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Una a te, una a me, una alla moglie del re
Inizialmente non riescono a venire a capo dellafaccenda, ma poi il professore ha un'intuizione, guardando infatti sul foglietto su cui è scritto il messaggio egli nota la presenza di un microfilm che al microscopio rivelerà l'intenzione di Beshraavi di uccidere il primo ministro Jena. I due cercano di sventare l'attentato ma il ministro viene colpito e ucciso, solo ora scopriamo che Jasmine è in realtà una spia dalla parte del primo ministro e che quello che è stato ucciso è un impostore, il vero Jena è stato già rapito da Beshraavi. Pollock e Jasmine riescono a scappare insieme al primo ministro dalle grinfie degli scagnozzi di Beshraavi, questo dà il via all'inseguimento. Inizialmente i tre vengono inseguiti in un prato da tre uomini sui trattori, poi a cavallo e infine vengono minacciati su di un ponte pericolante dal magnate arabo, che spara da un elicottero.
È David Pollock l'eroe che riesce a salvare la vita del primo ministro e di Jasmine, facendo precipitare l'elicottero nel fiume. Il film termina con il consolidamento della coppia, che si lascia andare in un lungo bacio conclusivo. Come ci rivela la trama, il film ha caratteristiche che lo rendono assimilabile a diversi generi: quello spy e quello della commedia romantica. Queste atmosfere sono riprese e sviluppate nei titoli di testa per mezzo della grafica di Maurice Binder e soprattutto della musica di Henry Mancini. La grafica è pregna dell'influenza del maestro dei titoli di testa Saul Bass, il quale prediligeva le forme geometriche. Binder invece, come scrive Fabio Carlini in Popcorn-time: l'arte dei titoli di testa, "inserisce una serie di corpi gelatinosi che si intrecciano, si sovrappongono, si trasformano mutando di volta in volta colore. Figure indistinte, indefinite, flaccide, confuse che non lasciano intravedere nulla di riconoscibile ma"."danno la sensazione di partecipare al flusso di una realtà in movimento tutta dascoprire”.
Nei titoli di testa di Arabesque la musica orientaleggiante è supportata da una grafica lenta eipnotica, quasi psichedelica, con alternarsi di palette cromatiche calde e fredde. L’inizio, infatti,si apre con i tintinnii del triangolo che, unito a motivi sinuosi e serpentini, rievocano ilmovimento ipnotizzante del serpente a sonagli, comunemente associato al mondo orientale. Ilsuono della batteria ha inizio ancor prima dei titoli di testa, quando il logo della Universal fa lasua apparizione a pieno schermo. La transizione con i titoli di testa si ha dalla posizione deglianelli del logo, da cui su sfondo nero emerge una grafica ellittica blu, sinuosa e fluida, chediventata un fascio di luce bicolore che fa da sfondo ai nomi dei due attori protagonisti:Gregory Peck e Sophia Loren. Nel corso di tutto il brano la batteria suona sempre lo stessopattern ritmico, in modo ossessivo.
Al secondo 00:12 alla batteria si aggiungono i fiati, componendo un sound tipico della musica di consumo ballabile negli anni '60, entriamo subito così in un'atmosfera tipica degli spy movie, ma più ritmata e incalzante. Il tema musicale comincia al secondo 00:24, ha uno stile esotico, viene suonato dai fiati, tra i quali oboi e fagotti, da sempre utilizzati per creare suggestioni orientaleggianti. Anche la grafica cambia e tutto lo schermo si tinge di rosso, colore del sangue e della passione, evocando i due generici costitutivi del film. Sullo schermo rosso emerge la scritta "In Stanley Donen's Arabesque", sopra la quale è il logo della Stanley Donen production: un quadrato con al centro un cerchio, il quale si moltiplica in numerosissime ombre. In seguito, dopo un brevissimo ponte in cui entrano in scena gli ottoni (00:43) e la grafica cambia nuovamente dando spazio al colore verde, ricomincia da capo il tema principale (00:52), questa volta.eseguito dagli archi: qui la musica assume un carattere più sinfonico strizzando l'occhio alla parte più sentimentale del film, mi riferisco alla storia d'amore tra Peck e Loren. La grafica da rossa ritorna ad essere azzurra, al centro dello schermo di nuovo il logo della Stanley Donen production, che si moltiplica ai lati formando un'immagine in movimento caleidoscopica. Segue una sezione dove il tema subisce uno sviluppo motivico che si conclude al minuto 1:47 con il ritorno del tema. In quest'ultima parte i colori delle immagini indefinite cambiano continuamente, il rosso lascia spazio al viola, il blu e il verde all'azzurro più chiaro. Per comporre la colonna sonora del film Mancini è stato influenzato da vari generi musicali, tra cui la musica orientale, il jazz, la musica classica e la musica popolare. Ha utilizzato diversi strumenti e tecniche per ottenere degli effetti sonori originali, ad esempio ha utilizzato il flauto per.rievocare il suono di un serpente, il clarinetto per ritrarre un'atmosfera misteriosa, la tromba per mettere in risalto l'azione e il ritmo e infine il coro per conferire un tono romantico e celestiale. Il tema presente anche nei titoli di testa, ritmato e orecchiabile accompagna la scena dell'inseguimento (00:30:40), Pollock utilizza il corpo di Jasmine come scudo per fuggire dalla casa di Beshraavi, correndo per le scale fino al giardino zoologico dove il fluire della musica è ostacolato dai versi di vari animali. Il tema ritorna anche verso la fine del film, mentre Jasmine, Pollock e il primo ministro sono a cavallo, seguiti dagli scagnozzi di Beshraavi (01:39:08), questa volta il tema ha dei guizzi che rendono la scena ancora più ansiosa e concitata. Durante il primo incontro tra Pollock e Jasmine Azir (00:13:30), la ballad romantica "We've Loved Before" nella sua versione strumentale contribuisce a rendere ancora più trascendentale la comparsa.Dell'affascinante dama. Questa traccia costituisce il tema di Jasmine, presente anche nella scena in cui i due si incontrano nuovamente dopo il tentato omicidio di Pollock (00:50:49) e durante il risveglio di lei dopo la loro prima notte insieme (01:21:04). Una delle scene più divertenti del film è certamente quella in cui il protagonista abbandonato in autostrada, comincia, sotto l'effetto di droghe a muoversi goffamente tra le automobili. Accompagnato da un brano che si rifà al paso doble della corrida spagnola (00:43:00), Pollock ha delle allucinazioni che lo portano a scambiare le automobili per tori e come se fosse in un'arena utilizza la sua giacca come il drappo rosso del matador. Incapace di mantenere una posizione eretta, subito dopo si cimenta in un ballo simile a quello di Charlot in Modern Times (Tempi Moderni, 1936) e rimediata una bicicletta percorre la strada in contromano mentre viene accompagnato da una musica dal carattere circense (00:44:00).
