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ALL’IMMORTALITA’

Il brano inizia con il re Nabucodonosor che fa costruire una statua d’oro e obbliga il popolo

ad adorarla. I tre amici di Daniele si rifiutano di farlo e vengono gettati su ordine del re in una

fornace, ma un angelo del Signore li preserva dalle fiamme, Questi 3 amici iniziano a lodare

il Signore e i servi del re aumentano il fuoco ma l’Angelo del Signore fece in modo che

all’interno della fornace soffiasse un vento di rugiada. Alla fine della lode al Signore il re

Nabucodonosor, che in realtà si riferisce ad Antioco IV, è costretto a riconoscere il vero Dio

DN 3, 95-96 (conversione).

La stria ha per protagonisti giovani ebrei esempi luminosi le cui azioni sono da ricordare tra

gli Atti dei martiri perché esaltano il contegno retto e intrepido di questi personaggi che non

si piegano all’idolatria; vi è qui un profondo enunciato teologico, una sola è la certezza che

infonde coraggio e capacità di resistere invece di apostatare e consiste nella convinzione che i

regni pagani crollano mentre il regno di Dio domina per sempre (analogia con Giobbe).

DANIELE 12 RISURREZIONE

Il genere letterario è APOCALITTICO e affronta per la prima volta il concetto della

RISURREZIONE DEI CORPI (questo concetto era stato messo in evidenzia nel libro della

Sapienza 3,1-9 che parla dell’immortalità dell’anima). Troviamo la presenza di Michele

Arcangelo e il contenuto della visione è la risurrezione di coloro che sono morti, gli uni per a

vita eterna gli altri per la dannazione. Coloro che risorgeranno sono molti o tutti? Nella

versione ebraica la parola usata è RABIM usata anche nel 4° canto del servo e significa

moltitudine quindi la totalità, risorgeranno tutti. Nella LXX troviamo polloi che vuol dire

molti e la Vulgata lo traduce con molti, quindi i molti risplenderanno. Sia Accenna ad un libro

che verrà poi aperto nell’Apocalisse da Cristo giudice e questo momento sarà preceduto da un

periodo di angoscia. Daniele chiede alla figura vestita di lino quando avverrà questo tempo

ma non gli è dato saperlo, bisogna solo attendere.

2 MACCABEI 7 PROVA DEL GIUSTO E L’IMMORTALITA’ E RISURREZIONE

Elemento che caratterizza la stori dei 7 fratelli è che nell’A.T. è la prima volta che si parla di

Risurrezione che nel N.T. si concretizza a pieno con e in Gesù.

I 7 fratelli vengono costretti dal re Antioco IV a mangiare carni suine, ma essi contrastano il

sovrano con il loro zelo oltre misura perché apostatare significherebbe essere dannati. Ogni

fratello che viene torturato e poi ucciso compie una professione di fede al Signore e nelle loro

frasi fanno intendere la speranza della risurrezione dei corpi V.7 “il re del mondo si farà

risorgere….noi che moriamo per le sue leggi” V.12 “dal cielo ho queste membra e per e sue

leggi le disprezzo, perché da Lui spero di riaverlo di nuovo”, V.14” è preferibile morire per

mano degli uomini quando da Dio si ha l speranza di essere da lui di nuovo risuscitati”.

Tra tutte la professioni di fede e il martirio dell’ultimo fratello è la più importante perché la

testimonianza della storia con lui si completa ed è segno che l’amore copre anche la paura di

morire.

B4. I Canti del Servo sofferente alla luce del messianismo profetico

Il primo canto del servo è IS 42,1-9 il servo è presentato alla 3^ persona singolare e i verbi

sono tutti al futuro (sosterrò, manifesterà, griderà…).

Dio presenta il suo servo ma non sappiamo il nome di questo personaggio, conosciamo solo

la sua funzione nel servizio liturgico. Il Signore presenta il servo, la sua elezione e il sostegno

che gli darà (primi versetti è un oracolo di presentazione del servo), il servo sarà silenzioso

ma porterà diritto e giustizia e la sua opera viene decritta al negativo ( non romperà una

fiamma, non verrà meno…) la missione del servo arriverà in tutto il mondo (ISOLE

rappresentano tutto ciò che è fuori da Israele). Poi troviamo il discorso profetico di Dio che

parla al servo, dove si annuncia che la missione del servo consiste nel portare la Legge

attraverso il metodo della mitezza. Il servo non risponde e non discute il comando di Dio ( c’è

un primo annuncio di chi è questo servo, silenzioso, mite che deve portare giustizia e non

discute il comando divino)

Il secondo canto del servo è IS 49, 1-6 siamo nel periodo della ricostruzione delle mura di

Gerusalemme (440-445). Ci sono delle relazioni con il primo canto, se nel primo canto si

esprime vicinanza del servo a Dio, nel secondo canto si fa chiara la necessità di dover

manifestare all’umanità intera ciò che egli deve essere: luce allo scopo di salvare tutti. Nei

primi 3 versetti che il racconto vocazionale in 1^ persona, c’è l’invito all’ascolto, è il servo

stesso che parla e racconta qualcosa delle sue origini “dal seno materno mi chiamò dal

grembo di mia madre pronunziò il mio nome”(riferimento a Geremia). Il servo descrive la

sua chiamata alla missione e fa capire che fin dal momento del concepimento è stata

preparata la sua morte e si ricorderanno di lui solo dopo la sua morte. Lo scopo della sua

missione è proclamare il diritto di Dio e consolare gli afflitti e gli oppressi. Le voci che

parlano sono due perché interviene il Signore dicendo che lo innalzerà ad essere luce delle

nazioni fino all’estremità della terra per ricordare che il suo messaggio salvifico è indirizzato

a tutto il mondo.

