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A A
≥
c. si osserva che: se ho un pixel canale
i ,uc s
A A
≤
se , ho un Pixel versante
i ,uc s
SOGLIA 78 21
Rete idrografica e suddivisione in sottobacini con il metodo Peuker-Douglas con soglia 78
Figure 1.20:
Questa rete è stata ottenuta imponendo una soglia di 78, generando una densità di drenaggio di circa
il 162,45% di quella della rete di riferimento. Inoltre, il territorio è stato suddiviso in 49 sottobacini.
Pochi canali nella zona centrale del bacino. E canali troppo lunghi nell’estremità sinistra.
SOGLIA 170
Rete idrografica e suddivisione in sottobacini con il metodo Peuker-Douglas con soglia 170
Figure 1.21:
Questa rete è stata ottenuta imponendo una soglia di 170, generando una densità di drenaggio di
circa il 99,4% di quella della rete di riferimento. Inoltre il territorio è stato suddiviso in 21
sottobacini. Pochi canali nella zona centrale del bacino. E canali troppo lunghi nell’estremità
sinistra 22
SCELTA DEI SOTTOBACINI
La scelta della combinazione migliore metodo-soglia andrà eseguita considerando i seguenti fattori:
1. attinenza con la rete fornita dalla Regione Veneto (coincidenza tra gli affluenti estratti e
quelli mappati dalla Regione); −1
2. densità di drenaggio; Dd=0,3441 [ ]
km
3. numero di sottobacini (da limitare sotto i 100 per limitare il carico computazionale nelle
esercitazioni seguenti)
Soglia Peuker- Densità di drenaggio Attinenza con la rete Sottobacini
−1
Douglas fornita
[ ]
km
78 0,559 Pochi canali al centro 48
170 0,3421 Pochi canali al centro 20
Tab 1.1 Risultati metodo Peuker-Douglas
Soglia D8 Densità di drenaggio Attinenza con la rete Sottobacini
−1 fornita
[ ]
km
1100 0,3908 Pochi canali al centro 26
1300 0,3458 Pochi canali al centro 18
Tab 1.2 Risultati metodo sull’area cumulata D8
Soglia Dinf Densità di drenaggio Attinenza con la rete Sottobacini
−1 fornita
[ ]
km
65000 0,3377 Pochi canali al centro 65
75000 0,31057 Pochi canali al centro 55
Tab 1.3 Risultati metodo sull’area cumulata Dinf
Densità di drenaggio Attinenza con la rete Sottobacini
Soglia Slope Area fornita
23
23000 0,36057 Verosimile 53
26500 0,32289 Verosimile 42
Tab 1.4 Risultati metodo Slope Area 2
pendenza
Figure 1.22: Confronto rete idrografica ottenuta con la soglia sul prodotto area pari a 23000 e la rete
reale
Dal confronto delle tabelle (Tab 1.1,1.2,1.3,1.4) si comprende come il metodo Slope Area (Tab 1.4)
con una soglia di 23000 sia quello più adatto perché permette di avere una rete attinente a quella
fornita (Figure 1.22), mantenendo una densità di drenaggio circa pari a quella reale e mantenendo
anche il numero di sottobacini inferiore a 100. Sarà quindi utilizzato in seguito come base per il
modello geomorfologico.
2. Analisi di sensibilità del modello SCS per
la separazione della precipitazione
24
2.1 CONSEGNA E DATI FORNITI
Lo scopo dell’esercitazione è scomporre la precipitazione insistente sul bacino idrografico del
torrente Astico nelle componenti che alimentano i deflussi superficiale e subsuperficiale, ed il flusso
perso in profondità. Il metodo di separazione implementato nel codice fornito consiste in una
combinazione tra il metodo SCS (Soil Conservation Service) e il metodo dell’Indice φ (applicato ai
flussi di infiltrazione).
Il materiale fornito è composto da due diversi programmi: 1) input_sepdeflussi.exe legge i file di
input e li assembla in un formato leggibile da parte del secondo programma; 2) sepdeflussi.exe
legge i file preparati da input_sepdeflussi.exe e restituisce la scomposizione della pioggia totale
istante per istante per ogni sottobacino (file psubYYY.dat) e per l’intero bacino sotteso alla sezione
di chiusura (pbasin.dat); vengono inoltre riassunti i volumi totali defluiti dall’inizio alla fine
dell’evento considerato (rainvolumes.dat).
I due codici vengono eseguiti automaticamente, uno dopo l’altro, tramite lo script
SEP_DEFLUSSI.cmq
Gli input richiesti da input_sepdeflussi.exe sono:
Informazioni sulla geometria e i sottobacini della rete estratta nell’esercitazione precedente,
nella cartella input_sepdeflussi/input/Geometry (file asticotree.dat, asticocoord.dat e
asticow.asc);
Mappa di uso del suolo (file landsat.dat, da non modificare);
Caratteristiche della precipitazione osservata e Indice (file rain.dat);
Curve Number per ogni classe di uso del suolo (file classes.dat).
25
ATTENZIONE: i file *par.dat, *tree.dat, *coord.dat, *w.dat devono essere rinominati in maniera
coerente con il nome scelto per il bacino e impostato nel file basin_name.dat. Ad esempio, quando il
bacino venga chiamato “astico” tutti i file corrispondenti dovranno essere chiamati “asticopar.dat”,
“asticotree.dat”, ecc.
