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I TERMINI DEL DIBATTITO SUL LAVORO DEL FUTURO
Alain Supiot è un sociologo del diritto del lavoro e della
globalizzazione. Alain supiot è riconosciuto per i suoi lavori sul
diritto del lavoro, la sociologia economica e la globalizzazione.
Le sue ricerche si concentrano principalmente sull'evoluzione del
lavoro nelle società contemporanee, in particolare sotto l'influenza
della globalizzazione e delle nuove tecnologie.
Secondo la sintesi di Supiot, i problemi del lavoro nel XXI secolo
sono di tre tipi:
1. Ecologici
2. Tecnici
3. Istituzionali
Tutte le fasi di accelerazione del cambiamento tecnologico hanno
delle ricadute sostanziali sul lavoro e sulle professionalità sia
tradizionali che nuove.
Il tema del lavoro nel futuro sta generando un ampio dibattito in
diversi ambienti; in tutti la domanda fondamentale è se il
progresso tecnologico sia distruttore o creatore di lavoro.
Il tema del lavoro può essere affrontato sotto due punti di vista:
1. La prima prospettiva viene denominata Prospettiva
macrosociologica = si riferisce allo sviluppo delle future
forze di lavoro; considera tre punti essenziali:
- Demografia: la popolazione invecchia e nascono meno
bambini e tutto questo significa che ci saranno sempre
meno lavoratori giovani in futuro.
- Migrazione: sempre più persone migrano dal proprio paese
di origine verso un altro per ragioni economiche o ragioni
collegate al cambiamento climatico
- Globalizzazione: Le aziende stanno cambiando il modo in
cui producono i loro prodotti. In passato, le aziende
spostavano le loro fabbriche in paesi dove i lavoratori
erano pagati meno. Ora, alcune aziende stanno riportando
le fabbriche nei loro paesi di origine o in paesi vicini.
2. La seconda prospettiva riguarda il rapporto tra lavoro,
tecnologie e produttività: in sostanza ci si chiede che cosa
succede al lavoro quando introduciamo nuovi strumenti come
i computer, i robot e le app?
Bisogna rispondere a questa domanda analizzando i due punti
fondamentali:
- Qualità del lavoro: con l’introduzione delle nuove
tecnologie può sicuramente essere migliorata la qualità del
lavoro grazie, ad esempio, alla possibilità di lavoro da
remoto e orari più flessibili ma può allo stesso tempo
peggiorarla andando a creare delle situazioni di isolamento
e precarietà.
- Occupazione e disoccupazione: le nuove tecnologie
possono creare nuovi posti di lavoro ma possono allo
stesso tempo farne scomparire altri e andarli a sostituire da
robot.
I RISCHI DI AUTOMAZIONE DEL LAVORO UMANO
Nel 2013 uno studio dell’università di oxford aveva stabilito che
quasi la metà di tutti i lavori era a rischio di automazione. Da
questo studio emerge una classificazione delle attività
automatizzabili:
1. Routine tasks = sono azioni che si ripetono sempre allo
stesso modo, seguendo quindi una sequenza precisa e
prevedibile
2. Manual tasks = sono azioni che richiedono un’interazione
fisica e sono meno prevedibili rispetto alle azioni di routine.
ESEMPIO: lavorare in un cantiere
3. Abstract tasks = sono attività che richiedono un alto livello di
pensiero, creatività, problem solving.
A seguito di questa classificazione ne consegue che ci sono dei
lavori che sono considerabili pienamente automatizzabili, altri
solo in parte automatizzabili e infine dei lavori che non possono
essere automatizzati come ad esempio quelli che richiedono delle
competenze interpersonali.
Ad oggi sono si stima che la maggior perdita di posti di lavora si
concentra nelle basse e medie qualifiche amministrative, come ad
esempio gli impiegati, e nei lavori di routine; mentre, il settore
manufatturiero, l’agricoltura e i trasporti sono settori in cui il tasso
di automatizzazione è considerato molto alto.
Le nuove tecnologie stanno sicuramente rivoluzionando il mondo
del lavoro, ma le prospettive non sono necessariamente tutte
negative. Mentre è vero che l'automazione è destinata a sostituire
una parte significativa delle attività svolte dagli esseri umani, le
previsioni più ottimistiche indicano che solo una piccola
percentuale dei lavori verrà completamente eliminata. La maggior
parte delle occupazioni, infatti, subirà un'evoluzione, con le
macchine che affiancheranno e supporteranno i lavoratori nelle
loro attività, rendendole più efficienti e produttive.
Un'analisi approfondita condotta dal MIT di Boston conferma
questa visione positiva. Il rapporto "The Future of Work"
evidenzia come, storicamente, i progressi tecnologici abbiano
portato alla creazione di nuovi posti di lavoro piuttosto che alla
loro distruzione. Questo significa che, anche se alcune mansioni
diventeranno obsolete, se ne creeranno di nuove, legate alle
tecnologie emergenti e alle esigenze di un'economia sempre più
dinamica.
È importante sottolineare che l'automazione non è un fenomeno
nuovo. Nel corso della storia, l'innovazione tecnologica ha sempre
modificato il modo in cui lavoriamo, eppure l'occupazione totale è
cresciuta. Le ricerche economiche non hanno trovato prove
concrete che colleghino l'automazione a una diminuzione duratura
del numero di posti di lavoro.
Le ricerche condotte fino ad oggi suggeriscono che l'impatto delle
nuove tecnologie sarà più evolutivo che distruttivo. Le macchine e
gli esseri umani possono lavorare insieme, quindi ci può essere
una collaborazione attiva tra umani e macchine, in cui le macchine
possono aiutare e facilitare il lavoro dell’uomo.
Gli studi prodotti da organizzazione come UE, OECD e ILO
tendono a focalizzarsi eccessivamente sugli aspetti negativi della
digitalizzazione, ovvero sulla perdita di posti di lavoro dovuti
dall’automatizzazione. Questa visione, troppo pessimistica, non è
considerabile del tutto vera in quanto le nuove tecnologie non solo
distruggono dei posti di lavoro ma ne creano anche di nuovi.
ESEMPIO = settore della green economy
Queste organizzazioni hanno fatto un ulteriore riflessione sul
potenziamento delle competenze umane in modo da poter sfruttare
al meglio le nuove tecnologie. Invece di concentrarsi solo sugli
aspetti negativi dell’avanzamento tecnologico bisognerebbe
investire nella formazione e nella riqualificazione dei lavoratori,
affinché questi siano in grado di adattarsi ai nuovi modelli di
lavoro e di collaborare efficacemente con le macchine.
Importante effetto dello sviluppo tecnologico = “slash worker” à
denominazione che indica la qualifica professionale di un soggetto
e viene utilizzata per indicare che questo, nello svolgimento delle
sue funzioni, svolge più attività lavorative ESEMPIO =
scrittore/traduttore/editore
LA TRANSIZIONE ECOLOGICA: L’INCERTO RUOLO
DEL FATTORE LAVORO
Alain Supiot scrive che la ragione per cui il lavoro, nel XXI
secolo, non potrà rimanere bloccato nelle categorie normative
esistenti è l’aumento dei pericoli ecologici.
La necessità di proteggere l'ambiente e passare a un'economia più
sostenibile è ormai un dato di fatto. Ma come si concilia questa