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DETERMINISMO e POSSIBILISMO

Autori: Alexander Von Humboldt, Carl Kittler, Friedrich Ratzel.

Per determinismo ambientale ci dice che i gruppi umani sono fortemente condizionati dai vincoli che l'ambiente pone; ciò significa che le possibilità di crescita dell'individuo sono collegate al luogo, all'ambiente in cui nasce, cresce. Non si ha la possibilità di emancipazione rispetto a questo: è l'ambiente che vincola l'uomo in quanto soggetto e gruppo umano.

Il determinismo geografico nasce con Friedrich Ratzel nella seconda metà dell'Ottocento, a partire dalla Germania. Secondo Ratzel, il compito del geografo era fondamentalmente quello di comprendere in che maniera gli ambienti avevano influenzato i gruppi umani insediati nelle varie zone della Terra. Il determinismo, con Ratzel e i suoi prosecutori, si adopera soprattutto a descrivere in che modo l'ambiente obbliga l'uomo ad assumere certi comportamenti.

Ratzel è stato considerato un teorico del razzismo perché il suo lavoro è stato utilizzato per giustificare le imprese coloniali e imperialiste, e ha contribuito a sostenere il nazismo attraverso la sua teoria della superiorità delle razze. Tuttavia, la sua argomentazione è più complessa e si concentra sulla disciplina scientifica, non è un messaggio diretto ai politici. Alexander Von Humboldt mette in evidenza il ruolo del soggetto umano, che subisce le influenze dell'ambiente ma non è immobile, ma cambia la sua reazione in base alla relazione con ciò che osserva. Mentre Von Humboldt e Carl Kittler sottolineano il concetto di paesaggio, Ratzel enfatizza il ruolo attivo dell'uomo: l'uomo mette in evidenza il concetto di adattamento, subisce l'influenza dell'ambiente ma può scegliere come adattarsi.

Vincoliposti dall'ambiente.

POSSIBILISMO

Autori: Paul Vidal de La Blache, Lucien Febvre

Il possibilismo geografico è una corrente di pensiero fondata in Francia all'inizio del XX secolo dal geografo francese Paul Vidal de La Blache. Vidal formulò un pensiero innovativo secondo il quale l'individuo è in grado, con la sua libera azione e in base alla sua capacità tecnologica di intervenire sull'ambiente, rimuovere i vincoli o trasformare i vincoli in opportunità. L'individuo diventa così fattore geografico in quanto agisce sul territorio. Per Paul Vidal De la Blanche quindi, l'uomo sviluppa un sì in rapporto all'ambiente, ma non dato genere di vita a causa dell'ambiente in cui vive.

Quindi, all'uomo succube o comunque dipendente dall'ambiente, si oppone un uomo libero da catene e capace di scelta.

IL PAESAGGIO

COSTITUZIONE ITALIANA

ARTICOLO 9

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la

ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. (Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali). L'ultimo aggiornamento dell'articolo risale all'11 febbraio 2022-- nella costituzione viene espresso:

  1. il valore identitario del paesaggio
  2. sviluppo economico del paese (dopo la fine della guerra mondiale)
  3. sviluppo della cultura scientifica e tecnica

Critica: il paesaggio è una realtà in fieri ed è quindi difficile da tutelare; quindi se la tutela diventa museificazione fine a se stessa, non è detto che conservare e museificare sia coerente con la natura stessa del paesaggio.

CONVENZIONE EUROPEA DEL PAESAGGIO è stata adottata dal Consiglio d'Europa di Strasburgo nel 2000 e si pone l'obiettivo di proteggere, gestire e pianificare i

Paesaggi europei favorendo la cooperazione tra paesi.

ARTICOLO 1

Paesaggio designa una determinata parte di territorio così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni che indica la necessità di sottolineare l'articolazione per parti, - si noti il termine parte la differenza e la varietà del paesaggio - come è percepita dalle popolazioni: indica il fatto che non può essere relegato a puro valore estetico, bisogna infatti andare oltre questa dimensione.

La convenzione prevede che i beni candidati possano essere iscritti nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO come:

  1. patrimonio culturale (dimensione antropica-gruppo umano)
  2. patrimonio naturale (dimensione ambientale-ambiente)

L'UNESCO poi nel 1992 introduce una terza variabile: quella del paesaggio culturale, dove il termine paesaggio assume la sintesi dei due aspetti (categoria culturale).

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eambientale) che prima erano divisi.affiancare l'attributo culturale al paesaggionecessita di rendere evidente il contributo che il paesaggio può dare alla cultura suun piano universale.

CODICE DEI BENI CULTURALI E DEL PAESAGGIO: CODICE URBANIè un decreto legislativo emanato nel 2004, che regola la tutela dei beni culturali e paesaggisticid'Italia.

ARTICOLO 131 il cui carattere deriva dall'azione diPer paesaggio si intende il territorio espressivo di identitàfattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni.

