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L'EVOLUZIONE STORICA DEL CAPITALISMO E DEL LAVORO
Il capitalismo che ha dato forma e sostanza alla società moderna è una delle tematiche più studiate ai fini della comprensione dei fenomeni politici e sociali. Storicamente è da ascrivere a MARX che ne ha anticipato la portata rivoluzionaria assieme allo studio del lavoro, prima ancora che questo fenomeno prendesse piede.
Per l'autore il lavoro rappresenta l'essenza dell'uomo ed il mezzo attraverso il quale l'uomo realizza se stesso, poiché attraverso esso ed in ciò che produce esprime la propria soggettività e creatività. Per l'appunto il lavoratore è "HOMO FABER", cioè l'uomo artefice, capace di creare, trasformare l'ambiente e la realtà in cui vive.
Nel capitalismo questo concetto perde l'essenza originaria del lavoro per cedere il passo al lavoro alienato, sganciato dai contenuti, legato...
Al bisogno e alla sussistenza. In questa ottica l'uomo è spogliato della sua essenza. Ciò che produce è astratto e diviene valore di scambio, quindi merce soprattutto nella fase di macchinizzazione che gli fa perdere il ruolo di attore che incide direttamente sulla produzione e diviene anch'esso strumento di produzione.
L'esamina del Capitalismo distingue nel processo di produzione due categorie:
- i lavoratori non proprietari dei mezzi di produzione
- i non lavoratori proprietari dei mezzi di produzione che sono i Capitalisti
Per Marx il lavoratore lavora un tempo superiore al salario che riceve, questo fa sì che si conferisca un plus valore al bene prodotto che però incrementa solo il profitto del capitalista. Tale situazione porta ad una divisione ed antagonismo fra due classi: capitalisti e proletari, quest'ultimi si approprieranno dei mezzi di produzione, il capitalismo finirà e cederà il passo al comunismo.
Nelle opere
“l’etica protestante e lo spirito del capitalismo”WEBER, soc tedesco, e“Economia e Società” da un valido contributo agli studi egli sostiene che ilcapitalismo è una forma di organizzazione economica che per mezzo di impreseprivate che producono nel mercato, consente il soddisfacimento dei bisogni. Tutto43 dell’impresaquesto accada o è frutto di una razionalizzazione che è orientata alprofitto, alla implementazione della forza lavoro, ad una produzione nn volta allasussistenza ma allo scambio.Difatti, a detta del sociologo tedesco, questa sorta di economicismo andava rigettatocon forza e con vigore, poiché le origini del capitalismo moderno andavano invecerintracciate nell’etica protestante (in particolare calvinista). l’uomo doveva lavorareSecondo questa religione, ben diffusa in Germania e nn solo,massimizzare il proprio profitto, risparmiare e rinunciare allo sfarzo e al lusso.L’uomo viene
inoltre riconosciuto e definito in relazione all'attività che svolge, il lavoro in questa ottica non è più mezzo di sostentamento ma è lo scopo della sua vita e questo determina inevitabilmente un cambio di mentalità ed una nuova condotta. I fattori culturali però, anche se rilevanti, non sono, per l'autore, gli unici fattori presi in considerazione. Anche altri elementi dell'aspetto istituzionale e l'influenza che esso genera sul settore economico sono considerati. WEBER ne rileva tre: - la città occidentale - lo stato razionale - la scienza razionale Il lavoro, secondo lo studioso, è quindi prodotto sia da elementi religiosi, come ad esempio l'etica protestante, sia da elementi economici. L'importanza che riveste il lavoro secondo questa connotazione, che porta l'uomo ad essere riconosciuto dalla collettività per ciò che produce e realizza professionalmente, condiziona il suo stile di vita al punto che tutto.è in funzione della produzione e delguadagno a discapito dei valori, dell’etica, della propria soggettività.Al capitalismo vanno ricondotte la formazione e trasformazione delle struttureeconomiche, sociali e politiche della modernità che hanno nelle dinamiche, una forzadistruttrice nel rimodellare la società.Il Capitalismo ha attraversato almeno tre fasi storiche:
- “CAPITALISMO EROICO”la prima fase è quella del legato alla societàrinascimentale e a quella settecentesca (nasce illuminismo), periodo in cui fa la44 comparsa l’uomo nuovo, animato dalla conquista di nuovi spazi e libertà. Èl’epoca in cui si creano nuove possibilità per l’economia ed il commercio, lasocietà civile diviene autonoma, nasce la borghesia quale classe dominante. Èil periodo dei fermenti politici che, facendo tesoro delle rivoluzioni (americanae francese) danno l’avvio alle democrazie
consentivano alcuno spreco di energia né di tempo. Gli operai della catena di montaggio cioè dovevano svolgere solo determinati movimenti sempre uguali per tutta la durata della giornata lavorativa. Chi aveva la capacità di essere straordinariamente veloce era anche incentivato economicamente con un premio di produzione. Questo sistema di pagamento viene ancora oggi chiamato COTTIMO.
Dal punto di vista industriale, l'industriale che meglio di altri comprese le straordinarie potenzialità del metodo tayloristico, e quindi della catena di montaggio, fu HENRY FORD, proprietario dell'omonima industria di automobili. Egli non solo applicò il metodo messo a punto da Taylor ma incentivò i suoi operai con dei salari alti, in modo da consentire alle classi sociali operaie un benessere mai conosciuto. In questo modo anche gli operai, oltre che essere i produttori di un bene, ne divennero anche i consumatori: molti dei modelli della prima auto Ford chiamata
"modello T" furono proprio acquistati dagli operai che la costruivano. 46L'approccio fordista, grazie al progresso tecnico, quindi riuscì ad abbinare la produzione in serie o di massa con il consumo di massa come già detto i lavoratori non solo producevano ma consumavano i prodotti finali da essi stessi realizzati. L'età dell'oro del capitalismo dal dopoguerra alla metà degli anni 70 fu caratterizzata dalla piena occupazione, da considerevoli investimenti di capitale, piena utilizzazione della capacità produttiva, alti livelli di redditività delle imprese. L'intensificazione del lavoro e l'alienazione dei lavoratori poi ha portato forme di resistenza in grado di condizionare il sistema produttivo già reso vulnerabile dalle complessità ed alto grado di automazione (meccanizzazione, informatizzazione). Dagli anni 70 in poi il mod fordista viene sostituito da un nuovo mod economico o produttivo definito"
POSFORDISTA che non è semplice da definire, si caratterizza per l'adozione di tecnologie e criteri organizzativi che pongono nuova enfasi sull'industria, abbandonata la specializzazione, qualificazione e flessibilità dei lavoratori. La tradizionale produzione di massa acquista maggiore flessibilità produttiva e organizzativa, adeguando la propria offerta a una domanda, in particolare di beni di consumo, sempre più diversificata e soggetta a cambiamenti anche molto repentini. Questa tendenza alla flessibilità e all'eterogeneità delle forme di produzione è tipica dell'economia postmoderna. Al sistema postfordista è associata una forma di produzione che viene definita "snella" o "giapponese".
Difficile comprendere tutte le dinamiche dei cambiamenti in corso ma indubbiamente questi influenzano la vita sociale ed è difficile per conto