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Platone e Epicureo sulla morte e sull'anima

Per Epicureo, dato che tutto è fatto di atomi corporei, con la morte noi esseri umani andiamo incontro solo alla dissoluzione del corpo e alla disgregazione dell'anima che si divide nelle sue parti costituenti. Siccome è grazie all'anima che proviamo dolore, in quanto essa agisce e patisce assieme al corpo, disgregandosi con la morte smette di patire ed è indolore, quindi per gli esseri umani non ha significato. Per Platone invece, siccome l'anima è intrappolata in una prigione che è il corpo, la morte corrisponde alla liberazione dell'anima da esso e al ritorno nel mondo delle idee per contemplarle e poi reincarnarsi.

Di cosa parla Locke nel "saggio sull'intelletto umano"?

Nel Locke parla del fatto che gli esseri umani conoscono attraverso l'esperienza (va contro l'innatismo) e critica le idee innate, dicendo che se esistessero dovrebbero essere presenti.

in tutti gli esseri umani, ma non è così. Afferma che la conoscenza è una funzione dell'intelletto e vuole indagare da cosa deriva il fatto che l'essere umano sia in grado di comprendere, quale sia la certezza della conoscenza umana e fino a dove può estendersi. Studia la credenza, l'opinione e l'assenso ovvero i vari livelli di convinzione di conoscenza dell'essere umano. Non vuole studiare di che cosa è fatta la mente e come funziona, ma vuole spiegare la funzione della conoscenza. 5. Spiega il ragionamento di Cartesio riguardo al cogito Cartesio arriva alla definizione del cogito iniziando a mettere tutto in dubbio per cercare di trovare una verità assoluta. Attraverso l'uso del dubbio metodologico inizia a dubitare dei sensi e dei corpi, dicendo che potrebbe esserci un Dio maligno che ci illude, ci fa avere come delle allucinazioni e quindi le nostre percezioni potrebbero essere errate (es. illusioni ottiche) e il

Il nostro corpo potrebbe non esistere (es. come quando sogno di fare qualcosa che in realtà non sto facendo). L'unica cosa che non posso mettere in dubbio è il fatto che io dubito, e che quindi penso. Fino a quando "Cogito ergo sum". Penso io esisto, quindi.

Da cosa si differenziano le macchine dagli umani per Cartesio? Per Cartesio a differenziare le macchine dagli esseri umani è il fatto che gli esseri umani sono capaci di rispondere correttamente a situazioni potenzialmente infinite, mentre le macchine, essendo composte da parti finite e avendo quindi connessioni finite, non possono farlo. Inoltre non possono utilizzare il linguaggio e i segni per esprimere tutti i loro pensieri, cosa che noi facciamo grazie alla nostra mente, che le macchine non possiedono.

Obiezioni di Arnauld a Cartesio: Le obiezioni che Arnauld muove a Cartesio sono principalmente due: la prima riguarda il fatto che è possibile che l'essere umano non sia composto

distintamente da rescogitans e res extensa, e che non sia sostanza pensante, ma in che sia corpo che pensa e semplicemente non so come pensa, ovvero che il pensiero non sia altro che una facoltà del corpo e semplicemente non abbiamo ancora le conoscenze necessarie per affermarlo. A questa obiezione Cartesio risponde dicendo che noi res cogitans e res extensa le intendiamo come sostanze complete, non ci serve nient'altro per spiegarle, e che quindi non ci servono altre conoscenze e possono essere concepite come chiare e distinte tra loro; la seconda invece riguarda lo sviluppo della facoltà di pensiero che avviene parallelamente al sviluppo del corpo e ciò ci fa venir difficile credere che in realtà mente e corpo sono due sostanze separate (esempio del bambino la cui facoltà di pensiero si sviluppa assieme al corpo, e dei folli che hanno la facoltà di pensiero perduta). Cartesio risponde dicendo che non è possibile che la res cogitans sia.

perduta perché è l'unica cosa che ci differenzia dagli animali e se fosse spenta saremmo identici a loro. Nei bambini è assopita, mentre nei folli è presente ma ad impedirne il corretto funzionamento è il corpo. Quindi a volte il corpo può essere d'impedimento al corretto funzionamento dell'anima.

8. Argomento di Platone a favore dell'eternità dell'anima

Secondo Platone l'anima è eterna in quanto essa è il principio del movimento, ed è ciò che mette in moto il corpo degli esseri viventi (la differenza tra esseri viventi e esseri non viventi sta nel fatto che i primi sono dotati di movimento e percezione, e a dotarli di ciò è l'anima). Siccome solo ciò che è in movimento può mettere in movimento, l'anima deve essere necessariamente immortale, perché se fosse mortale ad un certo punto, quando muore, si fermerebbe, e nel rinascere,

