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ADRIAN PACI: Un artista della precarietà
Artista che ha lavorato essenzialmente sul tema dello spostamento, dei flussi migranti, del nonluogo. Si pronuncia "Adrian Pazi" perché cognome albanese. Artista vivente, di 50 anni circa. Lavora, almeno a partire da inizio 2000, su rappresentazioni icastiche, immediate del tema del migrante, altre volte rappresentazioni più simboliche, più late.
Adrian Paci, Home to go (serie fotografica) - 2001. Uno dei primi lavori internazionalmente famosi. Quello rappresentato è lui all'epoca. Questa serie di fotografie intitolata "home to go" è il rovesciamento della formula "to go home" = andare a casa, e gioca proprio sul radicale cambiamento di significato in quanto "home to go" significa "la casa da portare via". Serie di fotografie di cui una piccola porzione vede lui stesso come soggetto fotografato. Tutte secondo questa iconografia.
dell'immagine del "prigioniero" o del "Gesù" in forma quasicristologica che anziché portarsi sulle spalle la croce si porta un tetto quasi a indicare che la condizione del migrante è quella di colui che si fa carico anche dei propri luoghi, della propria dimensione intima ed è costretto a portarla in giro per il mondo con l'impossibilità di ritrovare la stessa familiarità nei luoghi estranei del mondo.
Adrian Paci, Home to go (serie fotografica) - 2001- Questa serie di fotografie culmina in un'opera scultorea, un calco in gesso del corpo dell'artista.
Adrian Paci, Back Home (serie fotografica) - 2001- Il tema dello spaesamento indotto dalla migrazione, quindi del cambiamento del contesto in quel gioco fra luoghi e non luoghi è reiterato in questa altra serie fotografica Back Home, più ampia di immagini.
- Paci fa precedere il suo lavoro di messa in posa dello scatto da un
Lavoro di ricerca sul campo: tutti i soggetti rappresentati sono migranti albanesi in Italia dei quali va a ritrovare le case d'origine, le fotografa, le dipinge e allestisce un set fotografico con il quadro della casa originale sul fondo e le persone nelle loro condizioni attuali di migranti, alienati rispetto a questi luoghi, di fronte spaesamento tra figure e sfondo, legati da un rapporto simbolico, sentimentale, personale e storico, ma il fatto che questa casa non sia l'ambiente architettonico in sé comporta un distacco.
In immagine Paci con la figlia sulle spalle. Adrian Paci, The Marriage - 2001. Paci non è noto particolarmente come pittore, ma si impegna anche su questo fronte.
Fase finale di una serie di quadretti che diventano questa sorta di polittico di 9 elementi realizzati dal pittore. Quadri a pastello realizzati a partire da foto non professionali scattate al suo matrimonio. Questo si lega a una delle usanze più tipiche dei migranti.
albanesi: conservare come scrigno di ricordi le foto degli eventi di famiglia e usarle come una sorta di biglietto da visita per icon nazionali nel luogo di arrivo. L'estetica di queste fotografie è dilettantistica cattura intimità del rapporto con i propri luoghi. Cambiamento di medium fotografia ridisegnata, ridipinta comporta distacco. Adrian Paci, After the Wall There Are Some Walls (video-installazione) - 2001: - Sempre di quegli anni una delle prime video-installazioni di Paci (= opere collocate nell'ambiente, tridimensionali di più elementi) che utilizzano la tecnologia video - Lavoro complesso dal p.d.v. materiale. - Serie di sketch documentari in cui l'artista rintraccia immigrati d'origine albanese in Italia, specialmente al sud. Realizza queste video interviste in luoghi specifici, specialmente di lavoro. - La loro proiezione viene però complicata dall'utilizzo di uno schema particolare: cuscinetti diplastica opaca che nel momento in cui ci si colloca lateralmente impediscono di vedere le immagini. Solo da un p.d.v. perfettamente frontale eravvicinato è possibile scorgere anche se in maniera filtrata, la parte visiva del documentario.
È elemento ricorrente opere: presenza del MEDIUM che genera distacco critico-razionale.
Adrian Paci, Flash Mercedes – 2002- Lavoro molto discusso.- Artista che pur riadattando temi sociali è sempre stato lontano da polemiche, questo è l’unico.- Installazione nello spazio che diventa anche serie di riprese fotografiche commercializzate. Mercedes dal cui bagagliaio spunta la carcassa di un agnello che rappresenta simbolicamente la condizione dei viaggi di fortune dei migranti.- Agnello solitamente animale sacrificale sarà per eccellenza qui diventa sacrificato al sogno di benessere legato alla migrazione. 134
Adrian Paci, Turn On – 2004- Performance molto minimale- Contrariamente alle altre non includeva- Performance
realizzata per il pubblico, maspecificamente per una serie di fotografie- Serie di scatti che riprendono immigrati raccoltinei loro contesti di destinazione. Quasi tutte realizzatein penombra in momenti successivi al tramonto. Èchiesto ai migranti di accendere una lampadinaautoalimentata con questi generatori e riprodurreattraverso la serie fotografica una sorta di albero diNatale di lampadine. Altro tema che ricorre in pazzi è questo delle forme che diventano astratteà percezione della distanza le fa percepire come un pentagramma, uno schema astratto marealizzato collettivamente da persone. Adrian Paci, PilgrIMAGE – 2005 (doppia video-installazione)- Lavoro più complesso dal p.d.v. materiale.- Pilgrimage = pellegrinaggio ma gioco di maiuscole con“image”- Riferimento a una vicenda storica legata a un’operad’arte particolare. Icona della madonna col bambino delprimo ‘400 collocata in una chiesa in un villaggioalbanese, nelMomento dell'invasione turca in Albania la leggenda vuole che quest'icona sia scomparsa autonomamente per sottrarsi all'invasione turca e si sia riapparsa autonomamente in una chiesa nel barese che ha realizzato un santuario attorno all'immagine stessa.