La differenza tra la definizione di paesaggio fatta dal codice urbani e dalla convenzioneeuropea è che la convenzione usa il termine percepito (indica che ci sono più soggetti diversiche riconoscono nel territorio ma che hanno percezioni diverse); il codice urbani usa invece iltermine identità (indica un processo di riconoscimento univoco tra gruppo umano e territorio).

LUCIO GAMBIGambi vuole prendere le distanze da

un'idea di paesaggio schiacciato sul dato visivo, spostando l'attenzione sulla dimensione valoriale e soggettiva dei gruppi umani (dimensione percettiva) rispetto alla dimensione oggettivamente descrittiva. Egli infatti critica la riduzione alla dimensione meramente descrittiva della geografia come rappresentazione fedele della realtà. Di qui la critica di Gambi: Gambi dice che per il nostro paese c'è un disimpegno dei Geografi italiani a farsi intellettuali organici e a ragionare sui problemi. Questa critica che lui fa alla geografia classica si basa sulla capacità di rappresentare fenomeni e sulla dicotomia tra visibile e invisibile, materiale e immateriale. Il problema dello scarso impatto che le conoscenze geografiche hanno sulla vita degli italiani sta in un atteggiamento eccessivamente disimpegnato e non attento ai problemi sociali del nostro paese. E questo deriva dal fatto che si concentra su cose materiali e descrittive. In realtà,ciò che ci aiuta a leggere la complessità non è tanto quello che si vede ma è quello che non si vede che non entra nella dimensione del visibile, ciò che non è disegnato va preso in considerazione come quello che ha disegnato. Egli parlò di un paesaggio sensibile o visivo, quello cioè che è percettibile ai sensi e può essere riprodotto da una descrizione, un quadro o una fotografia. Di norma il paesaggio visibile comunque non mostra tutti i suoi elementi costitutivi. Partendo per esempio dai paesaggi rurali: si ha una visione parziale se ci si fonda in modo preliminare o esclusivo sul paesaggio visivo per identificare i complessi culturali della vita agricola, o se si ritiene che il paesaggio visivo sia una sintesi vera e piena della vita agricola. Così facendo si scarta ciò che non è visibile perché non topograficamente configurabile. In realtà visibile e non visibile concorrono semprenella rappresentazione: anche se si decide di non rappresentare il non visibile, non basta obliterarlo perché non influisca più nella rappresentazione. Gambi esprime la tesi secondo cui il paesaggio appare assolutamente insufficiente a indicare la realtà in quanto, limitato ai soli lineamenti visibili, non trova in sé la propria spiegazione. Gambi propone una classificazione dei paesaggi rurali europei dove vengono individuati tre tipi di paesaggi: (campo aperto) domina l'Europa orientale. 1. Open field - L'insediamento è concentrato. - i campi si presentano come grandi distese prive di recinzione - modo di produzione di tipo collettivo: ogni proprietario ha un appezzamento di terreno ma la decisione sul tipo di rotazione e di prodotti da coltivare o lasciare a riposo o dedicare alla pastorizia spetta alla comunità. È infatti l'assemblea dei capifamiglia a decidere la destinazione della cultura e il sistema rotatorio, quindi ilcoltivatore non ha autonomia rispetto alla comunità. - sfruttamento intensivo (ha come obiettivo la massima produttività) (o campo chiuso), domina l'Europa 2. Bocage occidentale. - l'insediamento è disperso e i contadini vivono in case isolate, non in villaggi - i campi sono divisi secondo il sistema di recinzione perché la proprietà non è collettiva, bensì individuale - sistema policolturale - territori sono pianeggianti - la comunità di riferimento è la grande famiglia domina l'Europa mediterranea 3. Giardino mediterraneo, - si tratta di campi i cui confini sono solitamente segnati dalla presenza di alberate e recinzioni. - due degli esempi espressivi del giardino mediterraneo sono il terrazzamento (l'uomo adatta le coltivazioni sul pendio con terrazze) e la diffusione della piccola e media proprietà (come nel contesto preappenninico). - il sistema di organizzazione è il latifondo la differenzafondamentale con l'open field sta nel fatto che, mentre in quest'ultimo lo sfruttamento è intensivo, nel latifondo lo sfruttamento è estensivo e non mira alla massima produttività e alla massima resa di tutti i terreni. Oltre a questi fattori, il paesaggio rurale è influenzato anche da altri aspetti, ben più rilevanti ma che non possono essere percepiti ad occhi nudo, sono magari la conseguenza di accadimenti o di strutture umane che colpiscono la realtà agricola e, sostanzialmente, la modificano. Essi sono: 1. Riflessi della vita religiosa: in molti paesi il disegno dei campi si orienta secondo indicazioni religiose e in particolare in base alle indicazioni dei culti solari, cioè in base ai punti cardinali. della tradizione e dell'imitazione, quindi la 2. Fatti psicologici: come la forza conservazione di forme antiche e ciò si vede soprattutto nei paesi con una condizione eco
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
23 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martinage03 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia umana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Morri Riccardo.