’isolamento diplomatico l’Italia decise di aderire al sistema di alleanze ideato dal cancelliere tedesco
Bismarck e di allearsi con la Germania e con l’Austria-Ungheria. Questo trattato permise all’Italia di essere protetta almeno
formalmente dalle minacce che provenivano dalle altre potenze europee. Tale Trattato, della validità di cinque anni, era di
carattere difensivo e avrebbe visto l’intervento degli alleati a fianco dell’Italia in caso di un attacco francese e avrebbe previsto
la neutralità nel caso uno dei tre contraenti fosse stato attaccato o si fosse trovato nella necessità di fare guerra a uno Stato che
lo minacciava.
Da subito, venne inserita la clausola Mancini che prevedeva l’impossibilità che il Trattato potesse essere valido contro
l’Inghilterra. Quindi, tralasciando la Gran Bretagna è ovvio che l’unico altro paese contro cui poteva essere rivolto era la Francia.
Il 20 febbraio del 1887 alla Triplice Alleanza verranno aggiunti due patti bilaterali. Qualsiasi modifica territoriale nei Balcani
doveva avvenire con l’accordo di Austria ed Italia. La Germania non sarebbe interv