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A003 ESAME DI STATO CONCLUSIVO DEL SECONDO CICLO DI ISTRUZIONE

Indirizzi: LI12, EA08 SCIENZE UMANE - OPZIONE ECONOMICO SOCIALE

(Testo valevole anche per gli indirizzi quadriennali LI26 e LI1E)

Disciplina: DIRITTO ED ECONOMIA POLITICA

per l’economia e la società.

Titolo: La globalizzazione: benefici e rischi

PRIMA PARTE

L’analisi della globalizzazione e delle sue implicazioni ha portato a opinioni contrastanti negli ultimi anni.

Alcuni economisti sostengono che la globalizzazione possa essere un mezzo efficace per migliorare il tenore

di vita di molte persone, a patto che si riconosca il ruolo di guida e di correzione delle molte imperfezioni del

mercato che dovrebbe essere svolto da una politica economica volta all'esclusivo interesse dei cittadini.

Il candidato illustri le proprie riflessioni sulla base delle sue conoscenze e prendendo spunto dai documenti

presenti.

Documento 1 finita l’era in cui la si idolatrava e ogni presidente o

È arrivato il momento di temperare la globalizzazione. È

primo ministro vedeva come un’impresa epocale la firma di un nuovo accordo di libero scambio con uno o più

partner al fine di consentire una circolazione sempre più libera di beni e servizi. Ritengo che mitigare la

globalizzazione sia possibile, ma non riusciremo nell’intento se resteremo fermi a una visione panglossiana

secondo cui i mercati sono efficienti sempre e comunque, e men che meno se continueremo a ritenere

socialmente accettabile la distribuzione del reddito che scaturisce dai processi di mercato. E non ci riusciremo

nemmeno se la globalizzazione resterà uguale a quella che abbiamo avuto finora, cioè non basata sui principî

del libero mercato, ma piuttosto gestita per garantire prosperità alle grandi imprese e ai mercati finanziari dei

paesi avanzati. E non ci riusciremo se faremo finta che famiglie e imprese si possano adattare istantaneamente

da sole a un cambiamento di regime, come ad esempio quando abbiamo ammesso la Cina nel sistema

commerciale globale.

La globalizzazione non è un fine in sé, ma forse, se riusciremo a farla funzionare davvero, diventerà un mezzo

per raggiungere il fine di un tenore di vita più elevato per tutti, con i vantaggi della globalizzazione equamente

condivisi. Troppe volte i sostenitori della globalizzazione confondono il fine coi mezzi, continuando a cantarne

le lodi anche quando sembra nuocere alla maggior parte dei cittadini.

Joseph E. STIGLITZ, La globalizzazione e i suoi oppositori, Einaudi, Torino, 2018, p.100

1

Documento 2

Le potenzialità della globalizzazione sono teoricamente infinite e potrebbero essere sintetizzate nella

possibilità di convergenza verso livelli di vita soddisfacenti per la popolazione mondiale.

evidente che se l’apertura commerciale consentisse lo sviluppo dei Paesi che oggi soffrono la povertà,

È

cadrebbe anche, per esempio, la necessità da parte dei Paesi sviluppati di porre barriere al movimento delle

persone, oggi impossibilitate a lasciare le loro terre inospitali. Un’ulteriore spinta allo sviluppo dei Paesi più

poveri dovrebbe derivare dallo spostamento dei capitali verso queste aree, contrariamente a quanto accade

oggi.

Proprio il riconoscimento dei limiti dell’impostazione teorica neoclassica basata sull’ipotesi della perfezione

dei mercati e in particolare il riconoscimento del fatto che la globalizzazione comporta costi significativi per

o settori economici, inoltre, renderebbe opportuna l’adozione di appropriate misure

particolari gruppi sociali

di politica economica che dovrebbero permettere di estendere i benefici della globalizzazione anche a quei

settori che oggi ne sono esclusi.

Le potenzialità stanno anche in tutti quei progressi scientifici e quelle conoscenze che devono poter essere

condivise dall’umanità e che dovrebbero contribuire a migliorare le condizioni generali di vita della

popolazione mondiale. Effetti, potenzialità e limiti della globalizzazione. Una visione multidisciplinare, a cura di

Pompeo DELLA POSTA, Anna Maria ROSSI, Springer-Verlag Italia, 2007, p. 42

SECONDA PARTE

Il candidato sviluppi due tra i seguenti quesiti:

Che cos’è

1. il debito pubblico e quale il suo impatto sul sistema economico?

2. Quali sono i tratti caratterizzanti di uno stato democratico?

Quali sono le principali direttive e i principali regolamenti dell’Unione Europea?

3.

4. Quali sono le condizioni che determinano la possibilità del Governo di emanare atti aventi forza di legge?

____________________________

Durata massima della prova: 6 ore.

Sono consentiti la consultazione del Codice Civile non commentato e di calcolatrici scientifiche e/o grafiche purché non

siano dotate di capacità di calcolo simbolico.

È consentito l’uso del dizionario di italiano.

È consentito l’uso del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati di madrelingua non

italiana.

Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla consegna della traccia.

2

PROPOSTA DI SOLUZIONE di Luisa Pili

PRIMA PARTE

La globalizzazione è un fenomeno complesso e multidimensionale che coinvolge vari aspetti economici,

sociali, culturali. Le sue più significative implicazioni, tuttavia, si verificano in ambito commerciale e

produttivo.

globalizzazione economica è l’interconnessione

La crescente, sempre più intensa, delle economie di diversi

paesi, attraverso il commercio internazionale di beni e servizi nonché il libero movimento di flussi di capitali

e flussi di informazione.