Il brano Ascot accompagna la scena in cui i due alleati, Loren e Peck si incontrano ad una corsa di cavalli per recuperare l'iscrizione temporaneamente perduta (01:00:26). Nonostante la sequenza filmica sia ricca di tensione, il brano ha una funzione distensiva accordandosi al tono sornione e beffardo assunto nel dialogo dai due personaggi. L'assenza della musica all'interno del film è interessante quanto la sua presenza, sono molteplici infatti i casi in cui nelle scene all'apice della tensione si ode solo rumore. Nella scena della demolizione, l'infrangersi del masso demolitore contro Jasmine innesca il silenzio della musica (01:16:44) nonostante la dinamicità dell'azione. La medesima combinazione si ha durante l'inseguimento di Jasmine, Pollock e il primo ministro da parte degli uomini di Beshraavi alla guida di trattori (01:37:38). Tramite una dissolvenza incrociata si passa da una scena d'azione ad una scena dalCarattere romantico e comico. Dopo aver sventato l'attacco del petroliere, i due partner possono godere del proprio amore, cullati dalle onde del mare e dal ritorno del brano We've loved Before(01:43:38). Per incorniciare la giocosità e la spensieratezza nel momento finale, Donen applica una chiusura a iride, ma al posto del nero a dominare lo schermo sono il colore rosso e la grafica psichedelica e vorticosa che hanno già caratterizzato i titoli di testa.
Confronto tra Sciarada e Arabesque (di Elisa Dionigi) Come detto in precedenza, negli anni '60 i titoli di testa, da mera introduzione al film con l'elenco di attori, cast tecnico e il nome dell'autore, acquisiscono la fondamentale funzione d'immergere lo spettatore nell'atmosfera e nell'immaginario emotivo della narrazione, diventando anche grazie all'avvento della pop art, una vera e propria forma d'arte che unisce l'emotività delle musiche d'autore.
con grafiche moderne e sempre più elaborate. Come esempio di questo fenomeno, quindi, può essere citato il dittico di commedie, attribuibile al filone detto giallo spy-rosa, composto da Sciarada (del 1963) e Arabesque (del 1966), che per l'elaborazione e la realizzazione dei titoli di testa e più in generale della colonna sonora, vede la collaborazione di personaggi di grande caratura quali Henry Mancini, autore delle musiche, e Maurice Binder, graphic designer, con il regista Stanley Donen. Con le loro inquadrature stravaganti, i primissimi piani, i dettagli di oggetti, le sovrimpressioni e i colori artificiali, i due film riprendono un immaginario visivo legato al fumetto, alla fotografia di moda e all'avanguardia artistica contemporanea, una novità per Donen, che nel corso della sua carriera da regista e coreografo, si era distinto per opere musicali come Cantando sotto la pioggia, Sette spose per sette fratelli e Cenerentola a Parigi. Entrambe leLe commedie qui prese in esame hanno come protagonisti due coppie glamour, formate da Cary Grant e Audrey Hepburn (Sciarada) e Gregory Peck e Sophia Loren (Arabesque) e si svolgono sullo sfondo di pittoreschi e movimentati scenari internazionali, come Parigi e Londra, allineandosi all'allora moda nascente dei film spy alla 007. Ma poco altro hanno in comune. Le due pellicole infatti, sono profondamente diverse, tanto quanto lo sono le due donne protagoniste. Entrambe dive del loro tempo, Audrey Hepburn e Sophia Loren, rappresentano due femminilità differenti: l'una rappresenta, sia sullo schermo che nella vita, una bellezza classica e raffinata, che ben si addice all'atmosfera chic di Parigi, città che fa da sfondo alla storia; l'altra invece, incarna una bellezza sempre elegante, ma sensuale ed esotica, che ben richiama il tema orientaleggiante del film nonché l'archetipo della femme fatale tipica del cinema dei decenni precedenti. L'una Givenchy,
L'altra Dior. È proprio su questa differenza che sembrano basarsi le musiche di Mancini. Già dai titoli di testa, infatti, unite alle tondeggianti grafiche di Binder, anch