Il terzo canto è IS 50, 4-9 il servo parla in prima persona e descrive il dono supremo che Dio

gli ha fatto: il dono della lingua che in ebraico è sinonimo di imparare e insegnare. Egli

appare un profeta con uno speciale mandato divino, ribadisce il fatto di aver accettato la

missione divina e confessa i sacrifici e la sofferenza che ha dovuto subire per portare a

termine il suo compito; qui allude alla morte, alla sofferenza e all’umiliazioneV.6, ha

sopportato tutto questo perché il Signore lo ha sostenuto e lo ha giustificato ( RM 8,31 questo

riferimento perché il servo parla di una protezione divina speciale di cui lui gode). Forse è

Dio stesso il servo quindi Cristo, perché il servo è consapevole della sua debolezza e della

sua dipendenza da Dio, è presente qui la missione della redenzione di Dio. Il servo

qui presente se stesso come un profeta per le genti, parla della sua passione e morte in virtù

della redenzione degli uomini e per la sua estrema vicinanza a Dio si pensa possa essere

Cristo stesso

Il quarto canto è IS 52,13 53,12 Inizialmente parla il Signore in prima persona e annuncia che

il suo servo avrà successo questo risulta essere un annuncio infallibile, in questo primo

blocco V. 1-3 c’è qui la futura esaltazione del servo. Il secondo blocco parla del servo che è

un uomo dei dolori che nasce e cresce senza attirare lo sguardo degli altri, è disprezzato da

tutti, nessuno lo considerava, è un coro che parla dove c’è una voce che fuoriesce e non è ne

quella del servo, ne quella del Signore. Terzo blocco parla della differenza vicaria del servo il

quale si addossa le malattie e i dolori degli uomini che invece lo consideravano punito da Dio

e umiliato da Di. Il quarto blocco V.7-11 riprende l’uomo dei dolori, il servo è condotto

silenziosamente come un agnello al macello, muore a causa del peccato del popolo, viene

sepolto sebbene non avesse commesso nessun peccato, ma al Signore piacque destinarlo a

questa sorte. L’ultimo blocco parla della risurrezione e del premio che è la futura

discendenza, parla il Signore dicendo che il suo servo giustificherà molti addossandosi dei

loro peccati. Qui è chiara la necessità della morte del servo voluta da Dio e riconosciuta dalla

comunità come sacrificio di espiazione. Il molti fa riferimento a coloro che confessano. Il

servo vedrà la luce avrà un seguito e avrà una discendenza, ma è morto per tutti o per molti?

Sono esclusi coloro che rifiutano questo riconoscimento?

Il servo verrà esaltato e riconosciuto anche da coloro che lo avevano disprezzato. Il servo in

prima persona descrive la sua passione e le sue sofferenze e la folla confessa che inizialmente

non lo avevano riconosciuto e pensavano che Dio lo punisse per qualche peccato, ma una

volta morto essi capiscono che il servo si era addossato i peccati di tutta l’umanità senza mai

ribellarsi al Signore. Alla fine del canto è il Signore che parla dicendo che il suo servo

morendo ha giustificato molti, ha redento i loro peccati, ma il mistero rimane su auqli siano i

destinatari di tale evento.

B5. “Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni

cosa” (Mc 4,34). La parabola come forma letteraria dell’attività salvifica di Gesù.

Lettura esegetica della palabora del seminatore e della sua spiegazione (Mt 13,1-23; Mc

4,1-20; Lc 8,4-15). Il contesto sinottico della parabola della pecora perduta (Mt 18,12-

14; Lc 15,3-7).

Il termine PARABOLA è esclusivo dei Sinottici rappresenta la caratteristica del modo di

parlare di Gesù, le parabole hanno sempre un risvolto cristologico e il loro fine è quello di far

comprendere il mistero di Cristo.

Nell’A.T. corrispondono ai MARSHAL, alcuni studiosi distinguono diversi generi di

parabole sotto l’aspetto letterale:

SIMILITUDINI=descrizioni di avvenimenti o fatti frequenti che sono noti a tutti ES

seminatore

PARABOLE IN SENSO PROPRIO= descrivono un avvenimento che normalmente non

capita mai o quasi mai ES buon samaritano

ESEMPI= attraverso un caso particolare mostrano un comportamento positivo o negativo ES

pubblicano e fariseo

ALLEGORIA= i personaggi e le situazioni nascondono un significato da decifrare ES

parabola del grano, della zizzania.

Esegesi liberale mette in risalto l’originale carattere argomentativo: la parabola è un racconto

immaginario che il parabolista racconta affinché l’ascoltatore colga il reale argomento della

narrazione (il regno) e prenda posizione.

In realtà vengono sempre rilette in funzione ecclesiale.

La parabola è un racconto fittizio che genera l’effetto sorpresa per provocare la riflessione di

chi ascolta, è paradossale perché se un fatto non accade nel mondo degli uomini avviene

invece nel mondo di DIO ed è provocatorio perché porta l’ascoltatore a prendere posizione.

MC ci sono 5 parabole: 3 sul seme, parabola dei vignaioli e la breve parabola del portiere MC

13,34

MT contiene tutte le parabole di MC tranne quella del seme che cresce da solo e ne ha a

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Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Frayschool di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Laboratorio tesi di laurea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Istituto superiore di Scienze Religiose - Issr o del prof Tessaglia Stefano.
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