I file di output di (psubYYY.dat, pbasin.dat e rainvolumes.dat) verranno generati nella cartella
sepdeflussi/output. )
Dovrà essere condotta l’analisi di sensibilità dei parametri (Curve Numbers e Indice utilizzando
il reticolo idrografico e la matrice dei sottobacini ricavati durante la precedente esercitazione. Per
ogni combinazione dei parametri esplorati si producano i seguenti grafici:
istogrammi relativi ai volumi di pioggia ripartiti nelle tre componenti (superficiale,
subsuperficiale, persa) per i diversi sottobacini, sia in termini assoluti che in termini
percentuali;
un grafico riportante l’andamento temporale delle tre componenti di pioggia sopra elencate
per quanto riguarda la precipitazione media all’interno dell’intero bacino;
un grafico analogo al precedente, per almeno 2 sottobacini caratterizzati da un diverso
comportamento idrologico (selezionati in base alla mappa di uso del suolo e/o in base ai
grafici relativi alla ripartizione percentuale dei volumi piovuti).
2.2 DESCRIZIONE DEL MODELLO SCS E CN
Dato un qualsiasi evento precipitativo, il bilancio di massa del contenuto d’acqua nel sottosuolo può
essere espresso come:
( )=I ( ) ( ) ( ) ( )
+O + +ω
P t t t ET t t
Con
P(t)=portata di pioggia
I(t)=portata di infiltrazione
O(t)=portata di deflusso superficiale
ET(t)=portata di evapotraspirazione
ω(t)=portata intercettata dalla vegetazione
la pioggia che raggiunge effettivamente il suolo è Ps(t)=I(t)+O(t)
Il modello di separazione dei deflussi implementato nel codice in uso nell’esercitazione è il metodo
del Soil Conservation Service (SCS), altrimenti detto metodo del Curve Number (CN). Il modello
risale agli anni 70 ed è di natura empirica, cioè non basato sui processi fisici che regolano il
problema.
Vantaggi:
• Limitato numero di parametri; 26
• Incorpora i meccanismi di infiltrazione di Horton e di Dunne.
Svantaggi:
• Manca l’asciugatura del bacino dopo l’evento di pioggia (inadatto a valutare la risposta idrologica
di una serie di eventi in cascata);
• Natura empirica
L’ipotesi su cui si basa il modello è di origine empirica:
t t
∫ ∫
( ) ( )
O t dt I t dt
0 0
=
t S
∫ ( ) −I
P t dt
s a
0
E viene accoppiata ad un bilancio a scala di bacino.
Dove:
- O(t) è la precipitazione che defluisce superficialmente.
- I(t) è la precipitazione che si infiltra.
P
- (t) è la precipitazione totale.
s
I
- è l’astrazione iniziale.
a
- S il massimo volume infiltrabile.
Le grandezze sono integrate fino al generico tempo t quindi rappresentano dei volumi per unità di
superficie e sono espressi in [mm].
Questo modello vale solo se il volume totale di precipitazione registrato fino all’istante temporale t
I (t )
P
è maggiore dell’astrazione iniziale ( ), altrimenti tutta la pioggia si infiltra (I(t)= e
s
a
O(t)=0)
La relazione matematica fondamentale è la seguente:
t 2
∫ ( )
[ ]
P x dx−I
t s a
∫ 0
( ) =
O x t
∫
0 ( ) +
P x dx−I S
s a
0 27
Figure 2.1: Grafico modello SCS
La precipitazione che cade sul bacino si divide in infiltrazione nel terreno (I(t)) e ruscellamento
superficiale (O(t)). (Figure 2.2)
Figure 2.2: Suddivisione della precipitazione nel modello SCS
Il volume di pioggia caduto prima che si osservi deflusso superficiale (O(t)) è detto “astrazione
I
iniziale” . Tiene in considerazione fenomeni quali l’intercettazione delle piante e l’accumulo
a
in depressioni superficiali. Se il volume totale di pioggia caduto è minore dell’astrazione iniziale
non si avrà la produzione di deflusso superficiale. (Figure 2.3)
28
Figure 2.3: Astrazione iniziale
La quantità di pioggia che si può infiltrare è limitata al massimo volume (S) che il terreno può
contenere in condizioni di saturazione. Una volta raggiunto questo valore, tutta la pioggia si
trasforma in deflusso superficiale. (Figure 2.4)
Figure 2.4: Massimo volume S 25400 −254
S è una caratteristica del terreno e vale S= CN
CN dipende dalla granulometria del suolo, dal tipo di copertura e dalle condizioni iniziali di
umidità. CN è un numero adimensionale compreso tra 0 e 100 (100 non permeabile)
SCS + Φ INDEX 29
Il modello di separazione dei deflussi integra il metodo SCS con il metodo dell’indice φ per
determinare la frazione di pioggia che si infiltra e che contribuisce comunque al deflusso
subsuperficiale (Ieff,sub).
La pioggia che cade sul bacino viene suddivisa quindi in tre componenti: ruscellamento
superficiale, deflusso subsuperficiale e deflusso profondo. Soltanto i primi due concorrono alla
formazione dell’onda di piena. (Figure 2.5)
Figure 2.5: Suddivisione delle precipitazioni secondo modello SCS e Indice Φ
2.3 DATI DI INPUT
I dati di input utilizzati sono: 30
a. la suddivisione della rete in sottobacini;
b. la mappa di utilizzo del suolo;
c. la precipitazione insistente sul bacino preso in considerazione.
I parametri utilizzati sono:
a. I CN, ovvero i Curve Number per ciascun utilizzo del suolo;
b. L'indice φ per tutto il bacino.
I risultati ottenuti in output sono:
a. La separazione della pioggia totale istante per istante nelle componenti superficiale,
subsuperficiale e persa sia nel caso dei sottobacini che per l'intero bacino;
b. I volumi defluiti superficialmente, subsuperficialmente e persi.
I file utilizzati sono i seguenti, di cui i primi tre ottenuti dal procedimento di estrazione della rete
con ArcGis:
a. asticocoord.dat, file contenente le