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Al fine di identificare un’architettura che possa essere considerata un esempio di bellezza sarebbe
utile iniziare da alcune riflessioni in relazione alla bellezza classica. Partendo dalle affermazioni
platoniche sull’idealità della bellezza, ritenuta da quest’ultimo, quasi, un metodo di costruzione,
dualistico (in senso figurato e letterale), della realtà, essa, infatti, ci dà la possibilità di costruire nel
modo più accurato possibile i nostri oggetti artefattuali, i nostri oggetti artistici o i nostri progetti.
Ancora, considerando le affermazioni aristoteliche e del filosofo Plotino, le prime che enunciano la
necessità del bello di avere non solo parti ordinate ma anche una grandezza non casuale, e le
seconde, che identificano la bellezza con l’ordine, aggiungendo che essa possa essere data sia dalla
relazione tra le parti e le parti con la totalità, sia da una specie di assolutezza ( come quella di una
parte considerata in sé) - ci pare evidente come essa necessiti della presenza di regole; quest’ultime,
successivamente, nella filosofia moderna, e in particolare con la filosofia degli empirici britannici
settecenteschi e la filosofia di Kant, attraverso un processo di soggettivizzazione della bellezza, non
vogliono essere negate, bensì vogliono affermare la loro rintracciabilità a posteriori, e non a priori,
come nella filosofia antica.
Un’architettura che può essere considerata un esempio di bellezza è, a mio parere, la casa
sperimentale con sauna a Muuratsalo, in Finlandia, progettata da Alvar Aalto, tra il 1952 e il 1954,
per sé stesso e per sua moglie; si tratta di un piccolo edificio impostato su pianta quadrata con un
corpo principale che si affaccia su un patio, protetto da un muro e da due corpi annessi, con una
stanza per gli ospiti e un deposito per la legna, una sauna e un attracco per barche.
Essa può essere definita bella perché ha la capacità sorprendente di essere ciò che ci
immagineremmo che la casa sia se ci interrogassimo su cosa la casa è: quindi, la sua bellezza
risiede in primo luogo nel suo dover essere: nel senso che risponde al bisogno umano di protezione
e confortevolezza, e ai requisiti che da tale bisogno succedono, come quello di avere pareti stabili,
una buona isolazione, ampli spazi e della luce diretta. Essa però era anche pensata per essere uno
studio privato e un laboratorio sperimentale: differisce infatti dalle costruzioni tradizionali per forma,
per scala e per tipo di materiale; era considerabile una novità, intesa come una risposta
contemporanea ad una domanda antica (che include un dover essere essenziale).
I prospetti verso il patio sono stati suddivisi in 50 zone diverse per sperimentare vari tipi di cotto e di
ceramica, diverse modulazioni, dimensioni di mattoni e trattamenti specifici. La scelta di lasciare
queste sperimentazioni a vista potrebbe sembrare non necessaria per la sua utilità, superflua, e non
necessaria per la sua identità, però ricordiamo che l’essere umano ha bisogno di soddisfare sia
richieste necessarie (come, per esempio, quella di avere pareti stabili e luce nelle proprie case) sia
richieste superflue (come quella di avere delle belle pareti da vedere), poiché la superfluità, se non
interferisce con la necessità, e se esplicita qualcosa di importante sullo statuto umano (come ad
esempio una necessità di sperimentazione), può essere sui generis necessaria.
Lo stesso discorso potrebbe essere applicato alla pavimentazione in cortile, le diverse piante e i
muschi, all’apparenza ornamentali, ma che in realtà hanno lo scopo di analizzare il comportamento
dei vari materiali (e quindi, corrispondono alla necessità umana di accrescere la propria
conoscenza); o ancora il focolare che arde al centro del cortile, che seppur abbia la stessa
importanza di un fuoco da campo al centro di un accampamento, possiede una fiamma che riflessa
sulle superfici, spesso innevate, contribuisce ad irradiare un’atmosfera di calore gradevole, quasi
mistica (e ciò esplicita, a mio parere, la necessità, a livello di statuto umano, ad una dignità umana
maggiore).
In secondo luogo, sua forma è (può essere) considerabile bella perché essa dà visibilità ad un
notevole equilibrio delle parti, realizzate secondo un gioco sapiente di bilanciamenti e modulazioni
che rendono l’edificio coerente nella sua interezza, e, inoltre poiché l’organizzazione spaziale farà si
che gli spazi confluiscano gli uni con gli altri in una maniera del tutto nuova; ciò è anche dato dal
dotto utilizzo di Aalto di nuovi e originali materiali, come nell’interno, in cui domina il calore del legno
curvato, materiale con il quale sono creati i mobili realizzati su disegno dello stesso architetto. La
pianta a L, per di più, raggruppa gli ambienti intorno alla corte, che bilancia sapientemente la coda
di padiglioni che si snodano a monte verso la foresta. Per quanto riguarda la forma della sauna,
invece, possiamo ritenerla bella poiché nonostante essa possa essere considerata un tempio di
povertà nordica in realtà il suo disegno è caratterizzato da dettagli di estrema raffinatezza, come le