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Secondo laboratorio: MOLA KIT.
Per il secondo laboratorio siamo stati muniti del famoso Mola Kit al fine di
mettere in pratica parte delle nozioni e competenze assunte durante il corso di
scienze delle costruzioni. Un’esperienza molto interessante e coinvolgente in
quanto molto ingegneristica e pragmatica come vuol dimostrare la sfida finale.
Primo esercizio
Il primo esercizio consiste nella valutazione della condizione di stabilità. A tal
proposito è doveroso esplicare concettualmente i gradi di vincolo e di libertà, i
quali numeri messi a confronto definiscono qualitativamente che tipo di
struttura si sta studiando. In un piano bidimensionale (quello frontale nelle foto
in basso) ogni corpo della stessa struttura, unito agli altri per mezzo di vincoli
interni, possiede tre gradi di libertà: traslazione verticale, traslazione
orizzontale e rotazione. I gradi di vincolo rappresentano le restrizioni imposte ai
gradi di libertà da parte dei vincoli esterni (supporti) o interni (connessioni tra
elementi strutturali).
Quattro strutture sono state proposte a noi studenti al fine di valutare se le
stesse fossero isostatiche, labili oppure iperstatiche.
Struttura isostatica
Una struttura si dice isostatica se il numero di vincoli è, senza ridondanza,
esattamente pari a quello necessario alla stabilità della struttura. Il numero di
gradi di libertà GDL è quello dei gradi di vincolo GDV.
Struttura labile
Una struttura si dice labile se viene meno il numero di vincoli sufficienti a
garantirne la stabilità. Il numero di gradi di libertà è maggiore rispetto a quello
dei gradi di vincolo.
Struttura iperstatica
Una struttura si dice iperstatica se vi è un eccesso di vincoli rispetto a quanto
necessario per la stabilità della stessa. Il numero di gradi di vincolo è maggiore
rispetto a quello dei gradi di libertà.
Partiamo dalle due strutture più semplici:
A destra una struttura con due vincoli interni e due cerniere esterne. Quindi i
gradi di libertà GDL sono 3 x 3 = 9. Dati i vincoli succitati i gradi di vincolo GDV
è 2 x 4 = 8.
Dunque GDV < GDL e pertanto si tratta di una struttura labile (disegno in
basso).
A sinistra invece abbiamo 5 aste pur conservando i vincoli definiti
precedentemente. I gradi di libertà sono pari dunque a 3 x 5 = 15 e i gradi di
vincolo pari a 8: GDL – GDV = 7; la struttura è sette volte iperstatica.
Passiamo alle due strutture un po' più complesse:
A destra notiamo che abbiamo due corpi: dunque 2 x 3 = 6 gradi di libertà. I
gradi di vincolo sono 6, 4 dati dalle due cerniere esterne e due dal vincolo
interno. I gradi di libertà sono pari a quelli di vincolo: la struttura è isostatica.
Nella struttura a sinistra il concetto è molto simile. Cambia la posizione del
vincolo interno e anche la sua funzionalità. Tuttavia il numero di gradi di libertà
è comunque pari a 6, così come quello dei gradi di vincolo e, pertanto, la
struttura è isostatica.
SECONDO ESERCIZIO
Nel secondo esercizio la richiesta è quella di calcolare la deformazione di due
strutture nel caso di un carico localizzato all’estremo di un’asta. In particolare
sono state visibili ad occhio le differenze che in maniera qualitativa ci si
aspettava nella deformazione dei due tipi di strutture.
Partiamo dalla prima:
La struttura in questione si caratterizza della presenza di una cerniera come
vincolo al terreno, rendendo possibile la rotazione dell’asta verticale. Il carico
applicato e concentrato all’estremità dell’asta fa sì che l’altezza della stessa
passi da 9 cm a circa 7 cm. La deformazione non è definita dal solo contributo
del taglio, quindi del carico, ma anche da quello del momento trasferito tramite
il vincolo interno tra trave e colonna.
Si procede con la seconda.
In tal caso vi è un incastro a terra, il quale non permette la deformazione della
colonna e il conseguente contributo di momento alla deformazione della trave.
In questo caso infatti la trave si abbassa per solo effetto del carico applicato. È
stato misurato un abbassamento di circa 1.7 cm, ben minore rispetto a quanto
misurato nel caso precedente.