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Per prima cosa occorre definire la geometria dell’onda e quindi la sinusoide, definita da tre
parametri principali: l’ampiezza dell’onda (), la lunghezza dell’onda () e la posizione
longitudinale della cresta dell’onda ( ). Si prende poi atto della geometria dello scafo
considerando la distribuzione della larghezza e si procede definendo la variazione di spinta
conseguente alla presenza di una determinata onda su una determinata carena; si verifica che
questa variazione di spinta non produca né una forza né un momento e quindi che la nave
sia
in equilibrio sull’onda, nel caso in cui questa condizione non sia verificata occorre spostare
il galleggiamento verticalmente o ruotandolo. Nel corso dell’esercitazione è richiesto di
studiare un’onda con ampiezza = 0,5, )
lunghezza pari alla lunghezza nave ( = e
di studiare l’andamento del
= ); si richiede poi
posizione della cresta a centro nave (
2
momento flettente a centro nave in funzione della posizione della cresta dell’onda, per
un’onda con in funzione della lunghezza dell’onda, con
; 0,5
= che varia da a
e in funzione dell’altezza dell’onda da
1,3 ; −1 3 .
a Per fare ciò si impostano nel
profilo dell’onda i vari parametri da studiare. Infine si studia l’inviluppo dei valori massimi
di momento alle varie sezioni tenendo
conto delle possibili combinazioni date dalla variazione della lunghezza dell’onda e dalla
variazione della posizione della cresta dell’onda.
Dati di partenza
I dati di partenza di questa sesta esercitazione sono la larghezza dello scafo a ciascuna
posizione longitudinale, ricavabile dall’esercitazione 4, che identifica completamente la
geometria dello scafo in questo caso in cui è considerato cilindrico. Inoltre, occorre
conoscere come è fatta l’onda, che ha forma sinusoidale, e ha generatrice perpendicolare al
piano di simmetria. = 104,7 .
È infine fornita la lunghezza della nave RITA CANFORA 4757843
ANNO ACCADEMICO 2021/2022
Fasi del calcolo:
Ai fini dell’esercitazione si procede per ordinate e per prima cosa si considera la
geometria dello scafo che è univocamente determinata e definita dalla larghezza, in virtù
dell’ipotesi di murate verticali (dato di partenza ricavabile dalla quarta esercitazione). Si
determina poi lo sviluppo della superficie libera e quindi l’andamento della sinusoide alle
2 π
() ))
(
= ∗ cos (
ℎ ∗ −
varie ordinate 1
ove A è l’ampiezza dell’onda, posizione longitudinale della cresta dell’onda, fornita
è la
è la lunghezza dell’onda, fornita anch’essa in
in funzione della lunghezza della nave e
funzione della lunghezza della nave. ()
() ∗ ()
= ∗ ℎ
ℎ che
Noto il profilo fornito da si può calcolare il carico 0
1 1
rappresenta la variazione di spinta dovuta a un’onda sinusoidale che implica una variazione
ℎ .
di immersione sinusoidale Integrando il carico di primo tentativo si calcola il taglio
1
non si chiude all’estremità perché si ha un eccesso di spinta. Si
che procede quindi
1 (104,7)− (−1,83)
correzione per l’immersione che è 1
1
∆ℎ = = −0,035
calcolando una ∆
∆ = ∗
ove è il dislocamento unitario.
() =
ℎ
Si trova quindi un andamento della sinusoide di secondo tentativo che è 2
() − ;
ℎ analogamente a prima si calcola il carico di secondo tentativo che integrato
2
1 annulla all’estremità, integrando il taglio si
fornisce un taglio di secondo tentativo che si
2
trova il momento flettente che non si annulla all’estremità e non si ha quindi equilibrio alla
rotazione. È dunque necessario effettuare un’ulteriore correzione che permette di ricavare
(104,7)− (−1,83)
2
2
( )
( ) = ∗
+
= ℎ
ℎ , ove è il momento unitario di assetto.
2
3
Come nei casi precedenti si ricava il carico di terzo tentativo, che integrato fornisce il taglio
di terzo tentativo che integrato a sua volta fornisce un momento di terzo tentativo che è
praticamente nullo alle estremità e quindi la nave è in equilibrio sull’onda sia alla rotazione
Una volta eseguiti i calcoli per l’onda con = 0,5,
che alla traslazione verticale. =
=
e si effettuano calcoli identici per tutte le altre onde richieste facendo variare questi
2
tre parametri.