rinascerebbe ferma, quindi ci sarebbe bisogno di qualcosa che la metta in moto, e così facendo essa non sarebbe più il principio del movimento. 9. Perché l'anima è corporea secondo Epicureo? Secondo Epicureo l'anima è corporea perché tutto il mondo è composto semplicemente da atomi corporei e da vuoto, luogo in cui gli atomi si muovono. Quindi anche l'anima, facendo parte di questo mondo, non è altro che unione di particelle corporee. 10. Cosa sono le passioni dell'anima secondo Cartesio? Secondo Cartesio le passioni dell'anima corrispondono a delle particelle piccole e leggere (corporee) che formano gli spiriti animali che si muovono lungo i nervi e vengono trasportati dal sangue in tutto il corpo e che hanno effetto anche sull'anima. Ma l'anima non deve farsi trasportare passivamente da esse, ma deve esercitare il suo potere e provare a controllarle. Le passioni rappresentano il punto in cui anima ecorposi toccano perché l'anima si, usa il suo potere per controllarle, ma nonostante questo patisce con il corpo. 11. Critica di Hobbes a Cartesio Hobbes dice che Cartesio ha ragione nel dire che noi siamo una cosa che pensa, ma sbaglia nel dire che da qui deriva il fatto che io sono un'anima, un intelletto, una ragione. Dice praticamente che io essendo pensante sono pensiero quindi confonde una cosa con il suo atto, trasforma una funzione dell'essere pensante in un'affermazione di sostanza. (es. sono passeggiante quindi sono passeggiata). Può darsi che una cosa che pensa non sia necessariamente una sostanza diversa dal corpo, potrebbe esserci un corpo che pensa. Quindi l'errore di Cartesio sta nel fatto che rende sostanza il pensiero, come se fosse qualcosa di diverso dal corpo che invece per Hobbes è l'unica sostanza. 12. Scelta per Hobbes Per Hobbes l'agire è una cosa che si può fare liberamente, mentre il nostro desiderio non.

Può essere modificato (non posso decidere di desiderare qualcosa). Noi compiamo delle scelte in base al nostro benessere che dipende da ciò che desideriamo, rifletto su una serie di condizioni e motivazioni che provocano in me delle sensazioni positive o negative e ci muoviamo verso le sensazioni positive e verso qualcosa che ci piace (cosa che ci piaceva già prima di compiere la scelta). La scelta viene definita da Hobbes "deliberazione" ovvero la rinuncia alla libertà di compiere la scelta delle "due direzioni" per andare solo verso una e la mia volontà sarà la mia scelta, il mio ultimo appetito.

Perché Platone dice di non temere la morte?

Platone dice di non temere la morte perché rappresenta la fine del corpo e della vita corporea e la liberazione dell'anima che può elevarsi verso l'iperuranio e andare a contemplare le idee. I filosofi si preparano al ritorno dell'anima.

Nell'iperuranio da quando sono nati, e quindi sono felici della morte anche se non possono togliersi la vita perché gli Dei li hanno mandati sulla terra per mostrare agli uomini come vivere per elevare l'anima.

Spiega il monismo di Spinoza

La concezione del mondo di Spinoza viene definita "monista" perché afferma che tutta la realtà coincide con Dio. Dio è ciò che esiste in sé e di per sé, cioè non deve la sua esistenza a nient'altro che sé stesso e coincide con la natura. La Natura di Spinoza può manifestarsi in infiniti modi e questi infiniti modi prendono il nome di attributi della sostanza ma esseri umani, dato che possediamo solo gli attributi del pensiero e dell'esenzione possiamo percepire solo questi due. Ha delle proprietà dette attributi e rappresentano le varie manifestazioni di Dio. Inoltre gli attributi possiedono dei modi, ovvero le varie articolazioni della sostanza.

Ad esempio le idee sono modi dell'attributo del pensiero, il corpo è un modo dell'attributo dell'estensione. Spinoza a questo punto, prova a definire come mente e corpo interagiscono, dicendo che mente e corpo sono la stessa cosa in quanto sono semplicemente due articolazioni della stessa sostanza ovvero Dio (due facce della stessa medaglia)15. Kant e la rivoluzione Copernicana Kant afferma che l'unico modo per rendere una scienza tale è necessario che abbia delle conoscenze sintetiche a priori (che abbiamo prima di fare esperienza). La scienza naturale, intesa in modo classico, non possiede questo tipo di conoscenze in quanto studia solo ciò di cui fa esperienza. Kant propone un ribaltamento del punto di vista, proprio come ha fatto Copernico quando ha ribaltato la concezione geocentrica del mondo, e di mettere al centro il soggetto che conosce e quindi l'oggetto di conoscenza diventa un prodotto della sua attività. In questo modopossiamo avere delle conoscenze sintetiche a priori anche sull'oggetto da conoscere e quindi abbiamo una scienza esatta. (è la realtà ad adeguarsi a come il soggetto conosce) 16. Che cos'è la sostanza per Loke? Per Loke noi conosciamo attraverso l'esperienza. Le idee semplici rappresentano ciò che conosciamo attraverso i sensi e, combinandole insieme, abbiamo delle idee complesse che utilizziamo per organizzare la nostra esperienza. La sostanza è un idea complessa e rappresenta "ciò che sta sotto, che sorregge" le nostre idee semplici e le varie qualità che noi chiamiamo accidenti, in quanto si appoggiano sulla sostanza, e non possiamo avere un'idea chiara di ciò che è in realtà perché noi abbiamo percezione solo delle qualità che sorregge. 17. Che cosa significa trascendentale per Kant? Con "trascendentale" Kant vuole definire i vari modi della conoscenza, ovverovuoi spiegare non cosa si conosce ma come avviene la conoscenza, ovvero
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
12 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuly.col03 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Steila Daniela.