L'operazione di Paci è di riprendere l'immagine nella sua nuova collocazione con una ripresa video statica, mostrarla con uno schermo nella sua collocazione originale in Albania chiamando a osservarla, contemplarla. Nel frattempo, lui riprende gli osservatori e trasmette il video sul luogo dell'icona attuale scambio di sguardi tra i luoghi dell'icona. In questo caso il migrante è l'immagine, è elemento migrante che realizza la propria vita in due contesti differenti, il primo è "casa", il secondo è "adattamento culturale".
Adrian Paci, fotogramma da Klodi - 2005- Da metà 2000 inizia a realizzare una serie di cortometraggi.
In questo caso, come capita spesso nei suoi primi documentari, il contenuto è ridondante: l'individuazione di alcuni migranti albanesi dalla storia particolarmente interessante, forte e il compimento di operazioni sulla superficie del film realizzato. - In questo caso è Klodi, il protagonista di questo cortometraggio / intervista. Noi assistiamo a questa intervista in maniera documentaria, senza tagli o interventi di post-produzione se non la sfumatura dell'immagine stessa con sovrimpressione trasparente che sovraimprime appunto tracce di matita con il percorso di spostamenti del protagonista. La storia stessa della persona diventa matrice di un disegno astratto, esile, raffinato, distaccato. Adrian Paci, Centro di permanenza temporanea – 2007 - Cortometraggio, sua opera più celebre, esposta in mostre e in TV - Titolo in italiano perché realizzata in ITA per mostra italiana - Paci allestisce semplice scaletta da aeroplano in una pista aeroportuale, una seriedi personemigranti vi salgono, ma l'aereo non arriva mai. Siarriva al punto in cui la scaletta viene saturata daicorpi.- Rappresentazione potente, icastica, immediata della precarietà del migrante.- Per la prima volta nella presentazione dell'opera usa il termine NONLUOGO. 136Adrian Paci, Brothers, mosaico in marmo sutavola – 2010- Immagine di due fratellini albanesi scattate in unvillaggio durante uno dei ritorni di Paci inAlbania, che viene ingrandita e ricoperta datasselli di marmo su scale di grigio ancora unavolta allontanamento dall'immagine, il filtro,presenza di un medium, per lo più decisamenteantiquato: il mosaico in marmo.- Scelta del mosaico perché la destinazionedell'immagine era l'altare presbiterio di alcunechiese diventa una sorta di "spiritualità laica".Adrian Paci, One and Twenty-Four Chairs – 2013,Cosenza- Operazione un po' meno nota, piùmarginale, ma con interesse per il nostro tema.
Titolo = parodia di un titolo di un'opera famosa "One and Three Chairs" di Kosuth, opera manifesto dell'arte concettuale, che però era fredda e intellettualistica. L'opera di Paci invece apre orizzonte antropologico sociale. Queste sedie sono quelle che in molte parti d'EU vengono messe in strada per conversare con i vicini. Nei vari allestimenti di quest'opera però il luogo in cui si mettono è sempre un luogo istituzionale o luoghi per arte pubblica, esposizioni. Idea di conversazione possibile, immaginaria che porta luoghi comuni, quotidiani all'interno di cornici istituzionali, di spazi riservati convenzionalmente all'arte alta.
137 Adrian Paci, fotogramma da The Guardians - 2014 - Altro fotogramma da un film. Più che di documentario parliamo qui di una sorta di "sinfonia video" perché soggetto bambini in un cimitero albanese incaricati
di lavare letombe e i loro gesti diventano una sorta didanza, di rituale. Discorso di prendersi curadei luoghi familiari emerge come una sinfonia.Adrian Paci, The Column (performance evideo) – 2014- Esposta spesso insieme alla precedente. Èuna performance di cui il video è unadocumentazione.- Paci si procura una lastra di marmo inOriente e segue la sua vita dal luogodell’acquisto fino all’arrivo alla Biennale diVenezia, lavorata fino a divenire una colonnadi ordine misto. Il trasporto di questomateriale che muta di aspetto continuamento,che si evolve dal blocco grigio e pesante inuna forma scolpita e levigata, diventa unmettere in scena di un viaggio, di unprocesso di trasformazione.