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Strumenti compensativi
• dei mesi, dell'alfabeto e dei vari caratteri, delle misure, delle formule;
• tavola pitagorica;
• calcolatrice;
• registratore;
• computer con programmi di video - scrittura con correttore ortografico, sintesi vocale, ecc.;
Altresì l'alunno con DSA può usufruire di strumenti compensativi che gli consentono di compensare le carenze funzionali determinate dal disturbo. Aiutandolo nella parte automatica della consegna, permettono all'alunno di concentrarsi sui compiti cognitivi oltre che avere importanti ripercussioni sulla velocità e sulla correttezza. A seconda della disciplina e del caso, possono essere:
• formulari, sintesi, schemi, mappe concettuali delle unità di apprendimento;
• tabella delle misure e delle formule geometriche;
• computer con programma di videoscrittura, correttore ortografico, stampante e scanner;
• calcolatrice o computer con foglio di calcolo e
- stampante
- registratore e risorse audio
- sintesi vocale, audiolibri, libri digitali
- software didattici specifici
- computer con sintesi vocale
- vocabolario multimediale
Personalizzare e individualizzare: il Piano Didattico Personalizzato (PDP)
Le osservazioni fatte dal team degli insegnanti devono trovare forma nel cosiddetto Piano Didattico Personalizzato (PDP), lo strumento primario che serve a documentare e monitorare la progettazione educativa e didattica per l'alunno con BES, definendone gli obiettivi minimi attesi per le competenze efficaci per raggiungere l'autonomo sviluppo delle competenze, le strategie e le metodologie didattiche, gli strumenti compensativi e le misure dispensative da adottare, i criteri e le modalità di verifica e di valutazione degli apprendimenti.
Già previsto dalla legge 170/2010 e dalle linee guida allegate al Decreto Ministeriale 5669/2011, - Strumenti d'intervento per alunni
connonché riaffermato dalla Circolare MIUR n. 8 del 6/3/2013 bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica - Indicazioni –, operative il PDP è un documento che, redatto dai docenti del consiglio di classe sulla base di eventuali documentazioni cliniche o di altre informazioni rilevanti provenienti da fonti oggettive, è dalla famiglia dell'alunno. Ciò sottoscritto dagli stessi, dal dirigente scolastico e, soprattutto, dimostra, in sede normativa, la volontà di far confluire nella sua compilazione una pluralità di attori che possono, ognuno, fornire un contributo rilevante alla corretta definizione dei suoi bisogni formativi specifici.
Un PDP articolato e funzionale dovrebbe contenere, oltre ai dati anagrafici dell'alunno, informazioni dettagliate su:
- l'individuazione e la tipologia di BES evidenziati dall'alunno;
- eventuali interventi educativi e riabilitativi.
- il profilo educativo e didattico dell'alunno in relazione a:
- funzionamento delle abilità strumentali (lettura, comprensione, scrittura, calcolo, aspetti pragmatici della comunicazione, lingue straniere ecc.)
- caratteristiche comportamentali (aspetti affettivi, emotivi, relazionali)
- caratteristiche del processo di apprendimento (punti di forza e di debolezza)
- le strategie e gli strumenti utilizzati dall'alunno nello studio;
- il suo grado di autonomia (a scuola e a casa)
- i suoi punti di forza in ambito cognitivo e non cognitivo;
- le programmazioni per ogni materia curricolare;
- l'adattamento degli obiettivi curricolari per ogni materia;
- le attività, le metodologie e le strategie didattiche personalizzate e inclusive previste per l'alunno e adottate da ciascun docente;
- le eventuali misure dispensative e gli strumenti
La personalizzazione/individualizzazione può essere raggiunta quando il docente si rende conto dei differenti stili cognitivi e di apprendimento sia propri che dei suoi alunni e, soprattutto, quando è consapevole che essi possono influire decisivamente sulla sua modalità di insegnamento e di valutazione. Maggiore è questa consapevolezza, tanto più fruttuoso ed efficace sarà il suo intervento formativo verso l'eterogeneità dei bisogni educativi dei propri alunni. A fronte di tale eterogeneità è utile adottare una pluralità di metodologie e di strategie che siano accompagnate da un contesto emotivamente e relazionalmente positivo in cui siano valorizzati i processi di apprendimento, l'errore come suo momento essenziale e inevitabile e i minimi risultati ottenuti. Rivedere e ristrutturare i tradizionali modi di fare scuola (come la lezione esclusivamente frontale), favorire attività che mettano gli alunni in
situazioni di conflitto cognitivo, dicorresponsabilità, di laboratorialità (apprendimento cooperativo, problem/task-solving ecc.), sfruttarei punti di forza degli alunni per costruire percorsi di tutoring fra pari, utilizzare canali sensoriali diversificati (visivi, acustici, cinestetici), stimolare alla creazione e all'uso di mappe, schemi o altri organizzatori/mediatori grafici della conoscenza, favorire la valorizzazione e il recupero delle conoscenze e delle esperienze pregresse degli alunni agganciandole alle nuove in contesti differenti, far riflettere sulle proprie modalità di apprendimento e sul proprio metodo di studio (metacognizione) significa creare contesti flessibili nei quali l'apprendimento può risultare davvero significativo per tutti gli alunni, a prescindere dal loro bisogno educativo speciale. PARTE 2: LA CULTURA DELLA DIVERSITÀ IN EDUCAZIONE La cultura della diversità in educazione si divide in quattro parti: 1.- Rilevanza della questione della diversità nel settore educazione;
- Diversità, società, scuola;
- Modelli e pratiche di gestione della diversità;
- Educazione interculturale: teoria e prassi.