“globalizzazione”

Il termine ha conosciuto un sempre maggiore utilizzo nel contesto delle scienze economiche

a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, quando ha cominciato a manifestarsi in un modo nuovo, più

forte e deciso in conseguenza di due eventi epocali, uno di natura tecnologica e uno di natura storico-politica.

Dal primo punto di vista le tecnologie telematiche e informatiche, in particolare Internet, hanno favorito la

connettività globale riducendo le barriere geografiche e permettendo una comunicazione istantanea tra

individui e imprese in diverse parti del mondo; per il secondo aspetto la caduta del blocco comunista nel 1991,

che ha segnato la fine della guerra fredda, ha consentito al capitalismo liberale di diventare il sistema

economico predominante, diffondendo i principi liberisti enfatizzanti il ruolo del mercato e della competizione

tra imprese come modalità privilegiata per allocare le risorse in modo efficiente e favorire un progresso

addirittura mondiale.

Secondo gli economisti di tradizione liberista classica e neoclassica che ripongono una incondizionata fiducia

nelle dinamiche di mercato, i vantaggi apportati al sistema economico e sociale dalla globalizzazione sono di

grande rilevanza: essa ha permesso alle imprese di espandersi a livello globale, raggiungendo nuovi mercati e

accedendo ad una maggiore base di consumatori.

Le imprese hanno potuto utilizzare risorse a basso costo e godere di competenze specializzate presenti in

diverse parti del mondo.

L’elevata competizione ha portato le imprese a cercare soluzioni sempre migliori alzando gli standard di qualità

dei prodotti portando benefici a tutti i consumatori.

Grazie a questa maggiore efficienza organizzativa le imprese hanno potuto ristrutturare la propria catena del

valore avvalendosi della specializzazione e della divisione del lavoro su scala globale e hanno ottenuto sempre

maggiori economie di scala, approfittando dei vantaggi di produzione comparati.

In questo modo è stato possibile offrire ai consumatori sempre più beni con prezzi sempre più accessibili,

aumentandone il potere di acquisto. Ciò a sua volta ha stimolato la domanda e incrementato gli investimenti,

generando crescita e progresso.

La globalizzazione ha comportato anche politiche di liberalizzazione finanziaria che hanno permesso agli

con facilità da un paese all’altro

investitori di spostare denaro e risorse finanziarie alimentando flussi di capitale

internazionali capaci di ottenere rendimenti elevati anche se più instabili.

Le grandi imprese multinazionali hanno proceduto a delocalizzare i propri stabilimenti in aree geografiche

e all’India)

nuove, tipicamente dei cosiddetti paesi emergenti, permettendo a questi ultimi (pensiamo alla Cina

di sperimentare una crescita economica senza precedenti.

Secondo i dati della Banca Mondiale, tra il 1990 e il 2015 oltre un miliardo di persone sono uscite dalla povertà

di 1,90 dollari al giorno. L’incidenza

estrema, definita come vivere con meno della povertà globale è

diminuita in modo significativo, passando dal 36% nel 1990 al 10% nel 2015.

Tuttavia, la globalizzazione ha avuto anche rilevanti effetti negativi messi in evidenza da altri studiosi, come,

per esempio, il premio Nobel per l’economia 2001 Stiglitz.

studiosi sottolineano che con l’espansione

Questi dei mercati globali molte grandi imprese hanno scelto di

spostare i loro stabilimenti produttivi alla ricerca di maggiore disponibilità di risorse naturali, di costi di

produzione e di manodopera più bassi nonché di sistemi tributari meno gravosi e questo ha comportato una

modifica brusca e spesso definitiva di antichi legami di subfornitura e una maggiore frammentazione delle

attività produttive. 3

Inoltre, le grandi imprese hanno perso i loro radicamenti nazionali, sia in termini di senso di appartenenza a

una determinata realtà territoriale, sia come dislocazione effettiva dei centri di produzione con perdita di posti

di lavoro nelle regioni di origine, riduzione delle competenze e delle conoscenze locali, erosione dei legami

sociali ed economici all’interno delle comunità, scomparsa di competenze specializzate e di relazioni di

collaborazione consolidate nel tempo.

La pandemia da Covid-19 ha mostrato che la dipendenza da fornitori esteri può comportare il pericolo di

trovarsi, anche per shock esogeni quali epidemie e guerre, in difficoltà nel reperire determinati beni o risorse.

l’importanza

Infine, la globalizzazione non si è svolta tenendo nel conto dovuto la sostenibilità ambientale,

di preservare le identità locali, l’esigenza di evitare che la sia pur maggiore ricchezza prodotta non finisca poi

per concentrarsi nelle mani di una percentuale esigua della popolazione aggravando le diseguaglianze.

Sempre più economisti ritengono quindi che globalizzazione sia un processo che, benché possa portare

vantaggi, debba essere gestito con opportune politiche economiche affinché questi benefici possano essere

ripartiti in modo equo tra tutta la popolazione mondiale.

La globalizzazione deve essere vista non come un processo autoreferenziale e fine a se stesso ma come «

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Publisher
A.A. 2023-2024
6 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dani1111111 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Costa Ericka.