Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ANALISI. FUNZIONI DRAMMATURGICHE PRIMARIE
Le funzioni trattate in questo capitolo hanno lo scopo di definire la "collocazione" presunta della fonte di emanazione della musica in rapporto alla narrazione filmica. L'individuazione del "luogo" da cui proviene la musica implica l'attribuzione di una funzione drammaturgica che gli artefici - regista, compositore – le hanno attribuito giocando col rapporto tra elementi narratologici verbali, figurativi, sonori e col proprio grado di epifania.
Il metodo si basa essenzialmente su tre funzioni – livello interno; livello esterno; livello mediato - delle quali soltanto la seconda comporta due distinzioni subordinate, livello esterno acritico e livello esterno critico.
Livello interno
Si definisce di livello interno un evento musicale prodotto nel contesto narrativo della scena/sequenza. La sua presenza può essere manifesta oppure dedotta dal contesto. Nel primo caso la fonte musicale è visibile a gradi.
diversi di enfasi. Ad esempio un personaggio accende un ricevitore radiofonico o un impianto HI-FI, oppure assiste a una esecuzione dal vivo, e ancora suona egli stesso uno strumento. Nel secondo caso il contesto rende plausibile una o più presenze musicali, seppure non svelate, purché congrue. Un motivo ballabile udito in un night club, musichette meccanizzate in un Luna Park, un tipico pezzo di repertorio eseguito da una banda in un parco cittadino. Si considera un intervento di livello interno come appartenente al narrato.
Nelle applicazioni più comuni un intervento di livello interno contribuisce semplicemente alla definizione di un clima, ponendosi alla stregua dei rumori ambientali come mero "colore" locale, oppure può espletare una precisa funzione segnaletica. Il regista può servirsi di un intervento di livello interno per conferire all'episodio un particolare significato, col vantaggio di un ridotto grado di esposizione nei confronti dei
l'ascolto è condiviso, sarebbe a dire riguardatanto i personaggi quanto gli spettatori che assistono al film.In un film dominato dalle musiche di livello interno ma utilizzateil più delle volte dai personaggi con finalità improprie come The Man Who Knew Too Much, l'episodio del concerto alla Royal Albert Hall ne rappresenta il paradigma. Un rito borghese di elevazione dello spirito in una sala prestigiosa per la cultura britannica è stato scelto da un gruppo di cospiratori per uccidere un alto esponente politico straniero, per di più sfruttando un punto preciso della composizione in programma, la Cantata Storm Cloud, in cui è previsto un colpo di piatti, ideale per coprire il rumore dello sparo. Una condizione di consapevolezza del pericolo imminente "avvantaggia" lo spettatore rispetto a Jo. In un episodio precedente, infatti, il cospiratore Drayton (Bernard Miles) ha fatto ascoltare a Rien un'incisione discografica della
Cantata, affinché questi memorizzi il punto esatto in cui dovrà sparare. Il meccanismo drammaturgico dell'anticipazione determina così un ascolto "viziato" della composizione e un'attenzione insolita dello spettatore nei confronti dei sintomi premonitori, che Hitchcock asseconda ed esalta mostrando, fra l'altro, i gesti con i quali il percussionista si accinge con sussiego al proprio intervento. Le affinità tra musica ed eventi si precisano nel corso della sequenza con una coincidenza fra l'arrivo di Ben alla Royal Albert Hall e l'inizio del fugato di coro e orchestra. Si tratta di una sequenza senza dialoghi, come in un film muto, che continua a mantenere così la musica in primo piano. Tra falsi sviluppi e crescendo interrotti quel fugato condurrà finalmente al climax, ma la rivelazione ultima dell'artificio avviene subito dopo il duplice colpo di piatti e di pistola: la breve lotta fra Ben e il sicario e la fuga di quest'ultimo.
con tag html, il testo formattato sarebbe il seguente:conclusa dopo pochi passi incerti con una caduta mortale, coincidono con la coda dell'episodio musicale. C'è addirittura un sincrono esplicito trail corpo che cade in platea e l'ultimo accordo orchestrale, perciò ci sarebbe da chiedersi se la definizione di livello interno sia ancora valida. Lo è tecnicamente ma in progressione, e a partire dai sincroni impliciti, le due drammaturgie da parallele divengono convergenti fino a fondersi del tutto nell'epilogo.
Livello esterno
Si definisce di livello esterno un evento musicale che si pone investe di accompagnamento o più spesso di commento, in ogni caso non prodotto all'interno della narrazione e come tale non condiviso da personaggi e spettatori, bensì indirizzato esclusivamente a questi ultimi. Atto convenzionale per eccellenza, il livello esterno prescinde del tutto dalla verosimiglianza ed essendo estraneo agli strumenti primari sui quali si basa il linguaggio cinematografico si manifesta
come puro artificio. Dal punto di vista estetico la plausibilità, o se vogliamo il grado di accettazione e di comprensione della musica di livello esterno da parte dello spettatore, dipende perciò da numerosi fattori: consuetudine col genere cinematografico; consuetudine con i caratteri linguistici del regista e di conseguenza con le scelte musicali. Questa consapevolezza preventiva si rafforza, per le costanti implicite, nel caso di quei sodalizi in cui è riservato al compositore un ruolo non marginale.
In ultima analisi si può affermare che se il livello interno scaturisce in apparenza dal narrato, il livello esterno dipende invece direttamente dal narrante. Richiede una distinzione tra due funzioni - livello esterno acritico e livello esterno critico - con l'asserzione implicita che un livello esterno neutro non esiste, se non nel ruolo meramente riempitivo del cinema più dozzinale.
Livello esterno acritico
Si tratta della funzione che contempla soluzioni
stilistico-formali le più disparate, ma in ogni caso in perfetta sintonia conle istanze narrative e con le relative atmosfere. La concordanzafra le diverse componenti del film produce perciò una drammaturgiafilmico-musicale rispettosa delle convenzioni e del contesto, conla conseguenza che l'intervento musicale, benché attointerpretativo, si limita a confermare e rafforzare l'espressivitàdell'episodio tendendo inevitabilmente al pleonasmo e allaridondanza. Le corrispondenze sono comunque dirette einequivocabili per cui, ad esempio, una musica dotata di fortecarica patetica commenterà la sconfitta, la malattia o il decessodi un personaggio; una scena d'amore si affiderà a una musicad'intenso impatto sentimentale; una musica vigorosa e agitatacommenterà una battaglia, magari col ricorso a episodi o substratidi accompagnamento per rafforzare le dinamiche visive; una musicadi festosa puerilità
commenterà un episodio incentrato su rosee vicende infantili; una musica dall'andamento tormentato e frequentemente dissonante commenterà un'atmosfera d'incubo e di terrore. Nel caso in cui l'associazione fra un motivo/tema e un personaggio/situazione è puntuale e ricorrente il commento di livello esterno acritico assume una ulteriore funzione circoscritta, definita leitmotivica. A un grado interpretativo più profondo, che superi la semplice funzione illustrativa, il livello esterno acritico può farsi carico delle emozioni interiorizzate dei personaggi indirizzando così allo spettatore messaggi meno diretti ma pur sempre coerenti con le fonti generatrici. Ad esempio il dramma psicologico, guidato spesso da una voce narrante over, indipendentemente da un precedente letterario, richiede per sua natura