Risultati
I risultati per l’onda con = 0,5, = sono i grafici sotto riportati e
= e
2
in particolare in figura 1 è riportato l’andamento del taglio dal quale si evince che quello di
primo tentativo non si annulla all’estremità mentre gli altri sì; in figura 2 è riportato
l’andamento del momento flettente da cui si evince che si annulla solo quello di terzo
tentativo e infine in figura 3 è riportato l’effettivo profilo sinusoidale dell’onda ai tre
tentativi. RITA CANFORA 4757843
ANNO ACCADEMICO 2021/2022
Taglio
150
100
50
[N/m^2] 0
-5 15 35 55 75 95 115
T -50
-100
-150 x [m]
T1 T2 T3
Figura 1: grafico del taglio
Figura 2: grafico del momento flettente RITA CANFORA 4757843
ANNO ACCADEMICO 2021/2022
Figura 3: grafico del profilo dell’onda
Considerando l’andamento del momento flettente a centro nave in funzione della
posizione della cresta dell’onda, analizzando dieci posizioni differenti della cresta dell’onda,
dall’estremità poppiera a quella prodiera, considerando sempre un’ampiezza = 0,5, e
una lunghezza d’onda
= si ottiene il seguente grafico dal quale si evince che i
momenti flettenti peggiori si hanno per posizioni della cresta alle estremità della nave o a
centro nave. RITA CANFORA 4757843
ANNO ACCADEMICO 2021/2022
M (L/2)
4000
3000
2000
1000
[nm]
(L/2) 0 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2
M -1000
-2000
-3000
-4000 xc/L
Figura 4: andamento del momento flettente in funzione della posizione della cresta
dell’onda
Analizzando invece l’andamento del momento flettente a centro nave in funzione della
dell’onda per lunghezze che variano da
0,5 1,3
lunghezza a considerando sempre
un’ampiezza e una posizione della cresta dell’onda a metà nave (
= 0,5 = 0,5), si
ricava il grafico riportato in figura 5 dal quale si evince che la situazione peggiore è quella
in
cui la lunghezza dell’onda è =0,8 .
M (L/2)
0 0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4
-500
-1000
[nm] -1500
(L/2) -2000
-2500
M -3000
-3500
-4000 /L
Figura 5: andamento del momento flettente in funzione della lunghezza dell’onda
RITA CANFORA 4757843
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Analizzando poi l’andamento del momento flettente a centro nave in funzione
della altezza dell’onda, per onde con altezze che variano da −1 3 ,
a considerando
sempre una lunghezza d’onda e una posizione della cresta dell’onda
= a metà nave
= 0,5),
( si ricava il grafico riportato in figura 6 dal quale si evince che la situazione
peggiore è quella per l’altezza dell’onda maggiore.
M (L/2)
4000
2000
0
-1,5 -1 -0,5 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5
[nm] -2000
(L/2) -4000
-6000
M -8000
-10000
-12000 h [m]
Figura 6: andamento del momento flettente in funzione dell’altezza dell’onda
Infine considerando un’ampiezza d’onda = 0,5 e tenendo conto delle varie
possibili combinazioni di lunghezza dell’onda e posizione della cresta dell’onda si calcola il
momento flettente alle varie ordinate per tutte le 90 combinazioni, il grafico riportante
l’andamento del momento flettente dovuto a ogni onda è riportato in figura 7:
RITA CANFORA 4757843
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Figura 7: andamento del momento flettente dovuto alle 90 onde possibili
Analizzando tale grafico e in particolare la situazione peggiore su ogni sezione si
trovano le due curve di inviluppo, ossia le curve che riportano il massimo e il minimo di
momento flettente su ogni sezione analizzando le 90 onde possibili. Tali curve sono
riportate in figura 8: RITA CANFORA 4757843
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Figura 8: andamento dei valori massimi e minimi di momento flettente ad ogni sezione
Analizzando i valori riportati in questo grafico si osserva che le due onde peggiori con
sono quella con lunghezza d’onda
= 0,5 , 0,9
ampiezza = e posizione della cresta
0,9 = 47,115 )
= che induce sulla sezione 9 della nave ( un momento flettente
e quella con lunghezza d’onda
= 3518 0,8
pari a = e posizione della cresta =
0,5 = 52,35 )
che induce sulla sezione di metà nave ( un momento flettente pari a
= −3480 .
Queste due onde sono le onde peggiori e quindi quelle che saranno usate per
dimensionare la nave. RITA CANFORA 4757843
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Relazione dell’esercitazione n°7
Finalità:
Lo scopo di questa settima esercitazione è calcolare il momento flettente ultimo di
un pontone con delle precise caratteristiche geometriche e una curva tensione snervamento
fornita e uguale per tutti gli elementi del pontone.
Procedura : l’asse neutro trova una nuova posizione e nel suo intorno si hanno
Flettendo la trave,
elementi che si comportano elasticamente, cioè hanno deformazioni comprese tra 0 e ,
allontanandosi dall’asse neutro invece si ha una parte della sezione che è plasticizzata;
allontanandosi ancora è possibile trovarsi nel terzo ramo della curva, quello discendente
ossia post-plastico; se ci si trova oltre questo tratto si è nel punto in cui = 0 e quindi
l’elemento collassa; queste quattro zone si