L'attività educativa è culturalmente condizionata. Essa tramanda e rispecchia determinati valori che caratterizzano la cultura di appartenenza. Il pericolo che si corre è quello di formare un'educazione monoculturale che alimenta diversità, favorisce l'intolleranza e rallenta lo sviluppo di una società inclusiva.
La società e la scuola hanno da sempre avvertito la necessità di interrogarsi sull'incontro con l'altro, sui contenuti che vengono utilizzati, sulle strategie che possono implementare e aiutare il processo di accoglienza e di convivenza. La società, anche tramite la scuola, adotta processi di assimilazione che prevedono l'attivazione di percorsi di inserimento progressivo di
individui immigrati nella cultura dominante, soprattutto per quanto riguarda i bambini. La scuola partendo dal suo mondo "micro" consente di costruire una società multiculturale al livello "macro". È possibile combattere quindi le diversità proprio partendo dalla scuola, che è in grado di agire su più direzioni. Molto spesso l'incontro con la diversità si risolve tramite l'adesione al modello culturale dominante. Ad esempio, a scuola gli studenti immigrati si assimilano al nuovo contesto sociale, gli usi e i costumi della società ospitante. Per gestire la pratica della diversità è fondamentale utilizzare teorie e pratiche educative interculturali. L'educazione interculturale fa riferimento anche alla pedagogia, il suo obiettivo principale è quello di educare alla diversità con il fine di condividere gli stessi valori. È necessaria una teorizzazione dei concetti delle
prassi interculturali già esistenti. La normativa scolastica italiana pone al centro la prospettiva interculturale considerando la scuola come il luogo ideale per lo sviluppo delle competenze interculturali. Queste ultime vengono considerate come la base per prevenire ed andare in contrasto con qualsiasi forma di intolleranza e di razzismo. È importante costruire un rapporto di collaborazione tra alunni italiani e alunni stranieri, partendo dal confronto di culture diverse. Bisogna rispettare l'identità di ciascuno in un clima pacifico e di dialogo.
La legge tutela il diritto allo studio nei confronti di tutti i minori stranieri. L'iscrizione a scuola può avvenire in qualsiasi momento dell'anno, il team docenti indicherà la classe di appartenenza dell'alunno che potrà essere collocato in base all'età o in base alle competenze sviluppate e alla conoscenza della lingua in una classe con persone di età minore. Le
Linee di azione in campo interculturale possono essere diverse:
- Azioni per l'integrazione: sono rivolte agli alunni stranieri e alle loro famiglie, il loro obiettivo è quello di garantire agli alunni la partecipazione alla vita scolastica garantendo loro risorse per il diritto allo studio.
- Gli attori e le risorse: contengono le linee di intervento riguardanti i fattori e le persone coinvolte nell'organizzazione e nella collaborazione tra scuola ed enti.
- Azioni per l'integrazione culturale: la fase dell'accoglienza e dell'instaurazione della relazione tra la scuola e la famiglia sono fasi cruciali per l'integrazione. Fondamentale è il momento dell'integrazione, alla base c'è l'insegnamento della lingua italiana come - -. L'insegnamento della seconda lingua L2 lingua di istruzione è importante per partecipare in toto alla vita politica, economica, artistica, sociale e intellettuale.